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Chiesa di Santa Maria Assunta <Cavalese>
Data ultima modifica: 31/10/2021, Data creazione: 26/7/2010


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta


Altre denominazioni ASSUNZIONE;Santa Maria Assunta in Cielo;S. Maria Assunta


Autore(Ruolo)  Alberti, Giuseppe (progetto sopraelevazione campanile)
Misconel, Francesco (sopraelevazione campanile)



Ambito culturale (ruolo)  maestranze trentine (costruzione)



Notizie storiche  1111 - 1111 (menzione carattere generale)
La chiesa Santa Maria Assunta a Cavalese, pieve di Fiemme ab immemorabili, è menzionata per la prima volta nel documento dei patti ghebardini del 1111. L'edificio del XII secolo, le cui fondazioni sono state rinvenute nel corso degli scavi archeologici del 2005-2006, si trovava esattamente nel luogo di quello presente e aveva una pianta rettangolare priva di abside. Alcuni storici locali ipotizzano che la struttura medievale avesse una ripartizione interna a tre navate determinata dalla successione di travi lignee inserite a sostegno della copertura a capriate.
1134/05/17 - 1134/05/17 (consacrazione carattere generale)
Secondo la tradizione l'edificio sacro fu consacrato dal vescovo Altemanno il 17 maggio 1134. Alcuni studiosi locali ritengono che la data sia errata in quanto il 17 maggio del 1134 non ricorreva di domenica. Tra le varie correzioni della data proposte dalla critica, delle quali nessuna è stata finora suffragata dalle fonti documentarie, si ricordano in questa sede quelle del 17 maggio 1136, 17 maggio 1142 e del 13 maggio 1134.
1189 - 1189 (menzione campanile)
Un campanile dotato di almeno una campana esisteva già nel 1189.
XIV - XIV (costruzione abside)
In base ai ritrovamenti effettuati nel corso della recente campagna di scavo, nel XIV secolo alla struttura romanica fu aggiunta l'abside.
1376 - 1376 (erezione a chiesa collegiata carattere generale)
Nel 1376 la pieve venne elevata al ruolo di collegiata.
1410 - 1450 (decorazione arco santo)
Nel 1410 un anonimo maestro d'ambito tirolese affrescò il lato destro dell'arco santo con le storie di Sant'Agata e immagini di Santi. Entro la metà del secolo si colloca inoltre la decorazione del profilo superiore dell'arco santo rivolto verso il presbiterio, con la parabola delle vergini sagge e delle vergini stolte, opera anch'essa assegnata all'ambiente tirolese. Quest'ultima decorazione, risparmiata dalle demolizioni ottocentesche del presbiterio, è stata rinvenuta nel corso dell'ultimo restauro (2003-2010).
1446 - XVI (ristrutturazione intero bene)
La chiesa di Santa Maria Assunta fu interessata da una lunga campagna di riqualificazione, avviata verso la metà del XV secolo e protrattasi fino all'inizio di quello successivo. Gli scavi del 2005-2006 hanno evidenziato che il progetto iniziale, di respiro assai più monumentale, fu ridimensionato in corso d'opera. Tale dato trova conferma nella datazione molto precoce dei dipinti dell'arco santo (1410), che lascia ipotizzare che ampie porzioni dell'edificio antico siano state mantenute. Si collocano in questa fase ricostruttiva, invece, l'inglobamento della facciata a salienti in quella attuale, la tripartizione della navata, che fu mantenuta di dimensioni pressoché identiche a quelle della precedente, e la realizzazione delle volte gotiche. Il serraglio con l'arme del principe vescovo Giorgio Hack (1446-1465) presente nella navata principale permette di collocare la ricostruzione delle volte attorno alla metà del secolo.
1446 - XVI (sopraelevazione campanile)
Nel periodo della ristrutturazione della pieve (1423-1514) la torre campanaria romanica fu sopraelevata una prima volta ed ottenne il coronamento gotico con una cella campanaria a due livelli, di cui si conservano tutt'ora le monofore, le trifore e gli sporti angolari.
1450 - 1499 (decorazione arco santo)
L'affresco con i Santi Lorenzo, Fabiano e Stefano presente a sinistra dell'arco santo fu dipinto da un anonimo maestro d'ambito tirolese nel corso della seconda metà del XV secolo.
1490 - 1502 (costruzione cappella della Madonna del Carmine)
La cappella della Madonna del Carmine, oggi utilizzata come battistero, fu eretta dal vicario di Fiemme Vigilio Firmian tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo. Il sacello è infatti menzionato nel primo testamento dello stesso Firmian (1502) con la sua dedicazione originaria ai Quattordici Santi Ausiliatori.
1500 - 1549 (decorazione portico)
Nel corso della recente campagna di restauro all'interno del portico, lungo le pareti nord e sud, sono emersi dei brani di affreschi risalenti alla prima metà del XVI secolo, che testimoniano l'esistenza di un atrio analogo a quello attuale già in epoca rinascimentale.
1500 - 1550 (aggiunta del protiro fiancata sud)
Il protiro che precede l'accesso sud venne introdotto durante la prima metà del XVI secolo. La decorazione a grottesche della volta a crociera è ritenuta coeva alla struttura.
1520 - 1526/09/11 (costruzione cappella della Madonna del Rosario)
La cappella della Madonna del Rosario, affacciata sulla sesta campata della navata prima a sinistra, sorge sui resti di una precedente cappella mariana edificata attorno all'inizio del terzo decennio del XVI secolo su iniziativa della confraternita di Santa Maria, fondata presso la pieve alla fine del Quattrocento. Il piccolo sacello cinquecentesco, che secondo Giordani (2012) andò a sostituirsi a una nicchia nella quale era esposta la statua della Madonna Addolorata ora conservata presso l'omonima chiesa vicina (incerta), aveva pianta poligonale e fu benedetto l'11 settembre 1526.
1543 - 1560 (decorazione volte delle navate)
Attorno alla metà del XVI secolo un anonimo maestro locale eseguì la decorazione delle volte delle navate, comprendente motivi vegetali e le immagini di profeti, sibille e dei Padri della Chiesa. La presenza dell'arme cardinalizia di Cristoforo Madruzzo, principe vescovo di Trento dal 1539 al 1567, di Bressanone dal 1542 al 1578 e cardinale dal 1543, permette di datare i dipinti successivamente a quest'ultima data.
1550 - 1599 (costruzione sacrestia piccola)
La sacrestia piccola, che fino al 1730 conservava l'archivio della Comunità di Fiemme, fu costruita a sinistra del presbiterio nella seconda metà del XVI secolo. La sua edificazione comportò il parziale occultamento del gigantesco San Cristoforo affrescato in esterno sulla fiancata nord del presbiterio, la cui parte inferiore è riemersa all'interno della sacrestia nel corso della recente campagna di restauro.
1587 - 1587 (decorazione cappella della Madonna del Rosario)
Sulla scorta dell'enorme diffusione del culto della Madonna del Rosario seguita alla battaglia di Lepanto (1571) e all'istituzione ufficiale della relativa festa da parte di Gregorio XIII (1574), nel 1587 il locale sodalizio di Santa Maria mutò titolazione, assumendo il nome di confraternita della Madonna del Rosario. Questo atto fu sancito dalla commissione del grande affresco raffigurante la Madonna del Rosario riapparso sulla parete sinistra della cappella omonima nel 2010, in occasione dell'asportazione del dipinto con la battaglia di Lepanto di ambito veneto ora collocato nella navata destra. L'affresco, datato 1587, è stato ricondotto al catalogo di Paolo Naurizio su base stilistica.
1602 - 1602 (costruzione portico)
La costruzione dell'attuale portico coperto antistante la facciata risale 1602.
1610 - 1610 (costruzione navata nord)
Una targa posta a sinistra dell'ingresso principale ricorda la costruzione della quarta navata, aggiunta a nord dell'edificio solo nel 1610.
1640 - 1647 (ricostruzione cappella della Madonna del Rosario)
Nel 1646-1647 la cappella del Rosario fu fatta innalzare, ricoprire con cupola e decorare dall'arciprete Giovanni Giacomo Calavino, il cui nome e la cui arme ricorrono nella decorazione del sacello.
1650/03/10 - 1650 (riparazione campanile)
Nel 1650 sono documentati lavori di riparazione del campanile, appaltati al maestro muratore Giacomo Marcholino il 10 marzo dello stesso anno.
1670 - 1670 (ricostruzione cappella della Madonna del Carmine)
Verso il 1670 il barone Francesco Guglielmo Firmian fece interamente riedificare la cappella affacciata sulla navata sud, costruita dal suo avo Vigilio. Il sacello ristrutturato fu allora dedicato alla Madonna del Carmine. La decorazione stucchiva e pittorica della cappella è ritenuta coeva alla ricostruzione.
1676 - 1676 (riparazione campanile)
Ulteriori opere di riparazione del campanile sono documentati nel 1676, quando la torre fu colpita da un fulmine. Nell'appaltare i lavori ai maestri Giacomo Antoniazzo e Gabin di Cavalese la fabbriceria specificava che il campanile doveva essere rifatto "dell'istesso modo che era prima avanti che dalla saeta fosse gietato a terra" e che gli artigiani dovevano provvedere a "fornirlo di colore verde" e a porre in opera la sfera e la croce apicali. In base a queste precisazioni è possibile ipotizzare che il danno avesse riguardato prevalentemente la copertura cuspidata (incerta).
1680 - 1710 (decorazione portico)
Tra il 1680 e il 1690 circa Giuseppe Alberti dipinse i due riquadri con l'angelo annunciante e la Madonna annunciata presenti all'esterno del portico (lato ovest). Successivamente furono affrescate le due edicole presenti sotto i menzionati riquadri dell'Alberti, assegnate a un anonimo maestro d'ambito fiemmese con una datazione compresa tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo.
1709 - 1710 (sopraelevazione campanile)
Nel 1710 i fratelli costruttori Misconel di Cavalese attuarono la sopraelevazione del campanile su disegno del 1709 di don Giuseppe Alberti. Alle due celle campanarie gotiche, aperte da monofore e trifore e affiancate al secondo livello da sporti angolari, furono sovrapposti un'ulteriore cella definita da lesene angolari cimate da piccoli obelischi e il tamburo ottagonale. Secondo la critica questo progetto fu d'ispirazione per la sopraelevazione dei campanili di Sant'Eliseo a Tesero e di San Valentino a Panchià.
1722 - 1722 (messa in opera dell'arcata ovest portico)
Nel 1722 l'apertura ovest del portico antistante la facciata venne modificata con l'introduzione dell'arcata lapidea costituita da elementi di risulta provenienti da Trento. La condotta dei materiali avvenne via fiume lungo l'Adige fino al porto di Egna e quindi lungo la vecchia strada della Val di Fiemme.
1727 - 1728 (costruzione cappella di San Giuseppe intorno)
Tra il 1727 e il 1728 nel parco antistante la pieve venne costruita la cappella di San Giuseppe, a pianta esagonale. Il sacello, voluto per scoraggiare la disdicevole tradizione popolare della festa da ballo che si teneva nel parco della pieve durante la fiera di settembre, fu progettato da Cristoforo Unterperger, padre dei pittori Michelangelo, Francesco Sebaldo e Giuseppe Unterperger, e costruito da Francesco Misconel di Cavalese.
1746 - 1746/07/14 (messa in opera delle coperture campanile)
Il cupolino del campanile fu rivestito in rame solo nel 1746 ad opera di maestranze bolzanine, i cui nomi sono riportati in un'iscrizione incisa alla base della sfera apicale del campanile, che riporta anche la data di compimento dei lavori: "POZEN / DEN 14 IVLIVS 1746 / FAVI ANTONI RICCABANA TAMALLIGEN / KIRCE PRORST / GEMACT / IOSEFE RIEGER KVPFER SIMIL / VERGULT / IOHAN MICHAEL SCHROT / GIRTLER".
1749 - 1767 (rifacimento coperture)
In ottemperanza ai decreti lasciati dai visitatori vescovili in occasione della visita pastorale del 1749, attorno alla metà del secolo fu condotto il rifacimento delle coperture. I lavori furono effettuati entro la successiva visita pastorale del 1767, dai cui atti emerge che la chiesa fu trovata in perfette condizioni.
1776 - 1776 (posizionamento sepolcri portico)
Le venti pietre tombali presenti nel pavimento del portico vi furono posizionate nel 1776.
1796 - 1806 (rifacimento presbiterio)
L'edificio subì una profonda trasformazione interna ed esterna nei primi anni del XIX secolo. Particolarmente invasivo fu l'intervento che riguardò il presbiterio, che comportò l'atterramento dell'abside gotica per far posto all'ampliato presbiterio neoclassico, progettato dal pittore fiemmese Cristoforo Unterperger tra il 1796 e il 1797 e realizzato tra il 1804 e il 1806. Stando ad una lettera inviata da don Antonio Longo all'amico architetto Ambrogio Rosmini nel 1806, i costi del cantiere eccedettero quelli del preventivo, tanto da costringere la fabbriceria a modificare il progetto dell'altare maggiore, previsto in marmo, che per economia fu realizzato in stucco dalle stesse maestranze comasche responsabili della decorazione del presbiterio. Contestualmente a tale intervento o in epoca immediatamente successiva venne ampliata la sacrestia grande, posta a sud. Si ipotizza che anche lo scialbo della decorazione murale cinquecentesca delle volte risalga a questo periodo (incerta).
1800 - 1830 (installazione parafulmine campanile)
Nel corso del primo trentennio del XIX secolo il campanile della parrocchiale fu dotato di uno dei primi sistemi di messa a terra delle scariche atmosferiche a conduzione elettrica del Trentino.
1801 - 1801 (decorazione facciata)
Nel 1801 don Antonio Longo dipinse il monumento funebre del parroco Giovanni Francesco Riccabona presente a destra del portale maggiore.
1814 - 1814 (decorazione facciata)
Nel 1814 don Antonio Longo dipinse l'Assunta che si trova alla sommità della facciata.
1865 - 1874 (costruzione scala per cantoria)
Don Corrado Mersa, parroco di Cavalese dal 1865 al 1874, fece realizzare la scala esterna che conduce alla cantoria posta a sinistra del portico della pieve.
1871 - 1871 (restauro campanile)
Nel 1871 sono documentati lavori di restauro della torre campanaria.
1908 - 1908 (decorazione facciata)
Nel 1908 il pittore fiemmese Camillo Bernardi dipinse il monumento funebre del notaio Gian Giacomo Giovannelli, fondatore dell'ospedale di Tesero, presente a destra del portale maggiore.
1909 - 1909 (restauro campanile)
Ulteriori lavori di restauro del campanile furono condotti nel 1909; in tale occasione fu rifatta a copertura in rame del cupolino ad opera del lattoniere Teodoro Boschetto.
1950 - 1950 (restauro intero bene)
L'edificio fu restaurato nel 1950; durante tali lavori riemerse la decorazione a fresco presente ai lati dell'arco santo.
1950 - 1950 (variazione d'uso cappella della Madonna del Carmine)
Nel 1950 il fonte battesimale a fusto fu traslato nella cappella della Madonna del Carmine, che da allora funge da cappella battesimale.
1972 - 1973 (restauro intero bene)
Tra il 1972 e il 1973 la pieve dell'Assunta subì un radicale intervento di restauro, diretto dall'allora soprintendente Nicolò Rasmo. In tale occasione fu inoltre sostituito il pavimento e venne attuato un primo intervento di adeguamento liturgico.
2003/04/29 - 2003/04/29 (danneggiamento intero bene)
Il 29 aprile 2003 un terribile incendio distrusse completamente le coperture lignee della pieve, causando ingenti danni alle volte e compromettendo la stabilità dell'edificio.
2003/04/29 - 2006 (restauro intero bene)
In seguito all'incendio del 29 aprile 2003 l'edificio è stato interessato da un complesso e lungo intervento di restaurato diretto dall'architetto Sergio Facchin. Una volta messo in sicurezza l'edificio si è proceduto al consolidamento delle strutture murarie delle volte e delle cupole e all'intero rifacimento delle coperture, completamente distrutte dalle fiamme. Parallelamente ai restauri, tra la primavera del 2005 e l'estate del 2006 è stata condotta una campagna di scavo all'interno della chiesa, durante la quale sono state rinvenute le fondazioni dell'edificio romanico preesistente. Successivamente è stata sostituita la pavimentazione ed è stato condotto il restauro degli intonaci, con il contestuale scoprimento di decorazioni pittoriche delle volte.
2007/09/16 - 2007/09/16 (restituzione al culto carattere generale)
A compimento dei maggiori lavori di restauro la pieve fu restituita al culto con una solenne inaugurazione il 16 settembre 2007.
2007 - 2010 (restauro intero bene)
La campagna di restauro dell'edificio è proseguita nel quadriennio 2007-2010 con il restauro della decorazione a fresco interna ed esterna alla chiesa. Nello stesso periodo è stato sostituito il castello campanario in ferro delle campane.



Descrizione  Monumento stratificato tra i più antichi e importanti della val di Fiemme, Santa Maria Assunta costituisce la chiesa matrice della pieve territorialmente più vasta del Trentino. L'edificio, che a partire dal XIX secolo venne affiancato dalla vicina chiesa dei Sette Dolori della Beata Maria Vergine, sorge con orientamento a est all'interno di un parco di tigli secolari che lo isola dal centro abitato di Cavalese, facendone un punto di riferimento per l'intera comunità religiosa di Fiemme. Quasi nulla rimane della pieve medievale ricordata dai patti ghebardini del 1111, che fu totalmente cancellata da numerosi interventi di riedificazione e ampliamento succedutisi tra XV e XIX secolo. La facciata monocuspidata è preceduta da un portico aperto su tre lati e abbellito da numerosi affreschi, sotto il quale si apre il monumentale portale tardogotico, affiancato da due finestre rettangolari sdraiate. Completano il disegno della facciata l'oculo circolare aperto al centro del timpano e la Madonna Assunta affrescata dal Longo nel 1814. La fiancata sinistra è caratterizzata dall'emergere del corpo ribassato della quarta navata, aggiunta all'edificio nel 1610, e di quello poligonale della cappella del Rosario. Lungo la fiancata sud si susseguono le strutture del protiro cinquecentesco, collocato in corrispondenza della terza campata, della cappella del Carmine, riedificata in forme barocche nel 1670, e della sacrestia grande. Tra le ultime due strutture si inserisce la torre campanaria, con la cella gotica a monofore e trifore affiancate da sporti angolari e il coronamento barocco realizzato all'inizio del XVIII secolo su progetto di Giuseppe Alberti. L'interno si sviluppa a pianta basilicale a quattro navate, di cui le tre principali risalenti al rifacimento gotico del secondo Quattrocento. La quinta e sesta campata della navata nord sono occupate dall'ampia cappella del Rosario, fatta ricostruire e adeguata al gusto barocco dall'arciprete Giovanni Giacomo Calavino nel 1646-1647. L'arco santo archiacuto introduce al presbiterio rettangolare, ricostruito in forme neoclassiche tra il 1804 e il 1806 su progetto di Giuseppe Unterperger.

Preesistenze
Nel corso della campagna di scavo condotta all'interno della chiesa tra il 2005 e il 2006 sono state rinvenute le fondazioni della chiesa romanica, a pianta rettangolare priva di abside, il cui perimetro corrispondeva a quello del corpo delle attuali navate.
Pianta
Pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, a quattro navate, preceduta da un portico trapezoidale. In corrispondenza della quarta campata della navata sud emerge il corpo di una cappella laterale quadrangolare. Un'ulteriore cappella a pianta poligonale emerge a lato della quinta e sesta campata della navata nord. Presbiterio rettangolare privo di abside.
Facciata
Facciata monocuspidata preceduta da un portico aperto su tre lati da arcate centinate, oltre il quale si colloca un oculo circolare profilato in pietra. Sotto il portico si apre il monumentale portale tardogotico, affiancato da due finestre rettangolari sdraiate, chiuse da inferriate. A sinistra, in corrispondenza della quarta navata, si apre un accesso secondario con portale centinato profilato in pietra. Una scala in pietra con parapetto in ferro battuto, addossata alla parete nord del portico, consente di raggiungere la cantoria.
Prospetti
Fiancata laterale sinistra caratterizzata dall'emergere del corpo ribassato della quarta navata, lungo il quale si aprono tre finestre lunettate. All'altezza della quinta e sesta campata si innalza la mole della cappella poligonale della Madonna del Rosario, nei cui lati obliqui, rifiniti da cantonali dipinti, si dispongono due monofore archiacute; ulteriori due finestre lunettate sono rivolte a est e a ovest. Oltre le due monofore archiacute aperte in corrispondenza delle prime due campate la fiancata destra presenta un'articolazione di volumi più movimentata, determinata dalla successione contigua delle strutture del protiro a due fornici, della mole cubica della cappella del Carmine, sulla quale insiste un tiburio ottagonale finestrato, del campanile e della sacrestia. Quest'ultima, posta accanto al presbiterio, occulta parzialmente una delle due lesene lapidee che ne scandiscono la muratura, tra le quali si dispone un'ampia monofora centinata. Le stesse lesene accompagnate dalla monofora si riscontrano anche sul lato sinistro del presbiterio, dove emerge il volume della sacrestia vecchia. Lato est cieco.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare posta a sud della chiesa, inserita tra le strutture della cappella della Madonna del Carmine e della sacrestia grande. Fusto liscio, profilato da fasce angolari diversamente tinteggiate e caratterizzato dalla presenza di numerose chiavi di catene. Cella campanaria inferiore, gotica, organizzata su due livelli ripartiti da cornici lapidee, illuminata da monofore e trifore aperte su ogni lato; il secondo livello è caratterizzato dalla presenza di quattro sporti angolari a sezione esagonale, in pietra a vista, forati da feritoie e sormontati da doccioni zoomorfi. Cella superiore, dovuta alla sopraelevazione barocca, illuminata da quattro monofore a centinatura rientrante e definita da lesene angolari sostenenti un cornicione modanato, oltre il quale si collocano quattro obelischi cimati da sfere. Sul tutto insiste un tamburo ottagonale, scandito da semicolonne angolari, tra le quali si dispongono dei balaustri a sezione quadrangolare e monofore alternativamente aperte e cieche. Copertura a campana ottagonale, cimata da sfera e croce.
Struttura
Strutture portanti verticali: murature in pietrame, finite a intonaco tinteggiato. Strutture di orizzontamento: navata principale coperta da volta reticolata; navate destra e prima a sinistra sormontate da volte a crociera impostate su archi trasversali interrotti e collegati da un concio a ponte; navata seconda a sinistra voltata a crociera; cupola circolare sulla cappella del Rosario e ottagonale su quella del Carmine; presbiterio voltato a botte unghiata.
Coperture
Chiesa: tetto a doppia falda sul corpo delle navate e del presbiterio, a multi falda sul portico e sulla cappella del Rosario, con struttura in legno e manto di copertura in scandole di larice; cupola ottagonale rivestita in scandole sulla cappella del Carmine. Campanile: copertura a campana, ottagonale, rivestita in lamiera metallica.
Interni
Interno a quattro navate, di cui le tre gotiche, costituenti il nucleo più antico, a sei campate, ripartite da colonne e semicolonne in pietra a vista; la quarta navata, aggiunta a nord in epoca barocca, è raccordata a quella vicina da arcate a pieno centro e ha le ultime due campate occupate dal corpo poligonale della cappella del Rosario. Sulla quarta campata della navata sud si affaccia una seconda cappella laterale, inquadrata da un'arcata centinata profilata in marmo nero. L'arco santo a sesto acuto introduce al presbiterio rialzato su due gradini, ripartito in due campate da coppie di pilastri e paraste a capitello corinzio, intonacati e dipinti a finto marmo. Sulla parete di fondo due colonne corinzie d'ordine gigante sorreggono un'arcata a pieno centro che inquadra l'ovale della pala dell'altare maggiore.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione in mattonelle rettangolari in pietra calcarea comune alle navate e alla cappella del Rosario; seminato alla veneziana nella cappella del Carmine; nel presbiterio è presente pavimento in mattonelle di pietra calcarea a losanghe, tricolori (bianco, rosso e nero), componenti un motivo a stelle a sei punte.
Elementi decorativi
La chiesa presenta una ricca decorazione a fresco sia esterna (facciata, portico, parete nord del presbiterio) sia interna (volte gotiche, cupole e pareti delle cappelle laterali, arco santo). La cappella del Rosario reca inoltre un ricco apparato stucchivo che ne riveste le pareti e il piano di imposta della cupola.



Adeguamento liturgico  altare - intervento strutturale (1972-1973)
Un primo intervento di adeguamento liturgico dell'area presbiteriale fu attuato nel corso della campagna di restauro del 1972-1973. Al centro del presbiterio storico, su una predella rialzata su due gradini, è stata collocata una mensa al popolo in pietra che reimpiega come gambe quattro colonnine di risulta, già appartenenti a un oggetto liturgico non identificato. La custodia eucaristica si trova fuori dall'area presbiteriale, nel tabernacolo storico dell'altare della Cappella del Rosario.
sede - aggiunta arredo (1972-1973)
L'intervento di adeguamento è stato completato con l'inserimento di arredi mobili impiegati come poli liturgici. Una poltrona del XIX secolo, con struttura lignea e seduta e schienale imbottiti, posta sulla medesima predella dell'altare ad populum, è impiegata come sede.
ambone - intervento strutturale (1990-2010)
Presso l'arco santo, a sinistra, è stato recentemente introdotto un ambone di nuova realizzazione, in granito, con parapetto a tre lati abbellito frontalmente da un bassorilievo con Gesù Cristo buon pastore.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Trento
Decanato di Cavalese
Parrocchia di Santa Maria Assunta

Cavalese (TN)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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