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Chiesa di San Michele Arcangelo <San Michele all'Adige>
Data ultima modifica: 01/11/2020, Data creazione: 26/7/2010


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di San Michele Arcangelo


Altre denominazioni S. Michele Arcangelo


Autore(Ruolo)  Panizza, Stefano (ricostruzione)
Barchetti, Giovanni (ricostruzione)



Ambito culturale (ruolo)  maestranze lombarde (ricostruzione)
architettura barocca (ricostruzione)



Notizie storiche  1142 - 1145/09/29 (fondazione intero bene)
La fondazione della chiesa e del monastero agostiniano di San Michele all'Adige risale al 1142 e si deve all'iniziativa congiunta del vescovo trentino Altemanno, originario della Baviera ed egli stesso benemerito degli agostiniani e dei conti di Appiano. Pare che vi si siano insediati i canonici provenienti da Suben sull'Inn, anche se una tradizione storiografica diversa, e poco probabile, vorrebbe accreditare una filiazione dal convento di Novacella (Curzel, 1999).
1145/09/29 - 1145/09/29 (consacrazione intero bene)
Il giorno 29 settembre 1145 la chiesa fu consacrata dal vescovo Altemanno al titolo di "Nostro Signore Gesù Cristo, della vittoriosissima Croce, di Maria Santissima sempre Vergine, e di San Michele Arcangelo" (Weber, 1978). L'atto di consacrazione del tempio costituisce anche la prima menzione dell'edificio. Fin dal principio il convento fu premiato con numerose donazioni latifondiarie così che in poco tempo i canonici agostiniani, in gran parte provenienti da Novacella, stabilirono il controllo su un territorio di vaste proporzioni, che si estendeva dalla pieve di Giovo (confluita tra i beni amministrati dal monastero con l'atto di fondazione dello stesso e ripristinata solo con la sua soppressione nel 1807) fino all'ospizio di San Floriano (Egna) in valle dell'Adige (assegnato alla prepositura nel 1318).
1267 - 1267 (distruzione intero bene)
Nel 1267 la chiesa e l'attiguo monastero furono distrutti da un incendio. Per la ricostruzione i monaci vendettero i beni che avevano a Fai della Paganella.
1663 - 1664 (fase preliminare alla ricostruzione intero bene)
Nel 1663 Antonio Quetta divenne preposito di San Michele per nomina diretta di papa Alessandro VII. Il 9 dicembre dello stesso anno il Quetta prestò giuramento di fedeltà alla chiesa di Trento e il 15 dello stesso mese l'arciduca d'Austria gli concesse il dominio temporale del monastero. Personaggio di grande spessore culturale, il Quetta si dedicò da subito alla riqualificazione del monastero agostiniano e, dopo aver fatto riparare il fienile del convento danneggiato da un incendio (1664), promosse l'edificazione dell'ala orientale del monastero e la completa ricostruzione della chiesa.
1665 - 1682 (ricostruzione intero bene)
La costruzione della chiesa presente si colloca dopo l'incendio del 1664; in particolare Weber (1978) afferma che il cantiere era già in corso nel 1665. Il progetto del nuovo tempio, inizialmente assegnato in via ipotetica a Domenico Bianchi (Weber, 1978), spetta a Stefano Panizza in collaborazione con il suocero Giovanni Barchetti (nella letteratura relativa alla chiesa il nome del Barchetti si trova spesso erroneamente indicato come "Borghetti"; su questo si veda Delpero, Maffei, 2011). La fabbrica può dirsi certamente conclusa entro il 1682-1683, epoca alla quale risale la realizzazione del ricco apparato decorativo a stucco e affresco della chiesa. La cronologia degli stucchi, documentata da alcune iscrizioni, inficia quanto affermato da Adami (1914) secondo il quale la chiesa sarebbe stata ricostruita dopo un incendio avvenuto nel 1686.
1682 - 1683 (decorazione intero bene)
Alcune iscrizioni permettono di datare al 1682-1683 la realizzazione dell'apparato decorativo a stucco e affresco del tempio, opera dello stuccatore Antonio Castello e dei pittori Giuseppe Alberti e Ferdinand Wolfgang Ruprecht.
1698 - 1698 (consacrazione intero bene)
La chiesa ricostruita fu consacrata nel 1698.
1713 - 1713 (ampliamento intero bene)
L'edificio fu ampliato nel 1713 con la costruzione del coro.
1713 - 1732 (ampliamento monastero)
La costruzione dell'ala settentrionale del monastero risale al 1713-1732.
1796 - 1796 (saccheggio intero bene)
Il 2 novembre 1796 il paese di San Michele all'Adige fu preso d'assalto dalle truppe napoleoniche, che compirono un devastante saccheggio senza risparmiare il monastero agostiniano. Pochi giorni dopo sopraggiunsero gli austriaci, che completarono le spoliazioni.
1801/07/18 - 1801/07/18 (saccheggio intero bene)
Il 18 luglio 1801 il monastero fu nuovamente saccheggiato dai francesi. Prevedendo l'arrivo dei soldati, i monaci avevano nascosto i preziosi del convento nelle tombe dei canonici poste sotto il presbiterio, una precauzione rivelatasi purtroppo inutile.
1807 - 1807 (soppressione monastero)
Nel 1807 il monastero venne soppresso e demanializzato dal governo bavarese. Il 16 aprile i regi commissari Welsperg di Primiero, Alpruni di Borgo Valsugana e Tartarotti di Nomi dispersero i religiosi, incamerando i beni della chiesa, del beneficio parrocchiale e del monastero, le cui rendite furono destinate all'università di Innsbruck.
1808 - 1808 (dispersione della biblioteca carattere generale)
Dopo la soppressione del monastero la biblioteca della prepositura agostiniana di San Michele andò incontro a un miserevole destino. Nel 1808 due casse di libri furono spedite all'università di Innsbruck; dei restanti volumi una parte dei volumi fu venduta a un tanto al fascio e molti invece furono impiegati per accendere le stufe e andarono distrutti.
1813/08/03 - 1824 (ripristino della parrocchia carattere generale)
Con la soppressione della prepositura anche fu messa in discussione anche l'esistenza della parrocchia di San Michele Arcangelo, per il ripristino della quale era necessario stabilire una parrocchia secolare per San Michele. Per raggiungere l'intento furono necessari molti ricorsi e reclami, ma finalmente il 3 agosto 1813 il governo austriaco decretò la conservazione della sede parrocchiale, nella cui giurisdizione ricadevano la curazia di Faedo e l'espositura di Sorni. Il primo parroco, don Carlo Zanotti di Lona, fu nominato però solo nel 1824, mancando fino ad allora la dotazione della sede parrocchiale.
1822 - 1884 (trasferimenti dell'archivio carattere generale)
L'archivio capitolare già devastato dai saccheggi francesi, passò inizialmente all'imperial regio ufficio demaniale (1822) e in seguito fu depositato presso il Capitanato di Trento dove rimase fino al 1884, quando fu trasferito in via definitiva a Innsbruck.
1835 - 1835 (mutamento di intitolazione cappella della Madonna)
Presso la chiesa esisteva una cappella dedicata a Santa Maria dell'Aiuto, detta anche di Santa Maria del cimitero (che si estendeva nell'odierno cortile posto a nord del tempio). Non si conosce l'epoca della fondazione di questo sacello, documentato però dal XVII secolo, che nel 1835 fu dedicato all'Addolorata.
1844 - 1844 (variazione d'uso ossario)
Nel 1844 si rese necessario murare parzialmente il sepolcro dei monaci posto sotto il presbiterio per favorire il consolidamento statico di quest'ultimo. Ne sopravvisse solo una parte, poi utilizzata come ossario.
1869 - 1874/01/12 (passaggio di proprietà intero bene)
I beni della prepositura incamerati dal governo austriaco al momento della soppressione furono messi all'asta nel 1869. Il complesso del monastero e parte dei terreni adiacenti furono acquistati dalla Dieta regionale di Innsbruck per destinarli a sede dell'Istituto Agrario Provinciale, inaugurato il 12 gennaio 1874.
1879 - 1879 (variazione d'uso cappella della Madonna)
Nel 1879 la cappella del cimitero dedicata alla Madonna fu tramutata in sacrestia. L'immagine ivi venerata fu traslata all'interno del tempio sotto il titolo del Rosario (1889).
1891 - 1891 (ricostruzione gradinata d'accesso)
L'erta gradinata d'accesso alla chiesa fu ricostruita nel 1891. Per la realizzazione del muraglione di contenimento furono reimpiegate le pietre provenienti dal dismesso ponte sull'Adige, sostituito allora con una struttura in ferro, mentre i gradini furono cavati a Trento. La spesa sostenuta per la realizzazione di quest'opera e l'installazione della relativa ringhiera in ferro lavorato fu di oltre 4000 corone.
1895 - 1895 (restauro intero bene)
Verso la fine del XIX secolo la chiesa versava in condizioni deplorevoli e necessitava di urgenti restauri, approvati dall'imperial regio governo nel gennaio del 1895 per una somma complessiva di 10120 corone. L'allestimento dei ponteggi cominciò il 24 aprile di quello stesso anno e i lavori furono condotti nello spazio di due mesi. In questa occasione furono restaurati gli stucchi e gli affreschi, venne ritinteggiato l'interno della chiesa e si procedette al restauro della facciata.
1899 - 1902 (restauro intero bene)
Tra il 1899 e il 1902 l'architetto Natale Tommasi si dedicò al restauro della chiesa, ove nel 1901 ricostruì la grande scalinata di accesso.
1905/10/22 - 1905/10/22 (benedizione carattere generale)
Dopo il restauro, la chiesa fu dotata di un nuovo organo (1896) e di una nuova Via Crucis (1905) e venne infine benedetta il 22 ottobre 1905.
1980 - 1980 (installazione impianto antifurto intero bene)
Nel 1980 circa fu installato un impianto di allarme.
2005 - 2006 (restauro intero bene)
L'apparato decorativo delle volte è stato sottoposto a un intervento di restauro tra il 2005 e il 2006.
2015 - 2015 (rifacimento coperture)
Il manto di copertura della chiesa è stato sostituito nel 2015.



Descrizione  La chiesa di San Michele Arcangelo sorge sul colle che sovrasta l'abitato di San Michele all'Adige, in una posizione panoramica dalla quale domina la valle dell'Adige, con orientamento canonico a est. L'edificio sacro è inserito tra i due corpi (antico quello meridionale, e moderno quello settentrionale) del convento agostiniano, storica sede della potente prepositura di San Michele all'Adige fondata per la benevolenza del vescovo Altemanno, che nel 1145 ne consacrò la chiesa. Il convento godette fin da subito del favore di numerosi benefattori, cosicché in poco tempo radunò sotto il proprio controllo un vasto territorio che comprendeva quello della pieve di Giovo (sospesa e assegnata alla prepositura all’atto della fondazione della stessa) nonché altri possedimenti che si estendevano nella val d'Adige verso nord, fino all'ospizio di San Floriano di Egna (entrato nei possedimenti del monastero nel 1318). Tale assetto rimase sostanzialmente invariato fino alla soppressione del convento nel 1807, in seguito alla quale i beni della prepositura furono incamerati dal governo austriaco. La struttura della chiesa medievale, rifabbricata pare nel 1267, fu interamente cancellata dalla costruzione del tempio attuale, la cui promozione si deve all'attività di Antonio Quetta, uno dei più illustri prevosti di San Michele, il quale curò anche l'edificazione dell'ala est del monastero. La ricostruzione barocca della chiesa viene comunemente assegnate agli architetti Stefano Panizza e Giovanni Barchetti in un torno di tempo compreso tra il 1665 e il 1682-1683, epoca alla quale risale la realizzazione dell’apparato decorativo interno della chiesa (opera dello stuccatore Antonio Castello e dei pittori Giuseppe Alberti e Ferdinand Wolfgang Ruprecht). La facciata a due spioventi è preceduta da un sagrato pensile, raggiungibile attraverso una scalinata di 38 gradini in tre rampe. Il prospetto è scandito dalla presenza di tre coppie di paraste corinzie poggianti su plinti squadrati, che ne determinano una ripartizione verticale in cinque settori, di cui quello centrale di ampiezza tripla rispetto ai laterali. Al centro si colloca il portale a frontale architettonico e una finestra serliana, mentre in ciascuno dei settori laterali si sovrappongono due nicchie centinate abitate da statue, separate le une dalle altre da medaglioni scolpiti. Oltre il cornicione marcapiano modanato, eminente in corrispondenza delle paraste, si innalza un frontone triangolare, anch'esso ripartito da lesene; al centro del timpano si colloca una mostra di orologio, abbellita lateralmente da due statue inserite entro nicchie rettangolari. Completano il disegno cinque obelischi ornamentali sommitali. La fiancata destra presenta due finestre lunettate in corrispondenza delle prime due campate della navata. Il lato sinistro è caratterizzato dall'emergere del corpo del vano scale del campanile (a tutta altezza) e di un corpo minore a pianta quadrangolare emergente in corrispondenza della sacrestia. Due monofore centinate si dispongono in corrispondenza del coro e altrettante finestre rettangolari sono aperte sul presbiterio. Sul lato est della sacrestia è presente un accesso secondario coperto da un portico a cinque arcate, al quale si sovrappone una loggia lignea con funzione di raccordo tra il complesso meridionale e quello settentrionale del monastero. L'interno si sviluppa a navata unica, ripartita in tre campate da coppie di paraste corinzie. Lateralmente alle prime due campate si aprono due coppie di cappelle a pianta rettangolare, inquadrate da ampie arcate centinate e collegate tra loro da passaggi arcuati. Nella terza campata sono presenti due nicchie per confessionali. Il presbiterio, rialzato su due gradini, è preceduto dall'arco santo a pieno centro; vi si affacciano due cantorie gemelle. Oltre il presbiterio si estende il coro dei monaci, ripartito in due campate da paraste corinzie.

Pianta
Pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale; presbiterio quadrangolare e coro rettangolare.
Facciata
Facciata preceduta da un sagrato pensile raggiungibile attraverso una scalinata di 38 gradini in tre rampe. Profilo a due spioventi; tre coppie di paraste corinzie poggianti su plinti squadrati determinano una ripartizione verticale del prospetto in cinque settori, di cui quello centrale di ampiezza tripla rispetto ai laterali. Al centro si colloca il portale a frontale architettonico e una finestra serliana, di cui quella centrale centinata, mentre in ciascuno dei settori laterali si sovrappongono due nicchie centinate abitate da statue, separate le une dalle altre da medaglioni scolpiti. Oltre il cornicione marcapiano modanato, eminente in corrispondenza delle paraste, si innalza un frontone triangolare, anch'esso ripartito da lesene; al centro del timpano si colloca una mostra di orologio, abbellita lateralmente da due statue inserite entro nicchie rettangolari. Completano il disegno cinque obelischi ornamentali sommitali.
Prospetti
Fiancata lisce. Sul lato destro, ampie finestre lunettate si aprono in corrispondenza delle prime due campate della navata. Fiancata sinistra caratterizzata dall'emergere del corpo del vano scale del campanile (a tutta altezza) e di un corpo minore a pianta quadrangolare emergente in corrispondenza della sacrestia. Due monofore centinate si dispongono in corrispondenza del coro e altrettante finestre rettangolari sono aperte sul presbiterio. Sul lato est della sacrestia è presente un accesso secondario coperto da un portico a cinque arcate, al quale si sovrappone una loggia lignea con funzione di raccordo tra il complesso meridionale e quello settentrionale del monastero.
Campanile
Torretta a sezione quadrangolare innestata sulla falda sinistra del tetto della navata. Cella campanaria a quattro monofore centinate, sormontata da un tamburo ottagonale aperto su tutti i lati. Cupolino ottagonale svasato verso l'alto.
Struttura
Strutture portanti verticali: murature in pietrame, finite a intonaco tinteggiato. Strutture di orizzontamento: navata e coro sormontati da volta a botte unghiata; cupola ottagonale sul presbiterio.
Coperture
Chiesa: tetto a due falde, con struttura in legno e manto di copertura in coppi. In corrispondenza del coro emerge il lanternino ottagonale della cupola, con copertura svasata verso l'alto, in lamiera. Campanile: cupolino a sezione ottagonale, rivestito in lamiera.
Interni
Navata unica, ripartita in tre campate da coppie di paraste corinzie. Lateralmente alle prime due campate si aprono coppie di cappelle a pianta rettangolare, inquadrate da ampie arcate centinate e collegate tra loro da passaggi arcuati. Nella terza campata sono presenti due nicchie per confessionali. Presbiterio rialzato su due gradini, sul quale si affacciano due cantorie gemelle. Coro a due campate, ripartite da paraste corinzie, compreso tra un ambiente di servizio (a destra) e la sacrestia (a sinistra), quest'ultima dotata di due accessi.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in quadrotte di pietra calcarea bianche e rosse in corsi diagonali, comune a tutta la chiesa.
Elementi decorativi
La decorazione della chiesa è caratterizzata da un ricco apparato decorativo a stucco e affresco, che interessa le arcate delle cappelle laterali, la cupola del presbiterio e la volta del coro.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1968 circa)
L'adeguamento liturgico è stato attuato in forma provvisoria, con l'introduzione di arredi mobili in stile uniforme. Le balaustre e l'altare maggiore storici sono stati mantenuti. Al centro del presbiterio storico, a raso terra, è stata inserita una mensa a tavolo con gambe in ferro battuto che funge da altare al popolo. Sulla balaustra sinistra è presente un leggio in ferro battuto, che funge da ambone. Sui gradini dell'altare maggiore storico è stata collocata una panca in legno e ferro battuto che funge da sede presidenziale. La custodia eucaristica permane nel tabernacolo dell'altare maggiore storico.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Trento
Decanato di Mezzolombardo
Parrocchia di San Michele Arcangelo

via Mach - San Michele all'Adige (TN)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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