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10/5/2024 Diocesi di Trento - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di San Cristoforo <Pomarolo>
Data ultima modifica: 27/03/2017, Data creazione: 26/7/2010


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di San Cristoforo


Altre denominazioni S. CRISTOFORO martire;S. Cristoforo


Autore(Ruolo)  Sartori, Antonio Giuseppe (progetto ricostruzione)
Riolfatti, Bortolo (completamento ricostruzione)



Ambito culturale (ruolo)  maestranze trentine (costruzione)



Notizie storiche  1100 - 1183 (costruzione intero bene)
Sula base dei dati desunti dalla bibliografia si può ipotizzare che il primo nucleo dell'edificio sacro, originariamente orientato a est, sia stato eretto nel corso del XII secolo. Secondo Martinelli (1996) e Adami (1987) la prima menzione attestante l'esistenza del luogo di culto, allora semplice cappella, sarebbe da riferire ad un documento di cui non si specifica il contenuto emesso nel 1183.
1216 - 1216 (menzione intero bene)
In un documento di investitura stilato dal vescovo Federico Vanga in favore di Arnoldo di Pomarolo viene evidenziato il legame di dipendenza tra la chiesa e la famiglia dei Castelbarco, all'epoca non ancora feudatari ma influente dinastia lagarina.
1234/07/07 - 1240 (incendio e parziale ricostruzione intero bene)
Nel 1234 Federico di Castelnuovo di Castelbarco fece depredare e incendiare la chiesa; le opere di ricostruzione, presumibilmente finanziate dallo stesso nobile a titolo di risarcimento dei danni, si conclusero verosimilmente entro pochi anni.
1537/03 - 1537/03 (menzione intero bene)
Negli atti della visita pastorale effettuata da Bernardo Clesio nel 1537 si fa menzione del cattivo stato di conservazione della copertura dell'edificio.
1555/04/01 - 1560 (lavori intero bene)
Per disposizione testamentaria di Alessandro Lodron vennero effettuati in questo periodo alcuni interventi edilizi presso l'attiguo camposanto e all'interno della chiesa, che presumibilmente ne modificarono l'assetto originario.
1640/06/27 - 1640/06/27 (menzione custodia eucaristica)
Negli atti della cerimonia di investitura del beneficio della chiesa a favore di don Pasino Pasi stesi dal cancelliere Marc'Antonio Scutellio si fa menzione diretta della presenza del tabernacolo, la cui custodia era stata concessa alla chiesa in data ignota.
1747 - 1747 (dotazione fonte battesimale carattere generale)
In questo anno venne concessa la custodia del fonte battesimale e la facoltà di somministrare il sacramento del battesimo.
1756/02/03 - 1780 (ricostruzione intero bene)
In questo periodo si situa la ricostruzione dell'edificio su impulso del rettore della chiesa don Ferdinando Pasini e su progetto di Antonio Giuseppe Sartori; il progettista, per via di alcuni dissapori in merito all'approssimazione dei lavori eseguiti sino a quel momento, abbandonò il cantiere nel 1770, portato a termine da un capomastro locale, Bartolomeo Riolfatti. La fabbrica, secondo quanto riportato da Adami (1991) venne ultimata con la posa della pavimentazione da parte di maestranze castionesi; l'abside della prima fabbrica venne reimpiegata come atrio della nuova chiesa, operando così un cambio di orientamento del luogo di culto.
1790 - 1790 (realizzazione apparato decorativo interno)
Gli stucchi che ornavano le pareti interne della chiesa da poco ricostruita vennero realizzati in questo anno dallo stuccatore ticinese Giuseppe Canonica.
1823 - 1826 (restauro intero bene)
I lavori di ricostruzione della chiesa furono caratterizzati da una certa approssimazione, tanto che a meno di cinquant'anni dal completamento degli interventi si lamentarono gravi dissesti presso le pareti e le volte, ai quali si tentò di porre rimedio tramite l'operato di alcuni artigiani tra il 1823 ed il 1826. Parallelamente a questi interventi venne realizzata nel 1826, grazie al contributo di maestranze locali, la cantoria su disegno di Pietro Benvenuti.
1826 - 1826 (erezione a parrocchia carattere generale)
Secondo quanto riportato da Costa (1986) la chiesa, in precedenza sussidiaria dipendente da Villa Lagarina, fu elevata alla dignità di parrocchiale in questo anno.
1827/10/08 - 1827/10/08 (consacrazione intero bene)
Presumibilmente a coronamento degli interventi di restauro terminati qualche anno prima, in questa data la chiesa venne consacrata.
1830 - 1830 (restauro campanile)
Sono documentati in questo anno alcuni interventi di restauro della torre campanaria.
1883/04/03 - 1883/09 (rifacimento impianto decorativo interno)
A causa delle numerose infiltrazioni d'acqua piovana dalla copertura, che avevano degradato gli intonaci interni, si rese necessario in questo anno il rifacimento delle decorazioni interne in stucco di Giuseppe Canonica ad opera dello stuccatore Giovanni Battista Viola, coadiuvato dal pittore Giovanni Panozzo e da alcune maestranze locali; gli stucchi di Canonica ancora apprezzabili consistono in alcune cornici di finestre, cartelle e cornici di affreschi.
1888 - 1888 (lavori intero bene)
Per opera dell'allora parroco don Luigi Bolner venne realizzato un intervento di consolidamento delle fondazioni dell'edificio.
1906 - 1907 (lavori intero bene)
In questi due anni vennero effettuati alcuni interventi conservativi di lieve entità.
1929 - 1929 (demolizione sacrestia)
Il corpo di fabbrica aderente al lato occidentale dell'abside con funzione di sacrestia fu demolito in questo anno.
1930 - 1930 (realizzazione facciata)
In questo anno, durante la reggenza della parrocchia da parte di don Anselmo Girardini, furono realizzati alcuni interventi edilizi che portarono al compimento della facciata, elemento di cui l'edificio era sprovvisto sin dalla ricostruzione settecentesca; l'affresco raffigurante il santo dedicatario della chiesa venne realizzato dal pittore Antonio Fasal.
1948 - 1968 (lavori intero bene)
Costa (1986) riferisce che in questo ventennio vennero condotti due distinti interventi di restauro della struttura, che comportarono inoltre la ricostruzione della gradinata di accesso sul prospetto orientale.
1971 - 1971 (sostituzione vetrate)
In questo anno si procedette alla posa di nuove vetrate.
1973 - 1973 (sospensione dal culto carattere generale)
In vista dei necessari lavori di restauro (che inizieranno però soltanto nel 1977) la chiesa viene temporaneamente sospesa dal culto.
1977 - 1982 (restauro intero bene)
La chiesa, bisognosa di restauri già dal 1973, anno a cui risale un progetto dell'ingegnere Sisto Campostrini che va a interessare in particolar modo i pilastri, le strutture della volta della navata, il prospetto frontale e le strutture delle fondazioni, vede il principio dei lavori necessari soltanto nel 1977; l'anno successivo, però, a causa di un forte evento sismico, si rendono necessari ulteriori lavori che si protraggono fino ai primi anni del decennio successivo e che comportano l'erezione di otto colonne di rinforzo, l'ampliamento delle fondazioni ed il consolidamento della torre campanaria. La riparazione dell'orologio, nel 1982, suggella la conclusione dei lavori, sebbene la consacrazione del nuovo altare verso il popolo ad opera del vescovo Alessandro Maria Gottardi fosse già avvenuta da tre anni.
1993 - 1993 (restauro intero bene)
In questo anno viene effettuata un'opera di consolidamento delle fondazioni e delle pareti perimetrali della chiesa; segue la sostituzione della copertura.
1997 - 1997 (restauro esterno)
Grazie ad alcuni contributi provinciali e comunali vengono condotti alcuni interventi di restauro degli intonaci esterni della chiesa, ai quali segue un'opera di tinteggiatura e di restauro conservativo dell'affresco sul prospetto orientale esterno, quest'ultimo curato dalla restauratrice Maria Luisa Krentzlin.
2009 - 2012 (lavori interno)
Sulla base degli elaborati redatti dall'architetto Andrea Dalzocchio, si procede all'adeguamento dell'impianto elettrico e di quello di riscaldamento; agli interventi si accompagna il rifacimento di parte della pavimentazione interna.



Descrizione  La chiesa di San Cristoforo a Pomarolo, menzionata per la prima volta in un atto del 1183, venne edificata nelle forme originarie nel corso del XII secolo; gravemente danneggiata in seguito ad una scorreria ordinata da Federico di Castelnuovo nel 1234, la chiesa subì alcuni interventi di modifica nel secolo XVI. Nel secolo successivo venne concesso il privilegio del tabernacolo, a cui si aggiunse la custodia del fonte battesimale nel XVIII secolo. Tra il 1756 ed il 1780 l'edificio, impreziosito dagli stucchi di Canonica nel 1790, assunse le maestose forme e l'odierno orientamento a ovest per poi venire consacrato nel 1827; tra i secoli XIX e XX si susseguirono numerose campagne di restauro. L'ultimo intervento significativo si collocò nel 1930 con la realizzazione del prospetto frontale. La facciata, a sezione quadrangolare, è parzialmente occultata sull'estremo destro della torre campanaria ed è preceduta dalla porzione residua del presbiterio e dell'abside della fabbrica precedente, impiegati come vestibolo e aderenti al campanile; al centro è situato l'ingresso, elevato da una serie di gradini, caratterizzato da un portale lapideo architravato sovrastato da una specchiatura quadrangolare. Il prospetto frontale della chiesa risulta tripartito in tre fasce verticali dall'incasso di un settore intermedio, quest'ultimo caratterizzato da un'arcata cieca a tutto sesto sostenuta da mensole. Le fiancate, caratterizzate da un ordine inferiore aggettante rispetto a quello superiore, sono ritmate a livello della navata da quattro contrafforti fortemente aggettanti per lato, tra i quali sono situate finestre a profilo superiore mistilineo sormontate da una finestra rettangolare sdraiata. Il secondo contrafforte dalla facciata presenta un accesso laterale architravato. Il presbiterio, dalle pareti laterali leggermente convesse, è aperto da tre finestre per lato. Alla porzione occidentale del presbiterio aderisce un corpo a pianta quadrangolare con funzione di sacrestia, ornato da una specchiatura mistilinea sul prospetto ovest; i lati settentrionale e meridionale del presbiterio presentano un corpo aggiunto a pianta rettangolare con funzioni varie. La torre campanaria presenta un fusto quadrangolare in conci lapidei aperto da feritoie sui tre lati apprezzabili. La cella campanaria è preceduta dal quadrante dell'orologio, sotto al quale è situata, sui tre lati visibili, una bifora cieca a tutto sesto in elementi lapidei. La cella, introdotta da una cornice in pietra, è aperta sui quattro lati da una monofora a tutto sesto rinserrata da lesene ed è conclusa da una cornice aggettante. Al di sopra della cella è presente un corpo ad pianta ottagonale aperto sui lati maggiori da monofore a tutto sesto e coronato su quelli minori da una merlatura a coda di rondine. L'interno presenta una navata unica, articolata in tre campate maggiori e quattro minori da paraste corinzie scanalate lungo le pareti laterali a sostegno della trabeazione, su cui si imposta la volta a botte che copre l'ambiente; questa risulta secata da lunette aperte da finestre a profilo superiore mistilineo presso le campate maggiori; in controfacciata si impone la cantoria, sostenuta da colonne lapidee a fusto liscio. Le campate maggiori presentano arcate a tutto sesto sostenute da lesene, nel cui incasso sono ospitati gli altari laterali, mentre le pareti laterali delle capate minori presentano nicchie centinate ospitanti sculture. L'arco santo a tutto sesto introduce all'ambiente, elevato da cinque gradini, del presbiterio a pianta rettangolare; questo risulta ritmato da paraste corinzie a sostegno della trabeazione su cui si imposta la volta a botte lunettata che copre l'ambiente. Il prospetto frontale esterno presenta un impianto decorativo ad affresco a carattere figurativo, raffigurante San Cristoforo e Cristo infante nimbati. Le pareti e le volte interne sono impreziosite da un raffinato apparato decorativo a stucchi modellati a cartigli, volute, specchiature.

Pianta
Navata a pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale, conclusa dal presbiterio a pianta quadrangolare. Al presbiterio aderisce su tre lati un corpo di fabbrica a pianta rettangolare.
Facciata
La facciata, a sezione quadrangolare, è parzialmente occultata sull'estremo destro dal volume della torre campanaria ed è preceduta dalla porzione residua del presbiterio e dell'abside della fabbrica precedente, complesso impiegato come vestibolo e aderente al campanile; l'abside antica presenta lesene angolari; al centro è situato l'ingresso, elevato da una serie di gradini, caratterizzato da un portale lapideo architravato sovrastato da una specchiatura quadrangolare. Ai lati, nel mezzo dei lati diagonali dell'antica abside, sono due monofore centinate di cui la destra cieca. Il prospetto della chiesa, protetto da una tettoia sostenuta da elementi lignei, risulta tripartito in tre fasce verticali dall'incasso di un settore intermedio, quest'ultimo caratterizzato da un'arcata cieca a tutto sesto sostenuta da mensole lapidee modanate. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato ed elementi lapidei a vista.
Prospetti
Le fiancate, caratterizzate da un ordine inferiore aggettante rispetto a quello superiore, risultano ritmate a livello della navata da quattro imponenti contrafforti fortemente aggettanti per lato, tra i quali sono situate finestre a profilo superiore mistilineo sormontate da una cornice lapidea e una finestra rettangolare sdraiata dotata di cornice lapidea. Il secondo contrafforte dalla facciata presenta un accesso laterale architravato. Il presbiterio, dalle pareti laterali leggermente convesse, è aperto da due finestre rettangolari e strombate per lato nella parte superiore e da una finestra a profilo superiore mistilineo nella parte inferiore. Alla porzione occidentale del presbiterio aderisce un corpo a pianta quadrangolare con funzione di sacrestia, ornato da una specchiatura mistilinea sul prospetto ovest; i lati settentrionale e meridionale del presbiterio presentano un corpo aggiunto a pianta rettangolare con funzione di locali di servizio. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato.
Campanile
La torre campanaria, aderente all'estremo settentrionale del prospetto frontale della chiesa, presenta un fusto quadrangolare in conci lapidei aperto da feritoie sui tre lati apprezzabili. La cella campanaria è preceduta dal quadrante dell'orologio, sotto al quale è situata, sui tre lati visibili, una bifora cieca a tutto sesto in elementi lapidei. La cella, introdotta da una cornice in pietra, è aperta sui quattro lati da una monofora a tutto sesto dotata di un'inferriata metallica e rinserrata da lesene ed è conclusa da una cornice aggettante. Al di sopra della cella è presente un corpo ad pianta ottagonale aperto sui lati maggiori da monofore a tutto sesto e coronato su quelli minori da una merlatura a coda di rondine. Le finiture sono ad intonaco raso sasso e cantonali lapidei sfalsati presso il fusto, ad intonaco tinteggiato nella parte superiore.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame intonacata; strutture di orizzontamento: volta a botte unghiata in muratura sopra la navata e sopra il presbiterio, volta a spicchi in muratura sopra l'atrio.
Coperture
Copertura a tre spioventi sopra la navata, prolungati a coprire la sommità dei contrafforti; copertura a tre falde sopra il presbiterio. Sistema portante ligneo, manto di copertura in coppi.
Interni
L'interno presenta una navata unica introdotta da un atrio coperto da una volta a spicchi, articolata in tre campate maggiori alternate a quattro campate minori da un sistema di paraste corinzie scanalate distribuite lungo le pareti laterali a sostegno della trabeazione interna, impreziosita da una cornice a mensole e rosette, su cui si imposta la volta a botte che copre l'ambiente; questa risulta secata da lunette aperte da finestre a profilo superiore mistilineo in corrispondenza delle campate maggiori. In controfacciata si impone il volume della cantoria, sostenuta da colonne lapidee a fusto liscio. Le campate maggiori sono caratterizzate da arcate a tutto sesto presso le pareti laterali sostenute da lesene, nel cui profondo incasso sono ospitati gli altari laterali, mentre le pareti laterali delle capate minori presentano nicchie centinate ospitanti sculture ad eccezione della parete laterale destra della terza campata, dove è situato il pulpito lapideo, e di quelle della quarta campata. L'arco santo a tutto sesto introduce all'ambiente, elevato da cinque gradini e delimitato da balaustre lapidee, del presbiterio a pianta rettangolare; questo risulta caratterizzato dagli accessi ai locali di sevizio e di sacrestia, dotati di portali lapidei timpanati ed è ritmato da paraste corinzie a sostegno della trabeazione su cui si imposta la volta a botte lunettata che copre l'ambiente. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato e stucchi.
Pavimenti e pavimentazioni
La navata presenta una pavimentazione in quadrotte in pietra calcarea bianche e nere disposte a corsi diagonali; il presbiterio presenta una pavimentazione a marmette rosse, bianche e nere disposte a creare uno schema geometrico.
Elementi decorativi
Il prospetto frontale esterno presenta un impianto decorativo ad affresco a carattere figurativo, raffigurante San Cristoforo e Cristo infante nimbati. Le pareti e le volte interne sono impreziosite da un raffinato apparato decorativo a stucchi modellati a cartigli, volute, specchiature. La controfacciata e la porzione al di sopra dell'arco santo presentano una cartella in stucco arricchita da elementi fitomorfi e volute.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1978-1997)
L'adeguamento liturgico è stato attuato mediante l'inserimento di arredi non aventi carattere di stabilità accomunati dai medesimi caratteri stilistici. Al centro è situato l'altare verso il popolo, caratterizzato da una mensa rettangolare sostenuta da piedritti lapidei rinserranti un fronte ligneo ornato da un dipinto; presso la balaustra sinistra, entro il presbiterio, è collocato l'ambone ligneo a tre fronti, sormontato da un lettorile. Dietro l'altare verso il popolo è presente uno stallo ligneo con braccioli e alto schienale, impiegato come sede del celebrante. Il presbiterio preserva le balaustre e l'altare maggiore storico, il cui tabernacolo è utilizzato come custodia eucaristica.
fonte battesimale - intervento strutturale (1978-1997)
Presso il sostegno destro dell'arco santo è presente il fonte battesimale, presumibilmente trasferito in questo sito da una precedente posizione presso l'ingresso della chiesa.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Trento
Decanato di Villa Lagarina
Parrocchia di San Cristoforo

via San Cristoforo - Pomarolo (TN)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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