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2/5/2024 Diocesi di Trento - Inventario dei beni culturali immobili
Cappella di Sant'Antonio <Rovereto>
Data ultima modifica: 25/08/2017, Data creazione: 26/7/2010


Tipologia e qualificazione cappella sussidiaria


Denominazione Cappella di Sant'Antonio


Altre denominazioni S. Antonio


Ambito culturale (ruolo)  maestranze trentine (costruzione)
architettura barocca (costruzione)



Notizie storiche  1715 - 1731 (costruzione intero bene)
La cappella venne edificata in questo periodo su commissione di Giorgio Benetti, mercante di seta e acquavite, nel luogo dove secondo una diffusa tradizione il principe vescovo Adelpreto avrebbe riportato gravi ferite nel corso di uno scontro con alcuni esponenti dei feudatari lagarini guidati da Aldrighetto di Castelbarco nel 1177, fatto ricordato da una serie di lapidi riportanti dati errati e fantasiosi murate presso la vicina chiesa di San Rocco e presso la cappella. La celebrazione del culto del vescovo, ritenuto santo e martire sulla base di una promozione agiografica innescata in seguito al Concilio di Trento e proseguita nel secolo XVII, fu al centro di un'accesa polemica agitata da Girolamo Tartarotti verso la metà del XVIII secolo. La cappella, donata da Benetti alla comunità dei francescani animanti l'attiguo convento per risolvere alcune controversie in merito al terreno di fondazione del luogo di culto e terminata nel 1729, fu benedetta nel 1731.
XIX - XIX (restauro intero bene)
Sebbene la bibliografia taccia a riguardo, è possibile ipotizzare che nel corso di questo periodo l'edificio sia stato interessato da interventi di restauro e consolidamento.
1919 - 1931 (cambio di intitolazione intero bene)
In questo periodo, a seguito di un'accurata campagna di restauro, la cappella venne intitolata a Sant'Antonio di Padova.
1984 - 1984 (restauro intero bene)
La struttura fu interessata in questo anno da interventi di restauro che interessarono le pareti e la copertura.



Descrizione  La cappella di Sant'Antonio venne principiata nel 1715 su commissione di Giorgio Benetti, mercante di seta e acquavite, nel luogo dove secondo una diffusa tradizione il principe vescovo Adelpreto avrebbe riportato gravi ferite nel corso di uno scontro con alcuni esponenti dei feudatari lagarini guidati da Aldrighetto di Castelbarco nel 1177, fatto ricordato da una serie di lapidi riportanti dati errati e fantasiosi murate presso la vicina chiesa di San Rocco e presso la cappella. La celebrazione del culto del vescovo, ritenuto santo e martire sulla base di una promozione agiografica innescata in seguito al Concilio di Trento e proseguita nel secolo XVII, fu al centro di un'accesa polemica agitata da Girolamo Tartarotti verso la metà del XVIII secolo. La cappella, donata da Benetti alla comunità dei francescani animanti l'attiguo convento per risolvere alcune controversie in merito al terreno di fondazione del luogo di culto e terminata nel 1729, fu benedetta nel 1731. A seguito di una campagna di restauro, la chiesa assunse l'odierna intitolazione nel 1931. Il prospetto frontale risulta rinserrato da paraste sorreggenti la trabeazione a fregio liscio su cui si imposta il frontone che corona la facciata. Al centro, elevato da tre gradini, è situato il portale d'accesso, dotato di piedritti con basamento e cornice d'imposta e architrave a profilo spezzato con raccordi curvilinei. Il timpano è centrato da una lapide ornata da un rilievo. I prospetti esterni rivelano il profilo esagonale dell'aula, le cui pareti sono aperte da una finestra lunettata sui due lati meridionali e a cui aderisce un corpo aggiunto a pianta quadrangolare sul prospetto meridionale; l'ambiente è sovrastato dalla lanterna esagonale della cupola intradossata, caratterizzata da un'apertura rettangolare su ogni lato e coronata da una copertura piramidale rastremata culminante in sfera e croce apicale metallica. L'interno presenta un'aula esagonale i cui stipi sono marcati da lesene angolari a sostegno della trabeazione su cui si imposta la cupola, illuminata dalla sovrastante lanterna, che copre l'ambiente. La parete di fondo presenta una pedana su cui è alloggiato l'altare maggiore; presso il prospetto meridionale è presente un accesso all'adiacente locale di servizio. L'intradosso della cupola presenta un apparato pittorico a cartelle, putti ed elementi architettonici a trompe-l'oeil.

Pianta
L'edificio presenta un unico ambiente a pianta esagonale, a cui aderisce un corpo aggiunto a pianta quadrangolare sul prospetto meridionale
Facciata
Il prospetto frontale risulta rinserrato da paraste sorreggenti la trabeazione a fregio liscio su cui si imposta il frontone che corona la facciata. Al centro, elevato da tre gradini, è situato il portale d'accesso, dotato di piedritti con basamento e cornice d'imposta e architrave a profilo spezzato con raccordi curvilinei. Il timpano è centrato da una lapide ornata da un rilievo; le finiture sono ad intonaco tinteggiato ed elementi lapidei a vista.
Prospetti
I prospetti esterni rivelano il profilo esagonale dell'aula, le cui pareti sono aperte da una finestra lunettata sui due lati meridionali e a cui aderisce un corpo aggiunto a pianta quadrangolare sul prospetto meridionale; l'ambiente è sovrastato dalla lanterna esagonale della cupola intradossata, caratterizzata da un'apertura rettangolare su ogni lato e coronata da una copertura piramidale rastremata culminante in sfera e croce apicale metallica. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame intonacata; strutture di orizzontamento: cupola intradossata in muratura intonacata.
Coperture
Copertura più falde convergenti sopra la cappella, a otto falde sopra la lanterna. Strutture portanti lignee, manto di copertura in coppi sopra la cappella, a tegole a coda di castoro sopra la lanterna.
Interni
L'interno presenta un'aula esagonale i cui stipi sono marcati da lesene angolari a sostegno della trabeazione su cui si imposta la cupola, illuminata dalla sovrastante lanterna, che copre l'ambiente. La parete di fondo presenta una pedana su cui è alloggiato l'altare maggiore; presso il prospetto meridionale è presente un accesso all'adiacente locale di servizio. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato.
Pavimenti e pavimentazioni
L'interno presenta una pavimentazione in mattonelle ceramiche caratterizzate da una trama geometrica, disposte a corsi orizzontali.
Elementi decorativi
L'intradosso della cupola presenta un apparato pittorico a cartelle, putti ed elementi architettonici a trompe-l'oeil.



Adeguamento liturgico  nessuno






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Trento
Decanato di Rovereto
Parrocchia di San Giuseppe

corso Bettini - Rovereto (TN)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico

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