CEI - Conferenza Episcopale Italiana - Servizio Informatico - Ufficio Nazionale per i Beni culturali Ecclesiastici e l'edilizia di culto
8/5/2024 Diocesi di Trento - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di San Biagio Vescovo e Martire <Mori>
Data ultima modifica: 12/12/2022, Data creazione: 26/7/2010


Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria


Denominazione Chiesa di San Biagio Vescovo e Martire


Altre denominazioni S. Biagio v. e m.


Ambito culturale (ruolo)  maestranze trentine (costruzione)



Notizie storiche  1050 - 1099 (costruzione intero bene)
Sulla base dei dati storici e stilistici desunti dalla bibliografia, si ipotizza che la navata meridionale dell'edificio di culto, a pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale conclusa da un'abside semicircolare in muratura in pietrame, venne eretta presumibilmente intorno alla seconda metà del secolo XI.
XII - XIII (ampliamento intero bene)
Nell'arco dei due secoli successivi all'erezione della struttura originaria dell'edificio di culto vennero promossi corposi interventi architettonici che si concretarono nella realizzazione di una seconda navata a nord della prima, parallela ed aderente ad essa, e nell'edificazione del campanile, addossato all'estremo sud orientale della navata originaria. L'erezione della seconda navata comportò interventi di riqualificazione degli spazi interni: la parete settentrionale della navata originaria fu abbattuta, e si provvide, in luogo del precedente sistema di orizzontamento a capriate lignee a vista, a erigere quattro volte a crociera, sostenute da mensole e da un pilastro centrale. Contestualmente a questi interventi, intorno alla seconda metà del XII secolo fu steso un ciclo pittorico interno ad affresco, accomunato dalla bibliografia al ciclo della chiesa di San Lorenzo a Tenno. L'edificio, in questo periodo, assume quindi un impianto a due navate e due absidi orientate a est.
XVI - XVII (lavori intero bene)
Un'importante serie di interventi edilizi che portarono l'edificio all'assetto definitivo venne condotta presumibilmente in questo periodo. Nello specifico, l'ingresso occidentale venne tamponato definendo una finestra, l'accesso ad entrambe le absidi fu murato con il conseguente abbattimento di quella settentrionale e la riconversione di quella meridionale in un locale con funzioni di sacrestia; dalla parete settentrionale, a rimarcare il cambio di orientamento dell'edificio, furono ricavati due nuovi ingressi che si provvide a proteggere mediante l'erezione di un protiro con colonne lapidee. Un secondo ciclo pittorico venne inoltre steso lungo le pareti interne; un'iscrizione presso un frammento di affresco raffigurante Santa Lucia riporta il millesimo "1507", presumibilmente riferito all'anno di realizzazione dei dipinti.
1537 - 1537 (menzione carattere generale)
La prima menzione attestante l'esistenza dell'edificio di culto è piuttosto tardiva rispetto all'erezione di questo, e risale agli atti della visita pastorale del vescovo Bernardo Clesio.
1790 - 1799 (menzione intero bene)
Secondo alcune fonti citate da Boschi e Martini (1976), l'edificio avrebbe attraversato, al termine del XVIII secolo, una fase di graduale abbandono, dovuta a un'inefficace gestione dei redditi del bene, al disinteresse per un legato lasciato da Giuseppe Vanetti nel 1726 e al rifiuto, da parte di alcuni sacerdoti, a celebrare messe per via dei compensi troppo bassi.
1870 - 1870 (lavori intorno)
La porzione di territorio su cui sorgeva l'edificio, anticamente detta "dosso di San Biagio" in virtù del fatto che costituiva un promontorio accidentato prospiciente il fondo valle subisce alcuni interventi di rettifica fluviale e di bonifica agraria mirati a rendere pianeggiante l'area circostante.
1914 - 1918 (danneggiamento intero bene)
Nel contesto delle operazioni militari del primo conflitto bellico mondiale, nei pressi della chiesa vengono erette alcune postazioni fortificate. Nell'anno 1916 la chiesa viene gravemente danneggiata da colpi d'artiglieria italiana.
1944 - 1944 (danneggiamento intero bene)
La chiesa viene quasi completamente distrutta nel corso di un bombardamento aereo alleato nell'autunno del 1944.
1975 - 1975 (scavi archeologici intero bene)
In questo anno vengono effettuate alcune indagini archeologiche, accompagnate da interventi di consolidamento delle strutture, che portano alla rimozione dello strato superficiale di macerie e rivelano l'impianto planimetrico dell'edificio, permettendo una lettura cronologica delle fasi costruttive. La rimozione delle parti crollate dell'edificio rivela i resti di due cicli pittorici ad affresco.



Descrizione  La chiesa di San Biagio Vescovo e Martire sorge sul margine orientale del terrazzo alluvionale a sud est di Mori; fondata intorno alla seconda metà del secolo XI su una sorta di promontorio prospiciente il fondo della valle, oggetto di lavori di bonifica agraria e rettifica fluviale verso il 1870, all'epoca risultava essere costituita da un edificio a navata unica a pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale conclusa da un'abside semicircolare. L'impianto venne modificato nel corso dei secoli XII e XIII, quando vennero eretti una seconda navata a settentrione della prima ed il campanile, all'estremo sud orientale della prima navata; a questi interventi si accompagnò la stesura di alcuni affreschi ora conservati al Buonconsiglio. L'edificio assunse l'assetto definitivo tra i secoli XV e XVI, quando le absidi furono murate (si ricavò la sacrestia da quella meridionale) e l'orientamento fu convertito sull'asse settentrionale-meridionale con la conseguente muratura dell'ingresso occidentale e la realizzazione di due ingressi lungo la parete settentrionale, protetti da un protiro a colonne lapidee. La chiesa, gradualmente abbandonata dalla fine del XVIII secolo, subì ingenti danni durante il primo conflitto bellico mondiale a causa di colpi di artiglieria italiani, per poi subire un tracollo quasi completo a seguito di un bombardamento aereo alleato nell'autunno del 1944. L'attuale stato conservativo è dovuto ad un intervento di restauro e indagine archeologica promosso nel 1975. Dei prospetti originali dell'edificio risultano visibili alcune porzioni dell'alzato, la cui altezza risulta inferiore al metro, che permettono di cogliere l'impianto planimetrico originario e la disposizione degli ingressi. L'edificio presentava una pianta quadrangolare, determinata dall'accostamento di due navate rettangolari ad asse maggiore longitudinale concluse da absidi semicircolari. L'accesso alla zona absidale risulta murato; sono inoltre visibili due ingressi presso il lato settentrionale, la parte inferiore dell'unico pilastro libero, le tracce degli interventi di rettifica delle pareti dell'abside meridionale. Il campanile, unica testimonianza ancora integra dell'impianto originale del tempio, sorge all'estremo sud orientale dei resti dell'edificio; presenta un affusto quadrangolare recante feritoie e chiavi di contenimento metalliche ed è dotato di un accesso architravato sul lato settentrionale. La cella campanaria, aperta su ogni lato da una bifora a tutto sesto sostenuta da una colonna lapidea o da un pilastro in laterizi, è sovrastata da quattro pinnacoli angolari in laterizi e cotto veronese poggianti sul piano sommitale, dove si impone la cuspide conica in cotto veronese.

Pianta
L'edificio presenta una pianta quadrangolare, determinata dall'accostamento di due navate rettangolari ad asse maggiore longitudinale concluse da absidi semicircolari. L'accesso alla zona absidale risulta murato; sono inoltre visibili due ingressi presso il lato settentrionale, la parte inferiore dell'unico pilastro libero, le tracce degli interventi di rettifica delle pareti dell'abside meridionale.
Prospetti
Dei prospetti originali dell'edificio risultano visibili alcune porzioni dell'alzato, la cui altezza risulta inferiore al metro, che permettono di cogliere l'impianto planimetrico originario e la disposizione degli ingressi. Le finiture sono a conci lapidei a vista.
Campanile
Il campanile, unica testimonianza ancora integra dell'impianto originale del tempio, sorge all'estremo sud orientale dei resti dell'edificio; presenta un affusto quadrangolare recante feritoie e chiavi di contenimento metalliche ed è dotato di un accesso architravato sul lato settentrionale. La cella campanaria, aperta su ogni lato da una bifora a tutto sesto sostenuta da una colonna lapidea o da un pilastro in laterizi, è sovrastata da quattro pinnacoli angolari in laterizi e cotto veronese poggianti sul piano sommitale, dove si impone la cuspide conica in cotto veronese. Le finiture sono ad intonaco raso sasso, laterizi a vista e cantonali lapidei sfalsati.



Adeguamento liturgico  nessuno






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Trento
Decanato di Mori
Parrocchia di Santo Stefano

Mori (TN)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
Tutti i dati sono riservati. Non e' consentita la riproduzione, il trasferimento, la distribuzione o la memorizzazione di una parte o di tutto il contenuto delle singole schede in qualsiasi forma. Sono consentiti lo scorrimento delle pagine e la stampa delle stesse solo ed esclusivamente per uso personale e non ai fini di una ridistribuzione.