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6/5/2024 Diocesi di Trento - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di Santa Maria Assunta <Smarano, Predaia>
Data ultima modifica: 25/08/2017, Data creazione: 26/7/2010


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta


Altre denominazioni ASSUNZIONE;S. Maria Assunta


Autore(Ruolo)  Bianchi, Pietro (ricostruzione chiesa)



Ambito culturale (ruolo)  maestranze comacine (ricostruzione chiesa)
architettura barocca lombarda (ricostruzione chiesa)



Notizie storiche  1272 - 1309 (menzione carattere generale)
La pieve di Smarano è menzionata per la prima volta all'interno dell'elenco delle dieci pievi dell'arcipresbiterato d'Anaunia del 1272, mentre l'edificio sacro è ricordato in specifico nel 1309, con la dedicazione a Santa Maria; tale dato documentario corrisponde, secondo gli studiosi, a quello archeologico riscontrato durante gli scavi effettuati nel corso dell'ultimo restauro nel 2006-2007, quando vennero ritrovate tracce di una struttura preesistente l'attuale e risalente presumibilmente all'inizio del Trecento.
1407 - 1407 (distruzione e ricostruzione intero bene)
Nel 1407 la chiesa venne distrutta da un incendio e fu ricostruita in stile gotico; rimane traccia di questa fase nell'ampia arcata a sesto acuto tuttora visibile lungo il fianco destro, sopra l'ingresso laterale.
1407 - 1407 (consacrazione carattere generale)
Al termine dei lavori, sempre nel 1407, Vitale, vescovo Ariense suffraganeo di Giorgio di Liechtenstein, provvide alla riconsacrazione dell'edificio.
1616 - 1616 (ristrutturazione interno)
Durante la visita pastorale del 1579 furono registrati all'interno quattro altari, tutti consacrati: il maggiore dedicato all'Assunzione di Maria, i minori a San Giovanni Battista, Sant'Antonio e Santa Caterina. La chiesa possedeva inoltre tre campane. Nel 1616 l'altare di Santa Caterina, rinnovato, ma non ancora dorato, venne dedicato alla Madonna del Rosario e assegnato all'omonima confraternita; i visitatori chiesero che fossero provvisti di pala anche gli altri due altari, che le balaustre dell'altar maggiore fossero modificate, che si provvedesse ad un nuovo fonte battesimale e si imbiancasse l'intera chiesa.
1759 - 1759 (danneggiamento intero bene)
Un incendio distrusse nuovamente la pieve nel 1759.
1759 - 1766 (ricostruzione intero bene)
Nel giro di tre anni il munifico arciprete don Lorenzo Dal Ponte di Vigo Lomaso fece ricostruire il tempio dalle fondamenta e di dimensioni maggiori dall'architetto e stuccatore Pietro Bianchi (la data del 1762 è visibile sulla cartella dipinta in facciata); gli altari dovevano essere pronti già nel 1764 e la visita pastorale del 1766 trovò l'edificio "perfetto" e quindi presumibilmente terminato e dotato anche di tutte le pale. Nel corso dei lavori, per ricavare lo spazio necessario alla nuova fabbrica, fu abbattuta l'antica cappella di San Rocco, che si trovava nel cimitero.
1825/09/05 - 1825/09/05 (consacrazione carattere generale)
Il vescovo Francesco Saverio Luschin consacrò la chiesa il 5 settembre 1825.
1832/02/15 - 1832 (trasferimento cimitero)
L'antico cimitero della pieve si trovava tutt'intorno all'edificio sacro; nel 1832 venne realizzato il nuovo camposanto, in località "al lago di mezzo", su terreno ceduto dalla chiesa al Comune il 15 febbraio di quell'anno.
1849 - 1849 (sostituzione pavimento)
Un frammento di pavimento in seminato alla veneziana conservato al centro dell'arco santo reca la data del 1849, anno della sua realizzazione.
1868/09/10 - 1868/09/10 (danneggiamento intero bene)
Il 10 settembre 1868 un furioso incendio, scoppiato in una casa privata, si propagò nel paese ad altre ventiquattro abitazioni, distrusse completamente la casa canonica, il tetto della chiesa e del campanile e fuse le campane.
1868/09/10 - 1869 (ristrutturazione intero bene)
I lavori di risanamento e ristrutturazione, iniziati quasi subito, comportarono alcune modifiche e migliorie all'edificio, quali una piccola sopraelevazione dei muri della chiesa, della sacrestia e del tetto del campanile, la realizzazione del cornicione sottogronda sull'intero perimetro della struttura (in precedenza era limitato alla sola facciata), l'aggiunta di una quinta campana al concerto, fuso nel 1869 dalla ditta Poli di Ceneda (Vittorio Veneto), la costruzione di un castello in ferro e l'installazione di un orologio sulla torre. Ciò scatenò le proteste della comunità di Sfruz, che contestava il concorso obbligato nelle spese di lavori considerati superflui; a seguito di una perizia fatta nel 1879 il paese si vide in effetti ridurre la quota di compartecipazione rispetto a quella inizialmente pretesa.
1873/01/18 - 1873/01/18 (danneggiamento campane)
Un drammatico incidente segnò il 18 gennaio 1873, quando, mentre i sacrestani aiutati da alcuni ragazzi suonavano le campane a distesa, una vite del castello si ruppe causando la caduta dei due bronzi maggiori; due giovani morirono sul posto schiacciati, un terzo per un'infezione da tetano e altri cinque rimasero feriti.
1884/10/13 - 1884 (ristrutturazione cimitero)
Uno scavo di drenaggio nel cimitero venne autorizzato dalla curia il 13 ottobre 1884; nella stessa occasione il Comune provvide a circondare l'area con un muro di cinta, ampliandone la superficie utile di circa 100 mq. Durante gli scavi per la costruzione del muro si rinvennero reperti archeologici di età romana.
1899 - 1899 (lavori facciata)
Con una solenne cerimonia commemorativa, a 200 anni dalla morte di don Lorenzo Dal Ponte, nel 1899 il Comune di Smarano fece rimuovere le lapidi sepolcrali sua e del nipote dal vecchio cimitero, le fece ripulire, le integrò mantenendo l'iscrizione originale e le murò in facciata, ai lati del portale maggiore.
1902 - 1902 (lavori cimitero)
Nel 1902 Donato Brentari, tagliapietra di Smarano, realizzò una grande croce di pietra con basamento a gradoni al centro del cimitero; l'opera costò 356 corone e fu pagata con le offerte di alcuni emigrati negli Stati Uniti.
1906 - 1912 (lavori interno)
Tra il 1906 e il 1912 furono aperte le nicchie per le due nuove statue gardenesi dell'Assunta e dell'Angelo Custode, la seconda delle quali venne realizzata da Giuseppe Biasi di Sfruz per 366 corone.
1922 - 1926 (ristrutturazione e decorazione intero bene)
Nel 1922 l'interno venne ritinteggiato e si realizzarono la decorazione figurata, opera di Metodio Ottolini, e il restauro e la doratura degli stucchi, di cui si occuparono Giovanni Fasana, comasco abitante a Trento e Giuseppe Dallabarba, trentino; nuove vetrate furono fornite da Giuseppe Parisi. Sempre nel 1922 furono restituite al campanile quattro nuove campane, in sostituzione di quelle requisite durante la grande guerra; i nuovi bronzi, realizzati dalla fonderia dei fratelli Ottolina di Seregno in febbraio, arrivarono a Smarano il 25 maggio, furono benedetti il 4 giugno e installati sul campanile dall'impresario Chierzi, aiutato da tre carpentieri Defant di Vigo di Ton. Il 12 agosto 1923 vennero inaugurati i nuovi banchi in legno di noce; nello stesso anno venne restaurata la porta maggiore. Nel 1924 fu acquistato un armonium della ditta Tubi di Lecco e nel 1926 si realizzò la cancellata a chiusura del fonte battesimale.
1950 - 1958 (ristrutturazione intero bene)
Nell'autunno del 1950 si scavò un canale di drenaggio sui lati ovest ed est e si isolarono i muri mediante un intonaco di cemento, per ovviare alle infiltrazioni di umidità; furono inoltre rinnovati i canali di scarico dell'acqua piovana. Nel 1952 la ditta Redi di Trento rinnovò i gradini dell'altare maggiore e venne sostituito il pavimento della sacrestia in cemento con uno in legno. Due anni dopo sempre la ditta Redi ripavimentò il presbiterio, mentre nel 1956 la ditta Scanagatta di Rovereto posò il nuovo pavimento della navata in marmo verdello di Latemar. Nel 1957 si realizzò la bussola alla porta maggiore, opera di artigiani di Taio. Nel 1958, acquistata la statua di San Giuseppe, venne aperta la nicchia sopra l'ingresso occidentale per poterla esporre e il pulpito venne trasportato a sinistra dell'arco santo e dotato di una nuova scala d'accesso ricavata nel muro.
1959 - 1961 (ristrutturazione intero bene)
Nel 1959 furono acquistate di seconda mano le due statue di marmo raffiguranti i Santi Pietro e Paolo poste nelle nicchie in facciata; nel 1960 venne realizzato lo zoccolo in pietra alto circa 1 m.; le due lapidi dei Dal Ponte furono dunque rimosse e disperse, mentre le iscrizioni e le immagini originali vennero riprodotte sulla pietra del nuovo rivestimento. Nello stesso anno Arturo Bertolini di Terzolas elettrificò le campane. L'impianto di riscaldamento fu installato nel dicembre 1961 dalle ditte Bini di Rovereto e Lamborghini di Trento.
1962 - 1962 (ristrutturazione cimitero)
Il cimitero fu ristrutturato nel 1962, quando venne realizzata una nuova cappella in memoria dei caduti di guerra, la croce di pietra venne rimossa e furono tracciati e pavimentati i viali perpendicolari che lo attraversano. Con il vecchio fonte battesimale si realizzò inoltre una fontana.
1969 - 1969 (adeguamento liturgico interno)
Un primo intervento di adeguamento liturgico interessò l'interno intorno al 1969, in seguito all'invio di alcune osservazioni in merito da parte dell'Ufficio liturgico della diocesi: in particolare venne spostata la Via Crucis verso il fondo della navata, si rimosse la cancellata di chiusura del battistero, venne realizzato un nuovo coperchio per il fonte e si posizionò un confessionale in controfacciata, al posto di un armadio.
1973 - 1979 (ristrutturazione intero bene)
Nel 1973, grazie all'eredità di Basilio Odorizzi, fu possibile rinnovare il tetto della chiesa in tegole di cemento; nell'ottobre del 1976 fu affidata al pittore Delaidotti di Dorsino la tinteggiatura degli interni e, successivamente, il restauro e la tinteggiatura della facciata. Presumibilmente nello stesso anno si operò l'adeguamento liturgico provvisorio del presbiterio, tuttora esistente. Nel 1979 venne rinnovata la porta maggiore, ricostruita come la precedente dalla ditta Dionisi di Borgo Valsugana.
1982/05/18 - 1982/05/18 (danneggiamento intero bene)
Il 18 maggio 1982 un fulmine si abbatté sul campanile e sulla chiesa, danneggiando il parafulmine e gli impianti elettrici delle campane e della chiesa, di riscaldamento e audio.
1982/05/18 - 1982 (riparazione e sostituzione impianti intero bene)
I danni furono riparati con urgenza: la ditta Fagan di Vicenza operò la revisione dell'impianto elettrico delle campane e installò un nuovo orologio, la ditta Geiser di Merano sostituì il parafulmine, la ditta Favaretto di Cles fornì cinque nuovi altoparlanti, venne acquistata una nuova caldaia Lamborghini e l'impianto elettrico fu riparato da Rodolfo Casari di Smarano. Si provvide quindi la chiesa di un impianto anti intrusione della ditta Eximag di Bolzano, con spesa sostenuta quasi per intero dalla Provincia Autonoma di Trento.
1992 - 1992 (costruzione organo)
Nel 1992 fu installato in chiesa il nuovo organo a canne, opera di Glauco Ghilardi.
2006/03/27 - 2007 (restauro intero bene)
In data 27 marzo 2006 iniziarono i lavori di restauro generale alla chiesa condotti su progetto dell'architetto Chiara Zanolini: vennero effettuati la sostituzione del manto di copertura, la sistemazione del sagrato e la deumidificazione delle murature perimetrali, la rimozione dello zoccolo in pietra, il rifacimento parziale dell'intonaco, il restauro degli apparati lapidei, il restauro e la manutenzione di affreschi e stucchi interni, il rifacimento e la revisione degli impianti, la manutenzione e il restauro di finestre e vetrate, arredi lignei (banchi, confessionali e pulpito) e altari, il rifacimento della pavimentazione della sacrestia e la realizzazione di un piccolo bagno nella centrale termica, con accesso dalla sacrestia. Nel corso degli scavi effettuati per posare il nuovo impianto di riscaldamento a pavimento venne ritrovata l'antica pavimentazione in marmo nella corsia centrale, che si decise di reimpiegare per coprire il presbiterio.



Descrizione  Orientata a nord e circondata dalla piazza principale di Smarano, la parrocchiale di Santa Maria Assunta fu realizzata da Pietro Bianchi e dalla sua bottega tra il 1759 e il 1762, grazie alla munificenza del pievano don Lorenzo Dal Ponte, che volle ricostruire in forme più ampie e solenni la chiesa quattrocentesca, distrutta da un incendio. La facciata a due spioventi è suddivisa in sei settori dall'incrocio ortogonale di quattro lesene a doppio ordine in pietra a vista con due cornici orizzontali modanate; nel settore centrale inferiore si apre il maestoso portale architravato con cimasa mistilinea, mentre nei settori laterali superiori due nicchie centinate ospitano altrettante statue. Un'ampia finestra mistilinea occupa il settore centrale superiore, mentre una seconda finestra minore si apre nel frontone, sopra una cartella dipinta; lo zoccolo di base è in pietra rosa, mentre vari dettagli architettonici sono dipinti a finto marmo. Le fiancate sono dotate ciascuna di un ingresso secondario tra la prima e la seconda campata; due finestre mistilinee caratterizzano il lato sinistro, una sola quello destro, al quale si addossa il volume della sacrestia con la centrale termica, dotata di finestre quadrate e di un accesso indipendente sul lato sud. Il presbiterio rettangolare rientrante reca altre due finestre mistilinee maggiori simmetriche, mentre l'abside dagli angoli smussati è cieca. Sempre sul lato destro della chiesa si eleva il campanile, ad essa preesistente, con fusto intonacato e tinteggiato marcato dai cantonali sfalsati in pietra a vista e forato da feritoie sovrapposte e quadranti di orologio sui lati sud ed est; la caratteristica cella reca due ordini di aperture, bifore in quello inferiore e trifore nel superiore, con luci centinate separate da colonnine con capitelli a staffa. La copertura a losanghe ha quattro monofore centinate nei frontoncini triangolari, cimati da globo e croce come la cuspide, completata dalla bandierina segnavento. All'interno l'ampia navata unica è ritmata da coppie di paraste specchiate completate da capitelli in stucco parzialmente dorato, che la dividono in due campate principali, coperte da volte a botte unghiata e sfondate da cappelle simmetriche a pianta rettangolare, elevate di un gradino, ospitanti gli altari minori, e tre settori intermedi coperti da volta a botte semplice; di essi il primo, sfondato da nicchie minori, contiene la cappella battesimale (a sinistra) e l'armadio dei gonfaloni (a destra), il secondo gli accessi laterali, il terzo costituisce l'arco santo. Il presbiterio rettangolare voltato a vela è elevato di tre gradini e chiuso dalle balaustre; un'ulteriore arcata a pieno centro lo separa dalla breve abside rettangolare con gli angoli smussati, conclusa dalla grande ancona marmorea dell'altare maggiore. Il marcapiano emergente plurimodanato percorre l'intera chiesa; dipinti murali figurati realizzati nel 1922 da Metodio Ottolini completano la decorazione.

Preesistenze
L'arcata ogivale tamponata visibile sul fianco destro della chiesa attuale è traccia del precedente edificio quattrocentesco, così come stilisticamente più antichi risultano il fusto e la cella del campanile.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso da breve abside a pianta rettangolare con gli angoli smussati.
Facciata
Facciata a due spioventi suddivisa in sei settori con ritmo ABA dall'incrocio ortogonale di quattro lesene a doppio ordine in pietra a vista con due cornici orizzontali modanate; nel settore inferiore centrale si apre il maestoso portale architravato con cimasa mistilinea, mentre nei settori laterali superiori due nicchie centinate ospitano altrettante statue. Un'ampia finestra mistilinea occupa il settore centrale superiore, mentre una seconda finestra minore si apre nel frontone, sopra una cartella dipinta. Zoccolo di base in pietra rosa, finiture a intonaco tinteggiato e dettagli architettonici dipinti a finta pietra.
Prospetti
Fiancate dotate ciascuna di un ingresso secondario tra la prima e la seconda campata; due finestre mistilinee caratterizzano il lato sinistro, una sola quello destro, al quale si addossano il campanile e il volume della sacrestia con la centrale termica, dotata di finestre quadrate e di un accesso indipendente sul lato sud. Il presbiterio rettangolare rientrante reca altre due finestre mistilinee maggiori simmetriche, mentre l'abside dagli angoli smussati è cieca; finiture a intonaco tinteggiato.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare addossata al fianco destro della chiesa, con breve zoccolo emergente; fusto intonacato e tinteggiato rinforzato da chiavi in ferro, marcato dai cantonali sfalsati in pietra a vista e forato da feritoie sovrapposte, con quadranti di orologio sui lati sud ed est. Cella caratterizzata da un doppio ordine di aperture, bifore in quello inferiore e trifore nel superiore, con luci centinate separate da colonnine con capitelli a staffa; copertura a losanghe con quattro monofore centinate nei frontoncini triangolari, cimati da globo e croce come la cuspide, completata dalla bandierina segnavento.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navata coperta da volte a botte unghiata, presbiterio da volta a vela, abside, cappelle laterali e settori intermedi della navata da volta a botte semplice.
Coperture
Tetto a due falde sopra navata e presbiterio, a più falde sopra l'abside e la sacrestia, con struttura portante in legno e manto di copertura in tegole di cotto a coda di castoro; campanile coperto di scandole lignee.
Interni
Ampia navata unica ritmata da coppie di paraste specchiate completate da capitelli in stucco parzialmente dorato, che la dividono in due campate principali, sfondate da cappelle simmetriche a pianta rettangolare, elevate di un gradino, introdotte da arcate a pieno centro e ospitanti gli altari laterali, e tre settori intermedi; di essi il primo, sfondato da nicchie minori, contiene la cappella battesimale (a sinistra) e l'armadio dei gonfaloni (a destra), il secondo gli accessi secondari, il terzo costituisce l'arco santo. Il presbiterio rettangolare è elevato di tre gradini e chiuso dalle balaustre; un'ulteriore arcata a pieno centro lo separa dalla breve abside rettangolare con gli angoli smussati, conclusa dalla grande ancona marmorea dell'altare maggiore. Marcapiano perimetrale emergente plurimodanato; finiture a intonaco tinteggiato, ove non vi siano stucchi o dipinti murali.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento della navata in graniglia di marmo con evidenziazione della "via sacra"; pavimento del presbiterio e dell'abside realizzato riutilizzando le antiche quadrotte di pietra bianche e rosse rinvenute con lo scavo archeologico, poste alternate in corsi diagonali.
Elementi decorativi
Interno ornato da capitelli, cornici di dipinto e di finestra e cartelle in stucco parzialmente dorato, oltre che dai dipinti murali figurati di Metodio Ottolini.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1976 (?))
L'adeguamento liturgico del presbiterio è stato attuato mediante l'accostamento di arredi provvisori ed eterogenei e non ha dunque carattere di stabilità: l'altare verso il popolo, in legno, a tavolo con fronti pieni, ornato da un bassorilievo figurato al centro del fronte principale, è posizionato al centro del presbiterio storico, a raso pavimento; un leggio in legno sostenuto da un'asta metallica e sistemato a cavallo della balaustra destra funge da ambone. Una sedia lignea con seduta, schienale e braccioli imbottiti, collocata nel presbiterio sulla destra, costituisce la sede; sono presenti l'altare maggiore storico, con il proprio tabernacolo che contiene la custodia eucaristica, e le balaustre marmoree.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Trento
Decanato di Taio
Parrocchia di Santa Maria Assunta

piazza don Lorenzo Dal Ponte - Smarano, Predaia (TN)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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