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19/5/2024 Diocesi di Rimini - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di Santa Lucia Vergine e Martire <Savignano sul Rubicone>
Data ultima modifica: 23/02/2015, Data creazione: 30/6/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di Santa Lucia Vergine e Martire


Altre denominazioni Chiesa di Santa Lucia Vergine Martire


Ambito culturale (ruolo)  maestranze romagnole (costruzione)



Notizie storiche  XIV - XV (costruzione intero bene)
La chiesa e’ dedicata a Santa Lucia, martire siracusana del IV secolo. La dedica a questa santa si spiega con la data di fondazione del Castello Nuovo di Savignano (che sorgeva nell’attuale piazza Castello), avvenuta il 13 dicembre 1359. Per ricordare tale giornata i Savignanesi decisero di innalzare una chiesa e Santa Lucia diventa la patrona della città. Secondo gli storici, la primitiva chiesa era una piccola cappella all’interno delle mura del castello, di cui resta solo un’antica campana che riporta la data del 1379. Nel 1494 fu costruita una nuova chiesa,nell'attuale Piazza Borghesi sul luogo dell'odierna chiesa, ma il suo orientamento era diverso, infatti l’ingresso era rivolto ad ovest e l’abside ad est. La chiesa custodiva alcune preziose reliquie di sant’Apollinare, vescovo di Ravenna, che aveva evangelizzato questo territorio.
1732 - 1740 (costruzione intero bene)
Dopo circa tre secoli, don Giovan Tommaso Graziani (+ 1731) ottiene il permesso di costruire una nuova chiesa (il decreto vescovile di demolizione della chiesa precedente e’ del 1726), trova i fondi, raccoglie molti materiali e fa costruire una fornace. Don Graziani muore prima dell’inizio dei lavori e la costruzione sara’ realizzata da un giovane sacerdote riminese, don Giovanni Battista Mancini, inviato dal vescovo a Savignano come arciprete del Compito, parroco dal 1732 a 1793. La prima pietra per la costruzione fu posata il 23 giugno 1732. Il progetto architettonico era quello richiesto da Don Graziani al marchese romano Girolamo Theodoli (1677-1766). Poche sono le notizie che lo riguardano: era particolarmente versato nell’architettura teatrale, suo e’ il progetto del Teatro Argentina a Roma (cavea e palchi). Il progetto del Marchese Theodoli fu ridimensionato e semplificato dal capomastro Cristoforo Branzanti che condusse la prima parte dei lavori (1732-1740).
1740 - 1749 (costruzione intero bene)
In seguito a difficolta’ economiche, i lavori si interruppero per qualche anno e la chiesa fu completata con la costruzione della zona absidale e le rifiniture interne dal capomastro riminese Giuliano Cupioli; anche quest’ultimo provvide a ridimensionare il progetto originario, riducendo la presenza degli elementi decorativi in stucco. Crisoforo Branzanti e Giulio Cupioli sono stati i capostipiti di due famiglie di capomastri e architetti molto attivi in Romagna. Nel 1749, il 12 giugno, fu benedetta la nuova chiesa e, per la prima volta, vi fu celebrata una funzione religiosa.
XX - XX (restauro intero bene)
Negli anni ’60 del secolo scorso, l'allora parroco don Riccardo Cesari, intervenne nell'abside con opere di ampliamento. Allo stesso parroco si deve la ricostruzione del campanile, secondo la forma di quello demolito, nel 1931, della chiesa di San Sebastiano.



Descrizione  La chiesa presenta uno schema architettonico di impostazione romana ad unica vasta navata.Se osserviamo lo spazio interno della chiesa di Santa Lucia possiamo cogliere qualche elemento di carattere teatrale nella sua altezza, nella magniloquenza delle forme, negli elementi decorativi e soprattutto, nella scansione degli archi delle cappelle laterali che non sono tutti uguali (espediente tipico dell’architettura teatrale). Le cappelle laterali sono in numero di tre per lato (di cui quella centrale di maggiore altezza rispetto alle due laterali) e simboleggiano la Trinita’, la perfezione, l’armonia; esse venivano utilizzate a partire dagli anni della Controriforma per celebrare messe commissionate da privati o Confraternite. Oltre a queste tre cappelle, ai lati dell'ingresso si trovano due vani di minori dimensioni: nel locale di destra è allocata la statua raffigurante Santa Lucia, mentre in quello di sinistra vi è una ricostruzione della grotta di Lourdes.Tale consuetudine e’ stata sospesa dal Concilio Vaticano II. Le cappelle laterali conservano dipinti, alcuni di pregevole fattura,tra i quali: la Pala raffigurante “S. Francesco di Paola” di Nicolo’ Lapiccola (Crotone 1730-1790), il grande apparato ligneo settecentesco, di gusto tipicamente barocco, con il caratteristico timpano interrotto, e’ giunto in Santa Lucia negli anni 60 del secolo scorso e proviene da un convento di monache di Tolentino. La chiesa settecentesca terminava con il coro realizzato da Giovanni Rinaldi, dove trovavano posto i canonici; ora gli stalli sono conservati nella cripta. Il catino absidale presenta una decorazione ad affresco tardo ottocentesca raffigurante un volo d’angeli. In corrispondenza dell’ampliamento del catino absidale al piano interrato è stata ricavata una cripta di forma semircircolare, ed alcune sale accessorie perimetrali, intervento databile intorno agli anni ’60. La cripta e le varie sale, sono raggiungibili tramite due scalinate laterali esterne all’aula abisidale. Sul lato est della chiesa si sviluppa la sacrestia unitamente a locali tecnici, servizi e sale di passaggio, fino a giungere ad un androne che mette in comunicazione la piazza pubblica con i locali di servizio e le sale parrocchiali sul retro. Un ultimo accenno è riservato alla cantoria: la struttura e’ interamente lignea e si sviluppa in corrispondenza dell’ingresso dell’aula, alla quota di mt 5,70 da terra. Il parapetto sagomato in archi concavi e convessi e’ anch’esso ligneo. E’ raggiungibile tramite un'angusta scala a chiocciola in legno, ricavata nello spessore della muratura. La struttura della cantoria è databile intorno al 1760 e attribuita al savignanese Giovanni Rinaldi.

Elementi decorativi
L'apparato decorativo di pregevole fattura sono opera dello svizzero Giorgio Scala che li realizzò tra il 1757 e il 1758. L'artista, originario del Canton Ticino,ha realizzato diverse opere per la Diocesi di Rimini.
Coperture
Il tetto è in legno con orditura principale costituita da capriate e successiva orditura secondaria e terziaria. Il manto di copertura è in coppi.
Struttura
La struttura è in muratura di mattoni di spessore variabile a vista esternamente, intonacata e tinteggiata internamente.
Campanile
Il campanile è realizzato con struttura portante in cemento armato e paramento esterno in mattoni a vista.
Pavimenti e pavimentazioni
I pavimenti sono costituiti da mattonelle (40x40 cm) in granito di colore chiaro e scuro.



Adeguamento liturgico  altare - aggiunta arredo (anni '60)
L'abside è rialzato di alcuni gradini rispetto all'aula; negli anni sessanta l'altare, che fino al Concilio Vaticano II era addossato alla parete dell'emiciclo absidale, è stato traslato con modifiche al centro del presbiterio, nel rispetto delle nuove disposizioni liturgiche. L’altare custodisce anche alla base del lato posteriore, le reliquie di San Placido, martire della stessa epoca di Santa Lucia, i cui resti furono rinvenuti in una catacomba romana. Il tabernacolo di questa chiesa e’ un' opera pregevole e particolare proveniente dalla chiesa di San Fortunato di Rimini. La parte superiore e’ costituita da un tempietto, di ispirazione bramantesca, databile alla prima meta’ del XVI secolo. E’ stata formulata l’ipotesi che il tabernacolo possa essere stato realizzato su disegno di Giorgio Vasari che per San Fortunato dipinse la splendida Pala dell’ ”Adorazione dei Magi”.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Emilia-Romagna
Diocesi di Rimini
Vicariato Savignano - Santarcangelo
Parrocchia di Santa Lucia Vergine e Martire

Piazza Borghesi 21 - Savignano sul Rubicone (FC)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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