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Chiesa di Santa Maria Assunta <Barabarano Romano>
Data ultima modifica: 12/04/2017, Data creazione: 25/10/2010


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta


Altre denominazioni S. Maria Assunta


Autore(Ruolo)  Riccioli, Giuseppe (ricostruzione chiesa)
Lucatelli, Michele (ricostruzione chiesa)



Ambito culturale (ruolo)  maestranze viterbesi (costruzione chiesa)
maestranze viterbesi (ricostruzione chiesa)



Notizie storiche  1072/02/01 - 1072/02/01 (prima testimonianza della chiesa intero bene )
La più antica testimonianza dell’edifico è data dalla lapide funeraria del canonico Gabriele De Rubeis; attualmente smarrita, essa in origine era collocata nella chiesa e poi traslata all’interno della prima stanza dell’adiacente abitazione del Capitolo della collegiata di Barbarano.
1292 - 1292 (ricostruzione intero bene)
A questa data risale la lapide incisa di marmo bianco, già affissa sulla controfacciata e ora custodita nella cappella del battistero. Essa ricorda l’arciprete Nicolò di Bevagna che commissiona i lavori per la ricostruzione di una nuova chiesa in sostituzione del primo edificio sacro.
1337/11/23 - 1337/11/23 (consacrazione intero bene)
La collegiata di Santa Maria Assunta viene consacrata.
1537 - 1537 (trasformazioni intero bene)
La chiesa subisce importanti trasformazioni che non sono documentate in nessuna visita pastorale successiva all’intervento. Conclusi i lavori, l’edificio viene riconsacrato dal vescovo.
1573/05/30 - 1573/05/30 (visite pastorali intero bene)
Nelle visite pastorali effettuate nel 1573 dal vescovo Giovanni Francesco Gambara vengono segnalati l’altare maggiore appena ricostruito e gli altari laterali dedicati a Sant’Erasmo, a San Biagio, alla Madonna del Rosario, a San Giovanni Battista, ai Santi Filippo e Giacomo e a San Lorenzo. Il prelato impone la rimozione degli altari di Sant’Erasmo e di San Biagio perché privi di rendite e di giuspatronato e la demolizione dell’altare dei Santi Filippo e Giacomo in quanto troppo vicino a quello di San Giovanni Battista. Si descrive infine il trittico bifacciale attribuito al pittore senese Ventura Salimbeni e databile tra la fine del XV secolo e gli inizi del XVI. La tavola è posta ad ornamento della cappella del Santissimo Salvatore priva di altare e presenta nella parte centrale il Salvatore e negli sportelli laterali San Giovanni Battista e San Giuliano; nella parte opposta è raffigurata al centro la Vergine che ha ai lati San Quirico e Santa Barbara.
1573/12/22 - 1573/12/22 (visita pastorale intero bene)
Nella visita pastorale del Visitatore apostolico Alfonso Binarino si apprende che gli interventi riguardanti gli altari laterali stabiliti dal vescovo Gambara sono stati realizzati e, oltre ad un altare senza alcuna dedica, si segnalano anche quelli di Santa Maria della Croce, della Natività e del Crocifisso (non presenti nelle Visite del Gambara). È nell’ambito di questa Visita che viene descritto per la prima volta l’antico fonte battesimale e viene stabilita la sostituzione dell’altare ligneo dedicato alla Madonna del Rosario (terzo altare sinistro attiguo al battistero) con un altare di pietra.
1599 - 1599 (altare maggiore presbiterio)
L’altare maggiore viene abbellito e decorato da una tela raffigurante l’Assunta e i dodici Apostoli e da un tabernacolo ligneo e dorato. Ai lati dell’altare vengono collocati due angeli scolpiti e dorati e in alto un baldacchino. Nel coro ardono una lampada davanti al Santissimo ed altre tre lampade. A sinistra dell’altare viene posizionato il deposito delle reliquie.
1612/06/29 - 1612/06/29 (visita pastorale intero bene)
Dal resoconto della visita pastorale del vescovo Tiberio Muti si ha notizia che l’altare del Rosario è addossato alla parete destra della chiesa. Nei primi anni del XVII secolo la confraternita del Rosario si era infatti trasferita dalla cappella di sinistra attigua al battistero (ora denominata del Rosario vecchio) nella cappella centrale del lato opposto. In questa visita compare per la prima volta l’altare dello Spirito Santo sulla parete destra. Durante la visita pastorale il vescovo ordina che nella lunetta della facciata venga dipinta l’immagine della Madonna.
1616/01/20 - 1616/01/20 (visita pastorale intero bene)
Nella visita pastorale del vescovo Tiberi viene descritto l’altare eretto a destra dell’altar maggiore e dedicato alla Madonna delle Grazie o della Quercia, dove sono presenti un affresco con l’immagine della Madonna col Bambino e un’altra raffigurazione della Vergine dipinta sopra una tegola; davanti all’altare è posto il sepolcro della famiglia Guerrini ornato con lo stemma del casato. Nella Visita si parla del nuovo altare del Rosario (lato meridionale della chiesa) dove è affisso un quadro con la raffigurazione dei misteri del Rosario. Si apprende che ad una parete della cappella dello Spirito Santo sono dipinte delle immagini molto antiche della Santissima Trinità, di San Girolamo e di San Nicola di Bari, mentre il trittico attributo al Salimbeni è affisso ad una parete della cappella del Santissimo Salvatore, il cui altare è ornato con due angeli lignei e dorati. Il Vescovo esorta i Priori della Comunità a sostituire il fonte battesimale.
1618 - 1618 (nuovo fonte battesimale cappella del battistero)
Viene realizzato il nuovo fonte battesimale in marmo bianco, ad opera dell’orvietano Lionetto Cararino, come da iscrizione posta alla base.
1630/05/07 - 1630/05/07 (visita pastorale intero bene)
Durante la visita pastorale del vescovo Tiberi viene documentata la presenza dell’orologio e di tre campane nel campanile e viene descritto per l’ultima volta l’altare dello Spirito Santo.
1635 - 1635 (donazione nuova cappella del Rosario)
Nella cappella del Rosario posta sul lato destro dell’aula viene appeso un quadro della Vergine con il Bambino per devozione di Bonaventura Giorgi.
1638 - 1638 (realizzazione cappella di San Domenico)
Al posto del vecchio altare del Rosario, già trasferito nella cappella centrale della parete destra, viene eretto l’altare di San Domenico.
1659/04/18 - 1659/04/18 (necessità di un restauro cappella della Natività)
Nella visita pastorale del vescovo Francesco Maria Brancacci si prende nota che le pitture della cappella della Natività sono in parte scrostate e necessitano di un restauro.
1662/04/18 - 1662/04/18 (nuova pala d'altare cappella della Natività)
Nella visita pastorale del vescovo Brancacci si segnala la presenza di un nuovo quadro sopra l’altare della Natività dipinto da Alessandro Di Mattia.
1672/04/27 - 1672/04/27 (disposta riparazione pavimento intero bene)
In occasione della visita pastorale il vescovo cardinale Stefano Brancacci dispone che venga riparato il pavimento della chiesa.
1698/05/01 - 1698/05/01 (visita pastorale intero bene)
Nella visita pastorale del 1° maggio 1698 compare per la prima volta l’altare dedicato a Santa Barbara; questo non è ancora ultimato e il vescovo Urbano Sacchetti ne dispone la sospensione poiché privo di pietra sacra. Il prelato sospende anche l’altare della Natività per negligenza dei patroni.
1704/04/22 - 1704/04/22 (visita pastorale intero bene)
Prima della visita del vescovo Andrea Santacroce del 22 aprile 1704 la tela dell’altare maggiore (Assunta con i dodici Apostoli) era già stata sostituita da un nuovo quadro raffigurante la Madonna e gli Apostoli Pietro e Paolo e l’altare di Santa Barbara era stato completato e ornato a spese della Comunità che vi aveva affisso uno stemma cittadino a destra e uno a sinistra. Le colonne del frontespizio di questo altare sono dipinte e dorate e al centro è collocata una tela, opera di Michele Rocca con l’immagine della Santa e dei patroni San Giuliano confessore e San Quirino martire. In questo anno il fonte battesimale risulta chiuso da un coperchio di legno e protetto da una cancellata. Nella relazione viene descritto il campanile specificando la particolarità della differente dimensione che hanno le due campane.
1724 - 1724 (relazione intero bene)
Nella relazione sulla chiesa dell’arciprete Antonio Zenini l’altare del Santissimo Sacramento è descritto con la volta tutta dipinta e ornato con una croce d’argento e con quattro angeli di legno dorato, mentre alle pareti dell’altare della Natività sono presenti dieci nicchie con intagli di peperino e dipinti raffiguranti le dodici Sibille.
1727 - 1727 (descrizione intero bene)
Nella relazione del 1727 si riscontrano notizie sulla struttura della chiesa prima della ricostruzione. Il tetto è a travature sostenute da archi e alle pareti laterali si aprivano dieci finestre. Gli altari presentano la stessa disposizione che si riscontra nella ricostruzione successiva, fatta eccezione degli altari della Madonna della Grazie o della Quercia e della Madonna della Croce, di cui resteranno tracce nell’andito a destra della chiesa. Alle pareti della cappella di Santa Barbara vengono collocate le immagini di Santa Monica e di Sant’Agostino dipinte su tavola.
1732/05/08 - 1732/05/08 (visita pastorale intero bene)
Per ordine del vescovo Alessandro Abbati viene eliminato il vecchio coro ligneo e posti in opera nuovi sedili. L’altare della Natività è ora dedicato a San Giuseppe.
1749/09/09 - 1749/09/09 (bando ricostruzione intero bene)
Si annuncia il bando per l’assegnazione dei lavori di ricostruzione. Vi concorrono Antonio Tardito di Tuscania, Filippo Minacci di Radicofani, Benedetto Rossi di Acquapendente e Giuseppe Riccioli di Lugano. I lavori vengono assegnati al Riccioli perché le sue propose risultano le più vantaggiose.
1749 - 1753 (ricostruzione intero bene)
Ricostruzione della chiesa. Per attuare un ampliamento dal lato destro, si demolisce l’abitazione dei canonici della collegiata che sorgeva addossata alla parete. In occasione della ricostruzione viene eseguita la raffigurazione del battesimo di Gesù sulla parete di fondo della cappella del Battistero. Nella ricostruzione parte della cappella della Madonna delle Grazie viene incorporata nell’edificio sacro e ne rimane solo un andito che servirà prima da ingresso al sottostante ossario e poi da ripostiglio; la cappella di Santa Maria della Croce subisce le stesse trasformazioni.
1752 - 1752 (crollo del tetto intero bene)
Dopo tre anni di lavoro, quando la ricostruzione sta per essere compiuta, crolla il tetto con la volta, facendo rovinare i cornicioni e tutti gli abbellimenti di stucco.
1752/10/31 - 1752/10/31 (progettazione strutturale migliorativa intero bene)
In questa data giunge da Roma l’architetto Michele Lucatelli, chiamato dal podestà per rimediare agli errori precedenti. Egli progetta di abbassare la volta, l’altezza del cornicione e l’arco delle cappelle. Dispone che vengano aperte due finestre nel coro, garantisce maggiore luce alle cappelle e decide la chiusura della porta piccola della facciata e l’apertura di un nuovo ingresso laterale vicino alla cappella del battistero.
1752/11/30 - 1752/11/30 (ulteriori istruzioni progettuali intero bene)
Ulteriori istruzioni vengono impartite dall’architetto in merito ai lavori. Ordina in particolare di demolire il pezzo di volta rimasta dopo il crollo ed eseguire la nuova; di ricavare dietro l’altare maggiore il posto per gli stalli dei canonici; di chiudere la prima cappella a destra dell’ingresso e fare la pavimentazione con mattoni quadri e rossi; di applicare alle finestre e sopra la porta gli ornamenti in stucco; di provvedere riguardo alle sette cappelle laterali per l’ammattonato, i gradini di peperino e i fregi di stucco per tutti gli altari e intorno ai quadri.
1752/12/13 - 1752/12/13 (affidamento lavori intero bene)
La costruzione viene affidata al capomastro Andrea Ruggeri con l’impegno di iniziare i lavori nel successivo mese di gennaio e di portarli a termine entro sei mesi e con l’impegno di fare affrescare a sue spese il Battesimo di Gesù nel Battistero.
1753 - 1753 (posizionamento lapidi e stemmi intero bene)
Alla fine dei lavori vengono collocati in controfacciata, sopra la porta maggiore, una lapide commemorativa di marmo bianco con i nomi dei Conservatori, Priori e Consoli, e due stemmi, rispettivamente di papa Benedetto XIV e della Comunità; sopra l’altare maggiore viene posto lo stemma del vescovo cardinale Giacomo Oddi e sull’arco della navata lo stemma del Senato Romano.
1760 - 1760 (nuova lapide commemorativa intero bene)
Viene posta un’altra lapide sulla parete interna sopra la porta d’ingresso alla memoria di papa Clemente XIII che aveva donato alla chiesa un prezioso calice d’argento.
1774/10/01 - 1774/10/01 (relazione intero bene)
Viene redatta la relazione riguardante la descrizione della chiesa ricostruita da parte del canonico Vincenzo Tartaglia. Sull’altare maggiore è posto un quadro dell’Assunta con i dodici Apostoli e San Francesco d’Assisi. Nel muro laterale all’altare maggiore vi è la custodia degli olii santi e una balaustra di legno separa il coro dalla navata. Si apprendono anche altre notizie riguardanti l’altare di San Domenico ora dedicato alla Madonna dei Sette Dolori e ornato con un quadro raffigurante l’Addolorata, San Domenico e San Francesco di Paola. Nella cappella del Battistero vengono scolpiti sul fonte battesimale lo stemma della Comunità e un altro stemma d’ignota attribuzione. Sull’altare del Rosario viene posta in una nicchia la statua della Madonna con il Bambino in braccio fatta di pasta di Lucca. La nicchia è chiusa con un vetro e coperta da una tenda bianca fiorata.
1793 - 1793 (sostituzione quadro altare maggiore)
Il quadro dell’altare maggiore ormai in cattive condizioni e viene di sostituirlo con un altro delle stesse misure e soggetto del precedente su proposta del pittore Nicola Battilana.
1830 - 1830 (necessità restauro e relazione intero bene)
La chiesa ha bisogno di restauri alla parete destra a causa della pioggia che penetra nelle cappelle. Vi è nella cappella del Crocifisso un quadro con l’Addolorata, San Francesco di Paola e Sant’Emidio vescovo e l’altare stesso viene denominato del Crocifisso e di San Francesco di Paola. Viene descritto in una relazione l’altare del Divino Amore, eretto a destra della navata, vicino al campanile; sopra di esso un quadro raffigurante la Madonna con il Bambino in braccio addormentato.
1834/05/11 - 1834/05/11 (consacrazione e lapide commemorativa intero bene)
L’edificio sacro viene consacrato dal vescovo Gaspare Bernardo Pianetti e a ricordo viene posta una lapide commemorativa sotto la tribuna dell’organo.
1861 - 1861 (restauro intero bene)
Vengono eseguiti dei restauri con il concorso della Comunità.
1881 - 1881 (sostituzione balaustra presbiterio)
Si è provveduto alla sostituzione della balaustra.
1906 - 1906 (necessità di un restauro intero bene)
Nella relazione in preparazione della visita pastorale del vescovo Antonio Maria Grasselli, l’arciprete Saverio Mastini afferma che sono necessari il restauro e la ripulitura delle murature interne ed evidenzia che i fondi a disposizione non consentono la realizzazione dei lavori.
1914/12/04 - 1914/12/04 (nuova urna reliquia di Santa Barbara)
La reliquia di Santa Barbara viene deposta nella nuova urna acquistata dai fedeli nell’altare a lei dedicato.
1916 - 1916 (visita pastorale intero bene)
Nella relazione della visita pastorale del vescovo Emidio Trenta figurano nella cappella di San Domenico un piccolo quadro ovale dipinto su tavola con l’immagine di Santa Filomena e una tela con San Paolo della Croce. Nella cappella del Battistero si ammirano la tela del Battesimo di Gesù e i quadri raffiguranti l’Eterno Padre fra Angeli, l’Annunciazione e la Nascita di Gesù; inoltre, sempre in questo anno, vengono scolpiti sul fonte battesimale lo stemma della Comunità e un altro stemma d’ignota attribuzione. La cappella del Santissimo Sacramento è ornata con i quadri dell’Immacolata e di Sant’Agnese. Non figura più l’altare del Divino Amore.
1920/09/09 - 1920/09/09 (modifiche cappella di Santa Barbara)
Viene consacrato un nuovo altare di marmo per la cappella di Santa Barbara che sotto la mensa accoglie la reliquia della Santa. Nello stesso anno viene affisso un nuovo quadro alla parete destra della cappella con l’immagine di Santa Teresa del Bambin Gesù.
1933 - 1933 (restauro cappella del Crocifisso)
Viene restaurata la cappella del Crocifisso.
1940 - 1940 (lavori alla pavimentazione intero bene)
Viene effettuata la sostituzione dei gradini dell’altar maggiore ad opera del marmista Giulio Romiti di Civitavecchia.
1943 - 1943 (lavori di rifinitura e visita pastorale intero bene)
Si esegue l’imbiancatura di tutte le pareti della chiesa. Il restauro del campanile viene rinviato perché a causa della guerra non è possibile acquistare il materiale occorrente. Una relazione testimonia il recente restauro della tela dell’Assunta. In occasione della visita pastorale si legge che il quadro dell’Addolorata con i Santi Francesco di Paola ed Emidio, della cappella del Crocifisso, viene sostituito da una tela raffigurante Santa Fermina vergine e martire.
1953 - 1953 (stato di conservazione coro ligneo)
Dalla visita pastorale si apprende che il coro ligneo è in pessimo stato.
1953 - 1960 (restauro intero bene)
Il parroco della chiesa evidenzia la necessità di apportare riparazioni la tetto, al pavimento e alla sacrestia. Il resoconto della visita pastorale del vescovo Adelchi Albanese testimonia la rinnovazione del pavimento della chiesa e della sacrestia, l’intonacatura e tinteggiatura della facciata e dell’interno, la sostituzione di due gradini di travertino alla balaustra e la riparazione del campanile.
1964 - 1964 (danneggiamento cappella Madonna delle Grazie)
Il locale ricavato dalla cappella della Madonna delle Grazie viene danneggiato da un incendio.
1975 - 1975 (trasformazione in Antiquarium e restauro cappella Madonna delle Grazie)
Il locale ricavato dalla cappella della Madonna delle Grazie diviene Antiquarium Parrocchiale. Durante i lavori di ripulitura e sistemazione dell’ambiente rinvengono frammenti della tegola raffigurante la Madonna e l’affresco della Madonna delle Grazie col Bambino e San Giovanni Battista viene staccato dalla parete e dopo il restauro eseguito da Giovanni Sperla di Roma viene affisso nella parete destra della cappella del Santissimo Salvatore (l’opera è attribuita ad Antonio del Massaro detto il Pastura).
1976 - 1978 (adeguamento liturgico presbiterio)
Per le nuove esigenze liturgiche nel presbiterio si eseguono lavori consistenti nella rimozione della mensa dell’altare maggiore addossato alla parete di fondo, dei sedili dei Magistrati della Comunità e della balaustra lignea. Nel vano vengono posti una nuova mensa isolata, un ambone in peperino, un Angelo reggicandelabro in pietra, opera dello scultore viterbese Capoccetti, e una croce sostenuta da un piedistallo marmoreo romano di riuso; alle pareti laterali vengono affisse provvisoriamente i quadri della chiesa di Santa Maria del Piano.
1978/05/06 - 1978/05/06 (crollo del tetto intero bene)
Crolla il tetto a capriate che sfonda la volta.
1978/06/02 - 1978/06/02 (solenne celebrazione per la riapertura intero bene)
Dopo i lavori di restauro la chiesa viene riaperta al culto con una solenne celebrazione. Una lapide viene posta in prossimità della porta laterale a ricordo dell’avvenimento.
1978 - 1979 (restauro cappella del battistero)
Una lapide posta sulla parete destra della cappella ricorda i lavori di restauro eseguiti.
1979 - 1979 (spostamento fonte battesimale cappella del battistero)
In seguito alla riforma liturgica, il fonte battesimale viene trasferito sotto la cantoria meridionale in prossimità dell’area presbiteriale. Si scopre così che la base del fonte poggiava sopra un’antica macina da mulino.
1983/12/04 - 1983/12/04 (spostamento opere pittoriche intero bene)
Restaurato nel 1978, il trittico viene sistemato in una teca di cristallo e spostato dalla cappella del Santissimo Salvatore nella navata a destra della porta principale. In sostituzione del trittico viene collocato sull’altare del Salvatore un quadro della Madonna del Carmine, già nella cappella del Rosario, dipinto da Bonaventura Bevagna tra il 1630 e il 1635.
1984 - 1984 (nuovo coperchio fonte battesimale)
Viene eseguito il coperchio in bronzo e rame sbalzato del fonte battesimale, in forma di cupola con in cima le piccole statue di San Giovanni Battista e di Gesù.
1985 - 1985 (modifiche cappella del Rosario)
Nella cappella del Rosario viene sostituita la vetrata della nicchia e i gradini dell’altare.
1986 - 1988 (restauro opere pittoriche e fonte battesimale)
Nel 1986 il restauratore Giovanni Sperla esegue il restauro degli affreschi di San Nicola di Bari e di Sant’Antonio Abate presenti nella cappella di Santa Maria della Croce; nel 1988 viene restaurato il coperchio metallico del fonte battesimale e la Sovrintendenza ai Monumenti s’interessa del restauro della tela della Natività.
2016 - 2017 (problemi strutturali presbiterio)
Nella volta del presbiterio si verificano problemi strutturali dovuti alle scosse di terremoto verificatesi tra l’agosto del 2016 e l’inizio del 2017.



Descrizione  La chiesa di Santa Maria Assunta si affaccia ad ovest su piazza Guglielmo Marconi, all’interno del borgo cittadino; alle spalle prospetta sulla campagna circostante; a nord è fiancheggiata da una piccola via cieca; mentre a sud confina in gran parte con un orto. L’edificio è caratterizzato da un impianto a navata unica con cappelle laterali e coro rettangolare all’estremità est. L’elevato interno dell’aula è scandito da un ordine ionico su paraste che inquadrano cinque arcate per lato, corrispondenti a vani quadrati che la fiancheggiano (tranne che per la prima campata a destra), in parte ospitanti le cappelle: il primo vano a sinistra funge da spazio d’accesso connesso ad un ingresso secondario aperto in facciata; seguono tre uguali cappelle per lato; mentre l’ultima campata innanzi al presbiterio è caratterizzata simmetricamente da porte che comunicano con ambienti di servizio, sormontate da grandi cantorie aggettanti. In particolare l’accesso a nord conduce all’interno della sagrestia. Il presbiterio si protende di poco all’interno della navata; è soprelevato di due gradini ed è scandito anch’esso dall’ordine architettonico. Al di sopra della trabeazione nella navata s’imposta una volta a botte lunettata; altrettanto avviene a copertura della cappella maggiore. Le cappelle laterali hanno coperture differenziate: le prime due verso il presbiterio hanno cupolette su pennacchi, le restanti sono voltate a botte. La luce naturale entra da finestre corrispondenti alle lunette: due per lato nella navata, alternate a finestre cieche, e altre due all’interno del presbiterio. Innanzi alla facciata si erge a destra una torre campanaria a base quadrata, coprendo un ampio tratto del prospetto. Questo si presenta a semplice intonacatura con terminazione mistilinea: con salienti inclinati, raccordi curvilinei e porzione più alta a curvatura ribassata, in corrispondenza del tetto della navata. Si aprono in facciata due accessi, il principale in asse e quello secondario a sinistra del primo, e un finestrone di forma rettangolare, strombato, al centro del prospetto. I due portali, in peperino, hanno incorniciatura modanata quello maggiore e semplice riquadratura quello minore. La torre del campanile è priva di aperture e intonacata sino alla cornice d’imposta della cella campanaria, che si presenta invece in muratura di mattoni, con monofore sui quattro lati incorniciate in peperino. Il fianco della chiesa è in muratura di blocchi di tufo, scandito da un’intelaiatura a fasce.

Pianta
L’impianto è a navata unica con tre cappelle laterali, quasi perfettamente quadrate, di profondità uguale a circa la metà della larghezza della navata. I vani delle cappelle comunicano fra loro mediante piccole porte, aperte nei setti murari di divisione. Le campate risultanti dalla scansione dei setti sono cinque per lato, e pertanto non tutte ospitano vani destinati alle cappelle affacciate sulla navata centrale; è assente infatti il primo vano a destra, in parte occupato dalla presenza della torre campanaria, in corrispondenza del quale a sinistra vi è uno spazio d’accesso relativo all’ingresso secondario; mentre i due vani simmetrici a ridosso del presbiterio sono occupati dalla sacrestia a sinistra e da un locale di servizio a destra. La navata comunica tramite un’arcata con il coro a pianta rettangolare; lo spazio presbiterale si protende tuttavia di poco all’interno dell’aula, rialzato di due gradini; mentre altri tre gradini rialzano l’altare maggiore posto a ridosso della parete di fondo e con esso la mensa isolata postagli subito di fronte.
Impianto strutturale
La struttura complessiva della chiesa è in muratura continua, setti e archi. Il sistema spingente della grande volta lunettata è fiancheggiato da contrafforti corrispondenti ai setti murari di divisione delle cappelle. Il materiale utilizzato per la muratura è costituito da blocchi di tufo. Solo la cella sommitale del campanile è in muratura di mattoni.
Coperture
Una copertura a doppia falda copre la navata centrale. Le navate laterali sono coperte a falda unica, intervallata dai contrafforti di sostegno della volta centrale che fuoriescono in corrispondenza della partizione muraria delle cappelle. La parte absidata presenta una copertura autonoma ad un livello più basso di quella della navata principale ed è a tre spioventi.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione in mattonelle di graniglia di marmo, secondo una composizione di fasce grigio-verdi che riquadrano due ampi settori di colore giallo, destinati alla collocazione dei banchi per i fedeli.
Elementi decorativi
Di particolare pregio è il trittico bifacciale databile intorno al XV sec., oggi nella teca di cristallo posizionata a sud dello spazio antistante alla porta principale (in passato ad ornamento dell’altare del Salvatore). Esso è attribuito al pittore senese Ventura Salimbeni. La tavola presenta nella parte centrale il Salvatore e negli sportelli laterali San Giovanni Battista e San Giuliano. Nella parte opposta è raffigurata al centro la Vergine che ha ai lati San Quirico e Santa Barbara.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1976-1979)
L’intervento di adeguamento della chiesa alle prescrizioni liturgiche stabilite nel Concilio Vaticano II ha riguardato la rimozione della mensa dell’altare maggiore addossato alla parete di fondo e l’aggiunta di una nuova mensa isolata in legno; questa presenta sul lato anteriore una decorazione a altorilievo. Nel presbiterio vengono inseriti altresì un ambone in peperino, una scultura in pietra raffigurante l’Angelo reggicandelabro e un Crocifisso ligneo sorretto da piedistallo marmoreo di riuso. Il fonte battesimale, originariamente collocato nella cappella del Battistero, viene trasferito nell’aula al di sotto della cantoria meridionale in prossimità del vano presbiteriale.
presbiterio - aggiunta arredo (2016-2017)
A seguito dei danni strutturali nella volta del coro causati dagli eventi sismici del 2016, l’altare maggiore è stato temporaneamente spostato presso l’arco d’ingresso all’area presbiteriale; per le celebrazioni liturgiche si utilizzano una mensa e un leggio provvisori in legno.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Lazio
Diocesi di Viterbo
Parrocchia di Santa Maria Assunta

P.zza Marconi - Barbarano Romano (VT)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico

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