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8/5/2024 Diocesi di Verona - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di San Martino di Tours <Negrar di Valpolicella>
Data ultima modifica: 07/01/2020, Data creazione: 8/3/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di San Martino di Tours


Altre denominazioni S. Martino di Tours


Autore(Ruolo)  Puttini, Pietro (altare maggiore, rifacimento)
Barbieri, Giuseppe (intero bene, ricostruzione)
Pegrassi, Agostino (catino absidale, decorazione)
Banterle, Renzo (facciata, restauro)
Banterle, Renzo (abside, restauro)



Ambito culturale (ruolo)  protoromanico (origini e costruzione)
romanico (intero bene, ricostruzione)
romanico (campanile, carta lapidaria)
neoclassico (altari, rinnovamento)
neoclassico (facciata, modifica orientamento)
neoclassico (altare maggiore, rifacimento)
neoclassico (intero bene, ricostruzione)
arte contemporanea (catino absidale, decorazione)
architettura contemporanea (facciata, restauro)
architettura contemporanea (abside, restauro e consolidamento strutturale)



Notizie storiche  ante 1067 - 1067 (origini e costruzione intero bene)
La prima notizia relativa la pieve di S. Martino in Negrar figura in un documento del 1067, nel quale si nomina un suo arciprete. E' probabile che le sue origini siano da datare al periodo compreso tra il IX ed il X sec. Di questo edificio non rimangno strutture superstiti.
1117 - 1145 (ricostruzione intero bene)
La chiesa originaria del IX o X sec. venne distrutta da un terremoto, forse da quello del 1117 che coinvolse Verona e gran parte dell'Italia settentrionale. La chiesa venne prontamente ricostruita. Essa figura infatti nell'elenco delle pievi della Diocesi di Verona soggette al vescovo, nella bolla emanata nel 1145 da Papa Eugenio III. Si trattava di un edificio orientato a ponente, "a tribus navibus a columnis", cioè a pianta basilicale. Di tale edificio oggi nulla sopravvive, eccezion fatta per la monumentale torre campanaria.
1166 - 1166 (carta lapidaria campanile)
La carta lapidaria del campanile di Negrar è una lunga iscrizione di sessantaquattro righe, in caratteri maiuscoli romani, scolpita nel 1166 sulla parete meridionale della torre campanaria della pieve. Vi è riportata una serie di contratti di quell'anno, mediante i quali la pieve di Negrar riscattava un vecchio censo annuale dovuto al cittadino veronese Ribaldino. Vescovo di Verona era allora Ognibene (1157-1185).
ante 1458 - 1458 (erezione in Parrocchia carattere generale)
Quando nel 1458 giunse in visita pastorale a Negrar il vescovo di Verona Ermolao Barbaro (1453-1471), la pieve era già stata eretta in Parrocchia. Nel verbale di visita la chiesa viene descritta "ampla et magna". Si elencano poi le cappelle sparse nella vallata di Negrar ad essa soggette: S. Antonio in Fane, S. Pietro in Torbe, S. Giovanni in Cerna, S. Marco in Mazzano, S. Paolo in Prun, S. Vito, S. Maria di Moron, S. Maria in Progno.
1699 - 1717 (rinnovamento altari)
Dal verbale della visita pastorale del vescovo Barbarigo (1697-1714) risulta che gli altari della chiesa sono sei, tutti lignei (il maggiore, dedicato a S. Martino, e altri cinque laterali, dedicati alla Madonna Consolatrice, a S. Giuseppe, alla Concezione, alla Vergine del Rosario e S. Bernardo). Agli inizi del Settecento tali altari vennero rinnovati ed ornati con marmi policromi.
1779 - 1779 (modifica orientamento facciata)
Nel 1779 l'arciprete don Lorenzo Carrara fece mutare l'orientamento della facciata da occidente ad oriente e trasportare l'altare maggiore dove è situato attualmente e dove in precedenza si apriva l'ingresso principale dell'antica facciata. Il 13 maggio dello stesso anno l'altare venne consacrato dal vescovo Morosini (1772-1789).
1783 - 1783 (rifacimento altare maggiore)
Nel 1783 il maestro lapicida veronese Pietro Puttini costruì il nuovo altare maggiore con tabernacolo, ornato di marmi pregiati come il verde antico ed il bianco di Carrara.
1806 - 1810 (ricostruzione intero bene)
Tra il 1806 ed il 1810 la chiesa venne ricostruita radicalmente, dandole l'aspetto attuale. Poche le strutture superstiti dell'edificio precedente. Venne però conservata la torre campanaria romanica. Risultò un edificio con prospetto dalle forme neoclassiche e pianta ad aula unica di vaste dimensioni. Il disegno pare sia attribuibile al Prof. Giuseppe Mazza, allora docente presso il Ginnasio di Verona. La direzione dei lavori fu affidata all'arch. Giuseppe Barbieri.
1944 - 1946 (decorazione e realizzazione catino absidale e vetrate)
Nel 1944 i quattro finestroni della navata della chiesa di S. Martino vennero impreziositi con vetrate istoriate raffiguranti la Vergine, S. Rocco, S. Rita e S. Vincenzo. Nel 1946 il pittore Agostino Pegrassi decorò ad affresco il catino absidale con scene raffiguranti i "quattro profeti maggiori" e "la Resurrezione".
2000 - 2000 (restauro facciata intero bene)
Nel 2000 venne realizzato un progetto di restauro della facciata e di coloritutura esterna dell'edificio. Progetto a cura dell'arch. Renzo Banterle.
2002 - 2002 (restauro e consolidamento strutturale abside)
Nel 2002 si eseguì un necessario intervento di restuaro conservativo e di ripristino strutturale dell'abside della chiesa. Progetto a cura dell'arch. Renzo Banterle.



Descrizione  La pieve di Negrar vanta origini molto antiche. Il primo documento in nostro possesso risale al 1067 ma è probabile che la sua fondazione sia da retrodatare al IX o X sec. L'edificio originario, probabilmente distrutto dal terremoto del 1117, venne ricostruito in forme romaniche, a tre navate, con facciata orientata a ponente. Di tale edificio rimane ora solo la torre campanaria, sul cui fianco meridionale nel 1166 venne inciso il testo di un contratto, conosciuto come "carta lapidaria". La pieve di S. Martino aveva giurisdizione su un vasto territorio e su numerose cappelle, successivamente divenute chiese parrocchiali, come quella di Torbe, Prun, Fane, Mazzano e Cerna. Nel 1779, in occasione di un parziale restauro della chiesa e del riassetto urbanistico del paese di Negrar, l'orientamento della facciata venne invertito da ponente a levante. Poco più tardi, tra il 1806 ed il 1810, l'edificio venne radicalemte ricostruito, assumendo le forme attuali. Fu conservato l'antico campanile di fase romanica. Facciata neoclassica, rivolta ad oriente, preceduta da un pronao monumentale tetrastilo. Impianto planimetrico ad unica ampia aula rettangolare, con presbiterio quadrangolare rialzato di due gradini, concluso con abside a sviluppo poligonale a cinque lati; lungo i fianchi della navata quattro semi-cappelle laterali accolgono l’altare di S. Antonio e di S. Giuseppe, sul lato sinistro, l’altare del S. Cuore e della Madonna del Rosario sul lato opposto. I prospetti interni sono scanditi da lesene d'ordine gigante con capitelli compositi su cui si imposta un’alta trabeazione modanata con fregio iscritto che raccorda l’intero perimetro interno; archeggiature a tutto sesto inquadrate dall’ordine introducono le cappelle laterali; lungo la parete absidale si svolge un pregevole coro ligneo e, in posizione centrale, una cornice lapidea inquadra la pala raffigurante S. Martino. All'interno della chiesa è conservata la pala raffigurante "la Natività", opera cinquecentesca attribuita al pittore Francesco Caroto. L'aula è coperta da una volta a botte con decorazione a cassettoni scandita da costolonature trasversali; il presbiterio è sovrastato da una volta a crociera. Copertura a due falde con struttura lignea portante e manto in coppi di laterizio. La pavimentazione della navata è realizzata in quadrotte alternate in marmo rosso Verona, marmo bianco e marmo nero; il piano del presbiterio è caratterizzato da un disegno geometrico con intarsi in marmi policromi (marmo rosso Verona, marmo verde Alpi, marmo nero e pietra calcarea rosata).

Pianta
L’ingresso della chiesa è preceduto da una pronao tetrastilo raggiungibile dalla piazza antistante mediante un’ampia scalinata. L’ambiente interno presenta un impianto planimetrico ad unica ampia aula rettangolare ad asse maggiore longitudinale; il presbiterio, a pianta quadrangolare, rialzato di due gradini e di larghezza ridotta rispetto la navata, si conclude con un’abside a sviluppo poligonale a cinque lati verso l’interno, rettilinea esternamente. Lungo i fianchi della navata si aprono quattro semi-cappelle laterali a pianta rettangolare, due per lato, ospitanti l’altare di S. Antonio e di S. Giuseppe, sul lato sinistro, l’altare del S. Cuore e della Madonna del Rosario sul lato opposto. Nelle campate centrali si aprono due esedre. Ai lati del presbiterio si collocano la sacrestia, sul fianco meridionale, e la cappella feriale, sul lato opposto, complanari al piano del presbiterio ed accessibili dall'aula; entrambi gli ambienti sono inoltre in comunicazione con la zona absidale, e si aprono con un'ampia vetrata verso il presbiterio. Sul fianco meridionale si addossano la torre campanaria e corpi di fabbrica ospitanti alcuni locali accessori e ambienti dell’adiacente casa canonica. Sono presenti due ingressi laterali, entrambi sul fianco meridionale dell’aula, in corrispondenza della prima e dell’ultima campata: il primo dei due ingressi è accessibile da un sottoportico, mentre il secondo presenta un vestibolo di ingresso.
Facciata
Facciata neoclassica, rivolta ad oriente. L'ingresso è protetto da un pronao monumentale tetrastilo, con colonne di ordine ionico gigante a sostegno del frontone, il cui timpano è decorato da un altorilievo raffigurante Gesù ed i dottori della Chiesa. Retrostate rispetto al pronao si erge il prospetto della chiesa, a due ordini. Quello inferiore presenta quattro lesene prive di scanalture con capitelli ionici. Quello superiore è decorato con quattro lesene corinzie, i cui capitelli si intersecano con le decorazioni a coccarde vegetali del fregio soprastante. Due paraste laterali del primo ordine sostengono le volute laterali del secondo. La parte superiore del prospetto è conclusa da un frontone, il cui timpano è decorato con un triangolo nel quale è inserito un occhio, simbolo della Trinità. Sul vertice sommitale campeggia una croce in ferro, su quelli laterali due urne acroterali.
Strutture di elevazione
Le strutture portanti di elevazione sono realizzate con muratura in conci squadrati di pietra calcarea locale con apparecchiatura a corsi regolari e legati con malta di calce. Sono presenti contrafforti murari esterni lungo i fianchi longitudinali della navata. I paramenti murari esterni ed interni sono intonacati e tinteggiati.
Strutture di orizzontamento e/o voltate
La navata è coperta da un’ampia volta a botte decorata con un motivo a cassettoni e ritmata da costolonature trasversali in lieve aggetto che riprendono il ritmo della scansione geometrica dei prospetti interni; le due campate maggiori sono intersecate da due profonde unghie laterali che convergono in sommità. Il presbiterio è sovrastato da una volta a crociera, compresa tra due arconi trasversali; la struttura voltata del corpo absidale è costituita da una porzione voltata a botte, con unghie laterali, che si raccorda alla semicalotta sferica del catino absidale. Le strutture voltate sono realizzate in canniccio intonacato collegato ad un sistema di centinature lignee portanti. Gli ambienti della sacrestia e della cappella del Santissimo sono coperti da una controsoffittatura piana in canniccio intonacato.
Coperture
La struttura portante della copertura a due falde sovrapposta all’aula è costituita da un sistema di capriate lignee che, al fine si consentire la curvatura della volta sottostante, presentano uno schema a doppia catena incernierata oltre l’appoggio, mentre i tiranti funzionano da rompi-tratta per i puntoni contrapposti. L’orditura secondaria, di tipo tradizionale, è costituita da arcarecci e travicelli in pendenza a sostegno del piano inclinato sottocoppo in pianelle di cotto. Manto di copertura in coppi di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell’aula è realizzata in piastrelle quadrate di marmo rosso Verona, marmo nero e bianco posate a corsi diagonali. I quattro settori rettangolari occupati dai banchi presentano una pavimentazione in piastrelle quadrate alternate in marmo verde Alpi e marmo bianco. L’intera superficie è perimetrata da una doppia bordatura in marmo rosso Verona e pietra bianca calcarea. Il piano del presbiterio presenta un motivo pavimentale geometrico in marmi policromi (marmo rosso Verona, marmo verde Alpi, marmo nero e pietra calcarea rosata). La pavimentazione dell’abside è caratterizzata da un disegno a stella a otto punte realizzato con elementi romboidali alternativamente in marmo rosso Verona e in breccia, da cui si dipartono radialmente fasce in pietra calcarea rosata e in marmo rosso, intervallate da rombi in marmo verde Alpi.
Prospetti interni
L’ambiente interno presenta un ampio impianto spaziale, caratterizzato da una complessiva armoniosità compositiva e decorativa. I prospetti sono regolati dal ritmo dell’ordine gigante, scanditi in campate da lesene con capitelli compositi sulle quali si imposta un’alta trabeazione modanata con fregio iscritto che raccorda l’intero perimetro interno. Le campate maggiori dei prospetti longitudinali sono caratterizzate da archeggiature a tutto sesto, inquadrate dall’ordine, che introducono le semi-cappelle laterali; le campate centrali sono occupate da due esedre, delle quali quella meridionale ospita il pulpito ligneo. L’ambiente del presbiterio, inquadrato dall’arco trionfale a tutto sesto, è definito nelle angolate da quattro semipilastri polistili sui quali si prolunga la trabeazione superiore. Lungo la parete absidale si svolge il coro ligneo e, in posizione centrale, una cornice lapidea inquadra la pala raffigurante S. Martino. La parete di controfacciata riprende il motivo dell’arco trionfale che inquadra il monumentale organo a canne posto sulla cantoria lignea, quest’ultima sorretta da quattro colonnine monolitiche in marmo di Sant’Ambrogio, poggianti su un semplice plinto quadrato. Il trattamento cromatico delle superfici pone in evidenza gli elementi modanati; le partiture dei prospetti interni presentano la superficie riquadrata e decorata da cornici e specchiature in gesso e stucco; alla base una zoccolatura in lastre di marmo rosso Verona.
Prospetti esterni
I prospetti esterni sono intonacati e caratterizzati dalle volumetrie dei corpi di fabbrica minori che contengono le emergenze delle cappelle laterali ed i vari ambienti di pertinenza. Nel registro superiore delle pareti longitudinali della navata, ritmate dalle strutture di contraffortatura che si raccordano alla cornice sottogronda a guscia in pietra intonacata, si aprono le finestrature rettangolari che illuminano l’ambiente interno.
Campanile
La possente torre campanaria romanica si innalza sul fianco sud della chiesa, per un'altezza di 42 m. Pianta a base quadrata (8,29 m. per lato). Il fusto è composto nei primi corsi da pietra di Prun. Successivamente si eleva in blocchi di tufo ben squadrati intervallati ogni quattro o cinque corsi da ripiani in pietra di Prun. Tre lesene, una centrale e due laterali, corrono verticalmente per ciascun lato del fusto fino alla cella campanaria. Tre cornici marcapiano decorate ad archetti impreziosiscono il manufatto. La "carta lapidaria" è situata nello spazio compreso tra il primo ed il secondo marcapiano della parete meridionale. La cella campanaria presenta quattro bifore con colonne binate e capitelli a stampella. Copertura a quattro falde in coppi.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1981)
L'intervento di adeguamento liturgico del presbiterio ha previsto la rimozione delle balaustre e l'aggiunta di un altare provvisorio rivolto verso l'assemblea. Si conserva l'altare maggiore pre-conciliare con il tabernacolo.
presbiterio - intervento strutturale (1981)
Nuovo altare in marmo rivolto verso l’aula, realizzato su disegno dell’Arch. Gelindo Giacomello di Arbizzano (Verona), consacrato l’11 Novembre 1981 da Mons. Giuseppe Amari, Vescovo di Verona. Nella parte anteriore è presente un pannello in rame con bassorilievo raffigurante “L’Ultima Cena”. Si conserva l'altare maggiore pre-conciliare con il tabernacolo.
presbiterio - intervento strutturale (1985)
Prolungamento della pavimentazione del presbiterio verso l'aula.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Verona
Vicariato Foraneo della Valpolicella
Parrocchia di San Martino di Tours

Piazza Roma - Negrar di Valpolicella (VR)


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dell'Ente Ecclesiastico


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