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25/4/2024 Diocesi di Verona - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di Santo Stefano Protomartire <Malcesine>
Data ultima modifica: 26/08/2019, Data creazione: 8/3/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di Santo Stefano Protomartire


Altre denominazioni S. Stefano Protomartire


Autore(Ruolo)  Perini, Odoardo (interno, decorazione pittorica)
Trentini, Attilio (interno, decorazione pittorica )
Barzoi, Ferruccio (restauro)



Ambito culturale (ruolo)  architettura altomedievale (origini e costruzione )
architettura romanica (restauro)
architettura barocca (costruzione )
arte barocca (interno, decorazione pittorica )
architettura barocca (altare maggiore, rinnovamento)
architettura neoclassica (facciata, rinnovamento )
arte contemporanea (interno, decorazione pittorica )
architettura contemporanea (restauro )



Notizie storiche  VIII sec. - IX sec. (origini e costruzione intero bene)
Secondo la tradizione l’antica pieve di S. Stefano Protomartire in Malcesine fu edificata in sostituzione di un precedente edificio di culto pagano dedicato a Iside. Certo è che a metà dell’VIII sec. a Malcesine esisteva una chiesa intitolata a S. Stefano, nella quale, al principio del IX sec., per ordine del vescovo di Verona Ratoldo (803-840), furono onorevolmente collocati i corpi dei Santi eremiti Benigno e Caro.
1145 - 1159 (documenti sulla pieve carattere generale)
Nel XII sec. la pieve di S. Stefano in Malcesine compare in alcuni documenti ed atti. Tra questi si ricorda la bolla di Papa Eugenio III del 1145 (“arcem Malcesinis cum omni dominio et districto et omnibus pertinenciis suis; plebem eiusdem arcis cum omnibus capellis suis”) e la bolla di Papa Adriano IV del 1159, indirizzata all’arciprete della pieve Manfredo ("dilectis filiis Manfredo archiopresbitero ecclesie Sancti Stephani de Malesisini”), nella quale sono elencate le cappelle ad essa soggette (“capellam videlicet Sancti Cenonis de Brancon cum decimis et possessionibus suis, capella Sancti Angeli cum pertinencijs suis, capella Sancti Nicolai, capella Sactorum Symonis et Jude et Sancti Johannis evangeliste cum pertinencijs earum”).
1313 - 1313 (restauro intero bene)
Nel 1313 l’edificio beneficiò di un organico intervento di restauro per ordine del vescovo di Verona Tebaldo III (1298-1331). Nello stesso anno il vescovo, in compagnia di Cangrande della Scala, signore di Verona, giunse presso la pieve per riporre i corpi dei SS. Benigno e Caro all’interno di una nuova urna in pietra sotto l’altare maggiore.
1562 - 1562 (passaggio agli Olivetani carattere generale)
Con breve del 16 ottobre del 1562 Papa Pio IV conferì la pieve di S. Stefano agli Olivetani di S. Maria in Organo affinché vi fondassero un monastero “infirmitatis aut recreationis causa”.
1729 - 1739 (costruzione intero bene)
Nel 1729 i fedeli di Malcesine chiesero ed ottennero dall’abate di S. Maria in Organo l’autorizzazione a demolire l’antica chiesa di S. Stefano e di ricostruirne una ex novo. I lavori, iniziati in quello stesso anno, ebbero compimento nel 1739. A ricordo dell’antico edificio abbattuto restano oggi solo alcuni frammenti (un frammento di ciborio, uno stemma scaligero, un fusto di colonna in marmo greco, alcuni capitelli, l’urna dei SS. Benigno e Caro ed il fonte battesimale).
1750 - 1750 (decorazione pittorica interno )
Risalgono al 1750 la lunetta in navata raffigurante la “gloria di S. Stefano” e “il martirio di S. Stefano” sopra il presbiterio, opere del pittore veronese Odoardo Perini.
1766 - 1766 (rinnovamento altare maggiore)
Nel 1766 il vecchio altare maggiore fu sostituito con l’attuale.
1768/09/17 - 1769/10/12 (passaggio al clero diocesano e consacrazione carattere generale)
In data 17 settembre 1768 una ducale della Repubblica di Venezia intimava a tutti i religiosi aventi cura d’anime e residenti fuori dal loro convento di tornarvi entro sei mesi. Il 7 marzo 1769 i padri Olivetani lasciarono la pieve che venne affidata al clero diocesano. Nello stesso anno, in data 12 ottobre 1769, il nuovo edificio fu consacrato dal vescovo di Verona Nicolò Giustiniani (1759-1772).
1869 - 1882 (rinnovamento facciata)
Tra il 1869 ed il 1882 la facciata fui rinnovata nelle forme attuali.
1913 - 1913 (decorazione pittorica interno)
La decorazione pittorica interna della chiesa risale al 1913, realizzata dal pittore Attilio Trentini con l’ausilio di Italo Castagna.
2013 - 2014 (restauro intero bene)
Al biennio 2013-2014 risale un organico intervento di restauro dell’intero edificio. Progetto a cura del’arch. Ferruccio Barzoi.



Descrizione  Secondo la tradizione l’antica pieve di S. Stefano Protomartire in Malcesine fu edificata in sostituzione di un precedente edificio di culto pagano dedicato a Iside. Certo è che a metà dell’VIII sec. a Malcesine esisteva una chiesa intitolata a S. Stefano, nella quale, al principio del IX sec., per ordine del vescovo di Verona Ratoldo (803-840), furono onorevolmente collocati i corpi dei Santi eremiti Benigno e Caro. Dal 1562 al 1769 la pieve fu amministrata dai Padri Olivetani del monastero di S. Maria in Organo in Verona, i quali, nel corso della prima metà del XVIII sec., la riedificarono nelle forme neoclassiche attuali. Esternamente l’edificio si presenta con facciata in stile neoclassico rivolta ad occidente. Torre campanaria addossata al fianco settentrionale della chiesa. Impianto planimetrico ad unica aula rettangolare con asse maggiore longitudinale, pseudo-transetto centrale, presbiterio quadrangolare rialzato di due gradini e concluso con il coro a sviluppo poligonale a tre lati; lungo i fianchi della navata si aprono sei cappelle laterali in cui trovano sede gli altari della Deposizione, dei SS. Benigno e Caro e del S. Cuore, sul lato meridionale, e gli altari di S. Giuseppe, della Madonna del Rosario e della Madonna Addolorata, sul lato opposto. I prospetti interni sono ritmati da lesene con capitelli corinzi su cui s’imposta l’alta trabeazione con fregio decorato a festoni; le pareti sono ornate con opere pittoriche e nicchie con statue; al centro della parete absidale è posta la pala raffigurante il Santo Patrono, opera di Felice Boscaratti; dello stesso autore sono le tele ai lati del presbiterio, raffiguranti “Davide e Abigail” e “Rebecca che riceve doni da Abramo”. La navata è coperta da una volta a botte scandita da costolonature trasversali, con vela centrale decorata con il dipinto della “Gloria di S. Stefano”, opera del pittore Odoardo Perini; della stessa mano l’affresco della volta a vela del presbiterio, raffigurante il “Martirio di S. Stefano”. Copertura a due falde con strutture lignee portanti e manto in coppi di laterizio. Pavimentazione in marmi policromi.

Pianta
La chiesa presenta un impianto planimetrico ad unica ampia aula rettangolare con asse maggiore longitudinale, pseudo-transetto centrale, presbiterio quadrangolare rialzato di due gradini e di ampiezza ridotta, concluso con il coro a sviluppo poligonale a tre lati. Lungo i fianchi della navata si aprono sei semi-cappelle laterali di ridotta profondità, tre su ciascun lato e fra loro prospicienti, di cui quelle mediane corrispondenti ai bracci laterali del transetto, in cui trovano sede gli altari della Deposizione, dei SS. Benigno e Caro e del S. Cuore, sul lato meridionale, e gli altari di S. Giuseppe (con S. Antonio da Padova e S. Valentino), della Madonna del Rosario e della Madonna Addolorata, sul lato opposto. Sul fianco settentrionale del presbiterio si addossa la torre campanaria; sullo stesso lato, lungo la navata, insiste un corpo edilizio ospitante ambienti e locali di servizio, oltre ad una piccola cappella; sul lato meridionale del presbiterio si colloca la sacrestia. Lungo la parete di controfacciata si sviluppa il soppalco ligneo della cantoria. L’ingresso principale della chiesa, con bussola lignea interna, si apre al centro della parete di facciata verso il sagrato antistante, preceduto all’esterno da una breve scalinata; è presente un’entrata laterale lungo il fianco meridionale della navata.
Facciata
Facciata a capanna rivolta ad occidente. Al centro si apre l’ampio portale d’ingresso. Ai lati del portale, all’interno di quattro nicchie, sono custodite altrettante statue raffiguranti i SS. Benigno, Caro, Giuseppe ed Antonio da Padova. Più in alto, un’ampia finestra illumina l’interno dell’edificio. Chiude il prospetto il frontone curvilineo.
Strutture di elevazione
Le strutture di elevazione sono realizzate in muratura portante composta da conci di pietra calcarea legati con malta di calce; i cantonali sono rinforzati con blocchi squadrarti di pietra con tessitura regolare. Sono presenti tiranti metallici di controventatura disposti lungo il settore superiore delle pareti longitudinali, in corrispondenza dell’arco trionfale e degli arconi trasversali che ritmano le strutture voltate. Sono presenti contrafforti murari esterni lungo i fianchi longitudinali della navata. I paramenti murari esterni presentano un rivestimento ad intonaco; le pareti interne sono intonacate e tinteggiate.
Strutture di orizzontamento e/o voltate
La navata è coperta da una struttura voltata a botte con unghie laterali, scandita da costolonature trasversali, e con vela centrale in corrispondenza del transetto, decorata con medaglione centrale in cui è dipinta la “Gloria di S. Stefano”, opera del pittore Odoardo Perini; della stessa mano l’affresco dell’ampia volta a vela su pennacchi sferici che sovrasta il presbiterio, raffigurante il “Martirio di S. Stefano”; le superfici voltate sono intonacate e decorate a tempera con eleganti motivi ornamentali, opera realizzata nel 1913 dai pittori A. Trentini e I. Castagna.
Coperture
Copertura a due falde con struttura portante composta da un sistema di capriate in legno (a schema statico semplice con monaco centrale e contraffissi laterali quelle lungo la navata), che si raccorda ai tratti di coperto a padiglione in corrispondenza del transetto e del presbiterio; orditura secondaria costituita da travetti con sovrapposto assito ligneo; manto in coppi di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della navata, in quadrotte alternate di marmo rosso Verona e marmo biancone di S. Ambrogio, è attraversata in corrispondenza degli assi principali da fasce in marmi policromi (marmo grigio, rosso Verona e biancone) con inserti geometrici realizzati con i medesimi marmi. Il piano del presbiterio, rialzato con due gradini in marmo rosso Verona, presenta una pavimentazione in quadrotte alternate di marmo biancone e rosso Verona; al centro un disegno in marmi policromi (breccia rosata, marmo verde Alpi, marmo grigio).
Prospetti interni
L’ampio ed arioso ambiente interno della chiesa, illuminato naturalmente dalle finestrature che si aprono nel settore sommitale delle pareti d’ambito, si presenta caratterizzato da un’elegante ed articolata composizione architettonica e decorativa. I prospetti sono ritmati da lesene con fusto decorato e capitelli corinzi con rilievi a stucco dorato, sulle quali s’imposta l’alta trabeazione modanata con fregio a festoni che si sviluppa cingendo l’intero perimetro. Le pareti sono ornate dagli altari in marmi policromi, opere pittoriche e statue inserite all’interno di nicchie. Al centro della parete absidale è posta la pala d’altare raffigurante il Santo Patrono, opera settecentesca del pittore Felice Boscaratti; dello stesso autore sono le tele ai lati del presbiterio, raffiguranti “Davide e Abigail” e “Rebecca che riceve doni da Abramo”.
Prospetti esterni
I prospetti esterni, con paramento murario intonacato, sono coronati da una cornice sottogronda con modanatura a guscia; i fianchi longitudinali dell’aula, compresi da contrafforti murari notevolmente aggettanti, sono caratterizzati dal volume emergente centrale del transetto; nel settore superiore delle pareti si aprono ampie finestrature con imbotte centinato (tamponata quella posta al centro della parete absidale).
Campanile
Torre campanaria addossata al fianco settentrionale della chiesa. Basamento a pianta quadrangolare, fusto slanciato, rivestito di intonaco color grigio chiaro. Cella campanaria caratterizzata dall’apertura di un’ampia bifora per ciascuno dei quattro lati, coronata in sommità da una balaustra. Copertura in coppi di laterizio impostata su un tamburo a pianta ottagonale.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1965-1975)
L’intervento di adeguamento liturgico del presbiterio ha previsto l’introduzione del nuovo altare mobile rivolto verso l’assemblea. Si conservano l’altare maggiore pre-conciliare con il tabernacolo e le balaustre.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Verona
Vicariato Foraneo del Lago Veronese - Caprino
Parrocchia di Santo Stefano Protomartire

Via Parrocchia - Malcesine (VR)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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