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20/4/2024 Diocesi di Verona - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di Santa Maria Assunta <Verona>
Data ultima modifica: 24/05/2019, Data creazione: 8/3/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta


Altre denominazioni Chiesa di Santa Maria in Organo;Chiesa di Santa Maria Assunta (Santa Maria in Organo)


Autore(Ruolo)  Morone, Domenico (interno, decorazione ad affresco)
Francesco da Castello (chiostro minore, costruzione )
Fra Giovanni da Verona (campanile, erezione )
Sanmicheli, Michele (facciata, costruzione)



Ambito culturale (ruolo)  architettura altomedievale (origini e costruzione)
architettura romanica (costruzione )
architettura gotica (costruzione )
arte rinascimentale (interno, decorazione ad affresco)
architettura rinascimentale (campanile, erezione )
architettura rinascimentale (chiostro minore, costruzione )
architettura rinascimentale (campanile, erezione )
architettura rinascimentale (facciata, costruzione )
architettura contemporanea (restauro)
architettura contemporanea (restauro)



Notizie storiche  650 - 663 (origini e costruzione intero bene )
L'abbazia benedettina di S. Maria in Organo fu fondata tra il 650 ed il 663 da Lupo, conte del Friuli. Giuridicamente, fin dalle origini, fu soggetta al Patriarcato di Aquileia.
VIII sec. - VIII sec. (notizie dall'VIII sec. carattere generale )
Intorno all'anno 720 il re longobardo Liutprando concesse al monastero di S. Maria in Organo il privilegio di ripatico sul fiume Adige. Nel 751 Lupone, conte del Friuli, e sua moglie Ermelinda, beneficiarono il monastero con la costruzione di uno xenodochio in località Cortalta (in aggiunta ad un altro xenodochio già in possesso all'abbazia).
IX sec. - XII sec. (notizie dal IX al XII sec. carattere generale )
Tra il IX ed il XII sec. il monastero di S. Maria in Organo estese notevolmente i propri possedimenti grazie a donazioni, elargizioni e acquisti. Risultano in questi secoli di proprietà dell'abbazia le seguenti chiese: S. Margherita in Verona, S. Maria di Azzago, S. Maria di Sorgà, SS. Maria e Giorgio della Vittoria, SS. Pietro e Paolo in Mizzole, S. Siro in Verona, S. Maria in Solaro e S. Maria antica in Verona, S. Sofia di Valpolicella, S. Apollonia in Verona, S. Giusto in Verona, i borghi di Sezano e Trezzolano con relative chiese, il monastero di S. Maria Maggiore a Gazzo e quello di Roncanova. Si registra inoltre che per tutto l'XI sec. l'abbazia di S. Maria fu governata da abati tedeschi, inviati dal Patriarca di Aquileia, tutti in stretti rapporti con monasteri bavaresi.
XII sec. - XII sec. (costruzione intero bene )
La chiesa di S. Maria fu riedificata in forme romaniche in seguito al violento terremoto che colpì il nord Italia nel 1117. Dell'edificio di epoca altomedievale permane tutt'ora qualche frammento nella cripta ipogea.
1131 - 1131 (consacrazione carattere generale)
Il nuovo edificio fu consacrato nel 1131.
XIII sec. - XIV sec. (notizie dal XIII e XIV sec. carattere generale )
Con l'avvento della Signoria Scaligera (1262-1387) furono alienate o espropriate al monastero numerose terre, specialmente quelle situate in zone geograficamente strategiche per la politica scaligera (Roncanova e Gazzo furono incamerate dagli Scaligeri con estorte investiture; Roncanova fu successivamente recuperata).
XV sec. - XV sec. (costruzione intero bene )
Le usurpazioni scaligere ed il periodo degli abati commendatari avevano prosciugato il patrimonio economico dell'abbazia. Con l'arrivo dei monaci Olivetani (1444) l'intero complesso fu rinnovato in forme rinascimentali. Nel 1472 il refettorio ed il chiostro maggiore erano praticamente ultimati. La chiesa fu riedificata tra il 1481 e la fine del sec. XV.
XV sec. - XVI sec (decorazione ad affresco interno )
Tra il 1496 ed il 1498 le vele dei bracci del transetto e la cupola furono impreziositi da decorazioni pittoriche realizzate da frescanti diretti da Domenico Morone.
1423 - 1444 (passaggio di proprietà carattere generale )
A partire dal 1423 l'abbazia di S. Maria in Organo passò in commenda a prelati di origine veneziana. Nel 1444 il pontefice Eugenio IV concesse il monastero ai monaci Olivetani, che lo ressero fino al 1807 (anno in cui fu soppresso per decreto napoleonico).
1505 - 1507 (decorazione ad affresco sagrestia )
Tra il 1505 ed il 1507 la sagrestia fu decorata ad affresco da Francesco Morone con ritratti di papi che vestirono l'abito di S. Benedetto (quello bianco, degli Olivetani) e di altri Benedettini provenienti da famiglie nobili o che occuparono importanti incarichi (alcuni dei quali corredati con nomi e date). Tra i soggetti raffigurati non mancano Dogi della Repubblica di Venezia.
1518 - 1518 (erezione campanile )
Risale al 1518 la costruzione del chiostro minore o del Capitolo su progetto dell'arch. Francesco da Castello.
1519 - 1533 (erezione campanile )
La torre campanaria fu edificata tra il 1495 ed il 1533 su progetto di Fra' Giovanni da Verona.
1546 - 1592 (costruzione facciata )
Tra il 1546 ed il 1592 fu realizzata l'attuale facciata (rimasta incompleta) su progetto dell'arch. Michele Sanmicheli.
1762 - 1806 (passaggi di proprietà carattere generale )
Chiesa e monastero di S. Maria in Organo continuarono a dipendere dal Patriarcato di Aquileia fino al 1762, anno della sua soppressione. I Benedettini Olivetani tennero l'abbazia di S. Maria fino al 1806, anno in cui furono soppressi e i loro beni indemaniati per decreto napoleonico. Lasciarono definitivamente il luogo l'anno successivo, trasferendosi presso il monastero di S. Benedetto in Padova. La chiesa divenne parrocchia affidata al clero diocesano.
XX sec. - XX sec. (restauro intero bene )
Nel corso del XX sec. si registrarono frequenti interventi di manutenzione ordinaria dell'edificio.
2008 - 2014 (restauro interno e sagrestia )
Tra il 2008 ed il 2014 si registrano interventi di carattere conservativo: restauro e consolidamento statico (2008), restauro dell'apparato decorativo di Francesco Morone nella sagrestia (2014).



Descrizione  L'abbazia benedettina di S. Maria in Organo fu fondata nel VIII sec. da Lupo, conte del Friuli. Giuridicamente, fin dalle origini, fu soggetta al Patriarcato di Aquileia. Fu riedificata in forme romaniche in seguito al violento terremoto che colpì il nord Italia nel 1117. All'inizio del XV sec. passò in commenda, ma qualche anno dopo, nel 1444, fu ceduta ai Benedettini Olivetani che vi rimasero fino al 1806. Sul finire del XV sec. i monaci iniziarono vasti lavori di rinnovamento che diedero al complesso la forma attuale. In questi anni Fra' Giovanni da Verona realizzò le famose tarsie lignee che attualmente decorano coro e sagrestia. Nel 1533 fu completata la torre campanaria, su progetto di Giovanni da Verona, messo in opera da Francesco da Castello. Tra il 1546 ed il 1592 fu realizzata l'attuale facciata (rimasta incompleta) su progetto dell'arch. Michele Sanmicheli. Chiesa e monastero di S. Maria in Organo continuarono a dipendere dal Patriarcato di Aquileia fino al 1762, anno della sua soppressione. Gli Olivetani tennero l'abbazia di S. Maria fino al 1806, anno in cui il loro ordine fu soppresso e i loro beni indemaniati per decreto napoleonico. La chiesa divenne parrocchia affidata al clero diocesano. Esternamente l'edificio si presenta con facciata a salienti parzialmente rivestita dal paramento marmoreo previsto dal progetto del Sanmicheli. Orientamento ad occidente. Torre campanaria addossata al fianco meridionale del presbiterio. Impianto planimetrico a croce latina, costituita da un’aula a tre navate separate da due file di quattro archeggiature impostate su massicce colonne in rosso ammonitico, transetto trasversale sopraelevato di sei gradini e presbiterio quadrangolare concluso con il coro a sviluppo poligonale a cinque lati; lungo i fianchi delle navate minori si aprono otto cappelle laterali con altare, quattro su ciascun lato; a conclusione dei bracci laterali del transetto si collocano la cappella del Beato Bernardo Tolomei, a sinistra, e la cappella di S. Francesca Romana, sul lato opposto; ai lati del presbiterio si aprono la cappella di S. Elena, a destra, e la cappella di S. Benedetto (già della Maestà di Gesù), a sinistra; sul fianco settentrionale del presbiterio insiste l’antica sacrestia; è presente un ambiente ipogeo (cripta) con impianto planimetrico ad aula a tre navate con ampio presbiterio absidato a sviluppo poligonale a cinque lati. Lungo il settore sommitale delle pareti d’ambito della navata centrale si svolge un ciclo d’affreschi raffiguranti “Storie bibliche”; le pareti del transetto sono affrescate con finte architetture classicheggianti, nicchie con Santi e scene bibliche; ai lati del presbiterio sono poste due grandi tele realizzate da Paolo Farinati; lungo le pareti del coro si svolgono gli stalli in noce scuro intagliati ed intarsiati da Fra’ Giovanni da Verona; al centro della parete absidale è posta la pala dell’”Assunta” di Giacinto Brandi (1672). La navata centrale dell’aula ed il presbiterio sono coperti da volte a botte con decorazione pittorica a cassettoni; lungo le navate minori si sviluppano volte a crociera con decorazioni a motivi vegetali; la crociera del transetto è sovrastata da una calotta a dodici spicchi in cui sono dipinti “Angeli musicanti”; entrambi i bracci laterali sono coperti da una volta a crociera con pitture raffiguranti i “Quattro Dottori della Chiesa Occidentale” e gli “Evangelisti”, attribuite a Domenico Morone; il coro è chiuso da un catino absidale a cinque vele. Copertura a due falde lungo la navata centrale, il transetto ed il presbiterio, e ad unico spiovente a chiusura delle navate minori, con struttura portante costituita da capriate e travature lignee; coperto a padiglione a pianta quadrata a quattro falde a chiusura della crociera del transetto; manto in coppi di laterizio. La pavimentazione è realizzata in quadrotte alternate di marmo rosso Verona e pietra bianca posate a corsi diagonali.

Pianta
La chiesa presenta un impianto planimetrico a croce latina, articolata su due livelli principali, costituita da un’aula a tre navate separate da due file di quattro archeggiature impostate su massicce colonne, e con transetto trasversale sopraelevato di sei gradini; l’asse maggiore longitudinale si prolunga, oltre la crociera del transetto, con l’antico presbiterio, a pianta quadrangolare e protetto da balaustra, concluso con il profondo coro emergente a sviluppo poligonale a cinque lati, rialzato di un gradino. Il piano di calpestio delle navate laterali si colloca ad una quota rialzata di un gradino rispetto alla navata centrale; lungo i fianchi delle navate minori si aprono otto cappelle laterali emergenti con altare, quattro su ciascun lato e fra loro prospicienti: sul lato sinistro insistono la cappella della Madonna del Rosario (o Da Lisca), la cappella del Crocefisso (o Dal Pozzo), la cappella della Vergine (o Giusti) e la cappella di S. Nicola da Bari; sul lato destro si trovano la cappella di S. Antonio da Padova (o Maffei), la cappella di Maria Ausiliatrice (o Alcenago), la cappella di S. Giuseppe e la cappella di S. Michele Arcangelo. A conclusione dei bracci laterali del transetto si collocano la cappella del Beato Bernardo Tolomei, a sinistra, e la cappella di S. Francesca Romana, sul lato opposto. Ai lati del presbiterio si aprono la cappella di S. Elena, a destra, e la cappella di S. Benedetto (già della Maestà di Gesù), a sinistra. L’ingresso principale, con bussola lignea interna, si apre al centro della parete di facciata. Sul fianco settentrionale del presbiterio insiste l’ambiente dell’antica sacrestia, ad unica aula rettangolare conclusa con absidiola quadrangolare emergente. Sul lato meridionale del presbiterio si eleva addossata la torre campanaria. E’ presente un ambiente ipogeo (cripta), sottoposto al settore corrispondente alla crociera del transetto ed al presbiterio della chiesa superiore, con impianto planimetrico ad unica aula rettangolare a tre navate, conclusa con ampio presbiterio absidato a sviluppo poligonale a cinque lati rialzato di un gradino.
Facciata
Facciata a salienti rivolta ad occidente. Si compone di due parti distinte. La superiore, di epoca romanica, mostra corsi alternati di tufo e cotto, interrotti centralmente da un'ampia finestra di forma semicircolare. L'inferiore, progettata dal Sanmicheli, presenta tre fornici in nembro bianco separati da colonne e pilastri. La morte del committente, l'abate Cipriano Cipriani, determinò la sospensione dei lavori, ripresi solo quarant'anni dopo, come attesta la data 1592 scolpita sull'architrave.
Strutture di elevazione
Le strutture di elevazione sono realizzate in muratura portante di pietrame misto legato con malta di calce, composto da conci sbozzati di pietra calcarea, tufo, mattoni pieni in laterizio e ciottoli di fiume; i paramenti murari esterni sono organizzati prevalentemente a corsi regolari in blocchi squadrati di tufo, alternati a filari in laterizio; le strutture angolari sono rinforzate con blocchi squadrati di pietra di consistenti dimensioni. Lungo i fianchi longitudinali della navata sono presenti massicci contrafforti murari che corrispondono ai setti murari che individuano le cappelle laterali. I setti murari che separano le navate sono impostati su archeggiature gravanti su massicce colonne costituite da rocchi in rosso ammonitico, controventate lungo la linea di imposta da tiranti metallici; è presente una catena in ferro di controventatura dell’arco che separa il presbiterio dal coro. I paramenti murari esterni si presentano in parte in muratura a vista, e in parte con intonacatura a base di calce; le pareti interne sono intonacate e decorate con pitture murali.
Strutture di orizzontamento e/o voltate
La navata centrale dell’aula ed il presbiterio sono coperti da volte a botte, a sviluppo ogivale appena accennato quella del presbiterio, con decorazione pittorica a finti cassettoni policromi con rosetta centrale. Lungo le navate laterali si sviluppano una teoria di volte a crociera con decorazioni a tempera a motivi vegetali. La crociera del transetto è sovrastata da una volta ad ombrello a pianta quadrata, suddivisa in dodici spicchi in cui sono dipinti “Angeli musicanti” disposti a cerchio; entrambi i bracci del transetto sono coperti da una volta a crociera nelle cui vele sono dipinti i “Quattro Dottori della Chiesa Occidentale” (lato meridionale) e gli “Evangelisti” (lato sinistro); le decorazioni pittoriche delle volte del transetto, eseguite tra il 1498 ed il 1499, sono attribuite a Domenico Morone. Il coro è chiuso da un catino absidale a cinque vele, semplicemente intonacato. Le strutture voltate sono realizzate in muratura portante, rinforzate mediante costolonature e nervature estradossali.
Coperture
Copertura a due falde in corrispondenza della navata centrale dell’aula, con struttura portante costituita da sette capriate lignee a schema statico semplice con monaco centrale; copertura ad unico spiovente lungo le navate minori, sostenuta da terzere longitudinali innestate nei setti murari trasversali che definiscono le cappelle laterali; la crociera del transetto presenta una copertura a padiglione a pianta quadrata a quattro falde; copertura a due falde a chiusura dei bracci laterali del transetto e del presbiterio (con terminazione a padiglione a tre falde in corrispondenza del coro), con struttura portante costituita da una trave di colmo centrale e falsi puntoni laterali in pendenza; orditura secondaria composta da arcarecci e travetti con sovrapposte tavelle in cotto; manto in coppi di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell’aula, del transetto e del presbiterio è realizzata in quadrotte alternate di marmo rosso Verona e pietra bianca posate a corsi diagonali; sono presenti lastre sepolcrali con iscrizioni; la quota rialzata del transetto è raggiungibile, dalla navata centrale, risalendo sei gradini in nembro rosato, e cinque in corrispondenza delle navate minori; il pavimento del coro presenta un rivestimento ligneo.
Prospetti interni
L’interno della chiesa, sobrio ed austero, è caratterizzato da un’articolata composizione spaziale ed architettonica, con elemento baricentrico costituito dalla crociera del transetto, illuminato dalle ampie finestrature sommitali. L’aula plebana è articolata in tre navate, separate da archeggiature sostenute da massicce colonne in rosso ammonitico, con capitelli riccamente modanati; nel settore sommitale delle pareti d’ambito della navata centrale si svolge un ciclo d’affreschi raffigurante “Storie bibliche”, illuminate dall’ampia finestratura a termale presente in facciata; archeggiature rinascimentali con piedritti in marmo rosso e capitelli scolpiti introducono le cappelle laterali lungo le navate minori; le pareti del transetto sono interamente affrescate con finte architetture classicheggianti, nicchie con Santi e scene bibliche; ai lati del presbiterio sono poste due grandi tele realizzate da Paolo Farinati; superato il maestoso apparato marmoreo dell’altare maggiore, si accede al coro, lungo le cui pareti si svolge il coro ligneo in noce scuro, intagliato ed intarsiato da Fra’ Giovanni da Verona; al centro della parete absidale è posta la pala dell’”Assunta” di Giacinto Brandi (1672), inserita in una fastosa gloria di marmo aperta da angioletti.
Prospetti esterni
I prospetti esterni della chiesa, dalle linee armoniche ed equilibrate, si presentano con paramento murario in buona parte a vista, a corsi in blocchi squadrati di tufo alternati a filari in cotto; i fianchi longitudinali dell’aula si articolano in due registri, corrispondenti alla suddivisione delle navate interne; le pareti sono coronate da una cornice in cotto con modanatura a dentelli, con sottostante cornice ad archetti pensili trilobati in corrispondenza della navata maggiore.
Campanile
Torre campanaria addossata al fianco meridionale del presbiterio. Basamento a pianta quadrangolare. Fusto edificato in mattoni di laterizio faccia a vista. Lo scandiscono tre cornici marcapiano. Cella campanaria ad ampie bifore a tutto sesto sormontate da un piccolo oculo. Copertura a cupolino poggiante su un alto tamburo a pianta ottagonale.
Cripta
Ambiente ipogeo sottostante la crociera del transetto ed il presbiterio della chiesa superiore, con impianto planimetrico ad unica aula a pianta rettangolare articolata in tre navate separate da due file di cinque colonne, e con presbiterio a sviluppo poligonale a cinque lati rialzato di un gradino. Le strutture di elevazione sono realizzate in muratura portante di pietrame misto legato con malta di calce, composto da blocchi di pietra calcarea, tufo e mattoni pieni in laterizio. L’aula è coperta da una teoria di volte a crociera in muratura; il presbiterio è sovrastato da una pseudo volta ad ombrello. La pavimentazione è realizzata in pianelle di cotto posate a “spina di pesce”. Lungo le pareti si conservano deboli tracce di affreschi. Sulla parete di fondo dell’aula si riconoscono gli ingressi murati attraverso i quali si accedeva alla chiesa plebana. Le colonne a sostegno delle strutture voltate sono in gran parte costituite da materiale di spoglio romano.
Sacrestia
Collocata sul lato settentrionale del presbiterio, l’antica sacrestia si presenta costituita da un’aula rettangolare conclusa con una modesta absidiola quadrangolare emergente di ampiezza ridotta, in cui si conserva un altare in marmi policromi sovrastato da una cornice architettonica che racchiude la tela raffigurante l’”Estasi di S. Francesco d’Assisi” (Alessandro Turchi detto l’Orbetto, 1644). L’aula è coperta da un’ampia volta a botte ribassata, controventata con tiranti metallici, che si raccorda alle parete laterali mediante una teoria di unghie su peducci pensili; nelle lunette e nel settore superiore dei prospetti, si svolge il ciclo pittorico realizzato tra il 1505 ed il 1506 da Francesco Morone, articolato su più registri, in cui sono raffigurati busti di papi che vestirono l’abito di S. Benedetto e gruppi di Benedettini usciti da famiglie regali. Lungo la parete destra si svolge un’armadiatura lignea con cassapanca, decorata con otto specchiature in cui sono dipinti episodi del Nuovo Testamento; lungo la parete opposta poggia la spalliera in noce intagliata ed intarsiata, capolavoro di Fra’ Giovanni da Verona realizzato tra il 1519 ed il 1523. La pavimentazione è realizzata in quadrotte alternate in marmo rosso Verona e pietra bianca.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1965-1970)
Realizzazione della nuova area presbiteriale in corrispondenza della crociera del transetto, oltre la balaustrata dell’antico presbiterio, in cui sono posti, rialzati su una pedana lignea, l’altare rivolto verso l’assemblea, l’ambone e la sede. Si conserva l’altare maggiore pre-conciliare con il tabernacolo.
altare - aggiunta arredo (1965-1970)
Nuovo altare mobile in legno intagliato rivolto verso l’assemblea.
sede - aggiunta arredo (1965-1970)
Sedile mobile in legno intagliato collocato sul retro dell’altare, in posizione laterale.
ambone - aggiunta arredo (1965-1970)
Leggio ligneo sorretto da due angioletti in legno scolpito e dorato, rivolto verso l’aula e collocato a lato dell’altare.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Verona
Vicariato Foraneo di Verona Centro
Parrocchia di Santa Maria Assunta

Piazzetta S. Maria in Organo - Verona (VR)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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