CEI - Conferenza Episcopale Italiana - Servizio Informatico - Ufficio Nazionale per i Beni culturali Ecclesiastici e l'edilizia di culto
20/4/2024 Diocesi di Verona - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di Santa Maria Assunta <Verona>
Data ultima modifica: 06/06/2019, Data creazione: 8/3/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta


Altre denominazioni S. Maria Assunta - Cattedrale


Autore(Ruolo)  India, Francesco, il Moro (catino absidale e arco trionfale, dec. ad affresco)
Sanmicheli, Michele (tornacoro, costruzione )
Brugnoli, Bernardino (campanile, rinnovamento )
Fagiuoli, Ettore (campanile, soprelevazione e completamento )
Forti, Giorgio (facciate, campanile e copertura, restauro)
Molon, Marco (cripta dei vescovi, costruzione)
Manni, Giancarlo (copertura, restauro e consolidamento)



Ambito culturale (ruolo)  architettura paleocristiana (origini e costruzione)
architettura paleocristiana (costruzione )
architettura altomedievale (costruzione )
architettura romanica (costruzione )
architettura rinascimentale (ampliamento e rinnovamento)
arte rinascimentale (catino absidale, decorazione ad affresco)
architettura rinascimentale (tornacoro, costruzione)
architettura rinascimentale (campanile, rinnovamento)
architettura rinascimentale (facciata, rinnovamento)
architettura moderna (pavimento, rifacimento)
architettura contemporanea (campanile, soprelevazione e completamento)
architettura contemporanea (restauro e consolidamento statico )
architettura contemporanea (facciate, campanile e copertura, restauro )
architettura contemporanea (cripta dei Vescovi, costruzione)
architettura contemporanea (copertura, restauro e consolidamento statico )



Notizie storiche  IV sec. - IV sec. (origini e costruzione intero bene )
Il primo edificio di culto nell'area dell'attuale Cattedrale risale alla prima metà del IV sec. Tale edificio, a tre navate e con una sola abside, è parzialmente visibile sotto la chiesa di S. Elena. Nella seconda metà del secolo IV, verosimilmente durante l'episcopato del vescovo Zeno (362-380 ca.) la piccola basilica fu dotata di riscaldamento ad ippocausto (che comportò la soprelevazione dei livelli pavimentali) e decorata con eleganti mosaici.
V sec. - V sec. (costruzione intero bene )
Nella seconda metà del V sec. fu edificata una seconda basilica (tutt'ora visibile, in parte sotto la chiesa di S. Elena ed in parte nel chiostro capitolare), più capiente della precedente, che fu parzialmente demolita. Il nuovo edificio, a tre navate con unica abside centrale, nartece preceduto da un quadriportico e pavimento decorato a mosaico, si caratterizzava per una lunga e stretta passerella rialzata, detta solea, che si incuneava all'interno della navata centrale.
VIII sec. - VIII sec. (costruzione intero bene )
Sul finire dell'VIII sec. la basilica paleocristiana del V sec. fu dismessa, forse perché devastata da un incendio o da un terremoto. Poco più tardi, a sud della stessa, fu edificata una nuova chiesa (o, secondo alcuni storici, fu ampliato e rinnovato un pre-esistente edificio di culto ), intitolata a S. Maria Matricolare.
VIII sec. - IX sec. (trasferimento sede episcopale carattere generale )
Pare accertato che originariamente la cattedrale di Verona corrispondesse all'antica chiesa di S. Stefano Protomartire (extra moenia), nella quale sono effettivamente stati seppelliti i primi vescovi della città. Sul finire dell'VIII sec. la sede episcopale fu definitivamente trasferita presso la nuova (o restaurata) chiesa di S. Maria Matricolare, situata all'interno delle mura cittadine (intra moenia). Il primo vescovo seppellito nella cattedrale "intra moenia" fu Annone (750-780).
IX sec. - IX sec. (restauro e rinnovamento intero bene )
Entro la prima metà del IX sec. la chiesa di S. Maria Matricolare fu restaurata e rinnovata per volere del vescovo di Verona Ratoldo (803-840) e dell'Arcidiacono Pacifico (776-844), figura di spicco nel panorama ecclesiastico del tempo. Contestualmente prese il via un organico programma di riorganizzazione degli spazi destinati ai chierici, come la "schola sacerdotum" (già documentata a partire dal VI sec.), lo "xenodochium" (o ospedale di S. Maria al Domo), il chiostro, i locali di rappresentanza e più in generale di tutto il quartiere.
1120 - 1120 post (costruzione intero bene )
Nel XII sec., in seguito alle devastazioni provocate dal terremoto del 1117, la cattedrale di S. Maria Matricolare fu riedificata in forme romaniche (a partire dal 1120). Ignoto il progettista del nuovo tempio, mentre è accertata la paternità del portale d'ingresso a doppio protiro, opera di Nicolò da Ferrara (sul coronamento esterno del protiro inferiore corre la seguente iscrizione:"Arteficem gnarum qui sculpserit hec Nicolaum hunc cuncurrentes laudant per secula gentes"). Un qualche ruolo nella fabbrica ebbe anche tale maestro "Pelegrinus", la cui firma è incisa su un arco raffigurante "Cristo tra i SS. Pietro e Paolo", oggi conservato presso il Museo Civico di Castelvecchio.
1183/09/13 - 1183/09/13 (consacrazione carattere generale )
Il nuovo edificio fu consacrato in data 13 settembre 1187 dal pontefice Urbano III (1185-1187).
XV sec. - XVI sec. (ampliamento e rinnovamento intero bene )
Tra la prima metà del XV sec. e la fine del XV sec. l'edificio fu ampliato e rinnovato con la sopraelevazione delle navate alla quota attuale, la sostituzione dei colonnati con due serie di quattro robusti pilastri a fascio, la copertura interna con volte a crociera e l'apertura delle cappelle laterali (tra le quali si ricordano la cappella Memo e la cappella della Madonna del Popolo, più profonde e ampie delle altre).
1534 - 1534 (decorazione ad affresco catino absidale e arco trionfale)
Del 1534 è la decorazione ad affresco del catino absidale e dell'arco trionfale con un ciclo di soggetto mariano, opera del pittore Francesco Torbido.
1534 - 1550 ca (costruzione tornacoro )
Tra il 1534 ed il 1550 circa fu realizzato il tornacoro su progetto dell'arch. Michele Sanmicheli.
1575 - 1579 (rinnovamento campanile )
La torre campanaria fu innalzata (su una pre-esistente di epoca romanica) tra il 1575 ed il 1579 su progetto "provvisorio" dell'arch. Bernardino Brugnoli.
1587 - 1587 (rinnovamento facciata )
La facciata fu rinnovata nelle forme attuali nel 1587.
1880 - 1880 (rifacimento pavimento)
Nel 1880, per volere del vescovo di Verona Luigi di Canossa (1861-1900), fu rifatto il pavimento in marmo bianco e nero.
1913 - 1931 (sopraelevazione e completamento campanile )
La torre campanaria fu completata e sopraelevata alla quota attuale tra il 1913 ed il 1931, su progetto dell'arch. Ettore Fagiuoli.
1979 - 1987 (restauro e consolidamento statico intero bene )
Tra il 1979 ed il 1987 si registrano importanti lavori di restauro conservativo e consolidamento statico: consolidamento delle fondamenta, riordino del manto di copertura, rafforzamento della facciata, restauro del protiro in facciata, pulitura e restauro degli affreschi del catino absidale, realizzazione della nuova area presbiterale.
2005 - 2009 (restauro facciate, campanile e copertura)
Tra il 2005 ed il 2009 si registrano i seguenti interventi: restauro delle facciate e del campanile, manutenzione straordinaria delle coperture nord ed est. Progetti a firma dell'arch. Giorgio Forti.
2011 - 2012 (costruzione cripta dei vescovi )
Risale al biennio 2011-2012 l'intervento di restauro, risanamento conservativo e riadeguamento liturgico dell’area presbiterale e delle tombe dei Vescovi Veronesi. Progetto a firma dell'arch. Marco Molon.
2013 - 2015 (restauro e consolidamento copertura navata centrale )
Intervento di restauro e consolidamento statico delle strutture portanti della copertura della navata centrale. Progetto a firma dell'arch. Giancarlo Manni.



Descrizione  Il primo edificio di culto nell'area della attuale Cattedrale risale alla prima metà del IV sec. Tale edificio, a tre navate e con una sola abside, è parzialmente visibile sotto la chiesa di S. Elena. Nella seconda metà del V sec. fu edificata una seconda basilica più capiente della precedente, che fu parzialmente demolita. Sul finire dell'VIII sec. la basilica paleocristiana del V sec. fu dismessa. Poco più tardi, a sud della stessa, fu edificata una nuova chiesa intitolata a S. Maria Matricolare. Sul finire dell'VIII sec. la sede episcopale fu definitivamente trasferita dalla chiesa di S. Stefano protomartire "extra moenia" alla chiesa di S. Maria Matricolare "intra moenia". Entro la prima metà del IX sec. fu restaurata e rinnovata per volere del vescovo di Verona Ratoldo (803-840) e dell'Arcidiacono Pacifico (776-844), figura di spicco nel panorama ecclesiastico del tempo. Contestualmente prese il via un organico programma di riorganizzazione degli spazi destinati ai chierici, come la "schola sacerdotum" (già documentata a partire dal VI sec.), lo "xenodochium" (o ospedale di S. Maria al Domo), il chiostro, i locali di rappresentanza e più in generale di tutto il quartiere. Nel XII sec., in seguito alle devastazione provocate dal terremoto del 1117, la cattedrale di S. Maria Matricolare fu riedificata in forme romaniche (a partire dal 1120). Il nuovo edificio fu consacrato in data 13 settembre 1187 dal pontefice Urbano III (1185-1187). Tra la prima metà del XV sec. e la fine del XV sec. l'edificio fu ampliato e rinnovato con la soprelevazione delle navate alla quota attuale, la sostituzione dei colonnati con due serie di quattro robusti pilastri a fascio, la copertura interna con volte a crociera e l'apertura delle cappelle laterali. Tra il 1913 ed il 1931 la torre campanaria fu soprelevata alla quota attuale su progetto dell'arch. Ettore Fagiuoli. Esternamente l'edificio si presenta con facciata a salienti rivolta a occidente. Torre campanaria addossata al fianco meridionale della chiesa. Impianto planimetrico di tipo basilicale a tre navate separate da archeggiature a sesto leggermente acuto impostate su massicci pilastri polilobati in marmo rosso Verona; la navata maggiore si prolunga con il presbiterio protetto dal tornacoro colonnato Sanmicheliano, rialzato di tre gradini e concluso con il coro a sviluppo semicircolare; lungo i fianchi delle navate laterali si dispongono otto altari minori accolti all’interno di cappelle o semi-cappelle laterali emergenti ed inseriti entro articolate architetture dipinte; a conclusione delle navate laterali sono poste le due cappelle maggiori: la cappella della Madonna del Popolo (o Malaspina) a sinistra, e la cappella del Santissimo Sacramento (o Memo), a destra. Un imponente ciclo pittorico con scene e personaggi biblici inseriti all’interno di una architettura classica dipinta, realizzato da Francesco Torbido su disegni preparatori di Giulio Romano, ricopre le superfici delle pareti del presbiterio, della volta sferica di copertura e del catino absidale. Navata maggiore e navate laterali sono coperte da una teoria di volte a crociera in muratura con nervature diagonali in marmo rosso Verona modanate, e scandite tra loro da ampi arconi ogivali. La pavimentazione dell’aula è realizzata in quadrotte in pietra bianca e marmo grigio posate a corsi obliqui, riquadrate con bordature in marmo rosso Verona e marmo bianco, e con cornici grecate in marmo grigio e bianco; la pavimentazione del presbiterio è caratterizzata da una composizione geometrica con intarsi in marmi policromi (marmo rosso Verona, marmo bianco e grigio). Copertura a due falde a chiusura della navata centrale, ad unico spiovente lungo le navate minori, con struttura portante costituita da capriate e travature lignee; manto in coppi di laterizio.

Pianta
La chiesa presenta un impianto planimetrico ad unica ampia aula rettangolare con asse maggiore longitudinale, suddivisa in tre navate separate da due file di quattro pilastri a sezione polilobata ed articolate ciascuna in cinque campate; la navata maggiore si prolunga con il presbiterio emergente a pianta ellissoidale, rialzato di tre gradini, protetto dal tornacoro semicircolare Sanmicheliano, e concluso con il coro, anch’esso a sviluppo semicircolare; l’attuale area presbiterale occupa la penultima campata della navata maggiore. Lungo i fianchi delle navate laterali si dispongono otto altari minori, quattro su ciascun lato e fra loro prospicienti, inseriti all’interno di cappelle o semi-cappelle laterali emergenti; lungo la navata sinistra si collocano la cappella Cartolari-Nichesola (con l’altare dell’Assunzione), la cappella Abbazia-Lazzari (dedicata al Santissimo Corpo di Gesù Cristo), la cappella Cartolari (intitolata a S. Michele Arcangelo) e la cappella della Madonna del Popolo (detta anche Malaspina); lungo la navata destra si incontrano la cappella Dionisi, la cappella Calcasoli, la cappella Emilei (dedicata alla Trasfigurazione di Cristo) e la cappella del Santissimo Sacramento (detta anche Memo); da quest’ultimo ambiente è possibile accedere alla sottostante cripta dei Vescovi veronesi. A lato dell’arco trionfale del presbiterio si collocano la cappella Maffei, a sinistra, e la cappella Mazzanti (dedicata ai Santi Francesco ed Agata). Lungo il fianco sinistro dell’aula, in posizione intermedia alle due ultime cappelle, avviene l’accesso al locale della sacrestia. L’ingresso principale si apre al centro della parete di facciata, protetto all’esterno da un protiro raggiungibile dall’ampio sagrato antistante risalendo una breve scalinata; lungo entrambe le navate minori è presente un’entrata laterale. Sul lato meridionale della chiesa, a conclusione della navata destra, si addossa la torre campanaria.
Facciata
Facciata a salienti, edificata in conci alternati di tufo e cotto. Due contrafforti a sezione triangolare la tripartiscono. Al centro si apre il portale d'ingresso strombato impreziosito da sculture raffiguranti Santi e i due paladini Orlando e Uliviero, e sormontato da una lunetta decorata con rilievi policromi (raffiguranti "la Madonna in trono con Bambino") e protetto da un doppio protiro con colonnine tortili poggianti su grifi stilofori (opera del maestro Nicolò, 1139 ca.). Sull'architrave tre medaglioni scolpiti con le allegorie delle virtù teologali. Un ampio oculo e due alte bifore ogivali quattrocentesche illuminano l'interno dell'edificio. Oltre il rosone campeggia lo stemma del cardinale e vescovo di Verona Agostino Valier, artefice del rinnovamento della facciata nelle forme attuali (1587).
Strutture di elevazione
Le strutture di elevazione sono realizzate in muratura portante con paramento murario esterno a vista, caratterizzato dall’alternanza di corsi in blocchi squadrati di tufo e filari regolari in mattoni pieni di laterizio legati con malta di calce; la struttura absidale è realizzata interamente in blocchi di tufo e pietra calcarea; lungo i fianchi longitudinali sono presenti contrafforti murari; i setti murari a separazione delle navate e le strutture voltate si impostano su arconi in muratura gravanti su massicci pilastri in marmo rosso Verona; le pareti interne presentano un rivestimento ad intonaco decorato con pitture murali.
Strutture di orizzontamento e/o voltate
Le campate in cui sono articolate la navata centrale e le navate minori sono coperte da una teoria di volte a crociera in muratura con nervature diagonali in marmo rosso Verona modanate, e scandite tra loro da arconi ogivali anch’essi in marmo rosso Verona e controventati mediante tiranti metallici. La volta a botte che sovrasta il presbiterio e la calotta semisferica del catino absidale sono decorate con affreschi realizzati nei primi decenni del Cinquecento da Francesco Torbido su disegni di Giulio Romano, raffiguranti scene e personaggi biblici inseriti all’interno di una architettura classica dipinta.
Coperture
Copertura a due falde a chiusura della navata centrale, con struttura portante costituita da un sistema di ventisette capriate lignee a schema statico composito con controcatena e tre monaci; entrambe le navate minori sono suddivise, a livelli del sottotetto, in cinque campate tra loro comunicanti mediante setti murari trasversali, con copertura ad unica falda sostenuta, per ciascuna campate, da quattro capriate zoppe; copertura a due falde in corrispondenza del presbiterio, e a padiglione a sviluppo semicircolare a chiusura del coro; orditura secondaria di tipo tradizionale costituita da arcarecci e travetti in pendenza con sovrapposte tavelle in cotto; manto in coppi di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell’aula è realizzata in quadrotte alternate in pietra bianca e marmo grigio, posate a corsi obliqui, riquadrate con bordature in marmo rosso Verona e marmo bianco, e con cornici grecate in marmo grigio e bianco; sono presenti lastre sepolcrali con iscrizioni. La pavimentazione del presbiterio, rialzata con tre gradini in pietra bianca, è caratterizzata da un’articolata composizione geometrica realizzata con intarsi in marmi policromi (marmo rosso Verona, marmo bianco e grigio).
Prospetti interni
L’interno della chiesa si presenta come un vasto e grandioso spazio unitario, articolato lungo l’asse longitudinale dell’aula in tre navate separate da archeggiature a sesto leggermente acuto impostate su massicci pilastri polilobati in marmo rosso Verona, e che sembra dilatarsi oltre i muri perimetrali smaterializzati dalle architetture dipinte in cui si inseriscono le cappelle laterali con altare. La composizione d’insieme indirizza lo sguardo ed il percorso del fedele verso la cappella maggiore, l’antico presbiterio, delimitato dall’elegante tornacoro Sanmicheliano a sviluppo semicircolare con intensi effetti chiaroscurali, con alto basamento su cui si imposta una teoria di colonne ioniche a sostegno della trabeazione modanata con candelabri; un imponente ciclo pittorico con scene e personaggi biblici inseriti all’interno di una architettura classica dipinta, realizzato da Francesco Torbido su disegni preparatori di Giulio Romano, ricopre la superficie muraria delle pareti e delle strutture voltate del presbiterio. Lo spazio interno è pervaso da una soffusa illuminazione naturale che si irradia dalle finestrature in facciata e dagli oculi circolari presenti nel settore sommitale della navata maggiore; ampie finestrature centinate illuminano il presbiterio.
Prospetti esterni
I prospetti esterni della chiesa, dalle linee armoniche ed equilibrate, con paramento a corsi di conci squadrati in tufo alternati a filari in cotto a vista, sono articolati in due registri lungo i fianchi longitudinali dell’aula, corrispondenti alla suddivisione delle navate interne, entrambi scanditi da contrafforti con pinnacolo sommitale, e coronati da una cornice sottogronda modanata, con fregio scolpito a bassorilievi lungo le navate minori; il registro inferiore è caratterizzato dai volumi emergenti delle cappelle laterali; oculi circolari si aprono nel settore superiore; il fronte orientale (presbiterio) è coronato da una cornice ad archetti pensili; il volume semicilindrico dell’abside è scandito da una fitta teoria di sottili lesene con capitello scolpito, impostate su una risega basamentale, e che si raccordano alla cornice sommitale con fregio decorato a bassorilievo.
Campanile
Torre campanaria addossata al fianco meridionale della chiesa. Basamento a pianta quadrangolare di epoca romanica. Fusto massiccio, interamente edificato in conci squadrati di pietra calcarea bianca. Imponente cella campanaria a pianta ottagonale poggiante su un basamento a pianta quadrangolare coronato da balaustrata. La sormonta un tamburo sul quale avrebbe dovuto poggiare la copertura a cuspide prevista dal progetto, mai realizzata.
Cappella della Madonna del Popolo
Collocata a conclusione della teoria di cappelle che si svolge lungo la navata sinistra, la cappella della Madonna del Popolo, rialzata di due gradini rispetto l’aula e protetta da balaustra, si configura come un ambiente a pianta quadrata spazialmente ed architettonicamente autonomo, coperto da una cupola decorata con rilievi in stucco impostata su un tamburo cilindrico scandito da colonnine e lesene con capitelli modanati, a cui si alternano nicchie contenenti le statue dei Profeti; i quattro pennacchi angolari sono ornati con la raffigurazione degli Evangelisti realizzati in stucco; i prospetti interni, con rivestimento in lastre di marmo, sono cinti da una trabeazione modanata sostenuta alle estremità da lesene con capitelli d’ordine composito; al centro della parete di fondo un arco sostenuto da colonne accoglie l’altare in marmi policromi con la statua lignea della Madonna con il Bambino; la pavimentazione è realizzata con intarsi in marmi policromi.
Cappella Memo
Collocata a conclusione della teoria di cappelle che si svolge lungo la navata destra, la cappella del Santissimo Sacramento (o cappella Memo), rialzata di due gradini rispetto l’aula e protetta da balaustra, si configura come un ambiente a pianta quadrata con una modesta absidiola emergente, caratterizzato da un ricco apparato decorativo scenografico di gusto tardo-barocco; la cappella è coperta da una cupola costolonata decorata con rilievi in stucco, impostata su un tamburo cilindrico cinto da balaustra e scandito da lesene binate a cui si alternano nicchie contenenti le statue raffiguranti gli Evangelisti; i quattro pennacchi angolari sono ornati con la raffigurazione dei Padri della Chiesa realizzati in stucco; i prospetti interni, con rivestimento in lastre di marmo, sono cinti da una trabeazione modanata sostenuta alle estremità da lesene con capitelli d’ordine composito; nell’abside, inquadrato da un arco sostenuto da colonne, è posto l’altare in marmi policromi sovrastato da un drappo marmoreo con putti in cui si inserisce la pala di Giambattista Burato (XVIII sec.) raffigurante l’”Istituzione dell’Eucarestia"; la pavimentazione è realizzata con intarsi in marmi policromi. Da questo ambiente, una doppia scalinata curva conduce all’ambiente ipogeo della cripta dei Vescovi di Verona, costituito da una sala a pianta rettangolare di ridotte dimensioni, verso cui affacciano dodici loculi e dodici piccoli ossari; le pareti interne sono rivestite interamente in marmo rosa Egeo levigato, con una texture a triangoli equilateri che connota la superficie della pavimentazione e del soffitto.



Adeguamento liturgico  presbiterio - intervento strutturale (1987)
Realizzazione della nuova area presbiterale secondo le prescrizioni del Concilio Vaticano II, in corrispondenza della penultima campata della navata maggiore. Su un ampio basamento quadrangolare rialzato di due gradini e pavimentato con marmi policromi, trovano sede il nuovo altare in marmo scolpito rivolto verso l’assemblea, l’ambone, la cattedra del presidente e gli stalli dei concelebranti. Progetto a cura degli architetti veronesi Giancarlo Pellegrini Cipolla e Oreste Valdinoci.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Verona
Vicariato Foraneo di Verona Centro
Parrocchia di Santa Maria Assunta-Cattedrale

Piazza Duomo - Verona (VR)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
Tutti i dati sono riservati. Non e' consentita la riproduzione, il trasferimento, la distribuzione o la memorizzazione di una parte o di tutto il contenuto delle singole schede in qualsiasi forma. Sono consentiti lo scorrimento delle pagine e la stampa delle stesse solo ed esclusivamente per uso personale e non ai fini di una ridistribuzione.