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Chiesa della Natività di Maria <Sorgà>
Data ultima modifica: 31/05/2019, Data creazione: 8/3/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa della Natività di Maria


Altre denominazioni Chiesa di Santa Maria Nascente


Autore(Ruolo)  Brusasorzi, Agostino (decorazione ad affresco)
Giacomelli, Paolo (restauro conservativo)



Ambito culturale (ruolo)  architettura altomedievale (origini e costruzione)
architettura rinascimentale (ricostruzione)
arte rinascimentale (decorazione ad affresco)
architettura barocca (manutenzione)
architettura neoclassica (restauro)
architettura contemporanea (restauro conservativo)



Notizie storiche  939 - 1167 (origini e costruzione intero bene)
La chiesa di Sorgà è attestata per la prima volta in un documento testamentario del 939. Nello specifico Odalberta, moglie di Aliverto del castello di Erbè, donò al monastero benedettino di S. Maria in Organo in Verona alcuni possedimenti ubicati presso la "Ecclesia beatissime Sancte Marie ubi dicitur Suregada", cioè presso la chiesa della Natività di Maria di Sorgà. Ciò permette di asserire che una chiesa a Sorgà esisteva almeno dal X sec. e che essa, sin dalle sue origini, dipese dai benedettini di S. Maria in Organo. Ciò è confermato dalla bolla pontificia emanata da Papa Alessandreo III nel 1167, nella quale sono elencate le chiese ed i possedimenti del monastero di S. Maria in Organo; tra questi figura anche la "cappellam Sancte Marie de Surgada cum omnibus pertinentijs suis". In tale documento si ribadiva inoltre la dipendenza di S. Maria in Organo e di tutte le sue pertinenze, cappelle comprese, al Patriarca di Aquileia.
1444 - 1444 (passaggio di proprietà carattere generale)
Nel secondo decennio del XV sec. il monastero di S. Maria in Organo, e con esso i suoi possedimenti, tra cui la chiesa di Sorgà, passarono in commenda alla famiglia patrizia veneziana dei Correr. Nel 1444 i Correr, dopo aver ottenuto il consenso di Papa Eugenio IV, cedettero S. Maria in Organo e dipendenze ai Benedettini Olivetani.
1527 - 1532 (visita pastorale del vescovo Giberti carattere generale)
Nel 1527 Antonio de Becharis, suffraganeo del vescovo Giberti (1524-1543), giunse a Sorgà in visita pastorale. Dopo aver visitato l'edificio riferì nel suo verbale che "ecclesia vero indiget reparatione" dal momento che gran parte dei fedeli non possono assistere alle funzioni per le dimensioni troppo anguste dell'edificio. Nel 1532 il vescovo Giberti, giunto personalmente a Sorgà, lamentava l'assenza del campanile ("ecclesia indiget campanili") e la vetustà dell'edificio, che in effetti esisteva almeno sin dal X sec.
1534 - 1535 (ricostruzione intero bene)
Spinto dalle richieste del vescovo Giberti, l'abate olivetano di S. Maria in Organo, Bartolomeo Martini, prese la decisione di metter mano alla chiesa di Sorgà, non solo ampliandola ma costruendone una ex novo, più capiente. Come capo mastro fu incaricato tale Zuane Antonio Busato. I lavori presero il via di lì a poco. L'edificio, rimasto pressochè inalterato fino ai giorni nostri, venne realizzato in cotto, con facciata a capanna ed interno ad aula unica con copertura a capriate di legname e tegole. In tale occasione la chiesa venne dotata anche della torre campanaria. I lavori ebbero conclusione nel 1535.
1535 - 1535 (decorazione ad affresco interno)
Nel 1535, terminata la costruzione della chiesa, si passò alla decorazione ad affresco delle pareti interne. L'abate Bartolomeo Martini commissionò l'opera a Maestro Agostino, pittore e miniatore, padre di Domenico Brusasorzi. Interessanti il fregio che corre subito sotto la copertura lungo l'aula, il Dio Padre affrescato sull'arco trionfale e la Natività di Maria, situata nell'abside.
1571 - 1571 (passaggio di proprietà carattere generale)
Nel 1571 gli Olivetani vendettero il feudo di Sorgà, chiesa compresa, ai fratelli Gottardo e Giacomo Murari. I monaci continuavano però a riservarsi la scelta del parroco e la giurisdizione spirituale. In pratica, anche se decaduta la gestione economica, gli Olivetani continuarono ad esercitare una certa influenza religiosa fino al 1806, anno della soppressione napoleonica del monastero di S. Maria in Organo.
1646 - 1646 (manutenzione intero bene)
Nel 1646 vennero effettuati lavori di manutenzione e di riparazione alla chiesa, soprattutto sul tetto.
1739 - 1739 (restauro intero bene)
Nel 1739 il capomastro Francesco Perin restaurò chiesa e canonica.
1762 - 1762 (passaggio al clero secolare carattere generale)
A partire dall'anno 1762 S. Maria in Organo e le sue pertinenze si svincolarono dalla giurisdizione del Patriarca di Aquileia per passare sotto l'influenza della Diocesi di Verona. Anche la chiesa della Natività di Maria a Sorgà dunque, dopo otto secoli di influenza benedettina ed olivetana, passò sotto la "cura animarum" del clero secolare.
2005 - 2007 (restauro conservativo intero bene)
Tra il 2005 ed il 2007 è stato condotto un accurato restauro globale della chiesa con il recupero delle superfifci affrescate. Progetto a cura dell'arch. Paolo Giacomelli.



Descrizione  La chiesa di Sorgà, comune della bassa veronese, sul confine con il mantovano, è attestata per la prima volta in un documento testamentario del 939, nel quale Odalberta, nobile di probabili origini carolingie, donava al monastero benedettino di S. Maria in Organo di Verona alcuni possedimenti ubicati presso la "ecclesia beatissime Sancte Marie ubi dicitur Suregada", il che permette di asserire che una chiesa intitolata alla Vergine esisteva a Sorgà sin dal X sec. Di una "cappellam Sancte Marie de Suregada cum omnibus pertinentijs suis " parla anche papa Alessandro III in una bolla pontificia del 1167 nella quale vengono elencati i possedimenti del cenobio di S. Maria in Organo. In tale bolla veniva anche ribadita la dipendenza del monastero veronese, e quindi indirettamente anche di Sorgà, dal Patriarcato di Aquileia anzichè dalla Diocesi di Verona. Attorno al secondo decennio del XV sec. il monastero di S. Maria in Organo ed i suoi possedimenti (quindi anche Sorgà) passarono in commenda alla famiglia veneziana dei Correr, i quali, nel 1444 vendettero ai Benedettini Olivetani. Tra il 1534 ed il 1535 i nuovi proprietari, ritenendo la chiesa troppo angusta e vecchia, decisero di abbattere il vecchio edificio per costruirne uno ex novo. Risultò un edificio dalle forme rinascimentali, rimasto pressochè inalterato fino ai giorni nostri. L'interno venne affrescato qualche anno più tardi da Maestro Agostino, padre del pittore Domenico Brusasorzi. Nel 1571 gli Olivetani vendettero a loro volta il feudo di Sorgà ai fratelli Giorgio e Giacomo Murari, mantenendo però la giurisdizione spirituale e pastorale fino al 1796, anno in cui passò sotto le cure del clero diocesano. Tra Seicento e Settecento si intervenne più volte sull'edificio. Degli anni 2005-2007 è l'organico intervento di restauro conservativo che coinvolse tutto l'edificio chiesastico. L'edificio presenta facciata a capanna rivolta a levante. Impianto planimetrico ad unica aula rettangolare, con presbiterio a pianta quadrangolare rialzato di tre gradini, concluso con il coro a fondale piatto; lungo i fianchi dell’aula, in prossimità del presbiterio, due semi-cappelle accolgono l’altare del S. Cuore, sul lato meridionale, e l’altare della Madonna sul lato opposto. I prospetti interni sono segnati da due ampie archeggiature su esili lesene, di cui quelle prossime al presbiterio si prolungano nel vano delle cappelle laterali; una cornice modanata sottolinea l’imposta degli archi e si prolunga lungo l’intero perimetro dell’aula; un fregio affrescato conclude le pareti della navata; il presbiterio, introdotto dall’arco trionfale decorato dall’Annunciazione affrescata da Agostino Brusasorzi, conserva numerosi lacerti di un ciclo di affreschi con geometrie a colori vivaci e specchiature con paesaggi e figure. La navata è coperta dalla sovrapposta struttura di copertura a capanna con travature lignee e capriate a vista; il presbiterio è sovrastato da una volta a botte con decorazioni ad affresco. La pavimentazione della navata è realizzata con quadrotte di marmo rosso Verona e marmo biancone; il presbiterio è pavimentato con piastrelle quadrate di breccia rosata, inserite in un reticolo a maglie quadrate realizzato con listelli di pietra bianca e tozzetti di marmo nero.

Pianta
Impianto planimetrico ad unica ampia aula rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta quadrangolare di larghezza ridotta rispetto l’aula, rialzato di tre gradini e protetto da balaustra, concluso con il coro a fondale piatto. Lungo i fianchi longitudinali dell’aula, in prossimità del presbiterio, si aprono due semi-cappelle emergenti, una su ciascun lato e tra loro prospicienti, in cui sono collocati rispettivamente l’altare del S. Cuore (già di S. Bartolomeo, poi di S. Antonio di Padova), lungo il fianco meridionale, e l’altare della Madonna sul lato opposto. La torre campanaria si eleva addossata al fianco settentrionale del presbiterio; sullo stesso lato insiste anche l’ambiente della sacrestia, comunicante con il coro. In aderenza al fianco destro della navata si colloca l’oratorio del SS. Sacramento, con prospetto principale allineato alla facciata della chiesa e tra loro comunicanti mediante un’apertura ricavata nella parete settentrionale della chiesa. L’ingresso principale, con bussola lignea interna, si apre al centro della facciata principale ed è preceduto da una breve scalinata esterna; lungo il fianco settentrionale della navata è presente un ingresso laterale.
Facciata
Facciata a capanna rivolta a levante. Una scalinata a sei gradoni conduce all'ingresso, incorniciato da due lesene prive di capitello e costituito da un portale di forma rettangolare in marmo rosa sovrastato da un frontone, anch'esso in marmo rosa. Più in alto sono aperte due monofore ed un grande oculo. Lungo il sottogronda corre una cornice a denti di sega in laterizio. Sul vertice sommitale campeggia una croce in ferro infissa in un supporto litico. Adiacente la facciata della chiesa è quella dell'oratorio, in stile barocco.
Strutture di elevazione
Le strutture di elevazione sono realizzate in muratura portante di mattoni pieni di laterizio, a tessitura regolare, legati con malta di calce. I paramenti esterni si presentano in prevalenza intonacati, o con limitate porzioni di muratura lasciata a vista. La torre campanaria e gli ambienti minori annessi lungo il fianco settentrionale della chiesa (sacrestia e corridoio coperto) sono realizzati anch’essi in muratura portante di laterizio con paramento a vista.
Strutture di orizzontamento e/o voltate
La navata è coperta dalla sovrapposta struttura di copertura a capanna con travature lignee e capriate a vista. Il vano del presbiterio è chiuso da una volta a botte in muratura intonacata e decorata con affreschi, recentemente recuperati, che disegnano un motivo geometrico policromo.
Coperture
La struttura portante della copertura a due falde sovrapposta all’aula è costituita da cinque capriate a schema statico semplice, con monaco centrale e saette di controventatura, poggianti su mensoloni lignei in corrispondenza degli innesti nelle murature; sono presenti staffature metalliche di collegamento tra le membrature lignee; orditura secondaria con arcarecci, correntini e sovrapposte tavelle di laterizio; manto di copertura in coppi di laterizio. Il presbiterio presenta una copertura a due falde, con struttura portante costituita da travature lignee, orditura secondaria di tipo tradizionale e manto in coppi di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della navata è realizzata con quadrotte alternate di marmo rosso Verona e marmo biancone posate a corsi obliqui, riprodotte in alcuni settori con piastrelle in cemento con graniglia di marmo ricomposto di simile cromia; bordatura perimetrale in nembro rosato. Il piano del presbiterio, rialzato di tre gradini in marmo rosso Verona, è pavimentato con piastrelle quadrate di breccia rosata, posate a corsi diagonali, inserite in un reticolo a maglie quadrate realizzato con listelli di pietra bianca e tozzetti quadrati di marmo nero nei punti di intersezione; un simile disegno pavimentale è presente nelle cappelle laterali.
Prospetti interni
L’interno della chiesa, oggetto di un recente intervento di restauro conservativo che ha rimosso elementi superfetativi che nel corso dei secoli ne hanno occultato l’antico assetto decorativo, si presenta caratterizzato da un semplice ed essenziale impianto spaziale e da una complessiva sobrietà ed armoniosità compositiva. I prospetti longitudinali interni sono segnati da due ampie archeggiature su esili lesene, di cui quelle prossime al presbiterio si prolungano nel vano delle cappelle laterali; una cornice modanata sottolinea l’imposta degli archi e si prolunga lungo l’intero perimetro dell’aula suddividendo le pareti in due registri sovrapposti; un fregio affrescato conclude le pareti della navata. Il presbiterio, introdotto dall’arco trionfale decorato dall’Annunciazione affrescata da Agostino Brusasorzi, conserva numerosi lacerti di un ciclo di affreschi con geometrie a colori vivaci e specchiature con paesaggi e figure; le pareti laterali presentano una zoccolatura in lastre di breccia rosata. Le pareti interne sono intonacate con finitura a marmorino.
Prospetti esterni
I prospetti longitudinali esterni della navata, in buona parte interessati dai corpi di fabbrica che vi si pongono in addossamento (a destra l’Oratorio del SS. Sacramento, a sinistra il complesso dell’antica Corte Decima), sono caratterizzati dalle emergenze delle cappelle laterali e si concludono con una cornice modanata in laterizio; il prospetto settentrionale del presbiterio è ritmato da una teoria di arcatelle cieche, testimonianze dell’antico chiostro del convento benedettino annesso alla chiesa.
Campanile
Torre campanaria adiacente alla parete settentrionale della chiesa, all'altezza del presbiterio. Pianta quadrata, fusto più spesso nella prima metà e lievemente rastremato nella seconda, a indicare diverse fasi costruttive. Interamente edificato in mattoncini di laterizio. Cella campanaria ad edicola, anch'essa in laterizio, separata dal fusto da una semplice cornice marcapiano. Copertura a quattro falde, sorretta da una trabeazione aggettante in pietra tenera. Sul vertice sommitale campeggia una croce in ferro.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (2000-2005)
Nuovo area presbiteriale collocata su pedana lignea come prolungamento verso l'aula del primo gradino dell’antico presbiterio; su di essa trovano sede l’altare ligneo rivolto verso l’assemblea, l’ambone ed il fonte battesimale. L’antico presbiterio conserva le balaustre e l'altare maggiore pre-conciliare con il tabernacolo.
altare - aggiunta arredo (2000-2005)
Altare mobile in legno intagliato e decorato rivolto verso l’assemblea.
ambone - aggiunta arredo (2000-2005)
Leggio mobile in legno intagliato e decorato, collocato a lato dell'altare.
sede - aggiunta arredo (2000-2005)
Sedili mobili con intelaiatura lignea, posizionati ai piedi dell’antico altare maggiore.
fonte battesimale - aggiunta arredo (2000-2005)
Fonte battesimale in marmo bianco scolpito con coperchio in rame sbalzato collocato a fianco dell’altare. Posizionato nei primi anni del Settecento sul lato destro della navata, in corrispondenza della porta che mette in comunicazione con l’Oratorio, agli inizi dell’Ottocento venne trasferito lungo la navata sinistra, protetto da cancellata; nel 1961 si costruì il battistero a pianta ottagonale su progetto dell’Ing. Conte Vittorio Murari Dalla Corte Bra, che occupava parte dell’Oratorio.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Verona
Vicariato Foraneo di Isola della Scala - Nogara
Parrocchia della Natività di Maria

Via Cesare Battisti - Sorgà (VR)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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