CEI - Conferenza Episcopale Italiana - Servizio Informatico - Ufficio Nazionale per i Beni culturali Ecclesiastici e l'edilizia di culto
4/5/2024 Diocesi di Milano - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di San Lorenzo <Armio , Maccagno con Pino e Veddasca>
Data ultima modifica: 11/09/2017, Data creazione: 14/7/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di San Lorenzo


Altre denominazioni S. Lorenzo


Ambito culturale (ruolo)  maestranze lombarde (costruzione)



Notizie storiche  XII - 1233 (costruzione intero bene)
La prima menzione della chiesa di S. Lorenzo ad Armio risale al 1233, quando vi celebrava un cappellano non residente. A quel tempo, infatti, il centro spirituale per tutti i paesi della Valle Veddasca (dalla riva del lago Maggiore a oltre la quota di Armio, sino ai vicini paesi di Lozzo e Biegno) era rappresentato dalla chiesa di S. Martino, nel borgo di Campagnano, dotata, coi secoli, di una precoce autonomia parrocchiale. Tutti gli abitanti della valle erano vincolati a obblighi e al mantenimento del cappellano, soprattutto durante gli offici festivi itineranti; il cappellano era nominato dai canonici del capitolo di S. Vittore a Cannobio, sino al XV sec. capo di pieve anche per l'alto Verbano lombardo. A questa prima fase documentata dalle carte rimandano i due archetti binati a 'ghiera falcata' visibili sulla torre campanaria della chiesa, indizio di una fabbrica già di qualche consistenza nella seconda metà del XII sec.
XVI - XVI (restauri e consacrazione intero bene)
Due indizi inducono a ritenere che l'antica chiesa medievale sia stata in qualche modo sottoposta a interventi in virtù di una crescente importanza della località come centro spirituale dell'alta valle. Nel 1526, per l'esattezza il 24 aprile, la chiesa di S. Lorenzo fu consacrata dal vescovo Francesco Landino. Inoltre, dal 1559, Armio si staccò dalla 'matrice' di Campagnano, rifiutando di concorrere alla spesa per la ricostruzione della chiesa in quella località e preferendo gestirsi in autonomia una nuova circoscrizione parrocchiale (ampiamente sostenuta dal card. Carlo Borromeo), alla quale furono per qualche tempo aggregate anche le vicine comunità di Lozzo e Biegno (poi ulteriormente scorporate e riaccorpate a Armio). Nel frattempo, Armio e la Valle Veddasca erano passate stabilmente nell'orbita della pieve di Valtravaglia, con capo pieve Bedero, sulla riva orientale del Verbano, circoscrizione, oggi, corrispondente al decanato di Luino.
XVII - XVII (ricostruzione intero bene)
Quale che fosse lo stato dell'antica chiesa, il S. Lorenzo di Armio fu ricostruito integralmente nell'ultimo quarto del XVII sec. Il cantiere era in corso nel 1683. Il 4.X.1685 fu benedetta la chiesa rinnovata nelle forme attuali, con navata unica, due cappelle per parte, presbiterio allungato a terminazione poligonale, nuovo e bell'altare maggiore ligneo. Il risultato fu particolarmente apprezzato dal card. Giuseppe Pozzobonelli, in visita nel 1748: chiesa "satis elegantem formam exhibens".
1734 - 1758 (ricostruzione altari laterali)
Fulcro rituale e di devozione popolare della chiesa rinnovata erano (e ancora sono) i due altari contrapposti davanti al presbiterio: della Passione, a sinistra (con bella statua dell'Ecce Homo al centro di una tradizionale processione) e dell'Immacolata, a destra, indicato dal card. Pozzobonelli nel 1748 anche come B.V. della cintura probabilmente per via della confraternita istituitavi nel 1728. In ogni caso, la cappella dell'Immacolata fu rinnovata nelle forme attuali nel 1758 con eleganti stucchi a ornamento del simulacro ligneo (oggetto di altra processione particolarmente sentita ancora oggi), già collocato alla fine del XVII sec. Alla definizione liturgica e, conseguentemente, architettonica e decorativa dei primi due altari verso l'ingresso si giunse, invece, nel tempo. Nel 1734 era terminato quello a destra dell'ingresso, dedicato a S. Carlo e creato in sostituzione di uno la cui dedicazione è ignota. Il corrispondente a sinistra era ancora privo di intitolazione nel 1748.
1770 - 1770 (completamento facciata)
Secondo Giuseppe Riva, parroco di Armio nei primi decenni del XX sec., autore di un utile volumetto edito in occasione di importanti restauri, la facciata fu completata nel 1770.
1846 - 1856 (costruzione cantoria e bussola)
A partire dal 1842 (nuova doratura dell'altare maggiore ligneo) furono avviati importanti lavori interni. La stagione fu inaugurata da Giovanni Lotti (del vicino paese di Lozzo), intagliatore, che fornì la bussola, in legno di abete (1846), e la cantoria. Quest'ultima era destinata a ospitare un organo che, tuttavia, non fu mai installato.
1867 - 1867 (costruzione balaustra presbiterio)
I lavori di rifinitura interna proseguirono un decennio dopo con la possa della nuova balaustra e la creazione di nuovi gradini di marmo davanti al presbiterio. Nel frattempo, si deduce, la prima cappella a sinistra, nel 1748 ancora sprovvista di intitolazione, era stata dedicata a S. Agnese. Nel 1874, infatti, fu acquistato un baldacchino per le processioni durante le relative feste del santo titolare, dell'Ecce Homo, della Madonna, di S. Carlo e, per l'appunto, di S. Agnese.
1877 - 1890 (decorazione interno)
Al culmine di una campagna di revisione decorativa interna, le pareti e le volte di navata e presbiterio furono sottoposti a un intervento sostanziale affidato a Natale Zaccheo, di Garabiolo, e a Cesare Nosetti. di Lozzo. Questi introdussero le "appropriate figure" sacre che ancora si conservano.
1880 - 1885 (restauri altari laterali)
Nel 1880, e secondo l'autorizzazione confermata dal Ministero di grazia, giustizia e culto, fu "rinnovata la Cappella dell'Immacolata". L'intervento fu affidato a un "lavoratore in stucco", Giovanni Pugni di Cadero e alla direzione tecnica del geometra Vittore Sartorio. Non è chiaro qualche fosse l'entità del lavoro, se semplice ripresa degli stucchi creati nel 1758 o se furono introdotte più rilevanti opere. Nel 1885 la cappella fu cinta da una balaustra; un manufatto del tutto corrispondente fu posato nella stessa occasione anche a chiusura della fronteggiante cappella della Passione.
1893 - 1895 (nuova posa pavimento)
Tra 1893 e 1895 fu posato un nuovo pavimento "di marmo" nella navata. L'opera fu patrocinata dall'oblato don Carlo Brovelli, vicario. Lo stesso "arredò" la chiesa di "grazioso simulacro del Patrono San Lorenzo, restaurato dalla ditta Nardini di Milano" che fu "collocato in apposita nicchia", ossia nella prima cappella sinistra, dove, forse, per qualche tempo era stata venerata S. Agnese. Il 1895 segnò anche la definitiva conclusione delle lunghe operazioni di restauro e revisione cui fu sottoposto il tempio, consacrato l'9.X.1895 dal card. Andrea Ferrari. Il "sollecito Pastore", ricorda la cronaca parrocchiale, era nei luoghi per svolgere una rituale visita; ma "fu così commosso dalla accoglienza trionfale avuta [...] e rimase così ben impressionato dall'aspetto della Chiesa che d'improvviso risolse di consacrarla e telegraficamente chiamò da Milano il Segretario a recare le cose necessarie".
1927 - 1928 (ricostruzione facciata)
Con gli Anni Venti del '900 Armio si apprestava a divenire centro politico dell'intera alta valle. Nel 1927 fu istituito il comune di Veddasca, con capoluogo nella località. Una strada carrozzabile univa finalmente gli abitati montani alla riva del lago. Sorse così l'esigenza di rinnovare la facciata della chiesa "ridotta in deplorevole stato" tanto che "non se ne riconoscevano quasi più le linee generali". Il geom. Pietro Sartorio, incaricato da una commissione ad hoc, decise di "attenersi [...] nelle linee generali che nelle particolari" all'esistente. Ne risultò una facciata "divisa in due ordini sovrapposti di quattro lesene le quali la partiscono in tre riquadri". In quelli laterali al finestrone, al primo ordine, furono introdotti due scene affrescate in luogo di un "quadrante" e di un "finto quadrante" (l'orologio fu collocato sopra il timpano).
1928 - 1928 (decorazione facciata)
Al cantiere della facciata concorsero "le famiglie di Armio che gratuitamente diedero l'enorme quantità di legname occorrente"; gli uomini del paese "ritardarono perfino la forzata emigrazione" pur di collaborare ad "inalzare il faticoso ponteggio"; "ottime ragazze [...] trasportarono sulle spalle migliaia di quintali di materiale da Graglio ad Armio". Come era sempre avvenuto nei cantieri ecclesiastici di valle, un'intera comunità fu chiamata a sostenere l'ingente sforzo. Il risultato, non solo a detta del parroco Giuseppe Riva, fu "superiore ad ogni aspettativa"; anche il card. Schuster, a Armio nel 1930, spese infatti parole di elogio per la nuova facciata "con quei graziosi dipinti del martirio di S. Lorenzo" freschi di pittura. Opera di Pompeo Bottini (Milano 1873-Zoverallo 1958) raffigurano S. Lorenzo accusato dall'imperatore Valeriano, a sinistra, e il conseguente martirio, a destra.
1986 - 1990 (restauri e adeguamento presbiterio)
Tra il 1986 e il 1990 circa l'area presbiteriale fu interessata da una campagna di restauro e adeguamento liturgico.



Descrizione  "Le case pressoché tutte rustiche ed ammassate le une vicine alle altre, sono protette dall'assai frequentato tempio di S. Lorenzo". Così appariva nel 1917 l'abitato di Armio a don Celestino Del Torchio, un quadro urbano che, ancora oggi, dopo la riqualificazione di buona parte delle abitazioni, colpisce per il rustico sapore di villaggio di stampo oramai alpino. Armio, infatti, oggi frazione del Comune di Maccagno con Pino e Veddasca, si dispone a 800 metri di quota su un terrazzo dominante la profonda fossa della Val Veddasca e, come un tempo, è dominato dalla mole (per certi aspetti imponente) della chiesa parrocchiale che si staglia sulle cime dei monti (oltre 2000 m) che le fanno da corona. La chiesa s'innalza su un sagrato quadrangolare, già area cimiteriale, con una chiara facciata classicheggiante (timpano triangolare retto da gioco di salienti e cornici), ripensata nel '900, ma con bel portale tardo seicentesco in pietra il cui attico, ad ali curvilinee terminanti in voluta, trova corrispondenza nei coevi manufatti della parrocchiale di Garabiolo e della Madonna del Rosario a Maccagno Inferiore. Il campanile conserva le uniche tracce della primitiva costruzione romanica. L'edificio, infatti, è frutto di una ricostruzione integrale completata nel 1685, anno della consacrazione, e presenta un impianto fedele ai modelli più diffusi nell'edilizia ambrosiana del XVII sec., ma non per questo adattato al luogo con finezza; l'architettura del ricostruito S. Lorenzo di Armio, infatti, fu elogiata dal card. Giuseppe Pozzobonelli nel 1748. La navata unica è coperta di volte 'unghiate'; ai lati si aprono due cappelle per parte, a pianta rettangolare (interessanti gli stucchi della cappella dell'Immacolata); il profondo presbiterio ha una terminazione poligonale che, in zona, trova rimandi solo con la coeva ricostruzione del S. Eusebio di Agra. Sulla facciata, due affreschi novecenteschi di Pompeo Bottini attirarono l'attenzione di un altro cardinale milanese attento alle 'cose d'arte', Ildefonso Schuster. Sul sagrato, infine, i muretti di cinta sono rivestiti con lastre di pietra di recupero, alcune recano "incisioni di cuppelle, quei misteriosi incavi di forma semisferica che si ritengono legati a culti preistorici, documentati nell'alta valle da molte incisioni rupestri. Non è da escludere che nel riuso delle pietre si sia tento in conto una sorta di continuità sacrale" per il luogo (Frigerio). All'interno della chiesa una lapide ricorda don Enrico Arrigoni (1934-2001), primo parroco della parrocchia di S. Carlo, istituita nel 1986, con centro in Armio, e circoscrizione estesa da Cadero (a valle) a Biegno (a monte). Lo si ricorda soprattutto per lo spirito "tanto vicino alla sua gente con la quale ha condiviso [...] la fatica quotidiana" e le opere dedicate a rinsaldare la vita comunitaria di un'intera valle (l'oratorio e il salone parrocchiale, oggi in disuso) attorno a un messaggio aperto al dialogo e alla vita.

Pianta
La chiesa si sviluppa in un'aula unica lungo la quale sono aperte due cappelle per parte. Il battistero è ospitato in una nicchia a sinistra dell'ingresso. Il presbiterio, allungato e con terminazione poligonale, contiene l'accesso alla sacrestia, costruita sul fianco a valle. Il campanile si appoggia sul lato a monte. La chiesa è correttamente orientata.
Struttura
Muratura in pietrame a spacco legato da giunti di malta. Tutte le pareti esterne sono intonacate.
Altare maggiore
L'altare maggiore è un bel manufatto in legno dipinto e dorato risalente alla seconda metà del XVII sec. Si compone di un basamento a gradini e di un tempietto centrale, il tutto ornato di festoni e putti.
Cappelle laterali
Delle quattro cappelle laterali, tre si tramandano nella configurazione sei-settecentesa; un solo altare, il primo a sinistra entrando, con simulacro di S. Lorenzo, presenta forme classicheggianti, dovute a intervento concluso nel 1895. La fronteggiante cappella di S. Carlo risale al 1734 e, dell'epoca, conserva l'elaborata costruzione in stucco, con colonne tortili ai lati dell'ancona e fastigio innalzato sino a inglobare la finestra centrale in una cornice mistilinea, arricchita di angeli e vasi acroteriali. Imponenti i due altari prima del presbiterio. Quello a sinistra, dedicato alla Passione, con colonne tortili abbinate era forse ultimato già nel 1685, in occasione della consacrazione della chiesa. Il fronteggiante, con statua della Madonna della cintura, fu configurato con identica cadenzatura (colonne tortili abbinate) nel 1758, ed è ricco di stucchi, angeli e cartigli, ulteriormente rinnovati nel XIX sec.



Adeguamento liturgico  presbiterio - intervento strutturale (1986-1990 circa)
L'area presbiteriale fu adeguata ai nuovi canoni eliminando la balaustra di delimitazione verso l'aula dei fedeli. Davanti all'altare antico fu posta una nuova mensa sostenuta da angeli scolpiti a tutto tondo, in parte recuperati dalla mensa del vecchio altare, in parte rifatti secondo il modello.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Lombardia
Diocesi di Milano
2 Zona Pastorale II - Varese - Decanato di Luino
Parrocchia di San Carlo

Via Pace - Armio , Maccagno con Pino e Veddasca (VA)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
Tutti i dati sono riservati. Non e' consentita la riproduzione, il trasferimento, la distribuzione o la memorizzazione di una parte o di tutto il contenuto delle singole schede in qualsiasi forma. Sono consentiti lo scorrimento delle pagine e la stampa delle stesse solo ed esclusivamente per uso personale e non ai fini di una ridistribuzione.