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17/5/2024 Diocesi di Milano - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa della Natività di Maria Vergine <Biegno, Maccagno con Pino e Veddasca>
Data ultima modifica: 01/12/2017, Data creazione: 14/7/2011


Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria


Denominazione Chiesa della Natività di Maria Vergine


Ambito culturale (ruolo)  maestranze lombarde (costruzione)



Notizie storiche  XVI - 1581 (costruzione intero bene)
L'abitato di Biegno e quello, vicino, di Lozzo, nell'alta Valle Veddasca, possedevano un'antica chiesa in comune, attestata già nel 1233 e costruita a metà strada tra i due villaggi, in luogo ancora individuabile nelle mappe ottocentesche. Questa chiesa fu abbandonata allorché san Carlo incoraggiò le due comunità a dotarsi ciascuna di un luogo di culto entro i limiti dell'abitato. Entrambe le chiese assunsero, dall'antica, l'intitolazione a Santa Maria (variamente attestata in alternanza con quella a S. Sebastiano); quella di Biegno fu dedicata alla Natività di Maria e consacrata dal Borromeo nel 1581. Nel frattempo, Biegno e Lozzo erano stati inclusi nella parrocchia di Armio (1565) per poi essere riuniti, ancora per ordine di san Carlo, in un'unica cura d'anime temporaneamente subordinata alla parrocchia di Curiglia (1574), sull'altro versante della valle. Infine, nel 1596, Federico Borromeo enucleò le due comunità per configurare, finalmente, una realtà dotata di autonomia.
XVII - 1683 (costruzione delle volte interno)
Entro il 1683 l'interno era stato coperto a volta. In quella data, la chiesa era dotata di due cappelle laterali, ulteriormente riformate nei primi decenni del XVIII sec.
1708 - 1717 (ricostruzione intero bene)
Nel dicembre 1716 la comunità locale inoltrò alla diocesi di Milano la richiesta di benedizione delle due cappelle laterali, ricostruite e dedicate alla B.V. del Rosario e a san Sebastiano. La richiesta fu approvata il 1°.I.1717. Una serie di targhe commemorative, distribuite all'esterno della chiesa, consente di circostanziare meglio l'entità dei lavori, avviati nel 1708 (data sul presbiterio, dove rimane un'iscrizione con il 1581, corrispondente alla consacrazione da parte di san Carlo il 28 luglio di quell'anno) e conclusi nel 1714 con il completamento delle opere murarie delle cappelle laterali. Tra 1714 e 1716 veniva terminato anche l'apparato decorativo e gli altari laterali di cui si inoltrava richiesta di benedizione alla curia.
1748 - XVIII (costruzione altare maggiore)
L'altare maggiore, in marmi policromi con tempietto centrale, è frutto di due distinte fasi. La prima, settecentesca, non è documentata, ma va forse collocata dopo il 1748, anno in cui card. Giuseppe Pozzobonelli, in visita pastorale a Biegno, annotò la sopravvivenza di un tabernacolo ligneo che, par di capire dalla succinta descrizione, doveva appartenere a un'ancona intagliata e dorata di fattura almeno seicentesca: "tabernaculum ligneum inamuratum". Dopo il 1748, quindi, vanno collocate anche le due raffinate balaustre del presbiterio, opera di bottega viggiutese ancora anonima e particolarmente vicine a quelle presenti nella chiesa di S. Stefano a Maccagno Inferiore (attorno al 1770).
1755 - 1755 (completamento facciata)
Dietro la facciata, sulle pareti eterne della navata, una quarta iscrizione, con la data del 1755, consente di documentare un importante momento di riforma: il completamento del prospetto della chiesa. L'opera giungeva a coronamento di uno sforzo decennale per completare e adeguare l'edificio sacro.
1814 - 1814 (riforma altare maggiore)
Un'iscrizione, sul fianco della mensa dell'altare maggiore, ancorché in parte abrasa, consente di leggere: "hoc altare erectum fuit [...] Zanini [...] Joannis Anno D[omin]i 1814". A quell'anno, e per opera di tale Giovanni Zanini, risalirebbero dunque le opere che portarono alla riduzione dell'altare maggiore tardo settecentesco in marmi policromi a un più sobrio impianto decorativo, secondo i mutamenti di gusto che attraversarono i primi decenni del XIX sec. sin nelle valli più remote.
1852 - 1852 (restauro e decorazione facciata)
Un'ultima targa, presente lungo le pareti esterne, ricorda la data del 1852, ultima fase di riforma di qualche peso nella storia della chiesa. Fu questa, di certo, l'occasione che portò all'introduzione di tutte le altre placchette commemorative ancora oggi leggibili sulle diverse parti della fabbrica e utile documentazione delle sue vicende costruttive. Purtroppo, i lavori del 1852 non sono altrimenti noti; riguardarono forse, a parte adeguamenti e decori interni, la facciata settecentesca nella quale furono introdotte cadenze di schietto sapore classicista (un bel fregio a triglifi la percorre per intero) certamente estranee all'originario disegno della metà del XVIII sec.
1904 - 1924 (restauro intero bene)
Nel 1904, sotto il parroco Enrico Giudici, fu "rinnovato il suolo della Chiesa con pavimentazione a piastrelle e questo a cura e spese del benefattore Carlo Nenni" che, nel medesimo anno, si prodigava per ampliare la chiesa della Madonna della Guardia nella località Alpone di Curiglia, sull’altro versante della valle. Nel giugno 1924, il medesimo benefattore tornò a interessarsi della chiesa di Biegno, dotando "il campanile di un orologio acquistato dalla ditta Cesare Fontana di Milano per la non indifferente cifra di L. 7000" (Del Torchio).



Descrizione  Biegno "è l'ultimo villaggio che [...] troviamo sulla riva destra del Giona alla bella altezza di 827 m [...]. Il panorama non è meno attraente dei paesi disseminati all'intorno [...] di questa importante e pittoresca Valle Veddasca". L'abitato (oggi frazione del Comune di Maccagno con Pino e Veddasca) non ha mutato di molto l'aspetto generale rispetto a questa descrizione del 1925: raggruppato su un piccolo promontorio a mezza costa, aperto alla sottostante valle e come ritagliato nel folto dei boschi che lo circondano, è preceduto dalla mole della chiesa sorta a partire dall'ultimo quarto del XVI sec. Questa, a dispetto di una nota del 1789 che la descriveva come "miserabile" per via degli abitanti "muratori di poco guadagno e di poco amore alla patria", colpisce per l'imponente facciata e ancor più per l'arioso interno, soprattutto in relazione ai luoghi oramai alpini e alle condizioni che ne caratterizzarono la vita sociale per secoli, con un'incidenza del fenomeno migratorio riguardante la totalità della forza lavoro maschile sin dall'età pre-adolescenziale. La chiesa si presenta nella veste assunta dopo riforme del primo settecento, con ritocchi ottocenteschi. La facciata è a capanna ed è percorsa da due ordini di lesene classicamente soprapposti (doriche e ioniche) e intervallati da un fregio a triglifi. L'interno è a navata unica, scandita in due campate e aperta presso il presbiterio da due cappelle maggiori, innalzate sino al limite della navata e contrapposte a configurare una sorta di transetto; le due campate ospitano, invece, due cappelle minori e, presso l'ingresso, a sinistra, il battistero. La successione di volte a vela rispecchia l'impostazione planimetrica, con due volte 'unghiate' sopra l'aula fedeli, una più ampia volta a vela sopra l'innesto delle cappelle laterali e un'ulteriore vela sopra il presbiterio rettangolare. Lo schema, relativamente complesso, rappresenta per l'area dell'alto Verbano lombardo un'interessante transizione tra modelli ancora seicenteschi (rigida scansione della navata in campate; assenza di cupole ribassate; presbiterio rettilineo) e gli ariosi impianti che diverranno comuni nei decenni successivi, e saranno adottati nella ricostruzione delle chiese di Maccagno Inferiore (S. Stefano; Madonna del Rosario) e Mesenzana, con grande rilevanza spaziale conferita alle cappelle laterali affrontate. Il campanile si eleva sul fianco a monte; incompleto nel 1683 era terminato nel 1748 in eleganti forme.

Lapidi e iscrizioni
All'interno, una lapide ricorda don Enrico Arrigoni (1934-2001), la cui memoria di parroco, in unità con altri paesi di valle, è ancora tenuta viva dalle numerose opere e dalle iniziative da lui avviate.
Struttura
Murature d'ambito in pietra a spacco legata da giunti di malta. Tutte le pareti esterne sono intonacate.



Adeguamento liturgico  altare - aggiunta arredo (1980 circa)
In ottemperanza alle norme conciliari, è stato aggiunto un altare mobile davanti all'area presbiteriale, lasciata intatta nell'assetto ereditato.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Lombardia
Diocesi di Milano
2 Zona Pastorale II - Varese - Decanato di Luino
Parrocchia di San Carlo

Via Chiesa - Biegno, Maccagno con Pino e Veddasca (VA)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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