CEI - Conferenza Episcopale Italiana - Servizio Informatico - Ufficio Nazionale per i Beni culturali Ecclesiastici e l'edilizia di culto
22/11/2024 Diocesi di Milano - Inventario dei beni culturali immobili
Basilica di Sant'Eustorgio <Milano>
Data ultima modifica: 15/02/2018, Data creazione: 14/7/2011


Tipologia e qualificazione basilica parrocchiale


Denominazione Basilica di Sant'Eustorgio


Altre denominazioni Chiesa di Sant'Eustorgio;S. Eustorgio


Autore(Ruolo)  Brocca, Giovanni (ricostruzione facciata)
Terzaghi, Enrico (ricostruzione facciata)



Ambito culturale (ruolo)  maestranze lombarde (costruzione)



Notizie storiche  IV - IV (preesistenze intero bene)
L'attuale complesso architettonico sorge sull'area di una zona cimiteriale romana, in cui trovò sepoltura il vescovo Eustorgio (344-350). In antichità l'area era esterna al circuito murario cittadino e costituiva il principale asse di collegamento con Pavia. Nella zona absidale, nel sottocoro e lungo il muro perimetrale del transetto destro si conservano porzioni di muratura in opus spicatum che testimoniano l'esistenza di un edificio di età paleocristiana di modeste dimensioni.
X - XI (costruzione intero bene)
Venne costruito un nuovo edificio di epoca romanica, il cui impianto è chiaramente individuabile nella planimetria attuale. Di questa fase costruttiva si conservano l'abside, il sistema portante dei pilastri delle navate e una serie di capitelli.
XIII - XIV (ampliamento intero bene)
Dalla fine del XIII secolo e per tutto il XIV secolo la basilica si ampliò ulteriormente con le prime quattro cappelle gentilizie sul lato meridionale che inglobarono le tombe più importanti. Le cappelle furono aperte direttamente sulla navata laterale destra e coperte con le stesse crociere della navata che si andavano ad impostare sul muro perimetrale: dalla prima (1277) già della famiglia Torriani, che si agganciò alla parete del transetto destro, alla quarta di patronato dei Visconti.
1227 - 1249 (trasformazione intero bene)
Con l'insediamento a Milano dei domenicani, ai quali nel 1227 l'arcivescovo Enrico Settala confermò il possesso definitivo della basilica e delle sue adiacenze, si avviò una ulteriore fase di trasformazione del complesso architettonico, dapprima con la trasformazione in chiesa a sala (tramite l'innalzamento delle volte e l'abbattimento della parete piena sopra gli archi tra navata centrale e laterali nelle campate centrali), la costruzione di una nuova facciata e l'ampliamento del transetto destro. Nel 1249, si ebbe la solenne consacrazione dell'altare maggiore della basilica di S. Eustorgio, assegnata anch'essa, insieme al convento, definitivamente ai Domenicani.
1234 - 1234 (variazione d'uso intero bene)
Il convento divenne sede del tribunale dell'Inquisizione fino al XVI secolo, quando venne trasferito nel complesso di Santa Maria delle Grazie.
1297 - 1309 (costruzione campanile)
Venne eretto il campanile, inserito sul fianco settentrionale, all'incrocio tra la chiesa e la parte conventuale.
XV - XV (ampliamento intero bene)
Nel corso del Quattrocento furono aggiunte lungo il fianco sud, in corrispondenza delle prime tre campate, delle cappelle gentilizie chiaramente riconoscibili come forma volume e linguaggio architettonico rispetto allo sviluppo della navata a cui si collegavano, ovvero le cappelle Torelli, Crotti, Brivio e- in fondo, dietro l'abside, le cappelle Crisolora, Arluno e Portinari in un complesso cruciforme sul sedime di precedenti costruzioni.
1462 - 1468 (ampliamento intero bene)
Realizzazione della cappella Portinari, cappella gentilizia costruita per volere di Pigello Portinari, che vi fu sepolto nel 1468, la cui lastra tombale è attualmente occultata dall'arca trecentesca ivi trasportata successivamente. La cappella fu costruita in posizione eccentrica rispetto alle altre cappelle gentilizie e probabilmente su preesistenze. Il progetto è attribuito, da una parte della storiografia attuale,a Guiniforte Solari.
1483 - 1489 (ampliamento interno)
Fu costruita la cappella Brivio, prima cappella laterale destra, in forme rinascimentali.
1537 - 1537 (ampliamento intero bene)
Sistemazione della zona absidale e creazione della cripta o sottocoro su progetto di Cristoforo Lombardi, nel quale furono utilizzate le colonnine dell'antico chiostro duecentesco.
1545 - 1545 (completamento interno)
Sopra l'altare maggiore fu composto un Calvario in tufo con grandi statue lignee in seguito distrutto.
1561 - 1565 (completamento interno)
Nel 1561 il vescovo di Tagaste, Melchiorre Crivelli, consacrò il nuovo altare maggiore. Quattro anni dopo venne costruita la sacrestia.
1620 - 1620 (completamento interno)
La famiglia Sacchi commissionò al pittore Daniele Crespi gli affreschi della cappella di San Paolo (cappella settentrionale del complesso delle cappelle solariane, poste nella zona posteriore all'abside della basilica).
1636 - 1636 (completamento interno)
Commissione degli affreschi delle pareti e della volta della cappella Torelli (seconda a destra) al pittore Giovan Mauro della Rovere, detto il Fiammenghino.
1732 - 1734 (rifacimento interno)
Rifacimento della decorazione della terza cappella laterale destra ad opera di Francesco Croce, con la nuova dedicazione alla Madonna del Rosario.
1736 - 1736 (adeguamento interno)
Trasferimento dell'arca di S. Pietro Martire di Giovanni Balduccio dalla quinta cappella sinistra alla cappella Portinari.
1787 - 1798 (cambio di proprietà intero bene)
Divenuta parrocchia nel 1787 per decreto giuseppino, dopo la soppressione del convento nel 1798, la basilica subì un progressivo degrado. A partire da tale data l'ex-convento subì numerose variazioni d'uso fino agli accordi intercorsi nella seconda metà del XX secolo con il Comune di Milano per la realizzazione del Museo Diocesano.
1863 - 1863 (rifacimento facciata)
La facciata di epoca romanica venne rifatta in forme neogotiche da Giovanni Brocca e da Enrico Terzaghi. Negli stessi anni furono eseguiti restauri di liberazione degli interni: vennero rimossi intonaci e gessi ai pilastri; l'altare maggiore venne recinto con plutei di imitazione paleocristiana; nelle prime tre campate furono aperti matronei. Le navate, le volte e i costoloni furono decorati da Agostino Caironi.
1943 - 1945 (distruzione parziale intero bene)
L'ultima guerra mondiale inferse danni al complesso architettonico che venne restaurato a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso.
1952 - 1960 (restauro interno)
Fu intrapreso un importante restauro con l'intento di liberare le volte dalla ridipinture ottocentesche. L'altare maggiore ottocentesco fu sostituito. Negli stessi anni (1959) furono intrapresi importanti scavi archeologici che portarono alla luce resti di una necropoli pagana e poi cristiana.
1960 - 1981 (restauro intero bene)
In seguito ad accordi con il Comune di Milano, risalenti al 1960 ad opera del cardinale Montini e perfezionati con il cardinale Martini nel 1981, furono intrapresi i lavori di restauro e valorizzazione per la realizzazione del Museo Diocesano negli spazi dell'ex-convento.
1984 - 1984 (restauro interno)
Restauro del Crocifisso dipinto su tavola a cura di Malaton.
1989 - 1999 (restauro interno)
Restauri della decorazione plastica e pittorica della cappella Portinari.
2008 - 2008 (restauro intero bene)
Interventi urgenti di preconsolidamento dei dipinti della cappella dedicata a San Domenico a causa di danni provocati da infiltrazioni dalle coperture.
2013 - 2014 (restauro interno)
Esecuzione di vari restauri nelle cappelle laterali.
2016 - 2017 (adeguamento interno)
Realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione a led nella cappella Portinari a cura dell'architetto Maria Cristina Sironi.



Descrizione  Il complesso basilicale, orientato, è anticipato da un profondo piazzale che si affaccia su corso di porta Ticinese. La chiesa ad impianto basilicale a tre navate presenta sul lato meridionale una successione di cappelle gentilizie che prosegue, oltre il transetto, anche nella zona absidale con il complesso cruciforme culminante con la cappella Portinari; sul fianco settentrionale si sviluppa invece l'ex-convento organizzato su due chiostri quadrangolari, in parte sede del Museo Diocesano. La facciata principale a capanna in laterizi a vista pur di epoca duecentesca è stata pesantemente restaurata nell'Ottocento. Attualmente presenta tre portali architravati con lunetta superiore decorata da Agostino Caironi con Sant'Eustorgio e due angeli (a sinistra) l'Adorazione dei Magi (al centro) e San Pietro Martire (a destra). Il portale centrale è anticipato da un protiro in materiale lapideo con copertura a capanna sorretto da due colonne poggianti su leoni stilofori, realizzato da Luigi Cocchi. Al di sopra dei portali si aprono tre finestre bifore e due monofore ad arco a tutto sesto con cornici in conci lapidei e laterizi alternati. Nell'angolo sinistro della facciata, addossato al portone di ingresso del convento, si trova il pulpito marmoreo, realizzato nel 1597. Sulla facciata sono inoltre addossate delle paraste lapidee a sottolineare la suddivisione interna della chiesa. Il prospetto termina con una cornice ad archetti pensili in cotto su una fascia ad intonaco. Il fianco meridionale della chiesa denuncia la presenza delle cappelle gentilizie laterali con profili a capanna delle singole campate. Oltre alla zona absidale spicca l'impianto rinascimentale della cappella Portinari, caratterizzata da un volume rettangolare in laterizio con paraste angolari nella parte inferiore e tiburi intonacati con paraste in laterizio a vista nello sviluppo della cupola centrale e del sacello. Il campanile, posto sul fianco sinistro della zona absidale, è ad impianto quadrangolare in laterizio a vista con paraste angolari in elementi lapidei e marcapiani e cornici in cotto ed è dotato di una cella campanaria aperta con bifore e di un orologio a ruote dentate. La copertura conica è in materiale ceramico. Internamente la chiesa è suddivisa in tre navate e otto campate tramite sette coppie di pilastri non omogenei per forma e tipi. Si tratta di un sistema alternato di sostegni (differenti tipologie di pilastri con sezioni composite, ottenute addossando paraste e semicolonne ai pilastri nelle prime campate e pilastri compositi alternati a pilastri cilindrici nelle ultime quattro) che in passato ha fatto supporre due fasi costruttive della fabbrica. I pilastri si concludono con capitelli ritenuti romanici con motivi a intreccio e vegetali o con raffigurazioni zoomorfe e umane. A ciascuna campata della navata centrale ne corrisponde una irregolarmente quadrata nella navata sinistra e nella navata destra, dove si innestano anche in vario modo le cappelle gentilizie. Ogni campata è conclusa da una volta a crociera intonacata con costolonature a toro e archi traversi in laterizio a vista. All'altezza dell'ottava campata si apre il transetto destro che presenta una cappella terminale (cappella Stampa) e una cappella a doppia campata che conserva un'ancona marmorea e un sarcofago di epoca romana. Avanzando si entra nel sottocoro dove sono conservati i resti di una chiesa paleocristiana e dove, in asse con l'ingresso, si apre la piccola cappella degli Angeli, a sinistra della quale è il passaggio a doppia campata quadrata per la cappella Portinari. Sulla parete di fondo della navata laterale sinistra è conservato un gruppo scultoreo della Crocifissione e a lato è l'ingresso laterale nonché il passaggio di comunicazione con la cappella Portinari e il Museo Diocesano, oltre all'accesso ai resti del cimitero paleocristiano.

Impianto strutturale
Impianto basilicale a tre navate, con cappelle laterali sul fianco destro, suddiviso in otto campate con transetto sull'ottava campata destra, su cui si affacciano altre due cappelle laterali, terminazione emiciclica dell'abside e corpo cruciforme innestato dietro quest'ultima. La navata centrale è a pianta rettangolare mentre quella laterale nord è irregolarmente quadrata e nella navata laterale sud si innestano variamente le cappelle gentilizie.
Altare maggiore
L'altare maggiore conserva una ancona marmorea con la Crocifissione al centro e otto scomparti con scene della vita di Cristo, realizzata da scultori lombardi tra la fine del XIV secolo e l'inizio del XV e commissionata forse da Gian Galeazzo Visconti.
Campanile
Il campanile ad impianto quadrangolare in laterizio a vista con paraste angolari in elementi lapidei e marcapiani e cornici in cotto è dotato di una cella campanaria aperta con bifore e di un orologio a ruote dentate. La copertura conica è in materiale ceramico.
Cappelle laterali
Prima cappella laterale destra: cappella Brivio. Cappella ad impianto centrale di origine quattrocentesca, molto rimaneggiata nei restauri ottocenteschi. Conserva il monumento sepolcrale di Giacomo Brivio, eseguito da Tommaso Cazzaniga e Benedetto Briosco, oltre al polittico del Bergognone. Esternamente tiburio ottagonale con lanternino sommitale a copertura della cupola emisferica centrale.
Cappelle laterali
Seconda cappella laterale destra: cappella Torelli o di San Domenico, con affreschi del Fiammenghino nell'abside e di Giovan Battista del Sole sulle pareti della cappella. Monumento funebre di Pietro Torelli, attribuito alla bottega di Jacopino da Tradate (primo decenni del XV secolo). La chiusura della cappella non è unitaria ma costituita da due volte, con vertici differenti, separate da un arco trasversale "a sesto acuto".
Cappelle laterali
Terza cappella destra, cappella Crotti-Caimi (oggi della Madonna del Rosario), rinnovata completamente nel 1732 ad opera di Francesco Croce, conserva il monumento a Protaso Caimi (XIV secolo) opera dei maestri campionesi. Nel cupolino decorazioni raffiguranti la Gloria degli Angeli e i quindici Misteri del Rosario opera di G. B. Sassi (1736); le finte architetture della cupola opera di Giuseppe Rejna.
Cappelle laterali
Quarta cappella laterale destra: fondata da Matteo Visconti conserva importanti affreschi della pittura trecentesca lombarda: i quattro Evangelisti dipinti da un pittore lombardo della prima metà del quattrocento (volta); Gloria di San Tommaso (parete); S. Giorgio e il drago (parete). Come scultura monumento di Stefano e Valentina Visconti di Bonino da Campione (o scuola).
Cappelle laterali
Quinta cappella laterale destra: cappella di san Vincenzo Ferrer, dove si conserva la decorazione cinquecentesca di mano di Carlo Urbino; sesta cappella destra: cappella Visconti; settima cappella destra: Cappella dei Torriani o di san Martino, con una decorazione a fasce gialle e verdi nei margini delle vele.
Elementi decorativi
Lacerti di affreschi due-trecenteschi sui pilastri della navata centrale.
Soffitto
Le campate delle navate sono voltate con volte a crociera intonacate con costoloni a toro in laterizio a vista.
Opere d'arte
Crocefisso duecentesco (dipinto su tavola), conservato nella quarta cappella destra.
Cappelle laterali
Complesso cruciforme costituito di due crociere perfettamente quadrate nel capocroce e di due crociere per ciascun lato del transetto (cappella Crisolora a sinistra e cappella Arluno a destra). Anche il quarto braccio più corto avrebbe dovuto essere coperto da crociera, ma fu demolito per costruirvi la cappella Portinari. La cappella Portinari è un edificio a pianta quadrata costituito da un alto parallelepipedo in cotto rafforzato agli spigoli da contrafforti sormontati da edicolette. Ad esso è addossata una piccola abside anch'essa quadrata e coperta da cupola. I tiburi poligonali reggono le coperture di entrambi gli ambienti. Il progetto architettonico, voluto da Pigello Portinari e realizzato su preesistenze, è attribuito a Guiniforte Solari. Il primo vano è diviso verticalmente in tre parti: una base costituita da murature sottolineate da peducci e paraste negli spigoli, quattro archi tondi e quattro pennacchi sferici con medaglioni all'interni che raccordano con l'ultimo livello costituito dalla cupola "a creste e vele" suddivisa in sedici scomparti poggiante su un tamburo circolare a doppia cornice e coperta da un tiburio poligonale. Gli affreschi presenti sulle pareti interne raffiguranti le Storie di San Pietro Martire sono di Vincenzo Foppa. Al centro vi si conserva il monumento funebre di Pietro da Verona realizzato da Giovanni da Balduccio in marmo di Carrara su pilastrini in marmo rosso di Verona cui sono addossate otto statue raffiguranti le Virtù.
Cappelle laterali
Nel transetto destro: cappella Stampa con decorazioni della metà del XVI secolo, e cappella dei Magi, dove si conserva una ancona marmorea datata 1347 e attribuita ad uno scultore locale oltre al cosiddetto sarcofago dei Re Magi, datato all'età romana medio e tardo imperiale.
Coperture
Struttura portante lignea, manto in coppi.
Cappelle laterali
Cappellina degli Angeli aperta sull'abside con affreschi e stucchi di Carlo Urbino.
Cappelle laterali
Cappella di San Paolo affrescata da Daniele Crespi.
Opere d'arte
Ultima cena attribuita ad un foppesco, opera degli ultimi decenni del Quattrocento, conservata sull'arcone nel transetto destro.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione delle navate in lastre di marmo rosso di Verona; prime tre cappelle laterali destre: pavimentazione in elementi quadrati in cotto lombardo con due gradini a salire di accesso alla cappella; cappella Visconti o di san Tommaso: medoni in cotto; cappella di san Vincenzo Ferrer in seminato; cappella Visconti e cappella Torriani: elementi quadrati bicromi (bianchi e neri); nel sottocoro elementi quadrati in cotto; altare maggiore con pavimentazione in marmo nero, rialzata di tre gradini rispetto al presbiterio.
Fondazioni
Sotto la navata centrale della basilica sono state rinvenute numerose tracce di una necropoli tardoantica, costituita da sepolture pagane e cristiane. Gli scavi del 1959 -1960 hanno restituito anche delle iscrizioni funerali, musealizzate all'interno dell'area archeologica.



Adeguamento liturgico  altare - aggiunta arredo (1999)
Consacrazione del nuovo altare a mensa spostato al centro del presbiterio secondo le norme post-conciliari.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Lombardia
Diocesi di Milano
1 Zona Pastorale I - Milano - Decanato Centro storico
Parrocchia di Sant'Eustorgio

Piazza S.Eustorgio 1 - Milano (MI)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
Tutti i dati sono riservati. Non e' consentita la riproduzione, il trasferimento, la distribuzione o la memorizzazione di una parte o di tutto il contenuto delle singole schede in qualsiasi forma. Sono consentiti lo scorrimento delle pagine e la stampa delle stesse solo ed esclusivamente per uso personale e non ai fini di una ridistribuzione.