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6/5/2024 Diocesi di Milano - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di Santa Margherita <Cadrezzate>
Data ultima modifica: 11/06/2018, Data creazione: 14/7/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di Santa Margherita


Altre denominazioni S. Margherita


Autore(Ruolo)  Giuliani, Gino (decorazione e cicli affrescati)
Tamborini, Alberto (progetto di ampliamento)



Ambito culturale (ruolo)  maestranze lombarde (costruzione e decorazione)



Notizie storiche  XIII - XIV (costruzione intero bene)
La chiesa è di antica fondazione, anche se è ancora impossibile collegare l'esistenza di un luogo di culto alla prima attestazione documentale della località, che risale al 999, anno in cui Cadrezzate fu ceduta all'arcivescovo di Milano che, agendo in nome della pieve di Brebbia (allora pieve di riferimento), ne riceveva la titolarità dal monastero di S. Salvatore ad Arona. L'intitolazione originaria (ricorrente nel primo repertorio di chiese ambrosiane compilato all'inizio del XIV sec. e, oggi, unica documentazione dell'esistenza della chiesa) è altrettanto suggestiva, perché associava al culto di S. Margherita quello a "tutti i santi", secondo un'usanza di origine orientale.
XV - XVI (ampliamento intero bene)
Nel 1398 (secondo l'elenco noto come Notitia Cleri Mediolanensis) Cadrezzate rappresentava la cappellania con più alto reddito della pieve di Brebbia, indizio di un precoce riconoscimento parrocchiale sicuramente in atto nel XVI sec. Alla fine di quel secolo, la chiesa permaneva sostanzialmente nelle forme antiche; i visitatori ne rilevarono le ridotte dimensioni, il campanile e il cimitero; forse aggiunto, o riformato nel tempo, era un portichetto laterale sotto il quale era custodito un altare dedicato a santa Liberata. La consacrazione cadeva il 24 gennaio, ma non si aveva ricordo dell'anno esatto dell'evento. La chiesa era priva di battistero.
1671 - 1673 (ricostruzione intero bene)
La volontà di ingrandire la chiesa parrocchiale di Cadrezzate fu annunciata alla diocesi di Milano il 7 aprile 1671 con una lettera nella quale gli abitanti del luogo chiedevano l'autorizzazione a iniziare i lavori secondo il disegno (oggi non reperibile) del "choro". Nel 1673 il parroco, Michel Angelo Tiberino, informava sull'avanzamento delle opere: "s'è fatto un choro novo con due capelle da finirsi"; alla fine dei lavori la chiesa "sarà longa braza 28 con il choro, larga 10 [...] alta quindeci con la sua volta da perfetionarsi ancora, con suo campanile" e con altrettanto rinnovata sacrestia.
XVIII - XVIII (ccostruzione altari)
Nel 1748, quando a Cadrezzate giunse in visita il delegato dell'arcivescovo di Milano, la chiesa possedeva quattro altari laterali, oltre il maggiore, ma alcuni di questi, allineati sulla parete nord, erano ancora lontani da essere completati. Ne era già stata stabilita, tuttavia, la dedicazione: a sant'Antonio da Padova e al Crocifisso. I due altari sulla parete sud, invece, erano intitolati alla Madonna della cintura e a san Giuseppe. Questi ultimi ancora sopravvivono in parte (san Giuseppe rimontato nella navatella destra; la Madonna della cintura è conservata sull'altare maggiore) e documentano l'apporto altamente qualificato di una bottega di marmorini viggiutesi, purtroppo anonima, alla quale si deve anche la costruzione, attorno al primo decennio dopo la metà del XVIII sec. o poco dopo, dell'imponente altare maggiore.
XIX - 1923 (restauro e ampliamento intero bene)
Le fasi successive della storia della chiesa di Cadrezzate sono poco documentate; le fonti ricordano alcune fasi di cantiere avviate attorno alla fine del XIX sec., protratte nel 1913 e chiuse nel 1921. Durante questi lavori fu giustapposto alla facciata della chiesa un portichetto, poi rimosso. Vanno forse riferiti a questo periodo anche altri due interventi: la creazione di una navatella laterale destra (di cui non è chiaro se corrispondesse una sul lato opposto, per la presenza qui della casa parrocchiale, oggi demolita), e l'ampliamento dell'abside, come dimostra la discontinuità tra l'altare maggiore settecentesco, ideato a suo tempo per un presbiterio quadrato, e l'attuale catino absidale in forma di semicerchio. Nel 1923, infine, il pittore Gino Giuliani di Travedona fu incaricato di dipingere una ricca veste decorativa sulle volte della chiesa.
1948 - 1950 (restauro intero bene)
Durante le visite a Cadrezzate, nel 1933 e nel 1939, il card. Ildefonso Schuster invitò parroco e popolazione e procedere ai restauri della chiesa. I lavori, causa la guerra, furono differiti ai primi anni della Repubblica, tra 1948 (la data si leggeva sul campanile) e 1950, come ancora è documentato da un cartiglio sulla facciata della chiesa.
1976 - 1977 (ampliamento intero bene)
Nel 1975 il parroco, don Michele Manzi, incaricò l'architetto Alberto Tamborini di Travedona di un progetto di ampliamento della chiesa. Dopo alcune varianti, il progetto prese corpo nel 1976 e prevedeva di demolire la casa parrocchiale, adiacente al fianco settentrionale della chiesa, per creare uno spazio che, in continuità con la navata maggiore, fosse utile a soddisfare la crescente popolazione dei fedeli. I lavori furono ultimati il 10 novembre 1977.
1978 - 1978 (adeguamento liturgico presbiterio)
Nel 1978, ancora su iniziativa del parroco Michele Manzi, la ditta Comana di Bergamo fu incaricata dei lavori di adeguamento dell'area presbiteriale alle norme conciliari. L'opera concludeva la serie di interventi avviata dal parroco nel 1976 e preludeva alla consacrazione definitiva del tempio. Questa fu finalmente celebrata il 1° novembre del 1978 da mons. Citterio.
2002 - 2004 (restauro intero bene)
Tra 2002 e 2004, la chiesa di Cadrezzate fu sottoposta a un'ultima campagna di lavori per il restauro conservativo delle superfici interne ed esterne e per la revisione impiantistica, tra cui installazione di un impianto di riscaldamento a pavimento e di un nuovo sistema di illuminazione a faretti. Alcune targhe interne ricordano i fatti, collegandoli al 25° della consacrazione. Nell’occasione, fu creato sulla facciata un fastigio in curva sopra l’ambiente a sinistra del corpo principale del prospetto, nel frattempo ricondotto a sacrestia; l’intervento, unitamente al raccordo simmetrico, ma contratto, che si estende a destra, tra il frontespizio e il campanile, ha restituito alla facciata, nel suo complesso, un andamento orizzontale che simula l’impianto tripartito interno, ottenuto per via di interventi successivi.



Descrizione  La parrocchiale di S. Margherita sorge su una modesta altura al margine orientale dell'abitato di Cadrezzate, a dominio del panorama del lago di Montate che si estende alle spalle del complesso. Frutto di una ricostruzione seicentesca e di ampliamenti discontinui nel tempo, si presenta come una chiesa a tre navate. Solo quella centrale, tuttavia, corrisponde al nucleo originario dell'edificio sacro: è scandita in tre campate da archi trasversi a pieno centro; ogni campata è coperta da una volta a vela 'unghiata' e centrata da un cartiglio mistilineo che contiene una raffigurazione sacra dipinta. Le lesene piatte ai lati della navata, con capitello dorico, reggono un alto fregio il cui cornicione è percorso da ininterrotte modanature decorative a ovuli e a dentelli. Il cornicione ripiega sull'arco trionfale, per sottolinearne l'andamento a tutto sesto. La cornice a ovuli si ripete sull’echino dei capitelli delle lesene, segno della continuità temporale e di maestranze del cantiere avviato nel 1671. Il coro è composto di un presbiterio, a pianta sostanzialmente quadrata, al quale fu aggiunta un’abside in curva durante non documentati interventi otto-novecenteschi. La navata destra, aggiunta probabilmente durante quegli interventi, è suddivisa in tre campate e coperta da volte a vela; una quarta campata corrisponde al presbiterio e viene usata come cappella laterale, ma senza altare. La navata sinistra (forse già esistente) fu completamente riconfigurata durante lavori del 1975-77; si presenta come un'aula unica con copertura a vele in cemento, disposte longitudinalmente rispetto al corpo della chiesa e con andamento complessivamente discendente verso l'esterno. L'inserimento ‘moderno’, seppure discusso all'epoca, non ha modificato il rapporto con la navata principale che, come per la navatella più antica di destra, presenta ancora inalterato il ritmo dettato dai pilastri rettangolari. L'altare maggiore, settecentesco, conserva una statua della Madonna della cintura, già documentata in un altare laterale durante il XVIII sec. Nella terza campata della navatella destra è stato ricollocato un altro altare settecentesco, forse conservando l'originaria dedicazione a san Giuseppe pure attestata alla metà di quel secolo. Sotto il profilo architettonico, l'elemento di maggiore interesse è rappresentato dallo slanciato campanile; ricostruito durante i lavori avviati nel 1671, rappresenta un prototipo seicentesco di disegno sicuro, modello (o evoluzione) per una serie di torri campanarie nei dintorni, fra Travedona, Biandronno e Mercallo. Per la chiara impostazione a campiture lisce e riquadrate da cornici semplici, l'assetto complessivo della torre è ancora tardo rinascimentale, con mediazione rappresentata dagli esemplari seicenteschi con torrino sommitale ottagonale diffusi capillarmente sul Verbano; alla sommità, attorno al torrino ottagonale, si assiepano, invece, elementi decorativi che, con la slanciata cuspide, sembrano preludere all'artificiosa terminazione del campanile della vicina Ispra, completato pochi anni dopo, nel 1680. La chiesa è orientata.

Impianto strutturale
Le strutture verticali di sostegno sono costituite in parte da muratura continua a sezione regolare (muri d’ambito), in parte da elementi puntuali di scarico (pilastri) per le volte interne della navata centrale e della navata minore meridionale. Le coperture interne presentano un articolato sistema di volte sopra le navate (maggiore e meridionale) della chiesa antica. La navata sinistra, riconfigurata durante lavori del 1975-77, ha murature d’ambito continue e copertura a vele in cemento. Il fabbricato è concluso con tetto sorretto in parte da ordito ligneo, principale e secondario, in parte da piattabanda in cemento; la copertura si articola con due falde sopra la navata maggiore, chiusa, verso est, sopra l’abside, da una falda inclinata; le navate laterali sono coperte da una falda inclinata.
Struttura
Strutture verticali portanti realizzate in parte con muratura continua a sezione normalizzata, in parte con elementi puntuali di scarico. Tutte le murature, sia verso l’interno, sia verso l’esterno, sono intonacate. La navata maggiore è scandita in tre campate da archi trasversi a pieno centro; ogni campata è coperta da una volta a vela 'unghiata' e centrata da un cartiglio mistilineo che contiene una raffigurazione sacra dipinta. Il presbiterio, sviluppato su una pianta quadrata, è coperto da volta a vela. L’abside, in curva, è chiusa da una semicupola. La navata destra è suddivisa in quattro campate coperta da volte a vela. La navata sinistra si presenta come un'aula unica con murature d’ambito e copertura a vele in cemento, disposte longitudinalmente rispetto al corpo della chiesa e con andamento complessivamente discendente verso l'esterno.



Adeguamento liturgico  presbiterio - intervento strutturale (1978)
Nel 1978, su iniziativa del parroco Michele Manzi, la ditta Comana di Bergamo fu incaricata dei lavori di adeguamento dell'area presbiteriale alle norme conciliari. L'opera concludeva la serie di interventi avviata dal parroco nel 1976 e preludeva alla consacrazione definitiva del tempio. Questa fu finalmente celebrata il 1° novembre del 1978 da mons. Citterio.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Lombardia
Diocesi di Milano
2 Zona Pastorale II - Varese - Decanato di Sesto Calende
Parrocchia di Santa Margherita

Piazza Davi 6 - Cadrezzate (VA)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


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