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Chiesa di Santa Maria Assunta <Angera>
Data ultima modifica: 29/05/2018, Data creazione: 14/7/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta


Altre denominazioni S. Maria Assunta


Autore(Ruolo)  Pessina, Giovan Battista (ampliamento finestre del presbiterio)
Peroni, Giuseppe (trasformazione finestre navata )
Moraglia, Giacomo (programma generale di decorazione interna)
Nava, Cesare (restauro facciata e cappella dell'Addolora)
Polvara, Giuseppe (affreschi nel presbiterio)
Volonterio, Enrico (decorazione volta e cappelle laterali)
De Lucchi, Michele (adeguamento liturgico presbiterio)
Ferrario, Carlo Andrea (stalli del coro)
Besozzi, Giovanni Battista (sedile ligneo del celebrante)



Ambito culturale (ruolo)  maestranze lombarde (costruzione )



Notizie storiche  XIII - XIII (costruzione intero bene)
La chiesa sorse entro il complesso capo-pieve di Angera, accanto alla "ecclesia maior" dedicata ai Santi Sisinio, Martirio e Alessandro. L'articolazione liturgica del polo cristiano di Angera è nota solo in tarda età medievale per via del primo elenco di luoghi di culto diocesani, redatto nei primi anni del XIV sec. e noto come "Liber notitiae sanctorum Mediolani". Non è chiaro se l'assetto con due chiese accoppiate, la maggiore capo-pieve, la minore dedicata a Santa Maria, documentato grazie a questo repertorio e comune ad altre realtà, anche periferiche (Brebbia, Domo Valtravaglia), sia da retrocedere sino ai primi momenti legati alla fondazione della pieve che gli studi fissano al VI sec. d.C.
1488 - 1498 (ricostruzione presbiterio)
Il destino degli edifici sacri racchiusi nel centro plebano di Angera è noto solo a grandi linee. L’"ecclesia maior" finì per cedere titolarità e funzioni alla chiesa minore. Questa, d’incerta origine coeva, ma sicuramente presente in età medievale, ebbe ricostruito il presbiterio in vista del trasferimento della pieve, del collegio dei canonici (6 membri nel 1398) e, quindi, della sede parrocchiale. La chiesa principale, di contro, finì rapidamente in rovina e fu destinata, dalla fine del XVI sec., a oratorio di confraternita. Il presbiterio di S. Maria Assunta fu ricostruito nel 1488 (Besozzi, Tamborini), fu consacrato nel 1498 (Cucchiara) e rappresenta, ancora oggi, il settore più antico della fabbrica. Il nuovo ambiente fu innestato sul corpo della chiesa medievale, che fu poi distrutta durante una ricostruzione cinquecentesca.
XVI - 1579 (ricostruzione a ampliamento intero bene)
La fase successiva, che portò alla ricostruzione integrale anche della rimanente parte della chiesa medievale, non è chiarita dalle fonti edite, ma è evidente all'analisi dell'attuale edificio e, in particolare, dalle discontinuità tra il corpo del presbiterio (con arco trionfale a sesto acuto) e le tre navate, più alte e scandite da archi a pieno centro. Queste ultime costituivano a tutti gli effetti quella "chiesa nova" di cui parlarono i visitatori sin da prima del 1565. Nel 1569 la prima campata verso la facciata (dove era previsto un nartece, mai realizzato) era ancora in costruzione e si sollecitava di completarne l'arco di sostegno alle volte. Nel 1579 la copertura della navata centrale era stata completata da poco; i muri e le volte erano già stati intonacati.
1581 - 1604 (ricostruzione altari laterali)
Nel 1567, anno della prima visita pastorale di Carlo Borromeo, la chiesa era ancora in costruzione, ma sostanzialmente delineata. Il presule annotò la presenza di sei altari (due nella navatella sinistra, tre in quella sinistra; uno, di s. Caterina, nella testata ella navata meridionale), ma non nel battistero, ancora nella plebana "vecchia" di S. Alessandro. Durante una seconda visita, a lavori ultimati (1581), lo stesso S. Carlo ordinò la distruzione di tutti gli altari e la loro riduzione a soli tre (compreso l’altare maggiore). L'opera fu completata nel corso del tempo e solo nel 1604 Federico Borromeo poté registrare il nuovo assetto liturgico. A quella data, un altare era collocato nella testata della navatella sinistra (altare della Vergine e dei santi Quirico e Giulitta) e uno in quella destra (s. Alessandro). Nel frattempo era stato trasferito anche il fonte battesimale.
1619 - 1619 (modifica finestre presbiterio)
Nel 1619, le finestre del presbiterio, poiché "la cappela maggiore è molto scura", furono modificate secondo i disegni dell'ingegnere Giovanni Battista Pessina, in quegli anni attivo per i Borromeo per la redazione di una dettagliata descrizione della Rocca di Angera resa nota da Luca Beltrami nel 1904. La soluzione adottata da Pessina fu di ridurre a una forma rettangolare allungata le monofore già esistenti, ma "oblunghe e strette", lasciando sopravvivere le lunette soprastanti che rappresentano, ancora oggi, uno dei caratteri di riferimento per la datazione del coro all'ultimo quarto del XV sec.
1701 - 1701 (costruzione coro ligneo)
I destini del capitolo dei canonici furono alterni. Nel 1625 Federico Borromeo ne ordinò la ricostituzione. Nel 1641, il card. Monti dispose per la creazione di un coro per il capitolo, di forma elegante, autorizzando la fabbriceria a servirsi di un legato. L'opera fu conclusa solo nel 1701, come recita una nota della fabbriceria del 26 marzo: "Resta terminato l'opera del Presbiterio e altri ornamenti fatta dalle sedie in giù al coro [...] fatto dal Maestro Ambrogio Merzagora di Angera quanto sia per il soglio e per gli intagli da Andrea Ferrario di Arona". La nota sembra chiarire le distinte mansioni dei due artigiani impiegati, "Maestro" Merzagora di Angera per lavori di carpenteria e Carlo Andrea Ferrario per i fini intagli. Quest'ultimo era attivo anche per la Collegiata di Arona nell'ultimo quarto del XVII sec.
1715 - 1715 (restauro pareti laterali presbiterio)
A seguito dell'installazione del coro ligneo, nel mese di agosto del 1715 l'intonaco sulle pareti laterali del presbiterio fu completamente rifatto. L'opera, di per sé nell'ambito di un'ordinaria manutenzione, si dimostrò particolarmente incisiva. Nell'occasione, infatti, le "figure e pitture" con "la vita della B. Vergine”, poiché “molto corrose e guaste e annerite per l’umidità" furono rimosse. Questa la giustificazione addotta: "essendo state giudicate che fossero del passato secolo 1400, s'è giudicato farle levare, e con l'imbiancatura rendere più chiaro e allegro il coro”. Qualche scrupolo fu adottato e “qualche parte non molto rovinata per memoria delle antiche pitture" fu conservata.
1749 - 1786 (costruzione balaustra del presbiterio)
La balaustra in marmi policromi intarsiati che ancora cinge il presbiterio fu installata in epoca imprecisata tra il 1749 e il 1786. L'opera, di bottega viggiutese purtroppo ancora anonima, fu associata a un programma di arricchimento dell'area presbiteriale che comprendeva anche la posa di complesso sedile per i celebranti, lavoro di Giovanni Battista Besozzi, valente intagliatore ancorché non altrimenti noto. La panca con schienale, suddivisa in tre stalli da quattro figure di statue intagliate rappresentati i santi Ambrogio, Pietro, Gerolamo e Agostino e conclusa alla sommità da una statua dell'Assunta innalzata sopra un elaborato fastigio, è da collocare, forse, qualche decennio addietro, almeno, rispetto alle prime menzioni documentali.
1841 - 1849 (restauro e nuove finestre intero bene)
Tra 1846 e 1849 fu elaborato un programma di decorazione interna proposto sin dal 1841 e, forse, in parte sviluppato a partire dai disegni prodotti dall'architetto Giacomo Moraglia di Milano e poi ripresi dall'ing. Giuseppe Peroni. Il piano non prevedeva solo la "rinnovazione degli intonaci", ma anche l'"aprimento di finestre", ossia la modifica delle monofore cinquecentesche del cleristorio ricondotte a lunette di sapore tardo neoclassico. Le opere furono appaltate nella primavera del 1849.
1849 - 1849 (ricostruzione altare maggiore)
Nel 1847, a completamento di un programma di restauro generale del tempio allora in corso su iniziativa del prevosto Sampietro, fu terminato il nuovo altare maggiore in marmi policromi e con tempietto circolare, secondo i modelli diffusi capillarmente da vari protagonisti della tarda stagione neoclassica ambrosiana. Non è noto l'autore del disegno del nuovo altare. Nel piano di revisione dell'area presbiteriale erano previsti anche il rifacimento del pavimento e la creazione di una nuova balaustra di delimitazione. Almeno sotto quest'ultimo aspetto, il progetto non fu completato e rimase in opera l’articolata balaustra in marmi policromi del XVIII sec.
1887 - 1891 (costruzione cappella laterale del Sacro Cuore)
Tra il 1887 e il 1891 fu costruita la prima cappella laterale, in appendice alla navata minore sinistra, poi dedicata al Sacro Cuore. Il volume fu inglobato in una serie di costruzioni che, in sostituzione di un porticato di servizio, portarono alla creazione di una serie di fabbricati continui appoggiati al fianco settentrionale della chiesa.
1900 - 1900 (ricostruzione facciata )
Nel 1900 si diede mano alla facciata, secondo un progetto proposto dall'ing. Cesare Nava caratterizzato dal tentativo di conferire al prospetto della chiesa un assetto unitario rispetto alla rimanente parte della fabbrica e alle caratteristiche già in opera del frontespizio. Di fatto, il progettista rispettò l'assetto documentato alla fine del XVIII sec., quando il prospetto era già in parte rivestito di pietre ben lavorate e ornato alla sommità di due piramidi e della statua dell'Assunta, in pietra. Durante il medesimo cantiere fu revisionata anche la nicchia del battistero, collocato dal 1698 a sinistra dell'ingresso.
1902 - 1902 (costruzione cappella laterale dell'Addolorata)
Nel 1902 fu costruita (non su disegno di Cesare Nava) la cappella dell’Addolorata in appendice alla navata meridionale e in posizione speculare rispetto alla cappella del Sacro Cuore, innalzata pochi decenni prima.
1907 - 1923 (costruzione e demolizione campanile)
Sino al 1907, per la chiesa prepositurale di Angera si continuò a utilizzare l'antico campanile, distante dalla fabbrica e collegato all'antica matrice della pieve, dedicata a Sant'Alessandro. In quell'anno fu avviata la costruzione di una nuova torre campanaria presso il presbiterio di S. Maria Assunta, costruzione autonoma innalzata sul versante meridionale. La torre diede subito problemi statici, sino a minacciare il crollo rovinoso. I fatti indussero il parroco don Ambrogio Airoldi, che ne aveva promosso la costruzione (terminata nel 1910), a demolire il manufatto. Era il 1923.
1913 - 1914 (decorazione, cicli affrescati e nuove vetrate presbiterio)
Nel 1912 il presbiterio della chiesa prepositurale di Angera fu dichiarato monumento di interesse nazionale. Ne seguì, da parte di don Ambrogio Airoldi, un tentativo di restauro che, seppur lodato dall'allora commissione di Brera e mosso dalle migliori intenzioni (“desideroso di fare un vero paradiso per la dimora di Gesù Sacramento”, come lasciò scritto), portò alla copertura di quei lacerti di affreschi più antichi che il maldestro intervento di intonacatura del 1715 doveva in qualche modo aver lasciato sopravvivere. Airoldi, dopo aver fatto installare nuove vetrate decorative alle finestre, con la raffigurazione dell'Assunta e di angeli, incaricò nel 1914 il sacerdote Giuseppe Polvara di un nuovo ciclo di pitture che portò alla realizzazione di due grandi riquadri con il 'Castigo del peccato in Paradiso', a sinistra dell’altare maggiore, e la 'Gloria di Maria', a destra.
1924 - 1926 (restauro e decorazione intero bene)
Se, nel 1914, don Airoldi "non avendo i mezzi poter decorare tutta la chiesa, come era mio vivissimo desiderio", si era dovuto limitare all'abside, un decennio dopo, anche grazie a un’accurata opera di sollecitazione e di raccolta fondi presso la società civile di Angera, il prevosto poté, finalmente, perseguire il suo scopo, affidando tutte le nuove pitture murali a Enrico Volonterio, aiutato da figlio Edoardo. Nel 1924 fu decorata la cappella dell'Addolorata, opera offerta dalle operaie di un’industria locale. Nel 1925 fu ripristinato il tetto. Nel 1926 fu affrescato con un''Incoronazione della Vergine' l'arco trionfale, su offerta delle consorelle del Sacro Cuore. In quell'anno fu decorata la cappella del Crocifisso, col concorso dell'Unione cattolica lavoratrici angeresi.
1926 - 1927 (completamento decorazione interno)
Tra 1926 e 1927 fu affrescata la volta della navata centrale con riquadri decorativi raffiguranti episodi della vita di Maria (ascensione; Sacra Famiglia, natività, visitazione, annunciazione, sposalizio, presentazione di Maria al tempio, casa di Gioacchino e Anna), il profeta David e santa Cecilia. Infine, i pittori Volonterio (padre e figlio) dipinsero le stazioni della Via Crucis. A conclusione del programma, furono installate due vetrate decorative nelle finestre della facciata, con le effigi di sant’Ambrogio e di san Carlo Borromeo.
2002 - 2002 (restauri conservativi intero bene)
Nel 2002, col contributo dell'associazione Partegora, furono restaurati il rosone della facciata e l'affresco sopra la lunetta del portale. I lavori furono estesi anche al presbiterio e rivelarono la presenza, in chiave di volta, di un medaglione con il 'Dio Padre benedicente' a mezzo busto e di buona fattura quattrocentesca. Contemporaneamente, l'associazione culturale e la parrocchia si fecero promotori di una collana di studi dedicata alla storia delle chiese di Angera che durò per circa un decennio.
2002 - 2003 (adeguamento liturgico presbiterio)
A parte dal 2002 l'architetto Michele De Lucchi elaborò il piano di adeguamento dell'area presbiteriale. Fu creata una nuova piattaforma protesa nello spazio della navata maggiore lasciando in tal modo intatto l'assetto dell'area per i celebranti così come configurato durante la complesse vicende storiche pregresse. Al centro della piattaforma fu installata una nuova mensa e, a lato, trovarono posto il nuovo ambone e lo scranno. L'opera fu consacrata il 5 luglio 2003.



Descrizione  La chiesa di Santa Maria Assunta sorge nell'ambito del centro plebano di Angera che ancora mostra l’impostazione con due chiese accoppiate documentata nel XIII-XIV sec., ma, forse, di fondazione ben più antica. La chiesa, inizialmente subordinata all''ecclesia maior', divenne col tempo preminente, assorbendo funzioni, titolarità e centralità rispetto all’originaria capo-pieve. Questa fu ricostruita nel XVI sec. come sede di confraternita, ma conserva la possente torre campanaria, del XII sec., che oggi rappresenta il lascito più antico delle complesse vicende di trasformazione dei luoghi. S. Maria Assunta è frutto di due fasi costruttive; alla fine del XV sec. risale il presbiterio, innestato sul corpo della chiesa medievale; questa fu completamente ricostruita poco dopo la metà del XVI sec. La facciata, di semplici linee rinascimentali, opportunamente riprese durante un restauro del 1900, è rivestita di un paramento regolare di blocchi di pietra locale (pietra d’Angera) che, col tempo, era stato esteso dal presbiterio quattrocentesco a tutte le pareti esterne dell’edificio. Il prospetto è centrato da un portale d’impostazione forse rinascimentale, ma ampiamente ripreso durante i citati restauri. Il settore centrale della facciata, a campo liscio centrato da un oculo, culmina in un timpano ad ali spezzate ed è delimitato da una lesena per parte in forte aggetto. Le ali laterali sono raccordate al corpo centrale da due ali in curva terminanti in voluta. I vertici del frontespizio sono rimarcati da due piramidi (già documentate nel XVIII sec.) e da una statua dell’Assunta, anch’essa testimoniata dalle fonti, ma sostituita di recente. Dalla piazza antistante, la massa della chiesa denuncia la complessa articolazione in tre navate; la maggiore sovrasta in altezza le gallerie laterali con un cleristorio, rivestito di pietre, nel quale una serie di lunette ottocentesche lasciano trasparire l’originario andamento delle allungate monofore a tutto sesto cinquecentesche. Dall’allungata massa della costruzione emerge il volume della cappella dell’Addolorata, aggiunta nel 1900. L’abside, a terminazione rettilinea, è, come detto, la parte più antica; sopravvivono, dell’originaria impostazione, le lunette sopra le monofore rettangolari, ampliate invece nel XVII sec. Le navate interne sono suddivise in quattro campate da archi trasversali a pieno centro che offrono appoggio alle volte; queste sono rette da lesene classiche, a fusto liscio e con capitello corinzio. Il presbiterio rappresenta il fulcro della chiesa, sotto diversi aspetti. Sviluppato su una pianta quadrata, è anticipato dall’arco trionfale in accentuato sesto acuto ed è coperto da una volta a vela ‘costolonata’, con nervature di pietra in forte aggetto. I piedritti sono coevi alla costruzione (1488-1498), come il medaglione con Dio padre benedicente scolpito ad altorilievo che orna la chiave di volta; nel complesso, si tratta di un ambiente di grande interesse che attende ancora di essere inquadrato dagli studi nell’ambito della precoce diffusione periferica di modelli rinascimentali messi a punto a Milano. L’area presbiteriale, delimitata da una balaustra settecentesca di marmi intarsiati e dall’elaborato disegno, conserva, inoltre, alcuni lavori d’intaglio ligneo seicenteschi di rilievo (sedile del celebrante; coro dei canonici), per botteghe coinvolte e qualità dei risultati. Nel primo pilastro a sinistra del coro sopravvive il pulpito ligneo settecentesco (ante 1786), rivestito di una ricca ornamentazione dorata a motivi vegetali, ultimo tassello di un complesso piano di arredo che fu affidato a una bottega ancora anonima, ma certamente non proveniente dallo stretto giro degli artigiani operativi nel Varesotto o sulle rive del Verbano. Le diverse componenti di questo continuo programma di arricchimento di manufatti a servizio dei celebranti ha trovato, dal 2003, un elemento di continuità nella nuova mensa d’altare, innalzata sopra una piattaforma nella prima campata davanti

Impianto strutturale
Edificio realizzato in murature d’ambito continue a sezione prevalentemente regolare. Strutture portanti verticali suddivise tra le murature d’ambito e il sistema puntuale dei pilastri tra le navate della chiesa. Copertura interna con un sistema articolato di volte retto da archi trasversali a tutto sesto (navate) e a sesto acuto (arco trionfale). Copertura del fabbricato con tetto sorretto da ordito ligneo, principale e secondario. Il tetto è a due falde sopra la navata maggiore, a falda unica sopra le navate laterali, a due falde sopra la cappella laterale destra (Addolorata), a padiglione sopra il presbiterio e sopra la cappella laterale sinistra (Sacro Cuore).
Struttura
Strutture verticali d’ambito realizzate con muratura mista continua rivestita, all’esterno, da un paramento regolare in conci di pietra d’Angera; sistema portante puntuale di pilastri interni, rivestiti di pietra. Copertura interna con sistema articolato di volte: la navata maggiore è suddivisa in quattro campate da archi trasversali a pieno centro che reggono un sistema di volte a vela ‘unghiate’; le navate laterali sono suddivise in corrispondenti quattro campate, coperte con volte a vela. Il presbiterio si sviluppa su una pianta quadrata, è anticipato dall’arco trionfale in accentuato sesto acuto ed è coperto da una volta a vela ‘costolonata’, con nervature di pietra in forte aggetto sviluppate da piedritti scolpiti angolari. La cappella laterale sinistra (Sacro Cuore) è coperta da una cupola ribassata, retta da pennacchi e dalle murature d’ambito continue. La cappella laterale destra (Addolorata) è coperta da una volta a vela impostata sulle murature d’ambito.
Campanile
Naufragati i tentativi di dotare la chiesa di S. Maria Assunta di un campanile, funziona allo scopo la torre antica della chiesa di S. Alessandro, che sorge alle spalle della prepositurale. Si tratta di una torre campanaria quadrata, con copertura in coppi sovrastato da lanternino, addossata al fianco meridionale della chiesa, presso il presbiterio. Il campanile è interamente intonacato e circondato da edifici che celano la parte inferiore della canna. Sul lato occidentale e orientale, il registro interiore presenta un “doppia specchiatura con archetti pensili binati” (Schiavi) divise da una lesena; le costruzioni appoggiate al campanile non permettono di chiarire se esista una decorazione analoga che si allunghi verso la base della torre. A salire sono collocate tre specchiature coronate da archetti pensili in numero variabile (4 al primo ordine; 6 al secondo e al terzo ordine). Le aperture sono costituite da strette finestre a sponde dritte; quelle ai piani superiori appaiono parzialmente murate e manomesse. Il lato settentrionale è privo di aperture. Complessivamente, anche per la vicinanza con il modello della torre campanaria di Arcisate, il manufatto è databile alla seconda metà del XI sec. Il rialzo, con orologio e cella campanaria, risale ad epoca successiva e, in attesa di riscontri, va prudenzialmente collocato all’ultimo quarto del XVII sec. o agli inizi del secolo successivo.



Adeguamento liturgico  presbiterio - intervento strutturale (2002-2003)
A parte dal 2002 l'architetto Michele De Lucchi elaborò il piano di adeguamento dell'area presbiteriale. Fu creata una nuova piattaforma protesa nello spazio della navata maggiore lasciando in tal modo intatto l'assetto dell'area per i celebranti così come configurato durante la complesse vicende storiche pregresse. Al centro della piattaforma fu installata una nuova mensa e, a lato, trovarono posto il nuovo ambone e lo scranno. L'opera fu consacrata il 5 luglio 2003. Fortemente voluto da don Rino Villa, il nuovo altare, con "quattro archi che sostengono il piano e che si intrecciano uniti da un legaccio di corda nei punti di contatto", è, secondo la suggestione di don Rino fatta propria da De Lucchi, "una barca che simboleggia la Chiesa, che galleggia nel mare della storia con tutte le sue forze divine e le sue debolezze umane". La nuova struttura, essenziale, spoglia e trasparente, lascia aperta alla vista l’altare maggiore: unico elemento decorativo “è la corda, grezza e rustica, che rimanda al simbolo del legaccio con profondo valore evangelico” e che rappresenta l’elemento decorativo utilizzato, dopo vari ripensamenti, anche per dar forma al leggio (“tre rami arcuati sostenuti da un volume triangolare” su cui poggia una semplice tavola di legno) e scranno. Le strutture dei tre elementi, la base dell’altare e le corde di sostegno sono realizzati in bronzo fuso a cera persa. Il piano della mensa è in legno massiccio di quercia composto da tre assi di 10 cm di spessore. Un piano di ardesia è incastonato nel punto della celebrazione, al centro.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Lombardia
Diocesi di Milano
2 Zona Pastorale II - Varese - Decanato di Sesto Calende
Parrocchia di Santa Maria Assunta

Vicolo Parrocchiale 11 - Angera (VA)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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