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Biella
Biella
chiesa
sussidiaria
S. Maria in Monte Nuova di Oropa
Parrocchia di S. Stefano
Facciata; Pianta; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
nessuno
XVI - XVI(notizie storiche carattere generale); 1600 - 1800(notizie storiche intero bene); 1652 - 1725(notizie storiche intero bene); XVIII - XVIII(notizie storiche intero bene); XVIII - XVIII(notizie storiche intero bene); XVIII - 1739(notizie storiche intero bene); XVIII - 1750(notizie storiche intero bene); XVIII - 1760(notizie storiche intero bene); XVIII - 1774(notizie storiche intero bene); XIX - XIX(costruzione carattere generale); XIX - XIX(completamento fondazioni); XIX - 1847(notizie storiche intero bene); XIX - 1875(notizie storiche intero bene); XIX - 1877(interruzione dei lavori intero bene); XIX - 1885(posa della prima pietra intero bene); XIX - 1885(notizie storiche carattere generale); 1848 - 1856(inizio lavori intero bene); 1877 - 1879(ripresa dei lavori intero bene); 1885 - 1898(completamento fondazioni); XX - 1913(completamento intero bene ); XX - 1920(notizie storiche intero bene); XX - 1925(notizie storiche carattere generale); XX - 1932(notizie storiche intero bene); XX - 1936(notizie storiche cupola); XX - 1937(completamento cupola); XX - 1938(notizie storiche cupola); XX - 1960(completamento intero bene); 1904 - 1905(notizie storiche carattere generale); 1941 - 1949(fine lavori cupola); XXI - 2017(restauro conservativo intero bene); XXI - 2020(restauro conservativo intero bene); 2017 - 2017(restauro conservativo intero bene)
Chiesa di Santa Maria in Monte nuova di Oropa
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Santa Maria in Monte nuova di Oropa <Biella>
Altre denominazioni S. Maria in Monte Nuova di Oropa
Ambito culturale (ruolo)
maestranze piemontesi (costruzione)
Notizie Storiche

XVI  (notizie storiche carattere generale)

Nel XVI secolo questo luogo sacro rappresentava già una componente tradizionale della religiosità, non solamente biellese. I pellegrini, infatti, provenivano dalla diocesi di Vercelli, di cui Biella ne era parte, da quella di Ivrea, di Novara, di Aosta, dal Ducato di Milano e probabilmente da Oltralpe.

1600 - 1800 (notizie storiche intero bene)

Secondo alcuni studiosi l’elezione di questi luoghi per la devozione cristiana viene fatta risalire al IV secolo quando S. Eusebio avrebbe contrapposto al preesistente culto celtico quello cristiano della Vergine. È fra il 1600 e il 1800 che venne creato l’attuale complesso: la basilica con i tre chiostri e la struttura del Sacro Monte. Di conseguenza attraverso le vicende architettoniche i due elementi divengono unità inscindibili facenti parte di un unico complesso paesaggistico. Considerato l’elevato numero di pellegrini che si recavano al Santuario, già ne XVII si avvertì l’esigenza di costruire una nuova chiesa; a quel tempo infatti si iniziava a discutere sul progetto di realizzazione.

1652 - 1725 (notizie storiche intero bene)

Filippo Juvarra intervenne a Oropa una prima volta nel 1720 in occasione della seconda Incoronazione della Vergine, quando preparò un progetto per l’apparato della cerimonia. In seguito, nel 1725, egli presentò un disegno per la sistemazione della Porta Regia, già iniziata dall’Arduzzi nel 1652 per intervento di Maurizio Savoia, ma poi rimasta interrotta. Si può desumere che l’intervento di Juvarra riguardi il completamento del secondo ordine della porta e il coronamento a fronte spezzata, così come oggi è sistemato.

XVIII  (notizie storiche intero bene)

Durante il secolo XVIII vi furono numerosi progetti per il Santuario di Oropa, riguardanti soprattutto il completamento delle fabbriche intorno alla chiesa, l’ulteriore ampliamento della stessa e quindi nuove ipotesi per la costruzione di un’altra chiesa progettata a monte del chiostro grande (la manica di Sant’Anna).

XVIII  (notizie storiche intero bene)

L’arch. Pietro Stratta di Ronco Biellese lavorò a Roma, Bologna e Firenze. Nell’archivio dei suoi discendenti, ad Oropa e nella biblioteca civica di Biella, si trovano dei disegni riguardanti la costruzione della chiesa nuova di Oropa. La nuova costruzione doveva sorgere dietro il caseggiato di S. Anna che doveva essere demolito. Il progetto dell’arch. Stratta contemplava una chiesa ad una sola navata, con un più stretto presbiterio, abside semicircolare, dotato di deambulatorio. La formazione di due nuovi bracci laterali univa il nuovo edificio al “vecchio recinto”, il dislivello tra il cortile della basilica e la nuova chiesa era risolto con due monumentali scaloni. Il progetto prevedeva anche sviluppi per la basilica esistente e per altre parti del chiostro, ma anche questo progetto non fu realizzato.

XVIII - 1739 (notizie storiche intero bene)

Un altro importante architetto che operò ad Oropa dal 1739 fu Francesco Gallo che presentò diversi progetti riguardanti la modifica dell’antica basilica. Gli fu affidato l’incarico di ridisegnare adeguatamente la Chiesa e gli edifici attorno ad essa. Il suo interesse per la Chiesa fu tale che ne progettò quattro varianti, e tutte prevedevano l’abbattimento della Chiesa antica e l’edificazione di un Tempio nuovo attorno al Sacello, come già aveva proposto l’architetto Guarino Guarini. Ma l’idea rimase tale: di tutti i progetti dell’architetto Gallo venne realizzato solo quello riguardante il prolungamento degli edifici del Chiostro.

XVIII - 1750 (notizie storiche intero bene)

Nel 1750 Bernardo Vittone visitava le fabbriche in costruzione ad Oropa e presentava all’amministrazione una pianta generale per la costruzione delle nuove fabbriche. Questa pianta da lui proposta utilizzava un precedente disegno del Gallo e delineava una nuova pianta a forma ottagonale per la chiesa nuova inserita al centro della manica di Sant’Anna. L’ubicazione della nuova chiesa è una soluzione geniale perché sposta l’asse del santuario da ovest a est e apre una nuova serie di progetti per questo nuovo edificio permettendo allo stesso tempo di conservare anche l’antico. Il progetto di Vittone del 1750 fa parte di un periodo di sensibilizzazione classica durante il quale l’architetto dimostrava di voler prendere le distanze da Guarini.

XVIII - 1760 (notizie storiche intero bene)

Negli anni ’60 del 1700 giunse un progetto anche da Filippo Prunotto. La sezione della chiesa conservata nell’Archivio di Oropa mostra un edificio che riprende la cupola di Bernardo Vittoni, a pianta longitudinale con antistante pronao.

XVIII - 1774 (notizie storiche intero bene)

Amedeo Galletto capitò ad Oropa circa vent’anni dopo dall’arch. Vittone. Il primo dei cinque disegni del progetto proposto da Ignazio Amedeo Galletto risale al 1774. Nel piano generale fornito dall’architetto si nota l’ispirazione tratta dai progetti precedenti di Gallo e Vittone. Galletti propose l’eliminazione della basilica secentesca con lo spostamento del sacello della nuova. Nei suoi progetti per la chiesa il Galletti si ispira alla proposta vittoniana per quanto riguarda la pianta centrale ottagonale, mentre per gli alzati trae ispirazione da Superga di Juvarra e dai disegno del duomo di Torino di Benedetto Alfieri. Scenografica appare infine la sua proposta per il prospetto del santuario nelle doppie rampe accostate per superare il dislivello tra primo e secondo cortile.

XIX  (costruzione carattere generale)

La nuova chiesa nei disegni esecutivi del Ferroggio divenne lunga 98 metri, la cupola principale a 34.10 metri di diametro e la cupola alta 100 metri. La posizione della nuova chiesa fu fissata a quasi 250 metri a nord del grande chiostro e circa 30 metri più in alto della Basilica Antica, in quel punto scorreva il torrente Oropa, e come primo lavoro dovettero spostare il corso del torrente spostandolo oltre la cascina Fornace nell’alveo attuale. Questi primi lavori furono costati 50.000 lire.

XIX  (completamento fondazioni)

Secondo quanto riportato dal Vallino, verso il finire del XIX secolo il pavimento e le fondazioni interne del Santuario erano state completate. A quel tempo i lavori avevano appena ripreso dopo un decennio di lenti progressi, dovuti principalmente a forti contrasti all’interno dell’Amministrazione del Santuario.

XIX - 1847 (notizie storiche intero bene)

Numerosi progetti per la nuova chiesa vennero fatti anche nel secolo successivo. Il progetto di Luigi Canina è datato 1819, l’anno precedente alla terza centenaria Incoronazione. L’architetto Canina si occupò personalmente dell’esecuzione di un plastico ligneo della nuova Basilica all’incirca a metà dell’anno 1847. L’impianto generale della Chiesa risultava fortemente legato ai canoni classici delle Basiliche romane, prendendo a modello la Basilica di San Paolo fuori le mura di Roma che era stata ricostruita dopo l’incendio del 1823. Il progetto prevedeva l’arretramento della Chiesa fino quasi all’attuale piazzale della Chiesa Nuova, ovvero dietro i fabbricati del padiglione S. Anna. Era disegnata a croce latina lunga 62 metri e larga 34, a tre navate.

XIX - 1875 (notizie storiche intero bene)

Viene fatto risalire al 1870 (in quanto i disegni non sono datati) il disegno della nuova chiesa di Oropa eseguito dall’architetto Alessandro Antonelli. Egli progettò una chiesa a tre navate, molto alta, con pianta a croce latina, sormontata da una cupola cilindrica. Nei disegni realizzati emerge lo stile unico dell’Antonelli, ovvero la grandiosità ed il richiamo agli edifici dell’antichità greca e romana. Nello stesso periodo, il geometra Francesco Locarni vercellese di Prarolo, per caso si recò ad Oropa interessato ai progetti che erano stati svolti fin a quel momento, il Canonico Rettore Demarchi gli chiese di trascrivere le sue osservazioni e di tracciarne un progetto. Il Locarni accettò e nel 1875 inviò anche un progetto. Ideò per il Santuario una chiesa in stile neo-romanico come aveva già fatto nella chiesa della Madonna degli Infermi di Vercelli. Tre navate a croce latina, cupola ottagonale con due campanili all’altezza dell’abside.

XIX - 1877 (interruzione dei lavori intero bene)

Seguì un periodo di interruzione dei lavori durato fino al 1877, quando si tentò nuovamente di edificare la nuova chiesa. Fu una decisione unanime quella di abbandonare il progetto di Canina per più svariate motivazioni.

XIX - 1885 (posa della prima pietra intero bene)

Nel 1885 venne posata la prima pietra: alle ore sei pomeridiane il delegato del Vescovo procedette alla solenne benedizione della pietra fondamentale la quale fu posata dal Presidente dell’Ospizio Cav. Maggia. Nella pietra in un incavo appositamente formato furono deposte monete con il conio del Re e con millesimo 84 a perpetua memoria del fatto.

XIX - 1885 (notizie storiche carattere generale)

L’11 novembre 1885 iniziavano i primi problemi e contrasti con l’impresa, che si portarono sino alla corte d’appello. Le fasi della costruzione della basilica si prostrarono per un lunghissimo arco temporale, durante il quale si alternarono momenti di entusiasmo ad altri di sconforto, quando si temeva che l’opera rimanesse incompiuta.

1848 - 1856 (inizio lavori intero bene)

I lavori dettati dal progetto di Canina iniziarono con lo spianamento del terreno negli anni 1848-1850 e con le fondazioni dei campanili nel 1854. Il 31 dicembre 1853 l’ingegnere Gavosto incaricato per lo scavo dei sotterranei della chiesa nuova faceva presente che vi sarebbe stato un risparmio facendo contemporaneamente allo scavo le fondamenta. L’amministrazione si dimostrava favorevole, ma i lavori sembravano avere continui ostacoli, e la salute dell’arch. Canina aveva costretto l’invio di un Suo delegato l’arch. Montiroli. Il 3 ottobre 1956 l’arch. Canina fece sopralluogo a Oropa e visionati i lavori li trovò corretti e conformi ai propri disegni. Il 17 ottobre 1856 l’arch. Canina morì a Firenze a distanza di pochi giorni dalla visita al Santuario.

1877 - 1879 (ripresa dei lavori intero bene)

Il 10 febbraio del 1877 si decideva di affidare l’esecuzione della nuova chiesa a un gruppo di esperti. Dopo aver visionato altri progetti, nel 1877 gli architetti Boito, Ceppi e Franco pubblicarono una relazione sui futuri sviluppi del Santuario; misero in luce alcuni difetti del progetto di Canina e riesumarono invece quello di Galletti per la funzionalità della sua proposta. Venne dato quindi all’ingegnere del Santuario, che a quel tempo era l’ing. Giovanni Ferroggio di Camburzano, l’incarico di rivedere il progetto del Galletti; egli nel 1878-1879 riprese e rielaborò il suo progetto, divenendo successivamente direttore dei lavori.

1885 - 1898 (completamento fondazioni)

Gli scavi per le fondazioni iniziarono nel 1885 e proseguirono fino al 1891. Qualche anno dopo, nel 1898, iniziò la costruzione delle mura perimetrali della chiesa lasciando però la struttura priva di copertura.

XX - 1913 (completamento intero bene )

Il 14 gennaio 1913 erano terminate le due ali di fabbricazione a ponente e levante della facciata ed erano state realizzate sino a 21 metri le grandi colonne granitiche che dovevano sorreggere la cupola.

XX - 1920 (notizie storiche intero bene)

L’inizio del XX secolo fu caratterizzato da un nuovo fervore nella costruzione della basilica; si voleva infatti terminare l’opera in occasione della Quarta Centenaria Incoronazione della Statua della Madonna di Oropa nell’agosto 1920. Le difficoltà economiche, la guerra e altre vicissitudini religiose avevano ormai escluso la possibilità di terminare i lavori per l’anno 1920. Infatti il giorno della celebrazione la Chiesa Nuova si presentava ancora in fase di progettazione.

XX - 1925 (notizie storiche carattere generale)

L’Amministrazione, per far fronte all’enorme sforzo compiuto per finanziare i lavori e per risanare il proprio bilancio, fece ricorso ad un prestito; nel 1925 vi fu una nuova emissione di obbligazioni, che però non ebbe successo, anche a causa delle vicende politiche che affaticavano la città di Biella.

XX - 1932 (notizie storiche intero bene)

I lavori subirono così un brusco arresto, accompagnato da forti critiche sulle possibilità di portare a compimento l’opera. L’11 gennaio 1932 si discuteva ancora delle sorti della Chiesa nuova, si prospettava persino l’idea che la commissione tecnica decidesse di abbandonare l’edificio già iniziato e di edificare una nuova chiesa in altra località. Il 4 maggio del 1932, a causa di queste discussioni, la commissione diede le dimissioni ed i lavori vennero nuovamente interrotti. Per quasi 15 anni le strutture, non coperte, vennero abbandonate a sé stesse.

XX - 1936 (notizie storiche cupola)

Nel 1936 il Can. Boggio elaborò una breve cronistoria della Chiesa Nuova. Egli decise che i problemi finanziari e tecnologico-strutturali riscontrati finora per l’erezione della copertura, si potevano risolvere chiamando tecnici esperti dell’epoca. Inizialmente si pensò di ricoprire la struttura con una calotta emisferica in cemento armato posta sulla grande rotonda ed una cupola su quella inferiore. Un secondo progetto prevedeva invece di mantenere una copertura in rame nella rotonda inferiore e di erigere un campanile a torre nella seconda parte, capeggiato dalla statua della Madonna d’Oropa. Il terzo riprendeva in parte la prima idea, alzando però la calotta e ponendo al suo centro una lanterna. La Soprintendenza inizialmente approvò il disegno e dopo poco tempo lo bocciò poiché si discostava troppo dal progetto originale del Galletti. Il quarto e ultimo progetto si attiene maggiormente a quello dell’architetto, prevedendo una cupola con lanterna che si erge per circa 80 metri d'alt

XX - 1937 (completamento cupola)

Venne incaricato anche l’ing. Amilcare Cucco per esaminare la possibilità di realizzare il progetto Bonora. Vennero realizzati più progetti per risolvere le varie mancanze che presentava il progetto. Solo dopo il 14 dicembre 1937 i nuovi studi man mano che procedevano venivano condivisi con la Sovrintendenza ai Monumenti che in definitiva era l’organo chiamato a dare l’approvazione essenziale. Il Sovrintendente prof. Arù a Oropa il 30 novembre 1937 fu positivo nei confronti del progetto dell’arch. Bonora, chiedendo solo una piccola modifica nella curva della cupola. Modificati i disegni il 12 dicembre 1937 vennero portati i progetti al prof. Arù che promise di inviarli tempestivamente a Roma per l’approvazione.

XX - 1938 (notizie storiche cupola)

Il progetto venne dichiarato inaccettabile dallo stesso Arù probabilmente a seguito di influenze diverse. Tuttavia, il 22 aprile 1938 si comunicava che il Ministero dell’educazione Nazionale in sua seduta del 6 aprile dava la piena approvazione al progetto. Il 27 maggio il delegato Becchio Galoppo affermava che occorreva iniziare i lavori. Era un periodo triste in quanto era la vigilia della seconda guerra mondiale e, a causa di questo, il ferro ed il cemento erano requisiti dal governo. Finalmente il giorno 28 giugno del 1938 si annunciava che il capitolato era stato consegnato all’Impresa Lanza Perino che lo accettava.

XX - 1960 (completamento intero bene)

La basilica venne consacrata nel 1960, 75 anni dopo l’inizio dei lavori. In realtà essa risulta incompiuta, dato che in molte parti vi sono ancora i mattoni o pietre a vista.

1904 - 1905 (notizie storiche carattere generale)

Il 20 novembre 1904 si legge che l’amministrazione aveva visitato i lavori ed esaminato il progetto Ferroggio per terminare le fondazioni, dagli scritti risultava che i lavori in quel tempo erano condotti dall’impresa Coda Zabetta Pietro. In tutti gli anni passati si era riusciti a gettare le fondamenta e l’inizio dei muri perimetrali della grande rotonda. Nel 1905 si fece una grande lotteria per fare fronte alle spese, ed il 20 giugno di quell’anno una lettera dell’amministrazione ringraziava la regina Elena che accettava il patrocinio della lotteria.

1941 - 1949 (fine lavori cupola)

La cupola, che si erge per 81 metri e con un diametro di 33, venne eretta nel 1941 con la benedizione della croce sulla cupola da parte del vescovo di Vercelli tenutasi il 21 settembre. Tra il 1948 ed il 49 si fece poi la copertura in rame.

XXI - 2017 (restauro conservativo intero bene)

Nell’aprile 2017, il distacco di una lastra di marmo nelle pareti interne della Basilica impose urgenti verifiche sulle condizioni complessive di salute dell’intero edificio. Vennero dunque avviate indagini diagnostiche per analizzare le criticità legate allo stato di degrado del materiale di rivestimento interno in marmo ed esterno in sienite. Le indagini sono state effettuate da un’equipe di tecnici specializzati che hanno verificato lo stato di conservazione grazie a tecniche innovative e non invasive. Le indagini basate sul georadar, su carotaggi e verifiche di laboratorio hanno permesso di individuare le cause del degrado. Dopo un’attenta valutazione dello stato di conservazione dei rivestimenti e di altre parti danneggiate, la Basilica superiore venne chiusa in via cautelativa insieme anche alle perimetrali esterne, per ragioni di sicurezza.

XXI - 2020 (restauro conservativo intero bene)

Sono stati effettuati i seguenti interventi di restauro: restauro facciata principale degli elementi in pietra di sienite; restauro e consolidamento colonne pronao (4 colonne); restauro e consolidamento colonnato interno (8 colonne); restauro e consolidamento rivestimento pareti interne in marmo; consolidamento rivestimento in rame della cupola; restauro dei cornicioni e coperture in lose parti basse; restauro facciata principale e volte pronao – facciate laterali corte -opere di finitura; restauro parziale serramenti facciate laterali; opere varie per sistemazione chiesa a lavori ultimati; opere varie per studio e risoluzione problematiche di microclima e climatizzazione interno basilica (solo nella navata centrale). I lavori sono stati terminati nell'agosto 2020.

2017  (restauro conservativo intero bene)

Le indagini realizzate nei mesi di luglio, agosto e settembre 2017 sono state volte ad individuare le cause delle criticità che sono emerse dopo i distacchi dei marmi interni, nonché del degrado dei materiali di finitura dell’interno e dell’esterno della Basilica Superiore del Santuario di Oropa.
Descrizione

Il percorso Sacro Monte di Oropa si snoda su una balza del Monte Mucrone, detta l’Oretto, tra la conca d’Oropa a levante ed il Canalsecco a ponente, in uno splendido paesaggio avente per sfondo la catena montuosa delle Alpi biellesi e profondi e chiari boschi di faggio. La panoramicità del complesso è garantita dalla ascensionalità del percorso Sacro, e anche dalla peculiare caratteristica distributiva che conduce a raggiungere le Cappelle. Quando si volge lo sguardo verso Oropa, la prima immagine che ci si presenta dinanzi è quasi sempre l’imponente mole della Chiesa Nuova; si può facilmente affermare che questa costituisca l’emblema di Oropa, il degno coronamento di una millenaria storia di devozione religiosa. La costruzione della chiesa fu studiata per più di un secolo da numerosi architetti famosi quali: Filippo Juvarra, Francesco Gallo, Bernardo Antonio Vittone, Ignazio Galletti, Amedeo Stratta, Enrico Terzaghi. L’edificio ad impianto centrale è composto da due rotonde; la più ampia è la prima che il visitatore incontra entrando; la più piccola è sul lato opposto rispetto all’ingresso ed è occupata dall’altare. La maggiore con struttura ottagonale, composta da otto pilastri centrali su cui si innesta la cupola e da cui partono le murature che vanno a costituire altrettante cappelle affacciate sullo spazio centrale. Su quest’ultimo si trovano le sedute lignee dove i fedeli assistono alle funzioni. A sud la cappella viene sostituita dall’androne di ingresso alla chiesa; a nord invece si aprono le scale che conducono all’altare. Le altre cappelle sono dotate di altari con nicchie su cui sono dipinti degli affreschi. Ognuna di esse è dedicata a temi differenti: la 1°, a sinistra dall’entrata, è dedicata all’origine terrena della Madonna; la 2° all’Immacolato Concepimento di Maria; la 3° alla “Divina Maternitas” i cui affreschi sono di Giovanni Bevilacqua da Genova; la 4° celebra la verginità e purezza di Maria “Virginitas perpetua”; la 5° la Vergine che con suo figlio Gesù è corredentrice degli uomini; la 6° loda la figura di Maria in quanto mediatrice di grazia per gli uomini “Mater mediatrix”. Ognuno di questi spazi è incorniciato da paraste corinzie sostenenti una trabeazione che corre lungo tutto il perimetro delle cappelle. Su di essa si imposta una volta a botte cassettonata generata da archi a tutto sesto. Lo spazio fra pavimento e trabeazione è rivestito da marmi, ad eccezione della nicchia e i due quadrati laterali, affrescati con scene diverse a seconda del tema a cui è dedicata. Lo spazio interno delle singole cappelle è tripartito orizzontalmente e anche verticalmente. Nel primo caso si hanno le paraste con capitello corinzio che, delimitando le cappelle, sostengono la trabeazione più alta dalla quale si innesta l’arco superiore che genera la volta a botte. Centralmente alle cappelle si hanno due colonne marmoree, con capitello corinzio aggettante ma di colore bianco, poste su un alto basamento e andando a sostenere una prima trabeazione. Questa divide le ultime due fasce verticali sulla superficie della parete e su di essa si innesta, solo visivamente, l’arco a tutto sesto della nicchia, disegnato sulla superficie. Le colonne continuano lungo la visuale con due sporgenze verticali poste sopra la trabeazione in corrispondenza di queste ultime. Queste sostengono un cornicione su cui sono presenti delle iscrizioni riguardanti il tema della cappella. La prima fascia verticale è costituita dal basamento, con un andamento che riprende quello degli elementi superiori. La seconda presenta degli affreschi posti ai lati; al centro ospita la nicchia che ha un’altezza pari ad entrambe le fasce superiori. L’ultima fascia è divisa dagli elementi sporgenti verticali citati prima e ai lati, in asse con gli affreschi, vi sono bassorilievi rappresentanti Santi che osservano le scene sottostanti.
Facciata
Il prospetto principale della Basilica si affaccia sulla corte raggiungibile oltrepassando la manica di Sant’Anna. Centralmente appare la struttura lapidea sostenuta da colonne, lateralmente invece due ali color mattone circondano il corpo di mezzeria. L’ampia scalinata lapidea permette l’ingresso al pronao, facendo da basamento virtuale alle colonne. Queste sono quattro, poste nella parte centrale e con capitello corinzio; ai due lati si trasformano poi in paraste. Gli elementi verticali sorreggono una trabeazione su due livelli: uno in aggetto e sostenuto dalle colonne, due laterali più arretrati retti da due paraste che li delimitano. Nella fascia orizzontale si trova una scritta che recita: “Reginae Montis Oropae”. Le due ali laterali sono in mattoni e poggiano su un basamento alto quanto il pronao e sono delimitate da balaustre in ghisa.
Pianta
La Basilica si presenta internamente ad impianto centrale dotato di due rotonde: la più ampia è la prima che il visitatore incontra entrando; la più piccola è sul lato opposto rispetto all’ingresso ed è occupata dall’altare. La maggiore ha una struttura ottagonale, composta da otto pilastri centrali sui quali si innesta la cupola superiore. La seconda rotonda è più piccola, alla quale si accede attraverso un arco. Lo spazio centrale è occupato dall’altare, attorno cui si affacciano quattro zone delimitate da paraste corinzie e marmoree che sostengono una trabeazione lungo tutto il perimetro.
Pavimenti e pavimentazioni
I pavimenti sono marmorei con un disegno che riprende l’andamento circolare della struttura.
Elementi decorativi
L'altare maggiore, posto al centro della rotonda minore, è sormontato da un aereo ciborio, moderna opera dell'architetto milanese Gio Ponti. Il progetto di tale opera risale al 1961.
Adeguamento liturgico

nessuno
La basilica è stata consacrata a ridosso del Concilio Vaticano II. Lo spazio liturgico della rotonda minore era stato pensato inizialmente come sacello per contenere la Statua della Madonna, al di sotto del Ciborio progettato da Giò Ponti; inizialmente l'altare maggiore era posizionato nella rotonda maggiore.
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