chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Campodenno Trento chiesa sussidiaria Ss. Filippo e Giacomo Parrocchia dell'Immacolata Pianta; Facciata; Prospetti; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi nessuno 1440 - 1460(costruzione intero bene); 1473 - 1473(decorazione interno); 1616 - XVII(ristrutturazione intero bene); 1859 - 1899(chiusura al culto intero bene); 1890 - 1905(passaggio di proprietà intero bene); 1925 - 1926(ristrutturazione intero bene); 1980 - 1980(restauro intero bene); 2000 - 2000(passaggio di proprietà intero bene); 2014 - 2014(manutenzione tetto)
Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo <Campodenno>
Altre denominazioni
S. Giacomo apostolo Ss. Filippo e Giacomo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche
1440 - 1460 (costruzione intero bene)
Secondo Simone Weber (1938), la chiesetta di Segonzone è menzionata nei documenti a partire dal 1485, ma sarebbe molto più antica; la costruzione potrebbe risalire alla metà circa del Quattrocento (incerta).
1473 (decorazione interno)
Nell'agosto del 1473 l'interno venne affrescato da Giovanni e Battista Baschenis: i nomi dei due pittori sono ancora parzialmente leggibili all'interno dell'iscrizione presente nel catino absidale, sulla destra.
1616 - XVII (ristrutturazione intero bene)
Dagli atti visitali del 1537 è nota la dedicazione della chiesetta ai Santi Filippo e Giacomo. Dalla successiva visita pastorale del 1579 si ricava la presenza al suo interno della tomba di Carlo Belasi, fatta rimuovere perché di intralcio ai fedeli, e di tre altari consacrati, il maggiore dedicato ai santi titolari, i minori a San Cristoforo e alla Madonna del Rosario, privi tuttavia di pala; sembra che nel 1616, alla richiesta dei visitatori di provvedervi, si preferì rimuoverli. La chiesa si presentava allora disadorna, mal tenuta, sempre aperta e con le finestre rotte. Forse a seguito di tale segnalazione la struttura venne coperta da un soffitto voltato e rinforzata esternamente, probabilmente con pilastri. Nel 1649 si ordinò di recintare il cimitero per evitare che vi entrassero gli animali.
1859 - 1899 (chiusura al culto intero bene)
Poco dopo la metà dell'Ottocento, in concomitanza con la costruzione della nuova chiesa di Lover (eretta tra il 1859 e il 1863), l'edificio sacro cessò di essere officiato e fu progressivamente abbandonato.
1890 - 1905 (passaggio di proprietà intero bene)
Tra la fine del XIX secolo e il 1905 circa i conti Khuen Belasi acquistarono la chiesa dal Comune di Lover per 300 fiorini.
1925 - 1926 (ristrutturazione intero bene)
Nel 1925-1926 l'intervento della Regia Soprintendenza ai monumenti di Trento salvò la chiesetta dalla rovina; nel corso dei lavori si decise di riportare l'edificio al suo primitivo stato, demolendo le volte e le strutture di sostegno seicentesche e realizzando un soffitto piano. Vennero inoltre messi completamente in luce gli affreschi interni, in precedenza visibili solo in piccola parte, che furono restaurati da Giovanni Tomasi da Rovereto.
1980 (restauro intero bene)
A partire dal gennaio 1978 la stampa lamentava lo stato di abbandono della chiesa, con gli affreschi interni mangiati dall'umidità per le infiltrazioni d'acqua dal tetto danneggiato; raggiunto alla fine del 1979 un accordo tra la Provincia Autonoma di Trento e i molti eredi proprietari, fu possibile realizzare nell'estate dell'anno seguente i necessari lavori di restauro, interessanti innanzitutto la copertura e l'isolazione dell'umidità filtrante.
2000 (passaggio di proprietà intero bene)
La chiesa è di proprietà del Comune di Campodenno dal 2000.
2014 (manutenzione tetto)
Tra l'estate e l'autunno del 2014 la Provincia Autonoma di Trento eseguì un intervento di manutenzione al tetto.
Descrizione
Circondata da un terreno prativo che era un tempo il suo cimitero ed eretta a valle dell'abitato di Segonzone, lungo la strada che conduce a Castel Belasi, la piccola chiesa quattrocentesca dei Santi Filippo e Giacomo è regolarmente orientata ad est. La facciata a capanna è resa asimmetrica dalla presenza della cappella laterale sulla destra; reca il portale architravato cinquecentesco disassato, con gradino di accesso alla soglia semicircolare, serrato tra due finestre rettangolari sdraiate protette da inferriate. Un'unica stretta apertura interessa il fianco sinistro, mentre su quello destro una prima luce rettangolare illumina la cappella e una seconda quadrata è sul corpo emergente della sacrestia, che ne ha un'altra di forma rettangolare sdraiata sulla parete est; altre due finestre rettangolari si trovano simmetricamente sul catino semicircolare dell'abside. All'interno la navata unica quadrangolare con soffitto piano in legno è completamente spoglia e raggiungibile scendendo due gradini; lungo la parete destra si apre la piccola cappella a pianta rettangolare, coperta da una volta a unghie ed elevata di un gradino, con una lapide sepolcrale al centro del pavimento e, più avanti, si trova l'accesso architravato alla sacrestia. L'unico altare ad ara in muratura è posto al centro dell'abside semicircolare rientrante, elevata di un gradino ed interamente ricoperta di affreschi firmati dai fratelli Giovanni e Battista Baschenis nel 1473; i dipinti proseguono anche sull'arco santo e, in forma più frammentaria, lungo le pareti della navata.
Pianta
Navata a pianta quadrangolare, dotata di una cappella a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale sul fianco destro; abside semicircolare.
Facciata
Facciata a capanna resa asimmetrica dalla presenza della cappella laterale sulla destra; portale architravato cinquecentesco disassato con gradino di accesso alla soglia semicircolare, serrato tra due finestre rettangolari sdraiate protette da inferriate. Finiture a intonaco tinteggiato.
Prospetti
Un'unica finestra rettangolare si apre lungo il fianco sinistro, mentre su quello destro una prima luce rettangolare illumina la cappella e una seconda quadrata è sul corpo emergente della sacrestia, che ne ha una seconda rettangolare sdraiata sulla parete est; altre due finestre rettangolari si trovano simmetricamente sul catino dell'abside. Finiture a intonaco raso sasso.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: cappella coperta da volta a unghie, navata da soffitto piano in legno; catino absidale in muratura.
Coperture
Tetto a due spioventi sulla navata, con la falda destra prolungata a coprire la sacrestia; tetto a più spioventi sull'abside. Struttura portante in legno e manto di copertura in scandole, sempre in legno.
Interni
Navata unica completamente spoglia, il cui piano pavimentale è raggiungibile scendendo due gradini in legno; lungo la parete destra si apre una piccola cappella a pianta rettangolare elevata di un gradino con una lapide sepolcrale al centro del pavimento e, più avanti, si trova l'accesso architravato alla sacrestia. L'unico altare ad ara in muratura è posto al centro dell'abside semicircolare rientrante, elevata di un gradino rispetto alla navata.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in battuto di calce.
Elementi decorativi
Affreschi figurati di Giovanni e Battista Baschenis ricoprono interamente la calotta dell'abside e l'arco santo e ornano in forma più frammentaria la navata.