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San Pietro in Trento
Ravenna
Forlì - Bertinoro
chiesa
parrocchiale
Santi Pietro e Paolo in San Pietro in Trento
Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in San Pietro in Trento
Pianta; Facciata; Prospetti laterali; Prospetto posteriore; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Campanile
presbiterio - intervento strutturale (1970-1980 (?)); ambone - aggiunta arredo (1970-1980 (?))
978 - 978(citazione in documento d'archivio intero bene); XV - XVI(costruzione campanile angolo sud-est della chiesa); 1433 - 1433(passaggio di proprietà intero bene); XVIII - XIX(rifacimento intero bene); 1829 - 1829(documentazione grafica descrittiva intero bene); 1911 - 1911(documentazione grafica descrittiva intero bene); 1912 - 1913(parziale demolizione e ricostruzione presbiterio ed abside); 1923 - 1926(parziale demolizione e ricostruzione aula liturgica); 1944 - 1944(crollo parziale angolo sud-est della chiesa); 1961 - 1962(costruzione campanile angolo sud-est della chiesa); 1980 - 1990(rifacimento delle coperture intero bene); 1990 - 2000(rinforzo strutturale intero bene); 2014 - 2016(consolidamento e restauro intero bene)
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Pietro e Paolo <San Pietro in Trento, Ravenna>
Altre denominazioni Chiesa dei Santi Pietro e Paolo in San Pietro in Trento
Santi Pietro e Paolo in San Pietro in Trento
Ambito culturale (ruolo)
maestranze romagnole (costruzione)
architettura neo-romanica (parziale demolizione e ricostruzione )
Notizie Storiche

978  (citazione in documento d'archivio intero bene)

Il primo documento che cita esplicitamente l’esistenza della chiesa è la pergamena n. 4771 dell’Archivio Arcivescovile di Ravenna, che descrive una cessione di beni dal Vescovo di Forlì all’Arcivescovo di Ravenna; tale documento viene datato, anche se non in maniera del tutto concorde tra gli studiosi, al 978 (Calandrini, 1972)

XV - XVI (costruzione campanile angolo sud-est della chiesa)

Alla Pieve viene aggiunto il campanile, inglobato nell’angolo interno sud-orientale della chiesa: una struttura a torre in mattoni, senza guglia, con tre ordini di finestre e paraste angolari, dell’altezza di 18 ml

1433  (passaggio di proprietà intero bene)

Nel 1433 la a chiesa arcipretale di San Pietro in Trento viene unita alla vicina chiesa parrocchiale di San Giuliano di Coccolia

XVIII - XIX (rifacimento intero bene)

Il primitivo assetto architettonico assume un aspetto barocco con il rifacimento della facciata, l’innalzamento dei muri delle navate minori e soprattutto il ripensamento dello spazio interno: qui, abbattuti i secondi e quarti pilastri, si inglobano i restanti entro più robusti sostegni (pilastri con sezione a T), sui quali poggiare ampie arcate e, nelle navatelle, vengono erette tre cappelle uguali per lato, giungendo alla configurazione dell’edificio a quattro campate con volta in muratura. Le originarie aperture delle navate minori vengono occluse, per lasciare spazio a grandi finestroni ornati con cornici e stucchi di gusto già neoclassico

1829  (documentazione grafica descrittiva intero bene)

Il disegno della Pianta e dello Spaccato della Chiesa di S. Pietro in Trento di Camillo Viceli, datato 1829, presente nell’Archivio della Pieve, documenta la configurazione dell’edificio in tale epoca

1911  (documentazione grafica descrittiva intero bene)

I disegni che l’Arch. Ecchia esegue per la Soprintendenza ai Monumenti di Ravenna fra giugno e luglio 1911 mostrano più dettagliatamente gli esiti complessivi dei rimaneggiamenti sette e ottocenteschi. In particolare, i rilievi della facciata, alzata notevolmente e resa così di solenne imponenza, presentano due finestre centinate alle estremità e un grande finestrone centrale, la cui aggiunta ha probabilmente portato alla cancellazione della supposta apertura originaria. Nello stesso documento è visibile anche l’arcata d’ingresso (forse non più quella primitiva se, all’altezza annotata di 4,47 m, si aggiunge la quota dovuta all’interramento dell’edificio in ragione del fenomeno della subsidenza, diffuso su tutto il territorio ravennate

1912 - 1913 (parziale demolizione e ricostruzione presbiterio ed abside)

Nel corso degli anni 1912-13 si interviene, nel tentativo di ricondurre l’edificio, stratificatosi nei secoli, all’assetto primitivo, sull’area orientale comprendente la cripta, che viene resa praticabile, attraverso il consolidamento dei sostegni e della pavimentazione, e il presbiterio, mediante la demolizione della volta in muratura e dell’altare barocco, la riapertura delle tre antiche finestre con la chiusura del preesistente ampio finestrone absidale e la costruzione del muro esterno a timpano poggiante sull’arco absidale

1923 - 1926 (parziale demolizione e ricostruzione aula liturgica)

Dopo una fase di rallentamento dovuta alle vicende belliche, a partire dal 1923, per quattro anni, su progetto dell’Arch. Ecchia, gli interventi si concentrano sulla navata centrale, con la riproposizione del tetto a capriate e la ricostruzione dei pilastri precedentemente abbattuti. Tutte le appendici rostrate verso le navate minori vengono rifatte in questo momento, sulla base dei residui degli antichi rostri esistenti sul secondo e quarto pilastro, sotto la moderna pavimentazione, e sul quinto, al di sopra della volta in muratura. I lavori proseguono con l’abbattimento dei muri di sopraelevazione delle navatelle e la rimessa in luce dell’archeggiatura tripla, per concludersi con il rifacimento completo della facciata ove viene aperta l’attuale bifora, realizzata su disegno d’invenzione con nuovi materiali. Una cappella di destinazione battesimale, strutturata come una piccola abside poligonale, viene, inoltre, aggiunta al corpo della chiesa, in fondo al muro settentrionale della nav

1944  (crollo parziale angolo sud-est della chiesa)

La zona absidale, parte della navata sud e il campanile vengono abbattuti dalle mine tedesche, che provocano anche la perdita di numerosi affreschi presenti nella chiesa. In questa occasione vengono realizzati alcuni saggi di scavo che individuano un’area di sepolture. Il progetto di ripristino del geom. Valentino Pinzi prevede l’abbassamento del pavimento in cotto quasi fino al livello originario che, posto al di sotto del suolo di 80 cm, resta ora inferiore ad esso di soli 15 cm

1961 - 1962 (costruzione campanile angolo sud-est della chiesa)

La torre campanaria attuale, alta 24 m, viene realizzata su progetto del geom. Pinzi e si configura come costruzione indipendente dalla fabbrica della chiesa, localizzandosi in prossimità del versante sud-orientale di quest’ultima

1980 - 1990 (rifacimento delle coperture intero bene)

Nel corso degli anni Ottanta il sistema di travi lignee di copertura della chiesa viene interamente sostituito, sia per quanto riguarda la navata centrale, sia per le navate laterali

1990 - 2000 (rinforzo strutturale intero bene)

All’inizio degli anni Novanta viene eseguito un intervento di collegamento della facciata ai muri perimetrali ad essa ortogonali, per evitare un suo possibile ribaltamento; in seguito vengono inserite nelle murature che separano le navate laterali da quella centrale catene in acciaio di collegamento delle travi lignee ai pilastri in muratura

2014 - 2016 (consolidamento e restauro intero bene)

Si eseguono interventi di consolidamento e restauro della chiesa riguardanti le fondazioni, con opere di sottofondazione, le strutture murarie, con inserimento di cordoli sommitali e catene in acciaio, le coperture, con parziale sostituzione degli elementi lignei portanti e manutenzione del manto superiore. Si interviene anche sulle strutture del campanile, ripristinando gli elementi in calcestruzzo armato degradati e sulla casa canonica con interventi strutturali sui solai intermedi e di copertura ed opere interne murarie e di finitura
Descrizione

Il complesso parrocchiale attuale, comprendente la chiesa, il campanile, la canonica ed alcuni edifici secondari (adibiti a circolo ricreativo, opere parrocchiali e depositi), è ubicato in località San Pietro in Trento, nella campagna che divide le due città di Forlì e Ravenna. Il nome San Pietro in Trentula o in Trento indica, con l’apposizione toponimica in Trentula, la localizzazione della chiesa in corrispondenza del trentesimo miglio, ai margini del decumano più settentrionale della centuriazione romana del territorio forlivese. La dedicazione, invece, intitolata ai SS. Pietro e Paolo, rispetta una fra le più comuni consuetudini religiose verso gli apostoli quali primi testimoni di Cristo e annunciatori della Sua parola. La pieve presenta una pianta asimmetrica basilicale a tre navate con l’abside tradizionalmente rivolta ad oriente. L’intera costruzione è edificata in muratura portante di laterizio. I paramenti murari sono in mattoni a vista. La facciata è scandita da quattro lesene, due angolari e due poste ai lati del portale d'ingresso, sormontato da lunetta cieca semicircolare. Si conclude a timpano presentando, una duplice cornice a dente di sega. Sopra l’ingresso si apre una grande bifora bipartita da un’esile colonnina in marmo bianco. Lo spazio interno, scandito da cinque pilastri per parte, doppiamente rostrati, presenta una struttura muraria in laterizio e un sistema di copertura ligneo a capriate. L'abside è circolare internamente e poligonale esternamente. Al presbiterio, sopraelevato rispetto al piano di calpestio delle navate, si accede per due rampe di scale. La cripta sottostante è costituita da dodici archi delimitanti sette volte a crociera e quattro triangoli poggianti su altrettanti pilastrini con pezzi ornamentali di diversa datazione
Pianta
La pieve presenta una pianta asimmetrica basilicale a tre navate, lunga circa 28 ml e larga 15 ml. L’edificio è orientato secondo l’asse sud-est / nord-ovest, con l’abside tradizionalmente rivolta ad oriente; l’arco absidale si presenta stranamente obliquo. L’attigua casa canonica è addossata al fianco settentrionale della chiesa, mentre la torre campanaria, posta a breve distanza dalla fiancata meridionale, è accessibile attraverso un corridoio di collegamento interposto tra la navata laterale della pieve ed il lato nord del campanile, dove si colloca la porta di accesso
Facciata
La facciata è realizzata in mattoni a vista come tutte le pievi del territorio e gli edifici sacri ravennati; è scandita da quattro lesene, due angolari e due poste ai lati del portale d'ingresso, sormontato da lunetta cieca semicircolare. Si conclude a timpano presentando, ai lati, piccole sporgenze a mensola e, in alto, una duplice cornice a dente di sega. Sopra l’ingresso si apre una grande bifora restaurata negli anni Venti, bipartita da un’esile colonnina in marmo bianco
Prospetti laterali
All’esterno la fiancata meridionale è ripartita da lesene disposte ad intervalli non regolari, senza rispetto per la suddivisione dello spazio interno. La porta che vi si apre vicino alla facciata è di antica realizzazione. Sulle pareti esterne delle navatelle minori si trovano piccole monofore in numero di quattro a sinistra e di cinque a destra. Le fiancate esterne della navata principale sono scandite da archetti pensili nascenti da lesene distribuiti tre a tre; il peduccio pensile degli archetti presenta mattoni smussati verso il basso e verso l'alto. Sotto l'archetto centrale si aprono monofore lunghe e strette. La cornice sommitale che si rileva nei prospetti laterali è composta da mattoni disposti a dente di sega. Infine, nel muro esterno della navata nord sono visibili parti originali della muratura e materiali di reimpiego con malte ed elementi che appaiono visivamente simili a quelli del Mausoleo di Galla Placidia
Prospetto posteriore
Il prospetto posteriore è caratterizzato dalle sagome delle navatelle minori, con copertura a falda inclinata, addossate alla navata maggiore, che termina con abside poligonale a sette lati. Tre finestre centrali, rifatte a seguito dei danni bellici, con aperture a tutto sesto e di forma allungata, consentono alla luce di penetrare all’interno del presbiterio. Una piccola finestra quadrata, con imbotte strombato su tre lati, posta al di sotto della monofora centrale, consente di illuminare la cripta sottostante. La cornice sommitale è composta da mattoni disposti a dente di sega; l’abside presenta anche un coronamento inferiore composto da mensoline e sottostanti listelli in laterizio
Struttura
L’intera costruzione è edificata in muratura portante di laterizio. I paramenti murari sono in mattoni a vista. Le strutture di orizzontamento sono costituite da impalcati lignei con struttura portante a capriata nella navata principale e puntoni nelle navate laterali; l’abside è conclusa superiormente da un catino a semicupola in laterizi a vista
Coperture
La copertura dell’aula liturgica è a due falde inclinate e presenta una struttura portante composta da capriate lignee con sovrapposte orditure secondarie, tavolato ligneo e manto di copertura in coppi ed embrici di cotto. L’abside e le cappelle laterali presentano orditure lignee portanti, sottomanto e manto di copertura in coppi di cotto
Interni
Lo spazio interno, scandito da cinque pilastri per parte, doppiamente rostrati, presenta una struttura muraria in laterizio e un sistema di copertura ligneo a capriate. L'abside, come frequentemente si riscontra per molte chiese ravennati, è circolare internamente e poligonale esternamente a sette lati. Sotto l’altare maggiore è collocata una antica fronte di altarolo a cippo o a cassa del VI o VII secolo; l’ampia fenestrella confessionis è affiancata da due colonnine a spirale con eleganti capitelli corinzi con volute e foglie d’acanto lavorate a trapano. Sul bordo superiore, dove sono stati inseriti una lastra marmorea verde e sotto un tondo in marmo rosso, sono scolpite due croci latine con bottone centrale. Al presbiterio, sopraelevato rispetto al piano di calpestio delle navate, si accede per due rampe di scale di otto gradini, che in parte poggiano sul fronte della cripta, dove al centro si apre una finestrella. La cripta, per la sua configurazione a oratorio, viene attribuita alla fine del X secolo; è costituita da dodici archi delimitanti sette volte a crociera e quattro triangoli poggianti su altrettanti pilastrini con pezzi ornamentali di diversa datazione; i capitelli in pietra, di reimpiego, presentano particolare interesse, in particolare i due elementi cubici ascrivibili all’ VIII - IX secolo. Sui fronti interni della pieve sono ancora presenti lacerti di pitture murali originali affrescate con dipinti figurativi policromi risalenti al XV secolo. Nella navata meridionale, in corrispondenza della controfacciata, è presente un frammento di affresco, in cui sono raffigurati la Vergine in trono con Bambino, San Sebastiano e San Rocco. All’interno del presbiterio è visibile un altro frammento di affresco con la Vergine, il Bambino e San Pietro. Nella navata settentrionale, sul fianco verso il presbiterio, è collocato un lacerto di testa di santo e, sempre nella stessa navata, in corrispondenza del primo arco, è visibile una decorazione “floreale” sulla superficie del sottoarco
Pavimenti e pavimentazioni
Le pavimentazioni interne sono in mattonelle quadrate di cotto, con disegno di posa a correre ed interposte fasce in lastre lapidee posizionate al centro, lungo il perimetro e nel passaggio tra le navate
Campanile
Il campanile attuale, esito della ricostruzione eseguita tra il 1961 ed il 1962, si sviluppa in pianta secondo uno schema quadrangolare regolare di lato 5 ml mentre in alzato raggiunge la quota di 24 ml sotto la linea di gronda. La struttura, totalmente rivestita in laterizio, è realizzata in cemento armato con un reticolo di travi e pilastri irrigidito da orizzontamenti anch’essi realizzati in conglomerato cementizia armato. Esteriormente il campanile appare spoglio da ogni tipo di decorazione, unico elemento di movimento del fronte una piccola rientranza che va ad evidenziare la fascia basamentale, delineando anche delle paraste angolari. Non sono presenti aperture sui fronti est ed ovest mentre il fronte sud ne presenta tre di dimensioni limitate che illuminano i livelli intermedi; il piano terreno trae luce da una finestra posta sul lato nord ossia sul fronte rivolto verso la chiesa e quindi è parzialmente occultata alla vista. L’inizio dell’ultimo livello, all’interno del quale sono alloggiate le campane, è evidenziato da un cordolo in materiale lapideo al di sopra del quale si trovano due aperture archivoltate per lato. Lo sporto di gronda è realizzato a dente di sega come quello delle navate della pieve, ed è sormontato da una copertura a quattro falde in tegole
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1970-1980 (?))
Non è possibile collocare temporalmente in modo esatto gli interventi eseguiti per l’adeguamento alla liturgia post conciliare. Da una foto risalente agli anni Quaranta, prima della distruzione dell’abside e del campanile (1944), si evince che l’altare di allora (corrispondente a quello attuale che ingloba la fronte di un altarolo del VI o VII secolo) era composto anche da un dossale su cui erano posti il tabernacolo ed i candelieri. L’intervento di adeguamento eseguito è consistito nell’orientamento versus populum dell’altare tramite l’eliminazione del dossale
ambone - aggiunta arredo (1970-1980 (?))
L'ambone attuale è costituito da un semplice leggio mobile in metallo
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