| Tipologia e qualificazione | chiesa parrocchiale |
| Denominazione | Chiesa di San Martino Vescovo <Capitignano, Giffoni Sei Casali> |
| Altre denominazioni | S. Martino Vescovo |
| Ambito culturale (ruolo) |
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| Notizie Storiche | 995 - 1009 (menzione intero bene) Un documento del 995 conferma per la prima volta l'ubicazione della chiesa, come un documento successivo del 1009. 1309 - 1338 (menzione intero bene) Nel 1309 la chiesa è ricordata con il rettore Enrico de Bernardo e il cappellano Matteo de Pastina. Nel 1338 è tenuta in beneficio da Giovanni de Raimo de Capua. 1565 (menzione intero bene) Nella visita pastorale del 15 febbraio 1565 il cappellano e il rettore sono distinti. La chiesa ha bisogno di riparazioni al tetto e all'arco in tribuna. La cura dei lavori è affidata all'arciprete. 1590 (menzione intero bene) Nella visita del 1590 la sagrestia risulta in rovina e si prescrive di ripararla con il contributo dei fedeli e del rettore, essendo annessa al Seminario di Salerno. 1609 (menzione intero bene) All'atto della visita del 1609 nella chiesa ci sono i lavori in corso. La rettoria è unita al Seminario di Salerno. La chiesa ha diverse cappelle, tra le quali quella dello Spirito Santo e quella di Santa Maria dei Martiri. 1729 (menzione intero bene ) Nella visita del 1729 la chiesa è ben tenuta da fra Piero Domenico, il quale riceve aiuti aiuti sufficienti dalla popolazione. 1838 (menzione intero bene) Nella visita del 1838 monsignor Paglia dei due parroci officianti, ne costituisce e ne riconosce uno solo e nomina l'altro coadiutore, eliminando non pochi inconvenienti. |
| Descrizione |
La Chiesa di San Martino Vescovo si erge in Piazza Santa Caterina in località Capitignano. E' costituita da struttura in muratura portante e presenta pianta rettangolare con ampia zona absidale con volta a cupola. Sia gli interni che le superfici esterne risultano intonacate e tinteggiate in ocra chiaro con cornici bianche. La pavimentazione dell'aula è in piastrelle quadrate in cotto. La facciata principale è tripartita con quattro paraste verticali che si attestano in corrispondenza del timpano triangolare di chiusira. L'ingresso avviene per mezzo di una gradinata in pietra con colonne e architrave con modanature e fregi; il portone d'ingresso è in legno naturale, bugnato.
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| Adeguamento liturgico |
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