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Caltagirone
Caltagirone
chiesa
parrocchiale
Santa Maria di Gesù
Parrocchia di Santa Maria di Gesù
aula; aula; aula; aula; altare; prospetto; chiostro; coperture
altare - aggiunta arredo (2000); ambone - aggiunta arredo (2000)
1422 - 1422(fondazione antico convento); 1422 - 1432(fondazione antico convento); 1449 - 1596(contributo del Comunale chiesa e convento); 1532 - 1532(opere interne attuale chiesa); 1532 - 1840(opere interne attuale chiesa); 1596 - 1596(modifica prospetto antica chiesa); 1649 - 1650(dotazioni antico convento); 1693 - 1936(restauri chiesa e campanile); XVIII - XVIII(ricostruzione chiesa e convento); 1842 - 1962(abside e pavimento attuale chiesa); 1866 - 1943(adibito a ricovero per invalidi attuale convento); 1960 - 1962(opere di finitura ed arredi attuale chiesa); 1962 - 1962(erezione a parrocchia attuale chiesa)
Chiesa di Santa Maria di Gesù
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria di Gesù <Caltagirone>
Autore (ruolo)
Gagini, Antonello (Madonna della Catena)
Battaglia, Francesco (altare della Madonna della Catena)
Bonaiuto, Natale Mariano Gaetano (ricostruzione chiesa e convento)
Ambito culturale (ruolo)
scuola siciliana (Madonna della Catena)
maestranze siciliane (altare Madonna della Catena)
maestranze siciliane (ricostruzione chiesa e convento)
maestranze siciliane (fondazione chiesa e convento)
Notizie Storiche

1422  (fondazione antico convento)

...Ad un miglio circa, per opera del B. Matteo di Girgenti, pei frati Minori Osservanti, sorse il Ven. Convento di Sicilia sin dal 1422, famoso per l'ampiezza e bellezza degli edifici, col tempio decorato di una statua in marmo della B. Vergine, racchiude una cappella molti corpi di ottimi ascetici esimii per illustri virtù: alcuno dei quali sin oggi intero si mostra...

1422 - 1432 (fondazione antico convento)

Il convento, fondato nel 1422 dal b. Matteo Gallo da Agrigento, fu costruito nel 1432; così, infatti, lasciò scritto il p. Francesco Pietro Tognoletto: «L'anno 1432 nella città di Caltagirone il B. Matteo vi fondò, sotto il medesimo titolo S. Maria di Gesù, il convento con elemosine della città e del popolo».

1449 - 1596 (contributo del Comunale chiesa e convento)

Nel 1449 il Comune assegnò un contributo annuo per le spese di manutenzione della chiesa e del convento; mentre nel 1596, come dianzi accennato, mons. Secusio, collaborato dai confratelli, ampliò il convento, dotandolo di uno splendido chiostro e rivoltando a Sud-Est il prospetto della chiesa.

1532  (opere interne attuale chiesa)

La pregevole statua, secondo la tradizione, sarebbe arrivata a Caltagirone nel 1532, quasi sul declinare della feconda attività del sommo scultore siciliano e costituisce un tangibile esempio della maturità artistica di Antonello Gagini.

1532 - 1840 (opere interne attuale chiesa)

Al suo interno è custodita la statua della Madonna della Catena, opera pregevolissima di Antonello Gagini (1478-1536), eseguita su commissione del Consiglio giuratorio, che vi fece scolpire lo stemma della città. L'altare della Madonna della Catena nel 1745 fu rivestito di marmi pregiati ad opera dell'architetto catanese Francesco Battaglia e che la stessa, proclamata quello stesso anno (1745) compatrona della città, fu poi solennemente incoronata nel 1840 dal Vescovo Benedetto Denti

1596  (modifica prospetto antica chiesa)

La chiesa di S. Maria di Gesù, annessa all'antico convento dei minori osservanti, originariamente aveva il prospetto rivolto a Nord-Est; ma nel 1596, ad iniziativa di mons. Bonaventura Secusio, allora ministro generale dell'Ordine (1593-1600), fu modificato e rivolto a Sud-Est.

1649 - 1650 (dotazioni antico convento)

Dal "Regesto dei Conventi esistenti in Sicilia nel 1649", il convento di Caltagirone nel 1650, «aveva la chiesa con otto cappelle e cappellone, 30 camere, chiostro, refettorio dipinto della vita e passione di Gesù Cristo, biblioteca grande, infermeria, mentre la comunità era composta di 10 sacerdoti, 3 chierici, 7 laici e 2 terziarii

1693 - 1936 (restauri chiesa e campanile)

Parzialmente danneggiata, insieme al campanile, dal terremoto del 1693 e poi restaurata nel '700 dall'architetto siracusano Natale Bonaiuto, essa presenta un dignitoso prospetto, affiancato da un campanile con cuspide piramidale, rivestita di maiolica policroma, ed ornato di un orologio civico, collocatovi nel 1936.

XVIII  (ricostruzione chiesa e convento)

Nella ricostruzione, seguita al terremoto del 1693, il portale gotico con la data 1422, che originariamente apparteneva alla chiesa, venne collocato all'ingresso del convento.

1842 - 1962 (abside e pavimento attuale chiesa)

L'abside, ampia e spaziosa, con volta affrescata dal prefato Bongiovanni, raffigurante l'Incoronazione della Vergine Maria e con pavimento marmoreo del 1962, conserva ancora, ma traslocato nel centro, l'antico altare maggiore con il pregevole ciborio di legno intarsiato del '600 ed una grande tela di S. Francesco con frati, che consegna il libro delle Regole a S. Chiara, dei fratelli Vaccaro del 1842.

1866 - 1943 (adibito a ricovero per invalidi attuale convento)

Dopo la legge del 7 luglio 1866, il convento fu chiuso ed incamerato dal Demanio, che il 7 gennaio 1869 lo cedette al Comune, perché lo adibisse a ricovero degli invalidi ed anziani poveri. Nel 1939, invece, in applicazione del Concordato dell’11 febbraio 1929, una parte del convento e la chiesa (l'atto amministrativo fu poi perfezionato l'11 novembre 1943), vennero cedute al Vescovo Pietro Capizzi (1880-1961), che, a sua volta, ne cedette il possesso ai frati minori, che, a distanza di 70 anni, vi riaprirono il convento.

1960 - 1962 (opere di finitura ed arredi attuale chiesa)

Degni di nota sono l'organo a canne del '700, restaurato nel 1962, la porta d'ingresso di ferro, ornata di pannelli di rame, realizzati nel 1960 da Aurelio Barletta e riproducenti S. Francesco con il lupo, p. Scalmato, p. Innocenzo Marcinò, S. Giacomo, la Beata Lucia e D. Luigi Sturzo, ed, infine, due sarcofaghi delle nobili Famiglie Monteleone-Perremuto del 1522 e Bonanno, dei baroni di Gigliotto, del 1611.

1962  (erezione a parrocchia attuale chiesa)

La chiesa di S. Maria di Gesù, infine, in seguito all'incremento edilizio-abitativo della zona, fu eretta in parrocchia con decreto dell'8 settembre 1962 di mons. Francesco Fasola (1961-1963)
Descrizione

Nella parte a sud del centro storico di Caltagirone, si colloca il complesso architettonico dei frati minori osservanti di Santa Maria di Gesù. L’insieme risulta costituito dalla chiesa con annesso convento e chiostro e da altre pertinenze. La chiesa presenta una impostazione planimetrica ad aula rettangolare con terminazione absidale quadrata, e cinque cappelle per lato, l'apparato decorativo realizzato ad affresco ad imitazione di marmi e stucchi, esteso a tutte le superfici interne. La copertura al suo interno è caratterizzata da un soffitto ligneo a capriate e cassettoni, mentre la copertura dell’abside nella parte intradossale è costituita da una calotta affrescata. Le coperture sono composte da una struttura in legno, le falde sono inclinate, poggianti su sottostanti capriate, gli arcarecci sorreggono il tavolato ed il manto di copertura a coppi alla siciliana. La facciata, presenta una superficie piana ad impianto retto e squadrato. Il prospetto è delimitato al lati dall’ordine gigante di carattere dorico la cui possente lesena presente nel lato destro, permette una efficace connessione con il prospetto laterale adiacente. Gli elementi che emergono sono il portale centrale, ed il soprastante finestrone. Sul lato sinistro della facciata si colloca il campanile, ad impianto quadrato, definito negli alzati da lesene angolari in pietra arenaria e sovrastato da una cuspide piramidale con copertura in maioliche policrome.
aula
L'impostazione planimetrica della chiesa segue le indicazioni previste dai regolamenti dell’ordine francescano basate sulla sobrietà. La navata è conformata ad aula rettangolare con terminazione absidale quadrata e con profonde cappelle laterali: cinque per lato. La copertura dell’aula è costituita da un tetto a due falde il cui profilo si rivela in facciata; all’interno dell’aula l’intradosso della copertura è costituito da un soffitto ligneo a capriate e cassettoni; la copertura dell’abside nella parte intradossale è costituita da una calotta affrescata da Bernardino Bongiovanni nel 1754 con l’incoronazione della vergine. La navata, le cappelle laterali ed il cleristorio, presentano una decorazione, estesa a tutte le superfici, realizzata ad affreschi ad imitazione di marmi e stucchi.
aula
lato destro navata In prossimità del portale d’accesso alla navata, sul lato destro, si colloca il monumento funebre della famiglia Monteleone Perremuto, realizzato in marmi policromi; segue lungo il lato maggiore destro della navata una sequenza di cinque cappelle: la prima è dedicata a San Diego, frate laico francescano. La cappella è sopraelevata da un gradino di marmo rosso e presenta una decorazione estesa a tutte le superfici dell’ambiente ad affreschi ad imitazione di marmi e stucchi, mentre sulla parete di fondo si colloca una macchinetta d’altare composta da basamento, colonne libere e frontone triangolare spezzato con fastigio. La pala d’altare venne realizzata da Giovanni Domenico, frate laico francescano, nel 1731, e raffigura il Santo nell’atto di distribuire il pane ai poveri. Nel soffitto voltato è riportata la scritta: «O patriarca pauperum Francisce». La cappella seguente, la seconda, è dedicata alla natività; è impostata come la precedente con un apparato decorativo esteso a tutte le pareti dell’ambiente e una macchinetta d’altare dalle forme più semplici con basamento in marmi mischi, che contiene la mensa, sopra il quale sono disposte lesene scanalate, con grottesche a rilievo nel terzo di base, coronate da un frontone spezzato. La pala d’altare raffigura la Madonna davanti a Gesù bambino, dietro si trova San Giuseppe ed ai lati dei pastorelli che portano doni; lo sfondo del dipinto rappresenta rovine di architetture con angeli, uno dei quali sostiene un nastro che riporta la scritta «Gloria in excelsis Deo». Il dipinto riporta l’iscrizione «D. Antoninus Balistreri pinxit 1730». La terza cappella racchiude un portale che consentiva l’accesso al piazzale collocato a fianco della chiesa, vi si custodivano le reliquie appartenenti alla chiesa e i resti mortali dei frati che vissero in questi luoghi onorandoli con l’esemplarità della loro esistenza tra cui Padre Antonino Scalmato 1479-1552, e Frà Giacomo Parisi. La quarta cappella è dedicata al Santo di Assisi fondatore dell’Ordine francescano. Come la precedente risulta sopraelevata da un gradino e presenta un apparato decorativo a fresco ad imitazione di stucchi e marmi, esteso a tutte le pareti dell’ambiente. Nella parete di fondo della cappella è collocata una macchinetta d’altare, con basamento in marmi mischi che contiene la mensa e la custodia affiancata da tre alzate marmoree, sopra il quale si appoggiano le lesene scanalate, sormontate da un frontone spezzato di coronamento. Nella nicchia posta al centro dell’altare si colloca una statua lignea di San Francesco d’Assisi realizzata da Ferdinando Perathoner da Ortisei. La quinta cappella è dedicata al Santo Crocifisso, di cui si custodisce un pregevole esemplare in legno. La cappella è sopraelevata da un gradino di marmo rosso e presenta un apparato decorativo affrescato, ad imitazione di stucchi e marmi, esteso a tutte le pareti dell’ambiente; la macchinetta d’altare, simmetricamente alla prima rispetto all’asse centrale minore della navata, presenta una macchinetta d’altare composta da basamento in marmi mischi che contiene la mensa, a cui sono sovrapposte colonne libere scanalate con grottesche a rilievo nel terzo di base, frontone spezzato di coronamento con fastigio. La nicchia centrale d’altare contiene un crocifisso ligneo sul cui sfondo si colloca una tavola ad olio raffigurante l’Addolorata e sulla sinistra San Giovanni, sullo sfondo è ritratta la scena del calvario ornata da puttini.
aula
lato sinistro della navata Il lato sinistro della navata è costituito da una sequenza di cinque cappelle che si affacciano sulla navata tramite arcate a tutto sesto sovrastate dal cleristorio riccamente decorato a fresco da Bernardino Bongiovanni, come il lato simmetrico. In prossimità della prima cappella sulla parte retrostante del prospetto a sinistra accanto al portale d’ingresso, si colloca il monumento funebre del Barone di Poggio Diano, Don Silvio Bonanno, realizzato in marmi mischi con statuaria marmorea, originariamente collocato nella parte centrale dell’abside, ma qui spostato nel 1952. Al protettore della città di Caltagirone, San Giacomo, è dedicata la prima cappella del lato sinistro della navata, che è sopraelevata da un gradino di marmo rosso e presenta un apparato decorativo a fresco ad imitazione di marmi e stucchi, esteso a tutta la superficie e all’intradosso della volta di copertura. Seguendo una logica di simmetria con la cappella posta di fronte, e con quelle situate all’estremità opposta del lato maggiore della navata, la cappella ospita nella parete di fondo una macchinetta d’altare scenografica, composta da basamento in marmi mischi che contiene la mensa, a cui sono sovrapposte colonne libere scanalate con grottesche a rilievo nel terzo di base, coronate da un frontone spezzato con fastigio. La nicchia centrale custodisce il dipinto ad olio raffigurante il Santo Giacomo in veste di pellegrino ai cui lati si trovano San Bernardino da Siena e San Filippo Neri, il dipinto viene attribuito a GB. Baldanza da Militello e venne realizzato nel 1631. Nell’intradosso voltato sono riportate le seguenti parole: «Sidus Hispaniae Urbis Gratissima tutela». La cappella seguente, la seconda, è dedicata a San Michele arcangelo, e come la precedente, segue una logica di simmetria generale all’interno della navata, pertanto, l’altare è simile a quello disposto nella cappella posta di fronte. La cappella, che si eleva su di un gradino, presenta un apparato decorativo esteso a tutte le pareti dell’ambiente e una macchinetta d’altare con basamento in marmi mischi che contiene la mensa, sopra la quale sono disposte lesene scanalate, sormontate dal frontone spezzato di coronamento che contiene un fastigio. La pala d’altare raffigura l’Arcangelo Michele in veste di guerriero alato, che tiene in mano una lancia rivolta contro il dragone infernale. Il dipinto riporta l’iscrizione «D. Ant. Bal. 1741». Nell’intradosso della volta che copre la cappella, è riportata la seguente scritta: «Mortuorum suscitator». La terza cappella è dimensionata come le altre e vi si trova il portale che consente l’accesso al chiostro, la parte superiore della cappella è occupata dall’organo realizzato nella prima metà del XVIII secolo. La quarta cappella del lato sinistro della navata è dedicata alla Madonna della Catena, il cui aspetto attuale venne elaborato dall’architetto catanese Francesco Battaglia nel 1743, incaricato dalla città di Caltagirone, che finanziò la costruzione. La nuova macchinetta scenografica d’altare è costituita da un basamento in marmi mischi, posto su gradini che contiene una mensa sorretta da mensole marmoree con volute, sopra il quale si colloca la custodia ed un imponente apparato di colonne libere marmoree disposte simmetricamente tre per lato. Le colonne sono sovrastate da un coronamento piuttosto articolato costituito da un timpano curvilineo spezzato, arricchito dal fastigio e da una vivace statuaria di stile tardo barocca, e dallo stemma del Senato caltagironese posto sulla chiave dell’arcata d’accesso alla cappella. Questa imponente scenografia inquadra la nicchia in cui viene custodita la statua marmorea della Madonna della Catena realizzata dallo scultore Antonello Gagini nel 1532. Il nuovo allestimento prevedeva un apparato decorativo esteso a tutte le superfici della cappella realizzato in marmi policromi.
aula
lato sinistro della navata La quinta cappella è dedicata a Sant’Antonio da Padova; come le altre è interamente ricoperta da affreschi con disegni riproducenti un apparato decorativo in marmi e stucchi. La parete di fondo della cappella ospita l’altare maggiore costituito da un basamento a cui si sovrappongono due colonne liscie, sovrastate dal coronamento formato dal timpano spezzzato. Al centro dell’altare si colloca la tela che raffigura il Santo di Padova visitato da Gesù bambino, realizzata da Giovanni Portaloni nel 1635.
altare
altare maggiore La zona presbiteriale è sopraelevata dal pavimento della navata da due gradini di marmo rosso venato e delimitata da una balaustra costituita da otto pilastrini in marmo bianco con tarsie e da quattordici colonnine in marmo grigio venato. L’altare maggiore si eleva sopra tre gradini in marmo rosso venato, presenta un altare in marmi mischi con mensa sostenuta da volute marmoree. La custodia centrale risulta affiancata da ripiani marmorei degradanti verso l’alto e incoronata da una tronetto marmoreo con colonnine. Sulla parete di fondo si colloca il dipinto che raffigura San Francesco d’Assisi, realizzato dal pittore caltagironese Francesco Vaccaro nel 1847. Tutto l’abside e la sovrastante calotta di copertura presenta un apparato decorativo pittorico a fresco. Nella parte posteriore dell’arco trionfale è dipinto con lo stemma francescano, il nome dell’artista che affrescò la chiesa e la data; l’iscrizione riporta: «Bernardinus Bongiovanni Panormi pinxit anno a partu Virginis MDCCLIV».
prospetto
La facciata della chiesa nel rispetto delle indicazioni previste dall’ordine francescano presenta una superficie piana ad impianto retto e squadrato. L’aspetto generale è piuttosto semplice e sobrio. Il prospetto è delimitato al lati, dall’ordine gigante di carattere dorico la cui possente lesena presente nel lato destro, permette una efficace connessione con il prospetto laterale adiacente ed è costituita da componenti lapidee di calcare ad intaglio. Gli elementi che emergono sono il portale centrale, che riporta la data del 1624, ed il soprastante finestrone. Sul lato sinistro della facciata si colloca il campanile, ad impianto quadrato, definito negli alzati da lesene angolari in pietra arenaria e sovrastato da una cuspide piramidale con copertura in maioliche policrome, elemento ascrivibile alla ricostruzione resa necessaria dai danni causati dal terremoto del 1693. Nel livello inferiore del campanile venne collocata nel 1962 un finestrone con mensole e balconata costituito da elementi lapidei ad intaglio ascrivibile alla seconda metà del XVII secolo, proveniente dalla Villa Fanales che in quegli anni veniva demolita. Il prospetto si estende sul lato sinistro dove è annesso il convento, il cui affaccio è costituito da una superficie piana, dalla quale emergono finestre e aperture definite da elementi lapidei ad intaglio, e un portale ogivale dall'ampia strombatura modanata, datato 1422, disposto sulla parte terminale sinistra del prospetto, successivamente all’evento sismico del 1693, appartenente in origine alla chiesa.
chiostro
Il chiostro di forma quadrata si colloca sul lato sinistro della chiesa, e risulta costituito da un loggiato con volte a crociera sostenuto da 28 colonne collegate tra loro da arcate a tutto sesto. La connessione tra le arcate negli spigoli del quadrilatero, che costituisce la morfologia planimetrica del chiostro, si concretizza con due colonne accostate a cui è interposto un pilastro. Il chiostro connette tra loro le molteplici pertinenze del convento dei frati francescani; al suo interno si trova un giardino con palme secolari e piante tipiche mediterranee.
coperture
Le coperture sono costituite da una struttura in legno, le falde sono inclinate, poggianti su sottostanti capriate, gli arcarecci sorreggono il tavolato ed il manto di copertura a coppi alla siciliana.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (2000)
L'altare, risulta allo stato attuale realizzato in legno, di forma rettangolare poggiante su quattro colonnine in legno, esso è posto in posizione assiale.
ambone - aggiunta arredo (2000)
L'ambone, risulta allo stato attuale realizzato in legno, esso poggia su una pedana, anch'essa realizzata in legno, a quota del presbiterio, esso è posto sul lato sinistro, visto dall'aula.
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