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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Versa
Romans d'Isonzo
Gorizia
chiesa
sussidiaria
B.V. Lauretana
Parrocchia di Sant'Andrea Apostolo
Preesistenze; Impianto planimetrico; Strutture verticali; Coperture; Campanile; Apparato decorativo; Apparato liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1995)
XVI - XVI(preesistenza intero bene); inizio XVI - inizio XVI(dedicazione intero bene); 1619 - 1619(costruzione intero bene); 1619 - 1646(ampliamento intero bene); metà XVII - metà XVII(completamento interno della chiesa); 1682 - 1682(decorazione interno della chiesa); XVIII - XVIII(ampliamento e rifacimento intero bene); 1736 - 1736(completamento interno della chiesa); 1765 - 1765(consacrazione intero bene); 1824 - 1850(rifacimento intero bene); 1850 - 1855(decorazione facciata); 1885 - 1885(completamento interno della chiesa); 1930 - 1952(rifacimento esterno della chiesa); 1994 - 1995(restauro intero bene)
Chiesa della Beata Vergine Lauretana
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa della Beata Vergine Lauretana <Versa, Romans d'Isonzo>
Altre denominazioni Glesia di San Roc
B.V. Lauretana
Ambito culturale (ruolo)
maestranze friulane (costruzione edificio)
Notizie Storiche

XVI  (preesistenza intero bene)

Costruzione di un'ancona dedicata alla Madonna dei Miracoli, per scongiurare lo straripamento e, nel caso si verificasse, per auspicare il risanamento del territorio; di questa primitiva struttura si conserva l'affresco raffigurante la Madonna con il Bambino, attualmente collocato sulla parete sinistra della navata.

inizio XVI  (dedicazione intero bene)

Cambiamento di intitolazione della chiesetta alla Beata Vergine Lauretana, in sostituzione dell'originale dedicazione alla Madonna dei Miracoli. La nuova intitolazione viene indicata per la prima volta nella relazione della visita arcidiaconale di Giuseppe Antonio Del Mestri nel 1716.

1619  (costruzione intero bene)

Edificazione del primo nucleo della chiesa, corrispondente all'attuale presbiterio. Questa struttura è citata in un documento del 22 luglio 1619, proveniente dall'Ufficio Arcidiaconale di Gorizia, in cui il Comune di Versa richiedeva il permesso di proseguire con l'edificazione della chiesa.

1619 - 1646 (ampliamento intero bene)

Ampliamento dell'edificio, con la costruzione della navata ed in seguito del pronao che la precede; sulla parete destra della navata vengono riportate due date, 1641 e 1646.

metà XVII  (completamento interno della chiesa)

Apertura della cappella di San Rocco, sul fianco destro della navata, dove nel 1682 fu collocato l'altare ligneo.

1682  (decorazione interno della chiesa)

Realizzazione degli stucchi interni che adornano l'arco santo e l'arco e la volta della cappella di San Rocco e delle cornici a pendant della navata, commissionati da Olivo d'Olivi e attribuiti a Giovanni Pacassi.

XVIII  (ampliamento e rifacimento intero bene)

Costruzione della sacrestia, sul fianco sinistro della navata e sopraelevazione del presbiterio.

1736  (completamento interno della chiesa)

Realizzazione dell'altare maggiore, per volontà del pievano Giovanni Battista Catterini (si veda l'iscrizione incisa sul ripiano sopra la mensa).

1765  (consacrazione intero bene)

Consacrazione della chiesa il giorno 16 agosto 1765 da parte dell'Arcivescovo di Gorizia Carlo Michele d'Attems - si veda la lapide immurata sopra la porta della sacrestia.

1824 - 1850 (rifacimento intero bene)

Ampliamento dell'edificio, con il prolungamento della navata estesa fino a comprendere il pronao, chiudendovi gli arconi laterali. La facciata fu rifatta, conferendole una forma rettangolare.

1850 - 1855 (decorazione facciata)

Esecuzione degli affreschi della facciata, ad opera di Rocco Pitacco.

1885  (completamento interno della chiesa)

Realizzazione dell'altare di San Rocco, in sostituzione del precedente ligneo (si veda l'iscrizione incisa sul ripiano sopra la mensa).

1930 - 1952 (rifacimento esterno della chiesa)

In seguito ai danni riportati durante la prima guerra mondiale, la chiesa fu restaurata. La facciata fu oggetto di rifacimento, ripristinando l'originale forma a capanna; fu sostituito il campaniletto a vela, in cui fu aperta una monofora in loco della precedente bifora. Durante quei lavori furono aperte anche due finestre laterali (1928).

1994 - 1995 (restauro intero bene)

Restauro dell'edificio, per volontà del parroco don Albino Bilibio. L'intervento, diretto dall'architetto Ivo Scagliarini, interessò sia le strutture che l'apparato decorativo. I lavori furono eseguiti dall'impresa del sig. Marcello Colossetti di Perteole, mentre il restauro dell'apparato decorativo fu affidato al sig. Renzo Lizzi di Artegna. La chiesa fu riaperta al culto il 10 dicembre 1995 con la solenne benedizione dell'arcivescovo di Gorizia, mons. Antonio Vitale Bommarco.
Descrizione

La chiesetta della Beata Vergine Lauretana, fino all'inizio del XVIII secolo intitolata alla Madonna dei Miracoli, è frutto di diversi momenti costruttivi, scoperti durante il restauro degli anni Novanta e volutamente messi in luce. Sorto tra il XVI e il XVII secolo sul luogo di una precedente edicola, il primo nucleo era costituito da una cappella in corrispondenza dell'attuale presbiterio, di cui è stato rinvenuta anche la pavimentazione in cocciopesto impastato con polvere di pietra dello spessore di circa 2 cm. Tra il 1619 ed il 1645 la chiesa fu ampliata con la costruzione della navata, preceduta da un pronao, ed in seguito con la cappella di San Rocco sul fianco destro della navata; sul finire del XVII secolo la chiesa fu arricchita con gli stucchi che adornano l'arco santo e la cappella di San Rocco, attribuiti a Giovanni Pacassi. Ulteriori lavori furono attuati nel corso del XVIII secolo, con la costruzione della sacrestia, la sopraelevazione del presbitero dove fu collocato un nuovo altare marmoreo, l'esecuzione degli affreschi ex voto nella navata. Negli anni Venti del XIX secolo l'edificio subì un consistente intervento di rifacimento per cui il pronao fu chiuso e conglobato nella navata, furono aperte due finestre laterali; anche la facciata fu rifatta, conferendole una forma rettangolare ed in seguito affrescata con la realizzazione di un nuovo campaniletto a vela con bifora ma nel 1930 fu riportata all'aspetto originario a capanna con monofora campanaria. Gli ultimi lavori di restauro furono realizzati tra il 1994 e il 1995.
Preesistenze
L'affresco con l'immagine della Madonna con il Bambino, riscoperto nel muro del presbiterio durante i lavori degli anni Novanta, restaurato ed in seguito posizionato sul fianco sinistro della navata, appartiene ad un'edicola (capitello) che si ergeva al centro dell'attuale navata, in cui si può individuare la prima struttura dell'attuale chiesetta. Questa primitiva costruzione sorse all'incrocio di strade dal fondo ciottoloso che raggiungevano i guadi del torrente Torre; i tratti stilistici dell'affresco fanno risalire la collocazione temporale al XVI secolo. Il capitello era costituito da un basamento rettangolare, poggiante su uno strato omogeneo di acciottolato che interessa parte dell'area occupata attualmente dalla chiesa, sopra a cui al centro si innalzava una semplice struttura anch'essa rettangolare e leggermente arcuata nella parte superiore che conteneva l'immagine della Madonna con il Bambino. Con la costruzione della chiesa l'alzata dell'edicola con l'affresco fu trasportata sul muro di fondo del presbiterio.
Impianto planimetrico
La chiesa è orientata ad Ovest; si trova all'incrocio di tre strade di campagna ed è preceduta da un breve sagrato in ghiaia. La configurazione planimetrica è molto semplice: l'edificio si compone di un'unica navata longitudinale, con una cappella laterale sul fianco destro e un presbiterio a base quasi quadrata. Addossata al presbiterio, sul lato sinistro vi è la sacrestia. Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 20,95 ml; larghezza 5,88 ml; altezza navata - colmo sotto trave 6,51 ml; altezza navata - catena di capriata 4,86 ml.
Strutture verticali
Tutte le murature sono in pietrame. L'edificio è interamente intonacato e tinteggiato in color bianco sporco. La facciata principale, a capanna, è liscia con una cornice modanata che segue la linea delle falde di copertura e prosegue sotto la linea di gronda lungo l'intero perimetro dell'edificio; in asse con la navata si aprono un portale inquadrato in pietra e sormontato da architrave e, nella parte superiore, un occhio circolare; sopra alla copertura si erge un campaniletto a vela in cui si apre una monofora. Anche le pareti laterali sono lisce e presentano le sole discontinuità dettate dalla cappella e dalla sacrestia; vi sono due finestre rettangolari per parte in corrispondenza della navata - una sul fianco sinistro di fronte alla cappella di San Rocco è stata tamponata - ed una per parte nel presbiterio. Nei restauri degli anni Novanta è stata messa in evidenza con un leggero scanso nell'intonaco la posizione dei tre arconi del pronao.
Coperture
La copertura della chiesa è a falde - due nella navata, tre nel presbiterio - con manto esterno in coppi. All'intradosso, nella navata la struttura a capriate lignee, che formano sei campate, con manto di sottotegola in tavelle - con motivo a rombi bianchi e rossi in corrispondenza del pronao - è a vista, mentre il presbiterio, che in origine era sormontato da una copertura a volta a crociera come la sacrestia, attualmente presenta un controsoffitto piano.
Campanile
Il campanile è a vela e si erge sopra la facciata. Vi si apre una monofora in cui è ospitata una campana.
Apparato decorativo
L'interno della chiesa presenta le pareti intonacate e dipinte di bianco. Come all'esterno, nei recenti restauri sono stati differenziati con una pittura grigia le modifiche apportate alla struttura nel corso del tempo, come i tre arconi del pronao e gli archi d'imposta della volta del presbiterio; anche nella pavimentazione, rifatta in palladiana, con l'intento di consentire la vista delle diverse fasi costruttive dell'edificio, in posizione centrale è stato lasciato un varco rettangolare, coperto da una lastra in vetro. Negli ultimi lavori è stata inoltre rifatta la pavimentazione del presbiterio e della cappella laterale, utilizzando riquadri di marmo di Carrara e Bardiglio, provenienti dalla parrocchiale, messi in opera diagonalmente in sostituzione della precedente pavimentazione in cotto, presente ancora nella sacrestia. L'arco santo e la cappella di San Rocco sono ornati da ricchi stucchi. L'estradosso dell'arco santo è composto da una fascia simmetrica in cui si alternano rosoni, cherubini e motivi vegetali mentre la chiave di volta è costituita da due angeli a figura intera che sorreggono un medaglione con lavorazione a voluta, nel quale è raffigurata una colomba; l'intradosso presenta quattro riquadri con una testa d'angelo incorniciata da quattro ali conserte alternate a motivo a girali e nel riquadro centrale è contenuto il monogramma di Cristo. Nella cappella di San Rocco l'estradosso dell'arco è caratterizzato da una fascia ornata a girali e putti al cui centro è inserito un medaglione a voluta con una testina d'angelo, in cui è inscritta l'intitolazione a San Rocco e l'anno di realizzazione degli stucchi, 1682; l'intradosso presenta un'alternanza di rosoni, vasi con motivi floreali e mezze figure con connotazione umano-vegetale mentre la volta della cappella, su uno sfondo a girali e motivi vegetali, al centro vi è un angelo che regge un cartiglio con invocazione a San Rocco, inserito in una ghirlanda sostenuta da quattro cherubini e lateralmente due medaglioni con due angeli suonatori; le lunette delle finestre sono risolte con un motivo a conchiglia. Gli stucchi, eseguiti su commissione di Olivo d'Olivi, come viene riportato sull'iscrizione sul piedritto destro dell'arco santo, sono stati attribuiti a Giovanni Pacassi. Dello stessa mano sono le quattro cornici in stucco della navata, affrescate in periodi diversi nel Settecento e Ottocento con degli ex voto alla Madonna di Loreto e San Rocco, sotto a cui vi sono tre stemmi ed un'iscrizione. Sul fianco destro della navata in prossimità dell'antico pronao sono state riscoperte la data di costruzione dello stesso, 1645, e la raffigurazione di un pesce riferibile a quest'epoca; sul fianco sinistro, invece, sono collocati gli affreschi ritrovati sul muro di fondo del presbiterio e restaurati, rappresentanti il primo, molto lacunoso, la Madonna con il Bambino, proveniente dalla primitiva anconetta, il secondo la Madonna Lauretana "nera" settecentesca, che sancisce il cambio di in titolazione della chiesetta. Nel presbiterio sono state riportate in luce le vecchie croci di consacrazione.
Apparato liturgico
La chiesa ospita due altari. L'altare maggiore, settecentesco, è costituito da una mensa ad urna con zoccolo e bordo superiore in giallo Verona, impostata su due gradini di marmo rosa. Il paliotto è in marmo rosso bordeaux e grigio ed al centro presenta un clipeo, compreso in una cornice lavorata a foglie d'acanto in marmo bianco, in cui è rappresentato il gruppo della Madonna di Loreto su nubi bioccose, in marmo bianco in rilievo su uno sfondo in breccia. I piedritti, di spigolo rispetto al fronte, sono rivestiti di breccia chiara. All'esterno due testine alate sostengono due mensole a semicerchio in marmo giallo su cui poggiano le statue di marmo di Carrara di San Nicolò a sinistra e San Pietro Martire a destra. L'alzata è costituita da due colonne di breccia addossate a lesene giallo di Siena, con alle estremità due brevi ali di marmo rosso bordeaux; i capitelli corinzi sostengono una trabeazione doppia di marmo bianco su cui si innestano i moncherini di un arco spezzato che sostengono due angeli; al centro vi è un drappo di marmo giallo, con due ciocche attaccate agli angoli superiori, un'altra è raccolta in alto sotto una ghirlanda di nubi e due testine alate, che incornicia il monogramma della Madonna. Al centro del drappo c'è un'apertura ovale con una grossa ghirlanda di fiori e frutta in cui è inserito l'affresco della Madonna Lauretana di epoca ottocentesca. L'altare di San Rocco, di fine Ottocentesco, è caratterizzato da una forma più lineare rispetto al precedente; la mensa presenta specchiature a cornice mistilinea: quelle laterali hanno una forma a clessidra, quella centrale è allungata ed è arricchita con un motivo a girali. Nell'alzata, due colonne con capitelli compositi sostengono, sopra la trabeazione, due vasi di fiori; al centro è contenuta entro una cornice mistilinea la pala, sormontata dal fastigio dai contorni a doppia voluta e spirale con le iniziali del santo, concluso seriormente da una conchiglia.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1995)
È stata aggiunto un altare ligneo verso il popolo e, tra questo e l'altare maggiore sono state poste tre sedute lignee mobili.
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