Descrizione |
La chiesa di San Gottardo fu costruita ex novo su un sito diverso rispetto alle precedenti chiese, sia della chiesa fuori le mura che di quella in centa, di cui però si mantenne la torre campanaria, rifatta circa un decennio prima, che funge tuttora da campanile della odierna chiesa. I lavori di costruzione, su progetto e sotto la direzione dell'architetto Baroffi, si svolsero tra il 1756 ed il 1759, anno in cui la chiesa fu benedetta.
Negli anni successivi si susseguirono vari lavori di completamento, quali la realizzazione delle volte di copertura e della pavimentazione, la costruzione degli altari laterali ¿ oltre ai due esistenti, vi erano anche gli altari lignei del Crocefisso e di Sant'Antonio, eliminati nei recenti restauri dell'interno della chiesa - e, ad inizio Ottocento, dell'altare maggiore. Consacrata nel 1822, tra fine Ottocento ed inizio Novecento fu oggetto di una serie di opere di rifacimento e sistemazione degli interni, conclusasi con la realizzazione degli affreschi e dell'apparato decorativo sia nella navata che nel presbiterio. Negli anni Ottanta l'edificio fu restaurato: fu realizzato il consolidamento della struttura del tetto con elementi in ferro, all'interno furono eliminati gli altari lignei e fu ampliato il presbiterio verso la navata, l'apparato decorativo fu ripulito e furono rifatte le pitturazioni.
Preesistenze |
L'attuale chiesa parrocchiale fu eretta sul sito donato dai successori del conte Giovanni Filippo della Torre nel 1756: vi sorgeva il suo palazzo che occupava l'area dell'attuale sagrato, in linea con le altre case; la struttura del palazzo era ceduta poco tempo dopo la sua costruzione ed era rimasto in stato di abbandono; la chiesa ne sfruttò le fondazioni dei muri posteriori per poggiarvi la facciata, mentre il corpo della chiesa fu sviluppato nel giardino retrostante.
In precedenza, a Mariano vi erano due chiese, di cui una fuori le mura dedicata alla Santissima Trinità, l'altra nella centa dedicata ai Santi Vitale Agata, entrambe esistenti ab antiquo.
La chiesa dei Santi Vitale e Agata era situata accanto all'attuale campanile; fu costruita ex novo a inizio Cinquecento in loco di una primitiva chiesetta, distrutta durante le incursioni turche - le fondazioni sono state rinvenute durante la costruzione della strada; rispetto alla chiesetta precedente che era orientata ad Est, la nuova chiesa guardava a Nord-Ovest; al momento della consacrazione avvenuta nel 1518 aveva tre altari, di cui il maggiore era dedicato ai santi titolari, quello a destra a San Gottardo, quello a sinistra ai Santi Fabiano e Sebastiano; a questi successivamente ne furono aggiunti altri due dedicati a San Carlo e al Rosario e San Biagio. Nel corso del Settecento la chiesa era divenuta insufficiente ad accogliere la popolazione accresciuta nel numero: inizialmente si pensò di ingrandire l'edificio esistente poi si propese per costruirne uno nuovo. Di questo edificio vi rimane solo una lapide commemorativa inserita nel muro di cinta retrostante il campanile: la navata fu demolita nel 1756 - il materiale fu reimpiegato nella costruzione dell'attuale parrocchiale - e nel 1890 fu demolito anche il presbiterio.
Prima della costruzione dell'attuale parrocchiale, assolveva questa funzione la chiesetta della Santissima Trinità (sita nel vecchio cimitero e di cui ora si è conservato solo il presbiterio). Questa chiesa probabilmente era più antica di quella in centro al paese, era dotata di tre altari - oltre al maggiore dedicato alla Santissima Trinità, vi era l'altare di Santa Lucia e di Sant'Osvaldo. In seguito ai danni riportati durante le incursioni dei Turchi fu ricostruita e riconsacrata nel 1554, ma sia per l'aumento della popolazione, sia per il fatto che era spesso soggetta ad inondazioni, fu abbandonata.
|
Impianto planimetrico |
La chiesa è preceduta da un sagrato rialzato di due gradini dalla quota della strada. L'edificio è orientato ad Ovest e presenta una configurazione planimetrica molto semplice: si compone di un'unica navata rettangolare, con due nicchie per lato, e di un presbiterio a base quasi quadrata con gli spigoli smussati all'interno. Sulla sinistra della navata c'è un vano rettangolare adibito a sacrestia, compreso tra altri due vani rettangolari adibiti a magazzino, di cui nel primo, accanto al presbiterio, vi è anche un servizio igienico, nel secondo, accanto alla navata, a due piani, vi è la scala lignea che conduce al pulpito.
Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 33,17 ml; larghezza 11,12 ml e altezza navata 13,15 ml.
|
Strutture verticali |
Tutte le murature sono in pietrame. Il materiale utilizzato per la costruzione proveniva dall'atrio e dalla navata della vecchia chiesa, altra pietra fu portata da San Vito, la pietra bianca dal Vallone mentre la calce proveniva da Ruda ed i mattoni dalla fornace di Campolongo. Lo schema compositivo della facciata principale è opera dell'architetto milanese Paolo Baroffi. La facciata presenta il paramento in pietra calcarea squadrata. Sopra uno zoccolo continuo, si ergono quattro lesene di ordine gigante, impostate su un'alta base e desinate da capitelli ionici, che scandiscono verticalmente la facciata. Sopra ai capitelli corre una un'alta trabeazione con doppia cornice modanata, di cui quella superiore fortemente aggettante. La facciata è conclusa da un piano attico che, nella parte inferiore, è scandito da quattro lesene di ordine minore sopra a cui corre una cornice modanata; la parte superiore è definita lateralmente da due volute contrapposte per parte, che dipartendosi dalle lesene esterne si raccordano all'edicola centrale più alta, impostata sulle lesene interne; l'edicola presenta al centro un occhio quadrilobato con la colomba dello Spirito Santo e seriormente è conclusa da un frontone "a cappello di prete" con cornice aggettante. Sulla sommità, in corrispondenza delle lesene esterne sono collocate le statue di San Pietro e San Paolo, su quelle interne due cippi. Il portale d'ingresso, in asse con la navata, è inquadrato in pietra e sorregge un frontone a cornice semicircolare spezzata, interrotto dalla statua di un putto; sopra al portale è immurata una targa lapidea con l'iscrizione dedicatoria alla Vergine Maria e a San Gottardo, con la data 1759 in cui è stata edificata la chiesa. Nelle fasce laterali, sopra al portale si aprono due nicchie absidate con catino, protette da mensola.
Le facciate laterali, interamente intonacate e tinteggiate di grigio, presentano delle sporgenze dettate dalle nicchie degli altari interni e dai locali annessi; vi si aprono quattro finestre rettangolari, situate in alto in corrispondenza delle nicchie della navata e due in corrispondenza del presbiterio; un'altra finestra si apriva nella parete di fondo del presbiterio, ma attualmente è tamponata.
|
Coperture |
La copertura della chiesa è a falde con struttura lignea e manto in coppi. All'intradosso la navata presenta una volta a botte, in cui si aprono delle lunette in prossimità delle finestre laterali e la lunetta di raccordo con l'arco santo e con l'arco della cantoria sono molto pronunciate; il presbiterio invece è sormontato da una volta a crociera lunettata con cupolino al centro. |
Campanile |
Il campanile è distante dalla chiesa: si erge accanto all'odierno municipio, sul lotto dove sorgeva la precedente chiesa, di fronte a quello dell'attuale, da cui è separato da una strada. La torre campanaria, a base quadrata, è in pietra a vista, con gli spigoli messi in evidenza da lastre in pietra più grandi e regolari; la cella campanaria presenta una bifora su ogni lato ed ospita tre campane. Sopra a questa si innalza un tamburo ottagonale, con archetti ed occhi, su cui è impostata la copertura a falde con manto in coppi.
Sul fronte occidentale della torre, che guarda verso la chiesa, è collocato il quadrante dell'orologio pubblico.
|
Apparato decorativo |
L'interno della chiesa è modulato da lesene binate, impostate su un alto basamento in pietra e desinate con capitelli ionici, sopra cui corre un'alta e doppia trabeazione - con cornici modanate, di cui quella di mezzo aggettante, e fregio inferiore decorato con motivi vegetali dipinti - che prosegue anche nel presbiterio; sotto a questa vi è una fascia continua dipinta color oro decorata con festoni. Nell'impaginato trovano posto due nicchie per lato, inquadrate da un arco a tutto sesto: in quelle verso il fondo sono collocate due statue, quelle verso il presbiterio ospitano gli altari laterali. Gli interni della chiesa sono intonacati e tinteggiati color crema, mentre gli specchi delle lesene e delle spalle degli archi sono rosa antico. La pavimentazione è realizzata in riquadri in pietra bianca e nera, posta in opera diagonalmente nella navata, mentre nel presbiterio si alternano bianco e rosso e grigio; ai piedi del presbiterio vi è una lapide che copre il sepolcro di Pre Giovanni Battista Ceccotti - tra i finanziatori dei lavori di costruzione - e degli altri sacerdoti.
La chiesa è arricchita da affreschi realizzati dal pittore Giulio Justolin agli inizi del Novecento, come è riportato nell'iscrizione ¿ poco visibile ¿ sopra la cornice della parete di fondo del presbiterio e nella lapide affrescata sopra la porta nel fianco destro della navata in cui sono ricordati i lavori di sistemazione della chiesa. La volta del presbiterio, divisa da due archi diagonali accentuati da fasce decorative a motivi floreali, nelle quattro vele presenta la raffigurazione degli Evangelisti, rappresentati insieme ai loro simboli entro una cornice esagonale irregolare; al centro si apre un occhio polilobato a cupolino in cui è dipinta la colomba dello Spirito Santo, mentre nella lunetta di fondo vi è la scena del Sacro Cuore di Gesù. Nella navata, al centro del soffitto, entro una cornice polilobata in pietra è rappresentata la Gloria di San Gottardo; nelle lunette delle finestre ed in quelle di testata della navata, sia in corrispondenza dell'arco santo che della controfacciata, vi sono sei grisailles in cui sono raffigurate le Virtù teologali - Fede, Speranza e Carità -, la Temperanza, la Giustizia e la Religione. In occasione del restauro degli anni Ottanta è stato rinvenuto, sotto una decorazione più recente del soffitto della navata, una volta stellata attribuita alla mano dello stesso pittore, e successivamente coperta; nel corso degli anni è andato perso anche un finto velario che decorava i muri del presbiterio, sempre opera dello Justolin.
|
Apparato liturgico |
Il presbiterio è rialzato dalla navata mediante tre gradini in marmo rosso, dove, in quello più basso, sul lato destro vi è un'appendice in cui è collocato il fonte battesimale in pietra. L'altare maggiore, impostato su tre gradini in granito rosso, presenta una struttura a mensa definita ai lati da due volute e con il paliotto decorato a bassorilievo con la scena della Cena di Emmaus; il tabernacolo è incluso in un tempietto circolare, composto da colonnine di marmo rosso che sorreggono una trabeazione completa e concluso da un cupolino a cipolla impostato su un tamburo; sui piedritti ai lati della mensa sono collocate le statue in legno dipinto di bianco raffiguranti San Gottardo a sinistra e San Barnaba a destra. L'altare lateralmente è completato con due portali in marmo bianco con intarsi policromi, sormontati al centro da un'edicoletta. Ai lati dell'arco santo, nel muro del presbiterio sono ricavate due nicchie in cui sono custoditi gli olii santi e le sacre reliquie, rispettivamente a destra e a sinistra.
Nella navata, nelle nicchie laterali verso il presbiterio sono collocati altri due altari dedicati, quello a destra, alla Beata Vergine del Rosario e, quello a sinistra, a San Gottardo; entrambi realizzati in marmi policromi su toni diversi e rifiniture in marmo bianco di Carrara, presentano una struttura simile: a mensa, con l'alzata costituita da una coppia esterna di lesene composite che sorreggono un trabeazione ed una coppia interna di colonne su cui è impostato un frontone spezzato al cui centro si erge il fastigio costituito da un'edicola, che è concluso da una cornice a cappello di prete. L'altare della Vergine nella nicchia centrale, protetta da una teca in vetro, ospita la statua della Vergine in trono che tiene in braccio il Bambino e l'edicola è arricchita con un altorilievo della Colomba della Pace. L'altare del San Gottardo invece al centro presenta una pala del Santo e ai lati, entro due nicchie, le statue dei Santi Pietro e Paolo; la decorazione originaria dell'edicola è stata sostituita con un clipeo in cui sono dipinti i simboli vescovili; anche questo altare presenta un tabernacolo con struttura a tempietto ottagonale, proveniente dalla chiesa dei Santi Vitale ed Agata e datato 1704.
Nelle nicchie verso il fondo della navata sono ospitate, su dei piedistalli, le statue del Sacro Cuore a destra e di Sant'Antonio a sinistra. Addossata alla controfacciata, trova posto la cantoria lignea con l'organo, sotto cui è stata realizzata una bussola d'ingresso. |
|
|