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Capua
Capua
palazzo
vescovile
Episcopio
Palazzo Vescovile
Impianto strutturale; Coperture; Cortile; Portale; Elementi decorativi; Scale
nessuno
861 - 861(fondazione intero bene); 879 - 1499(cambio destinazione d'uso intero bene); XII - XII(ampliamento piano terra); 1563 - 1599(ampliamento intero bene); XVII - XVII(ampliamento intero bene); XVIII - XVIII(ampliamento primo piano); XX - XX(restauro intero bene); XX - XX(rifacimento intero bene); 2015 - 2016(consolidamento e restauro Intero bene)
Episcopio
Tipologia e qualificazione palazzo vescovile
Denominazione Episcopio <Capua>
Autore (ruolo)
Rossetti, Vincenzo (progettazione e direzione lavori)
Sapio, Massimo (progettazione e direzione lavori)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze campane (costruzione)
Notizie Storiche

861  (fondazione intero bene)

La costruzione dell'episcopio fu voluta dal conte Landone I detto "il Cirruto" e fu terminata dal vescovo Landulfo.

879 - 1499 (cambio destinazione d'uso intero bene)

All'originaria funzione abitativa si sostituì quella difensiva tanto che l'episcopio fu definito "Castrum Episcopi", destinazione d'uso valida fino al 1499.

XII  (ampliamento piano terra)

Al piano terra dell'episcopio viene costruita la chiesa a crociera detta "San Benedetto Piccolo".

1563 - 1599 (ampliamento intero bene)

L'arcivescovo Cesare Costa di Macerata delle Marche fece costruire l'elegante tromba di scale pipernine.

XVII  (ampliamento intero bene)

Di epoca tardo seicentesca furono costruiti ampi saloni con la gradinata di discesa in Cattedrale.

XVIII  (ampliamento primo piano)

Il piano superiore ingemma un salone pregiatissimo che fu realizzato nella seconda metà del settecento ad opera del Cardinale Antonio Caracciolo, con la volta a soffitto, interamente in tela dipinta, con scenografie prospettiche proprie del periodo barocco, con la scena centrale dell'Esaltazione della Giustizia (1757)

XX  (restauro intero bene)

L'intero complesso palaziale richiese un intervento di restauro in seguito ai danni bellici del bombardamento del 9 settembre 1943.

XX  (rifacimento intero bene)

Nel corso dei lavori di riparazione dei danni sismici del 1980 nell'episcopio di Capua sono ricomparse, al di sotto dello spesso tratto di intonaco che le ricopriva, le ornie di alcune aperture decorate con una rilevante ornamentazione in tarsie murarie.

2015 - 2016 (consolidamento e restauro Intero bene)

L'intervento di consolidamento e di restauro dell'episcopio ha riguardato le coperture e le sottostanti strutture siano esse portanti o decorative. Il restauro ha interessato gli intonaci di facciata, le cornici di piano e l'attintura di tutte le facciate dell'edificio. Inoltre l'intervento ha portato alla sostituzione di tutti gli infissi in legno esistenti. Infine, è stato adeguato l'impianto elettrico alla normativa vigente.
Descrizione

Il complesso architettonico del Palazzo arcivescovile di Capua è formato dall’Episcopio, dal Seminario e dalla chiesa di Montevergine. Il palazzo, a sua volta, ospita a piano terra la biblioteca diocesana, al primo piano, gli uffici di Curia e l'appartamento storico definito "nobile" e al secondo piano gli uffici del Sostentamento Clero e l'appartamento dell'Arcivescovo. Lo stesso Episcopio è collegato alla Basilica Cattedrale, formando così un’unica insula con un’estensione complessiva di 11.200 mq. Contestualmente alla Torre campanaria, nell’aprile dell’anno 861, il conte Landone I, detto “il cirruto”, concepì l’idea dell’Episcopio. I lavori furono interrotti sei mesi dopo dallo zio Pandone il quale s’impadronì del potere. L’opera fu terminata da Landulfo, vescovo della città e fratello dell’usurpatore. All’originaria funzione abitativa, si sovrappose quella difensiva tanto da giustificare il termine “castrum” già usato, nell’anno 879, dal monaco benedettino Erchemperto. Che l’attuale Palazzo arcivescovile occupi l’area dell’antico “Castrum Episcopi” è stato confermato dalla scoperta dei resti dell’antico castrum durante i lavori di risistemazione della zona delle sepolture canonicali (Chiesa del SS.mo Corpo di Cristo). L’organismo architettonico ospita a piano terra - oltre alla Biblioteca diocesana - la Chiesa a crociera detta S. Benedetto piccolo. Essa, affiancata all’elegante tromba di scale pipernine, fu costruita dall’arcivescovo Cesare Costa tra il 1563 e il 1599. Nelle zone sottostanti l’attuale Episcopio si vedono ancora le scuderie con volte a botte che sostengono il piano superiore con parti architettoniche del periodo normanno con influenza arabesche. Ne è prova la facciata rinvenuta nel 1989, composta da tufacce giallastre e pipernino del sec. XII. Attraverso il portale si accede nel Palazzo arcivescovile: intorno ad una “platea” si sviluppa il corpo della fabbrica a tre piani con destinazioni abitative diverse nel corso dei secoli. Di particolare, a destra, l’ampia scala che è sottolineata da lesene recanti, all’altezza dei due piani superiori, elementi compositi; lì si aprono ampi pianerottoli con balaustre in marmo e piperno, materiale utilizzato per tutti i motivi decorativi di gusto rococò. L’atrio di base alterna due aperture con architrave ed una ad arco ribassato. La parte terminale è illuminata da due finestre sormontanti il cornicione.
Impianto strutturale
Le strutture verticali sono in muratura in tufo di tipo campano. La struttura orizzontale del sottotetto è costituita da un impalcato ligneo impostato tra i travi catena delle capriate di copertura. Nel salone centrale alla struttura orizzontale è sospesa la struttura portante lignea della volta a tela affrescata.
Coperture
Le coperture sono a doppia falda inclinata con struttura in legno a capriate (travi a catena) a doppia falda con copertura a tetto. In legno è anche l’orditura secondaria con soprastante strato di tegole alla napoletana. Gran parte delle coperture sono state rifatte durante gli interventi di restauro precedenti. L’ultimo intervento di consolidamento e restauro - datato 2016 - ha interessato le coperture che proteggono lo scalone principale, il salone e l’ala sud del complesso, recuperando sia le strutture sia i manti di copertura a coppi e canali in cotto.
Cortile
Il cortile si apre dopo un ingresso molto ampio protetto da muro perimetrale cimosa di abbellimento al grandioso portone d'ingresso.
Portale
Il portale d’ingresso – che si apre su piazza Landolfo I - è caratterizzato da un timpano lievemente aggettante, la cui base e la cornice inferiore si piegano ad assecondare, rafforzando l'ampio arco a tutto sesto che poggia su colonne lisce, in pietra, sormontate da esili capitelli. Ai lati si notano due lesene alla cui sommità ci sono dei capitelli di forma ionica ad ampie volute. La parte inferiore è costituita da una base di materiale lapideo.
Elementi decorativi
All'interno del palazzo arcivescovile è possibile notare sulle colonne capitelli di gusto roccocò. Inoltre, all'interno del palazzo alcune finestre mostrano eleganti decorazioni.
Scale
Interessantissima è la scala di collegamento ai piani del palazzo realizzata con gradini in pietra pipernina aurunca con eleganti balaustre di colonnine di marmo cipollino.
Adeguamento liturgico

nessuno
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