chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Dolceacqua Ventimiglia - San Remo chiesa parrocchiale Sant'Antonio Abate Parrocchia Sant'Antonio Abate Pianta; Impianto strutturale; Coperture; Facciate; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi; Campanile presbiterio - intervento strutturale (1980 c.a.) 1459 - 1471(costruzione prima fase intero bene); 1471 - 1656(ricostruzione seconda fase intero bene); 1580 - 1580(arredi costruzione area presbiterale); 1621 - 1621(costruzione campanile); 1860 - 1865(ampliamento terza fase intero bene); 1943 - 2016(restauro navate laterali copertura)
Chiesa di Sant'Antonio Abate
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di Sant'Antonio Abate <Dolceacqua>
Altre denominazioni
Chiesa di Sant’Antonio Abate chiesa parrocchiale di S. Antonio Chiesa parrocchiale Sant'Antonio Abate Ecclesia parrocchialis sub titulo S.ti Antonii Abbatis Ecclesiam Parrocchialem S. Antonii Abatis parrocchia di S. Antonio parrocchiale di Sant’Antonio Abate parrocchiale sotto il titolo di s. Antonio Abate
Ambito culturale (ruolo)
maestranze liguri (costruzione)
Notizie Storiche
1459 - 1471 (costruzione, prima fase intero bene)
Si ipotizza la presenza di una chiesa o cappella all'interno delle mura del castello dei Doria, signori di Dolceacqua, trasformata nel corso dei secoli in vera e propria chiesa parrocchiale. Una lapide posta nel coro (visibile almeno fino al 1862, anno di stesura della fonte bibliografica) indicava la sepoltura di Enrichetto Doria in quella sede. La lapide reca la data 18 agosto 1459 (BIB Rossi G., 1862, p. 96, nota 1), che costituisce termine antequem per la datazione della prima chiesa. Lo storico Girolamo Rossi ne fa risalire la fondazione ai Conti di Ventimiglia che l'avrebbero dedicata al Santo patrono della famiglia (BIB Rossi G., 1862, p. 19) ponendo quindi molto più addietro nei secoli la sua costruzione. Nel 1471 vengono affidati lavori di ampliamento.
1471 - 1656 (ricostruzione, seconda fase intero bene)
Bartolomeo I Doria incarica il capomastro Bartolomeo di Lancia di eseguire l'ampliamento della cappella gentilizia ricostruendola in forma di chiesa a tre navate, divise da colonne, concluse da cappelle (BIB Bernardini E., 2002, p.90). Tuttavia, fino al 1656 (anno di realizzazione della raffigurazione di Dolceacqua), la chiesa si presentava ancora priva di facciata, posta in aderenza e continuità ad un gruppo di case esterne al borgo, in linea con la cinta muraria: così appare effigiata nel Theatrum Sabaudiae (1682, anno di stampa dell'inter corpus cartografico-BIB Bernardini E., pp.6-7).
1580 (arredi, costruzione area presbiterale)
Nel 1580 Stefano Doria dispone per sua volontà testamentaria di venir sepolto nella chiesa parrocchiale alla quale faceva un lascito per la costruzione del coro e la decorazione dell'altare maggiore con stucchi. Ciò nonostante, verrà sepolto nella chiesa di San Giorgio a Dolceacqua (cfr. BIB, Rossi G., Storia.., 1886, p. 133).
1621 (costruzione campanile)
Il campanile viene realizzato nel 1621 sopraelevando una delle torri a pianta quadrata dell'angolo sud-ovest della cinta muraria del Castello, su ordine del marchese Imperiale III Doria. Un secolo dopo venne murata alla base del campanile una lapide dedicatoria a ricordo della munifica donazione (cfr. BIB, Rossi G., Storia.., 1886, pp. 139-40). L'intervento viene realizzato dal capomastro locale Antonio Garoscio (cfr. BIB www.culturainliguria.it).
1860 - 1865 (ampliamento, terza fase intero bene)
La chiesa viene ampliata a seguito dell'abbattimento delle case in aderenza, l'ampliamento della piazza (BIB Bernardini E., 2002, p.90)
1943 - 2016 (restauro navate laterali, copertura)
Le coperture delle navate laterali si presentavano, tra 1904 e 1943, in forma piana, incatramate e/o con quadrelle. Attorno al 1943 si decise di inserire un manto in eternit che, attorno agli anni Sessanta, fu sostituito con laterizio. L'intervento di restauro condotto nel 2016 ha permesso di impermeabilizzare la falda laterale verso il fiume, sostituire il laterizio con isolante e restituire pendenza per il corretto deflusso delle acque meteoriche (cfr. FONTI).
Descrizione
La chiesa parrocchiale di Sant'Antonio abate sorge alla base dell'antico abitato di Dolceacqua, meta turistica nota a livello internazionale, dominata dalla mole del Castello dei Marchesi Doria e dal ponte che unisce le due aree dell'abitato, ritratto anche da Claude Monet. Il paese è stato insignito del titolo di Borgo più Bello d'Italia -Bandiera arancione dal TCI. La chiesa è meta d'attrazione per le opere d'arte che custodisce, in particolare il polittico di Santa Devota opera del pittore nizzardo Ludovico Brea (1519). A tre navate, l'edificio domina la piazza del quartiere Isola, sulla riva sinistra del torrente che separa in due il borgo.
Pianta
Pianta rettangolare, a tre navate, conclusa da abside semicircolare.
Impianto strutturale
Muri in pietrame (solo parzialmente rilevabili), intonacati; copertura navata principale a capanna; sulle navate laterali, a falda inclinata e piana; volte interne a botte.
Coperture
La navata centrale è coperta con tetto a due falde e manto in elementi di laterizio alla
portoghese; la navata laterale lato castello presenta una copertura a falda inclinata, con manto in elementi di laterizio alla portoghese; la copertura della navata laterale lato fiume è stata oggetto di restauro, inserendo adeguato isolante in luogo del laterizio.
Facciate
La facciata barocca a due ordini presenta nella parte inferiore due coppie di colonne che affiancano l’ingresso principale sovrastato dalla statua di Sant’Antonio Abate collocata in una nicchia rettangolare, mentre un timpano triangolare dalle forme classiche conclude in alto la facciata, decorato da due angeli in materia che reggono il cartiglio mariano sotto i quali si trova l'effigie della Vergine Assunta, in materia. Al centro, un'ampia finestra immette luce nell'edificio. Le facciate laterali sono intonacate.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimenti in marmo beige.
Elementi decorativi
L’interno a tre navate si presenta nelle tipiche tinte settecentesche rosa e verde marcio, con
fastose decorazioni in oro a pelacetta che ricoprono pareti, archi e colonne; ogni navata è aperta da quattro cappelle laterali, oltre alle due laterali in capo alle navate. Le volte delle navate sono decorate da scene della vita di Gesù. Due lanterne immettono luce nelle navate laterali.
Campanile
Campanile a base quadrata, ricavato dalla sopraelevazione di una preeistente torre della cinta muraria a protezione del castello e del sottostante abitato.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1980 c.a.)
Il presbiterio è stato prolungato in direzione della navata centrale pur mantenendo le balaustre, la cancellata e la sopraelevazione rispetto al piano di calpestio; è stata aggiunta la mensa mobile davanti all'altare originario; è stato inserito un leggio sulla destra in luogo dell'ambone. Le sedi del celebrante e dei ministranti sono costituite da semplici sedie mobili. La custodia eucaristica è stata ricavata nella cappella in capo alla navata destra, utilizzando il tabernacolo già presente.