chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Tarquinia Civitavecchia - Tarquinia chiesa sussidiaria Santa Maria in Castello Parrocchia dei Santi Margherita e Martino Struttura ambone - aggiunta arredo (1970) 1121 - 1207(edificazione intero bene); 1168 - 1208(realizzazione ciborio); XVI - XVI(demolizione e ricostruzione campanile a vela); 1819 - 1819(crollo cupola); 1834 - 1834(copertura provvisoria vano della cupola); 1969 - 1978(rifacimento tiburio ); 2017 - 2018(restauro coperture intero bene e volte navate laterali)
Chiesa di Santa Maria in Castello
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa di Santa Maria in Castello <Tarquinia>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze viterbesi di Corneto (costruzione)
Notizie Storiche
1121 - 1207 (edificazione intero bene)
L'impianto venne costruito su una preesistente chiesa dedicata a S. Maria della Ripa, della cui esistenza si ha memoria in un documento del 10° secolo, posta sotto i dirupi della chiesa di S. Maria della Ripa, nel Castello di Corgnito.
Non si conosce il nome dell’architetto della basilica, ma sembra che il disegno o la direzione di debbano attribuire a Padre Giorgio e Prete Panvino – priore della chiesa dopo Guido – come riportato in alcuni versi rimati leonini incisi sull’architrave del portale maggiore, il quale venne ornato nel 1143 con mosaici d’oro, smalti, con tre dischi nel mezzo ed altri due all’estremità.
L’edificazione della chiesa sembra essere avvenuta senza una programmazione ben definita, con disordine decorativo e planimetrico, come se il cantiere si aggiornasse in continuazione o come se fosse diretto e guidato da più persone.
1168 - 1208 (realizzazione ciborio)
Risale a questa data la realizzazione del ciborio come risulta dall'iscrizione collocata lungo l’architrave del ciborio stesso, che indica - oltre all'anno di costruzione - il nome del priore Orso sotto cui viene eseguito e quello dei suoi artefici, i marmorari romani Giovanni e Guittone.
XVI - XVI (demolizione e ricostruzione campanile a vela)
L'aspetto attuale della facciata risulta rettangolare in seguito alla superfetazioni relative all'edificazione del campanile a vela. Questo fu dapprima eretto sul lato opposto, e successivamente rimosso per motivi statici, presumibilmente nei lavori di consolidamento statico avvenuti nel XVI secolo. La rimozione del manufatto fu limitata alla parte eccedente il massimo sviluppo del settore mediano della facciata uniformandone le quote secondo la configurazione attuale. Tuttavia nella tessitura della muratura rimangono visibili ed evidenti le suture tra la struttura originale e la parti più recenti, da cui è possibile desumere l’aspetto originario del prospetto.
In origine tripartito da una serie di quattro lesene secondo l’articolazione delle tre navate interne, aveva la parte mediana emergente sulla altre in modo da mettere in evidenza il diverso rapporto volumetrico esistente all'interno, tra navata centrale e navate laterali.
1819 (crollo cupola)
Il 26 maggio 1819, in seguito a un forte terremoto, la cupola crolla sulla chiesa sottostante danneggiandone la navata centrale e, ancora più gravemente,quella di destra.
S. Maria di Castello rimarrà quindi abbandonata e priva di copertura nel vano lasciato vuoto dalla cupola.
1834 (copertura provvisoria vano della cupola)
Solo nel 1834, per interessamento del vescovo di Corneto Velzi, il vano stesso verrà ricoperto con un tetto, grazie allo stanziamento - da parte del Comune - della cifra di 200 lire e l’aggiunta di un aiuto finanziario da parte di alcune corporazioni religiose. In questa occasione la chiesa verrà ribenedetta.
Nel gennaio 1845, il cardinale Paracciani Clarelli, durante la sua Visita Pastorale a Corneto, dopo aver visitato il monumento e averne constatato le condizioni di abbandono, decide di provvedere a far sostituire i vetri rotti delle finestre e a far restaurare tutto ciò che ne richiede immediato bisogno.
1969 - 1978 (rifacimento tiburio )
viene restaurato il tiburio riprendendo la muratura in varie parti sia del basamento ottagono che del tamburo cilindrico; ponendovi intorno un cerchio di ferro per contenimento; restaurando quindici colonnine già esistenti e inserendo dieci capitelli originali sino a raggiungere il numero totale di quarantotto colonnine fra nuove e autentiche. La sommità del tamburo viene coperta con un tetto conico in legno, rivestito con tegole.
Negli ultimi anni - e precisamente nel 1978 -
S. Maria di Castello viene affidata alla Diocesi di Civitavecchia - Tarquinia - che ne è tutt'ora proprietaria
2017 - 2018 (restauro coperture intero bene e volte navate laterali)
Il restauro effettuato tra il 2017 ed il 2018 ha interessato in particolare il consolidamento e restauro delle coperture dell'intero edificio; Il consolidamento e risanamento conservativo delle murature portanti della facciata, in particolare il consolidamento del campanile a vela ed il consolidamento strutturale della facciata di destra, nonché il consolidamento strutturale delle volte delle due navate laterali.
Descrizione
L'architettura dell'edificio rispetta pienamente i canoni romanici tipici dell'Alto Lazio e presenta chiari influssi dell'arte toscana e lombarda.
Nella facciata di forma rettangolare sono presenti tre portali, di cui il più importante è quello centrale, sormontato da una struttura arcuata a tutto sesto contiene sette dischi decorati in passato con mosaici di fattura cosmatesca. Sopra il portone centrale si apre una finestra bifora incorniciata anch'essa da una modanatura arcuata che prosegue lungo gli stipiti fino al davanzale con semicolonnine di architettura lombarda; il capitello della colonnina centrale è decorato con un motivo a foglia d'acanto.
La chiesa, priva di transetto, si articola in tre navate: la navata centrale è composta da cinque campate mentre le navate laterali da 10, cosicché ogni campata della navata centrale sia il doppio di quella laterale. Sia la navata centrale che quelle laterali sono coperte da volte a crociera costolonate. Il pavimento della chiesa si compone di raffinati mosaici a motivi geometrici di impronta cosmatesca che risultano oggi rovinati e frammentari anche a causa della presenza delle truppe francesi venute in Italia su invito di Pio IX durante la quale la chiesa fu adibita a stalla.
Struttura
edificio in muratura continua
Adeguamento liturgico
ambone - aggiunta arredo (1970)
inserimento di arredo liturgico, in particolare dell'ambone in metallo in prossimità del ciborio.