chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Valdicastello Carducci Pietrasanta Pisa chiesa sussidiaria SS. Felicita e Giovanni Parrocchia di San Giuseppe e Santa Maria Maddalena Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi presbiterio - aggiunta arredo (1990 (?)) VIII - VIII(preesistenze intero bene); 855 - 855(citazione intero bene); XI - XI(preesistenze intero bene); XI - XI(costruzione intero bene); XI - XIV(citazione intero bene); 1387 - 1387(citazione intero bene); 1408 - 1410(ampliamento intero bene); 1597 - 1597(completamento campanile); 1789 - 1789(citazione intero bene); XIX - XIX(demolizione intero bene); 2015 - 2015(restauro facciata)
Chiesa dei Santi Felicita e Giovanni
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa dei Santi Felicita e Giovanni <Valdicastello Carducci, Pietrasanta>
Altre denominazioni
Chiesa dei Santi Giovanni e Felicita SS. Felicita e Giovanni
Ambito culturale (ruolo)
romanico (costruzione)
Notizie Storiche
VIII (preesistenze intero bene)
Il primitivo edificio, risalente all'VIII secolo, sorse probabilmente al posto di un luogo di culto romano, come testimoniano i ritrovamenti archeologici nella zona.
855 (citazione intero bene)
La prima attestazione documentaria dell'esistenza della Pieve dei Santa Felicita risale all'855.
XI (preesistenze intero bene)
L'antica pieve sorgeva in località Pieve Vecchia, a circa un km dall'attuale edificio, eretto alla fine dell'XI secolo.
XI (costruzione intero bene)
Tra il X e l'XI secolo furono erette le mura perimetrali della chiesa, la parte inferiore della facciata e la parete absidale. Dello stesso periodo è anche il portale d'ingresso principale architravato e archivoltato.
XI - XIV (citazione intero bene)
La Pieve, appartenente alla Diocesi di Lucca, fu in passato chiesa matrice della Versilia: da essa dipendevano le rettorie di Valdicastello, Capriglia, Solaio, Capezzano, Farnocchia, Pomezzana, Stazzema, Volegno, Retignano, Monteggiori e Santa Lucia.
1387 (citazione intero bene)
Quando nel 1387 la chiesa di San Martino di Pietrasanta fu elevata a propositura, la Pieve dei Santi Giovanni e Felicita iniziò a perdere d'importanza.
1408 - 1410 (ampliamento intero bene)
A partire dal 1408, ottenuta l'autorizzazione vescovile, l'architetto Bonuccio Pardini mise mano all'ampliamento della chiesa, fino a quel momento a navata unica. Fu quindi rialzata la navata centrale, suddiviso in tre navate l'edificio di culto e completata la facciata con l'apertura del rosone centrale.
1597 (completamento campanile)
Il campanile, eretto sul lato destro della facciata, fu completato nel 1597 da Vincenzo Bazzichi.
1789 (citazione intero bene)
Il 18 settembre 1798, la pieve passò sotto la giurisdizione della Diocesi di Pisa.
XIX (demolizione intero bene)
Nel 1835, l'Arcivescovo di Pisa decise di far demolire la pieve e, al suo posto, di far edificare una cappella in suo ricordo. Il materiale sarebbe così stato venduto al governo lucchese per la costruzione della dogana a Capezzano Pianore. I lavori iniziarono e gli arredi furono portati nella vicina chiesa parrocchiale, compreso l'Altare maggiore che fu trasformato in altare laterale, consacrato al Sacro Cuore. Fortunatamente, per interessamento del Cav. Giovan Battista Nuti, la demolizione fu scongiurata.
2015 (restauro facciata)
Nel 2015, fu compiuto il restauro conservativo del rosone e della lunetta del portale d'ingresso principale.
Descrizione
La pieve dei Santi Giovanni e Felicita sorge in via Valdicastello in prossimità della Strada Statale Sarzanese-Valdera, che in quel punto ripercorre il vecchio tracciato della via Francigena. L’edificio, che le analisi fanno risalire al X-XI secolo, è libero sul fianco destro e sulla parte tergale, mentre a nord risulta collegato con l’adiacente canonica. Il prospetto principale si affaccia su un grande spiazzo inghiaiato, in parte tenuto a verde, che costituisce il sagrato della chiesa e che un tempo era adibito a cimitero. La facciata a salienti, realizzata in conci ben squadrati di marmi e calcari provenienti dai monti lucchesi, è interrotta sul lato destro dal volume della torre campanaria a pianta quadrangolare: realizzata in pietra e mattoni, essa è caratterizzata da tre ordini sovrapposti di aperture a monofora di diverse dimensioni. La costruzione del campanile, avvenuta nel 1597 da parte di Vincenzo Bazzichi, comportò la perdita della simmetria del profilo della chiesa, la riduzione della copertura e lo spostamento del colmo del tetto, da quel momento non più in asse con il rosone ed il portale principale. I fianchi della chiesa, in corrispondenza del cleristorio, sono decorati da un motivo ad archetti pensili che si sviluppa lungo l'intero sottogronda. L'ingresso della pieve è costituito da un portale architravato e archivoltato, sormontato dal quattrocentesco rosone eseguito da Bonuccio Pardini. L’interno segue lo schema basilicale a tre navate, privo di transetto e concluso da un'abside semicircolare. Le pareti laterali in pietra contrastano con la porzione muraria sopra le archeggiature della navata centrale che risultano intonacate, così come la parete sopra l'arco trionfale e le volte a copertura delle navate minori. Dal lato sinistro del presbiterio si accede alla sacrestia e, da qui, alla casa canonica.
Struttura
Muratura perimetrale in blocchi di tufo squadrati, lasciati a vista si internamente che esternamente. Intonacati solo abside e catino absidale, oltre alla parte alta della navata centrale.
Pianta
Schema planimetrico a tre navate senza transetto, concluso da un'abside semicircolare. Dal lato sinistro dell'area presbiteriale, sollevata di tre gradoni rispetto al resto dell'aula, si accede alla sacrestia e, da qui, alla canonica. Sul lato destro, appena entrati, si legge il volume del campanile che si erge in facciata ed a cui si accede tramite una stretta porta che si apre sulla navata.
Coperture
La stretta navata centrale è coperta con fitte capriate, terzere e travicelli, oltre a tavolato in legno. Le navate laterali sono dotate di volte a crociera intonacate e semplicemente tinteggiate. Catino absidale intonacato e affrescato.
Pavimenti e pavimentazioni
Le navate e il presbiterio sono dotate di una pavimentazione in lastre di marmo squadrate di varie dimensioni, in alcune zone posate a file trasversali alle navate, in altre posate alla romana. La sacrestia è dotata di una pavimentazione in cotto disposto a spina regolare.
Elementi decorativi
La facciata a salienti, realizzata in conci regolari di pietra locale, è interrotta sul lato destro dal volume del campanile, costruito successivamente alla chiesa verso la fine del XVI secolo. Il portale d'ingresso principale è costituito da un architrave monolitico spesso e liscio, poggiante su due mensole scolpite, raffiguranti a destra una sequenza di volti maschili, alternati a due figure di neonati, e a sinistra un motivo decorativo ad ovoli. Corona l'ingresso una lunetta ospitante al centro un oculo circolare a forma di croce greca. Nel 1983, è stato realizzato un nuovo portone dallo scultore Marcello Tommasi, con formelle in bronzo ispirate alla vita di San Giovanni Battista. Al centro della facciata si apre il rosone quattrocentesco, opera del magister lapidum Bonuccio Pardini, stilisticamente affine a quello della chiesa di Santa Maria Assunta di Stazzema. L'edificio è arricchito, soprattutto lungo il fianco sinistro e sulla parete absidale, da una serie di peducci e mensole lavorate con figure tipiche del simbolismo medievale. Internamente, la chiesa a tre navate è spartita in sei campate da una serie di colonne in marmo, caratterizzate da capitelli e basi scolpiti. In controfacciata, la prima campata della navata destra risulta occupata dal volume del campanile: il paramento murario della struttura, rivolto verso la navata centrale, è decorato da un frammento di affresco di San Cristoforo con Gesù Bambino, ascrivibile al XV secolo. Lungo la parete laterale della navata opposta, è collocato un sarcofago in marmo bianco, ornato da ampie foglie polilobate, pampini e protomi umane, stilisticamente riconducibile al XII secolo e riutilizzato in epoca successiva come fonte battesimale. Addossate alle prime colonne della navata centrale, trovano posto due acquasantiere a colonna in marmo bianco, assai rimaneggiate. Lungo il pavimento in marmo della navata centrale si inseriscono numerose lapidi sepolcrali datate XVI, XVII e XVIII secolo. A metà della navata sinistra, la parete ospita tracce di una sinopia raffigurante una santa e una lunetta contenente il dipinto murale di San Giovanni Battista, entrambi riconducibili al XIII secolo. L'area presbiteriale, rialzata di tre gradoni rispetto al resto dell'aula, ospita al centro la moderna mensa in marmo per la celebrazione versus popolum. La parete absidale, caratterizzata da tre monofore, è interamente decorata da un dipinto murale del XIII secolo: nel catino absidale è raffigurato Cristo Pantocratore benedicente tra San Giovanni Battista e Santa Felicita, mentre nella parte inferiore è rappresentata una teoria di santi. Segue la curva della parete una seduta in marmo, probabilmente seicentesca, poggiante su mensole arricciolate.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1990 (?))
L'adeguamento liturgico ha comportato la rimozione dell'Altare maggiore preconciliare (trasferito nella vicina chiesa dei Santi Giuseppe e Maria Maddalena con il titolo del Scaro Cuore) e l'inserimento al centro del presbiterio di una mensa in marmo bianco di Carrara, collocata su pedana. L'altare per la celebrazione versus popolum è costituito da una spessa lastra rettangolare, sorretta da un blocco a forma di parallelepipedo in marmo bianco bocciardato, scavato sul recto e sul verso in modo da ottenere una forma bi-concava. Sul fronte è presente il motivo cristologico dei pesci. A destra è collocato un leggio in legno a base quadrata.