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Oratorio di Sant'Anna
Tipologia e qualificazione
oratorio sussidiario
Denominazione
Oratorio di Sant'Anna <San Casciano, Cascina>
Altre denominazioni
S. Anna
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche
XVIII (costruzione intero bene)
L'oratorio di Sant'Anna venne costruito nel 1732 per volere di P. Vincenzo Benedettini, come è riportato nell’epigrafe sotto l’Altar maggiore.
XXI (restauro facciata)
Recentemente la facciata della chiesa, così come quella di tutto il palazzo storico, è stata sottoposta al restauro degli intonaci esterni.
Descrizione
L'oratorio di Sant'Anna, oggi inglobato nel palazzo storico appartenuto alla famiglia Gualandi, si affaccia sulla Strada Statale Tosco-romagnola, nel comune di Cascina, presso l'omonima località. Costruita nel XVIII secolo per volere di P. Vincenzo Benedettini, la piccola chiesa risulta inserita nell'ala destra della residenza signorile, facilmente riconoscibile per la diversa colorazione dell'intonaco rispetto al resto dell'edificio e per il profilo del prospetto principale, chiaramente delineato da due paraste laterali e concluso da un timpano triangolare. Al centro si apre il portale d'ingresso, sormontato da una lapide marmorea, mentre nella parte superiore della facciata si inserisce una finestra a lunetta. L’interno si presenta ad aula unica priva di abside. Ai lati dell'altare maggiore, due piccole aperture conducono nel vano retrostante, utilizzato come sacrestia/deposito. In controfacciata trova posto una piccola cantoria a sbalzo realizzata in muratura.
Struttura
Muratura perimetrale in pietra mista a laterizio intonacata e tinteggiata sia internamente che esternamente.
Pianta
Schema planimetrico ad aula unica priva di abside. Ai lati dell’altar maggiore due piccole aperture conducono al locale retrostante utilizzato sia come sacrestia che come magazzino. In controfacciata si trova una piccola cantoria in muratura priva di scala di accesso.
Coperture
L'aula è coperta da una volta a botte lunettata, intonacata e tinteggiata. Il locale sacrestia è dotata di una copertura a solaio piana, con struttura in travicelli lignei e mezzane in cotto.
Pavimenti e pavimentazioni
L’aula presenta un pavimento in cementine bianche e nere disposte a losanga. La sacrestia presenta la medesima pavimentazione posata a scacchiera.
Elementi decorativi
La facciata principale è l'unica parte riconoscibile della piccola chiesa, completamente assorbita dal palazzo Gualandi che, allargandosi verso Ovest, ha finito per inglobare anche il piccolo oratorio. Il prospetto, intonacato e dipinto di grigio, è caratterizzato da due paraste laterali bianche e da un timpano triangolare profilato da una cornice dello stesso colore, al centro del quale campeggia la scritta "S. Anna". Sopra il portale d'ingresso è esposta una lapide in marmo bianco in ricordo dei caduti della Prima guerra mondiale, datata 1921. Nella parte superiore della facciata si inserisce una finestra a forma di lunetta, affiancata da una piccola campana pensile. All'interno, la chiesa si presenta ad aula unica, coperta da un volta a botte lunettata e dotata di una cantoria in muratura inserita in controfacciata. Lo spazio, caratterizzato da pareti e copertura intonacate ed imbiancate, appare semplice e spoglio, dominato sostanzialmente dalla presenza del'Altare maggiore settecentesco, dotato di mensa e dossale in pietra serena. Quest'ultimo è costituito da due semicolonne con capitello composito poste a sostegno di un frontone ricurvo, spezzato al centro per ospitare il cartiglio apicale. Al centro, lo spazio che originariamente conteneva la tela coeva raffigurante Sant'Anna (oggi collocata in uno degli altari della Pieve di San Casciano), ospita un crocifisso e una statuetta della Madonna di Lourdes. Lungo le pareti laterali dell'aula si inseriscono numerose lapidi sepolcrali ottocentesche.
Adeguamento liturgico
altare - intervento strutturale (1965-1975)
L'adeguamento liturgico ha comportato lo spostamento in avanti della mensa dell'Altare maggiore rispetto al dossale, in modo tale da guadagnare la centralità del presbiterio e consentire la celebrazione “versus populum”.