chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico San Benedetto Val di Sambro Bologna chiesa parrocchiale S. Agata di Monteacuto Vallese Parrocchia di Sant'Agata di Monteacuto Vallese contesto; impianto planivolumetrico; esterno; pianta; interni; elementi di pregio; impianto strutturale; apparati liturgici altare - aggiunta arredo (Anni '70); ambone - aggiunta arredo (Anni '70) XIII - 1379(origini intero bene); 1500 - 1807(passaggio di proprietà intero bene); 1783 - 1783(restauro carattere generale); 1786 - 1786(costruzione canonica); 1870 - 1880(ricostruzione chiesa); 1894 - 1894(decorazione nucleo centrale); 1895 - 1895(costruzione campanile); 1933 - 1933(inizio lavori carattere generale)
Chiesa di Sant'Agata di Monte Acuto Vallese
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di Sant'Agata di Monte Acuto Vallese <San Benedetto Val di Sambro>
Altre denominazioni
S. Agata di Monteacuto Vallese
Ambito culturale (ruolo)
maestranze emiliane (edificazione)
eclettismo storicista (campanile)
Notizie Storiche
XIII - 1379 (origini intero bene)
Attorno al 1378 Monteacuto aveva sul suo territorio ben tre parrocchie, dedicate rispettivamente a S.Michele, S. Stefano e S. Agata, che fu l’unica a resistere in seguito ad un violento terremoto. Le parrocchie comparivano infatti in quel periodo nel campione della Mensa Arcivescovile come tre chiese dipendenti dal Plebanato di Montorio.
Tuttavia la chiesa di S. Agata doveva avere origini ancora più antiche, risalenti all'inizi del XIII secolo.
1500 - 1807 (passaggio di proprietà intero bene)
Nel secolo XVI il giuspatronato, spettante in antichità ai conti da Panico, poi in seguito a Lodovico Panzacchi quindi ai fratelli Lintrù, passò ai conti Ghisilieri di Bologna, che in seguito lo donarono al conte Zani, che lo cedette in eredità alla famiglia Lambertini. L'ultimo rampollo della famiglia rinunciò al giuspatronato in favore del parroco Don Pietro Casali nel 1807.
1783 (restauro carattere generale)
Nel 1783 gli abitanti delle tre parrocchie, uniti ormai tutti sotto S.Agata in seguito alla rovina delle altre due chiese, si appellarono all'Arcivescovo Gioannetti per la creazione della canonica e al restauro della Chiesa. Tuttavia, nonostante il restauro, la chiesa appariva stretta e bassa, buia e disadorna, provvista di tre altari, sul maggiore dei quali vi era una nicchia con all'interno la statua della Vergine Protettrice.
1786 (costruzione canonica)
Viene completata la costruzione della canonica.
1870 - 1880 (ricostruzione chiesa)
La ricostruzione di tutto il complesso parrocchiale fu affidata al capomastro Vincenzo Brighenti. La chiesa fu riedificata su un poggio dove esisteva un piccolo oratorio dedicato a S. Agata dopo che la chiesa vecchia a valle era stata distrutta da una frana. Sull'altare maggiore viene collocata una tela dedicata a S. Agata commissionata e realizzata nel 1874 dalla scuola di Antonio Guardassoni.
1894 (decorazione nucleo centrale)
Nel 1894 le colonne del presbiterio vengono decorate in finto marmo grazie a una donazione di Vincenzo Brighenti.
1895 (costruzione campanile)
Viene edificato il campanile, con guglia a pagoda e rivestito da pietra arenaria locale con pregevole lavorazione.
1933 (inizio lavori carattere generale)
Altare in marmo
Descrizione
Nel vivo dell’Appennino Tosco – Emiliano, a metà strada fra Bologna e Firenze, la frazione di Monteacuto Vallese si fa largo sotto lo sguardo del monte S. Rocco. La storia che ha portato la chiesa di Sant’Agata, citata già in una documento del 1378, a diventare parrocchia di riferimento sia per la comunità di Monteacuto sia per la vicina Campiano, è tumultuosa: nel XVI secolo la chiesa designata come parrocchia, dedicata a S. Michele, crollò; la scelta ricadde sulla chiesa dedicata a S. Stefano, ma un terremoto la distrusse e fino alla sua ricostruzione venne affidata la cura pastorale a S. Agata. Il 4 Febbraio 1772 una spaventosa frana tumulò la nuova chiesa di S. Stefano e tutte le case all’intorno. La decisione di non ricostruirla portò a nominare S. Agata parrocchia ufficiale. Ancora oggi è visibile, lungo la strada provinciale, il luogo dove per tradizione sarebbe sepolta l’antica chiesa di S. Stefano. Ben inserita nel centro abitato, la chiesa è posta su un'altura con lo sguardo rivolto al cimitero sottostante. Il nucleo originario del XVIII secolo, con l’abside orientata, è stato ampliato, sancendo le forme attuali con la pianta a croce latina.
contesto
A cavallo del crinale che divide la Valle del Sambro da quella del Setta, sotto lo sguardo del monte S.Rocco, si estende Monteacuto Vallese. La chiesa di Sant’Agata domina il piccolo centro abitato, con lo sguardo verso il cimitero, posto poco più a valle. L’ampio sagrato che la incornicia e la cornice verdeggiante in cui si inquadra definiscono un ambiente composto e sereno.
impianto planivolumetrico
Sul fianco sinistro della chiesa si addossano la canonica e il campanile, disposti organicamente accanto agli abitati, ma nel retro si apre sulla campagna dove si estende un campo da calcio.
esterno
La chiesa è accessibile sia da via de’ Sospiri (carrabile) sia dalla scalinata in pietra che collega il sagrato alla strada sottostante. Lastre di porfido individuano il sagrato, separando l’edificio dal prato circostante. La facciata conserva l’aspetto composto della fronte a capanna in pietra bugnata, cinta da due paraste con timpano incorniciato. Due alzate in pietra introducono al portone ligneo centrale e in asse si apre un mezzo oculo di vetro decorato. A sinistra si erge il campanile, di poco successivo. Si susseguono quattro ordini: un basamento trattato in maniera analoga alle paraste della facciata, con incisioni della pietra a spina di pesce; i due successivi inquadrano una muratura a spina di pesce, all’interno di una cornice, che richiama ancora le paraste; il secondo ospita l’orologio; l’ultimo ha una finestra e si conclude in una particolare lanterna. Sul fianco sinistro si addossa anche la canonica. Il fianco destro, intonacato di un arancio chiaro, lascia percepire la presenza di una cappella passante e del transetto. Dal retro si percepisce l’abside.
pianta
Pianta a croce latina a navata unica. Una bussola in legno segue l’ingresso.
Le estremità del transetto hanno funzione di cappelle laterali, altre due cappelle passanti si aprono dal corpo longitudinale, con una sporgenza sul muro perimetrale.
A sinistra, dalla cappella passante e da un’ apertura fra confessionale e presbiterio, si accede alla chiesa originaria, ora cappella feriale. Sempre a sinistra l’accesso alla canonica.
interni
La pavimentazione disegna motivi geometrici; è in graniglia di marmo in aula, mentre si fa in marmo sul presbiterio. Gli alzati sono intonacati color crema, terra d’ombra negli aggetti; nell’aula pilastri e lesene si impostano su zoccoli in marmo grigio e reggono una cornice aggettante, che corre lungo tutto il perimetro, su cui si imposta la volta a botte. I due altari delle cappelle passanti sono sormontati da edicole vuote (chiuse da sportello di vetro), con cornice dipinta.
Quattro colonne di ordine ionico in scagliola poste nel 1894 individuano l’area del presbiterio e sostengono il catino con la cupola, separando lo spazio dell'azione liturgica dalle cappelle laterali, con soffitto ribassato rispetto alla cupola. Chiude la cupola dell’abside. In aula la luce arriva dai due lunotti delle cappelle passanti e dall’oculo posto in controfacciata; altri quattro lunotti illuminano il presbiterio, due negl’intradossi degli archi a sostegno della cupola e due dalle pareti delle cappelle laterali
elementi di pregio
È custodita una pala d’altare raffigurante S. Agata, risalente alla scuola di Alessandro Guardassoni (1874). Ai quattro angoli dell’aula si trovano statue in terracotta dei quattro Evangelisti.
impianto strutturale
Struttura in muratura portante.
apparati liturgici
Il presbiterio, di tipo pre-conciliare adeguato, è elevato di due alzate; l’altare marmoreo pre-conciliare (1933 ) è ulteriormente elevato di due alzate. L’assemblea, disposta a battaglione in due file di panche lignee, risulta frontale al presbiterio, in conformità al volume architettonico. L’area dedicata al coro è nel braccio di sinistra del transetto. A destra dell’altare tre sedute imbottite in velluto rosso. La custodia eucaristica è nel tabernacolo, sull’altare. Il battistero, in marmo lavorato, è posto nella cappella passante di sinistra. I confessionali sono in legno e disposti specularmente in nicchie delle pareti.
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (Anni '70)
L’altare post conciliare è in legno e centrale nel presbiterio.