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Bologna
Bologna
chiesa
sussidiaria
S. Cristina
Parrocchia di San Giuliano
contesto; impianto planivolumetrico; esterno; pianta; interni; impianto strutturale; apparati liturgici
presbiterio - aggiunta arredo (1965-70)
XIII - 1251(origini intero bene); 1413 - 1413(ricostruzione intero bene); 1598 - 1607(ricostruzione intero bene); 1688 - 1688(restauro altare maggiore); 1690 - 1691(completamento campanile); 1704 - 1705(ristrutturazione coperto); 1745 - XVIII(riduzione e ristrutturazione campanile); 1865 - XX(muratura altari laterali); 1997 - 2004(restauro intero bene)
Chiesa di Santa Cristina
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Santa Cristina <Bologna>
Altre denominazioni S. Cristina
Ambito culturale (ruolo)
maestranze emiliane (costruzione)
Notizie Storiche

XIII - 1251 (origini intero bene)

Nel 1245 le monache provenienti dal monastero di S. Cristina di Settefonti, sorto nel XI secolo lungo la Flaminia minore, scesero in città e si stabilirono nella contrada chiamata già all’epoca la Fondazza. Abitarono per un certo tempo in una casa monastica già dedicata a S. Cristina in attesa che fossero completati chiesa e convento. I lavori sembra siano terminati nel 1251.

1413  (ricostruzione intero bene)

La chiesa fu distrutta da un incendio nel 1413 e nello stesso anno il legato pontificio, Lodovico Fieschi, emanò un decreto per la sua ricostruzione. Il campanile probabilmente non fu toccato, se non in parte, dall’incendio.

1598 - 1607 (ricostruzione intero bene)

A partire dal 1598 la chiesa venne di nuovo ricostruita per volontà e lascito di suor Caterina dei Vitali e delle badesse suor Margherita Giavarini e suor Ottavia Bolognesi, su progetto di Giulio Torri o della Torre, architetto e capomastro già ben noto alle monache che gli avevano affidato altri lavori negli anni precedenti. L’archivio del convento singolarmente non conserva altre note, se non le spese per macigno lavorato – senza data - e altre note per altre forniture, datate 1607 e 1608. La sala che sovrasta il portico fu progettata e nacque contemporaneamente all’edificazione della chiesa e, sembra, fu destinata ad essere un oratorio a sé stante con accesso esclusivo dal convento: dedicato a Santa Maria della Vita, l’oratorio consentiva alle monache di assistere alle funzioni che si svolgevano in chiesa attraverso finestre in controfacciata ora tamponate.

1688  (restauro altare maggiore)

Nel 1688 furono ridisegnati i gradini d’accesso all’altare maggiore, oggi celati.

1690 - 1691 (completamento campanile)

Il campanile della chiesa, già attribuito al Bibiena, fu edificato forse sulla struttura antica a partire dal 1690 ed era sicuramente già completo o prossimo al completamento nel 1691, quando viene descritto dal visitatore pastorale.

1704 - 1705 (ristrutturazione coperto)

Nel 1704-1705 si registrano lavori di rifacimento del coperto della chiesa.

1745 - XVIII (riduzione e ristrutturazione campanile)

Nel 1745 un fulmine compromise seriamente la torre campanaria e alcune capriate del tetto. Fu interpellato l’architetto Carlo Francesco Ditti per il ripristino del campanile e per l’ideazione della soluzione a capriate del tetto, ancora oggi apprezzabile.

1865 - XX (muratura altari laterali)

Dopo alterne vicende legate alla soppressione degli ordini religiosi, alla fine del Settecento, e la conseguente dispersione, vendita e poi passaggio al clero secolare della chiesa e del convento di Santa Cristina, nel 1865 la chiesa, affidata alle monache agostiniane, fu di nuovo chiusa e trasformata in magazzino militare. L'ingegnere Setti, del Genio Militare, fece murare gli archi delle cappelle laterali celando dietro queste pareti provvisorie le ancone e gli altari; questo provvedimento non salvò tuttavia l'altare maggiore. In questo stesso anno si intervenne murando parte dei grandi oculi sovrastanti gli altari laterali e ottenendo così le finestre a lunetta visibili tuttora. Quando la chiesa fu riaperta al culto furono abbattuti i muri a tamponamento degli altari laterali ma non le parziali occlusioni delle finestre laterali.

1997 - 2004 (restauro intero bene)

Degradata rapidamente fra gli anni Sessanta e gli anni Novanta del Novecento, come testimoniano alcune campagne fotografiche, la chiesa di Santa Cristina fu restaurata una prima volta nel 1997. Nel 2004 si svolse una campagna di ristrutturazione completa dell’intera chiesa che comportò, fra gli interventi, anche il rifacimento del pavimento con la posa del riscaldamento sottostante. Negli anni successivi sono stati effettuati interventi sul coperto solo quando necessario, con la sostituzione dei travetti lignei degradati.
Descrizione

La chiesa di Santa Cristina, edificata nel borgo della Fondazza fra i tratti entro mura di via Santo Stefano e Strada Maggiore, sorge all'angolo di un isolato che comprende anche l'ex convento. Preceduta da un portico con oratorio soprastante, la chiesa presenta un'aula unica con cappelle laterali poco profonde, volta a botte con costoloni e unghiature e un presbiterio quadrangolare.
contesto
La chiesa sorge nel centro cittadino, all’interno della terza cerchia di mura, nel quadrante compreso fra via Santo Stefano e Strada Maggiore, alle spalle del tracciato recente di via Dante e Piazza Carducci. Il complesso del convento che sorge accanto alla chiesa, tuttora ben riconoscibile, costituisce con la chiesa una parte dell’isolato rispetto al quale l’aula è collocata all’angolo nord-ovest. La chiesa è orientata.
impianto planivolumetrico
La chiesa è parte di una aggregazione orizzontale di volumi che comprende il porticato esterno con oratorio soprastante, addossato alla facciata; un volume di servizio a sinistra che prosegue senza soluzione di continuità nel volume maggiore, che ingloba il presbiterio, nel quale trova posto la sala capitolare e altri locali; il volume maggiore dell’ex convento interessa pressoché completamente il fianco destro.
esterno
L’aula è preceduta da un piazzale delimitato da fittoni sul fronte e lungo il lato sinistro, verso via della Fondazza e via San Petronio Vecchio. L’aula è introdotta da un porticato a tre fornici a tutto sesto inframmezzati da lesene con capitelli compositi sul quale sorge la struttura di un oratorio con timpano sommitale. Le tre campate del portico, chiuse da volte a crociera, inquadrano i tre ingressi all’aula: il maggiore, come i minori laterali, sono sottolineati da cornici trilitiche modanate sormontate da mensole e cimase ornate. Il fianco sinistro è caratterizzato dall’evidente superfetazione dell’oratorio addossato alla facciata e del basso volume di servizio che cela la parte inferiore del prospetto. Nella porzione leggibile paraste di rinforzo binate scandiscono la superficie; fra di essi si aprono oculi dal profilo ridisegnato in tempi successivi: i due centrali sono tamponati, nei due laterali sono state ricavate finestre a lunetta. Il presbiterio quadrangolare è leggibile solo in minima parte; dal volume che comprende l’accesso odierno e la sala capitolare, alle spalle del presbiterio stesso, emerge solo una porzione del fianco sinistro dell’area nella quale si apre una finestra a lunetta. Il muro di fondo dell’aula denuncia, come il fianco, più interventi in fasi successive. Il fianco destro dell’aula è pressoché interamente celato dal volume del convento addossato, ad eccezione delle finestre laterali. L’aula è coperta a capanna.
pianta
Ad aula, con cappelle laterali e presbiterio quadrangolare.
interni
Si accede all’aula mediante una bussola in vetro e metallo di foggia moderna, a tutta larghezza, che comprende i tre ingressi, sormontata da una cantoria lignea con organo centrale. L’aula è pavimentata a veneziana. Il volume dell’aula è scandito in quattro campate da coppie di lesene con capitello composito che inquadrano specchiature nelle quali si aprono cornici per dipinti e nicchie per statue. Sui capitelli si imposta una trabeazione continua modanata, con fregio muto e giro di dentelli, sulla quale s’imposta una volta a botte costolonata con unghie nelle quali si inscrivono, in corrispondenza della prima e quarta campata, finestre a lunetta. Nelle campate cornici ad arco impostate su lesene angolari con capitelli dorici inquadrano cappelle laterali di ridotta profondità, rialzate di due gradini e voltate a botte. Il presbiterio è introdotto da un arco trionfale nelle cui spalle si aprono accessi architravati che conducono rispettivamente ad una sala di servizio, a sinistra, e alla sagrestia a destra; gli accessi sono sormontati da nicchie per statue. L’area presbiteriale, a pianta quadrangolare è oggi ingrandita e pavimentata con una piattaforma lignea stabile che viene mantenuta anche durante le celebrazioni; è rialzata di due gradini e raggiunge così l’altezza dell’altare preconciliare addossato alla parete di fondo. Il presbiterio è voltato a crociera; sopra la trabeazione si imposta una finestra che si inscrive nella lunetta della volta.
impianto strutturale
Struttura portante in laterizio, orizzontamenti a travi lignee, manto in coppi.
apparati liturgici
L’assemblea è ordinata in file di sedie disposte a battaglione. Il presbiterio ospita unicamente l’altare preconciliare con dossale, gradini e tabernacolo, addossati alla parete di fondo. Tutti gli altri arredi necessari per la celebrazione – sede, ambone, altare adeguato – sono collocati nell’aula in occasione delle celebrazioni stesse e rimossi in occasione degli eventi di carattere civile. L’aula non è dotata di confessionali né di fonte battesimale.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1965-70)
Altare, ambone e sede vengono trasportati dalla sagrestia e collocati nel presbiterio in occasione delle celebrazioni liturgiche.
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