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Bologna
Bologna
chiesa
parrocchiale
S. Giovanni Battista di Calamosco
Parrocchia di San Giovanni Battista di Calamosco
contesto; impianto planivolumetrico; esterno; pianta; interni; impianto strutturale; apparati liturgici
presbiterio - aggiunta arredo (1970 circa)
1269 - 1269(preesistenze intero bene); XVI - 1727(demolizione totale intero bene); 1730 - XVIII(costruzione intero bene); 1781 - 1788(costruzione intero bene); 1925 - 1925(restauaro intero bene)
Chiesa di San Giovanni Battista di Calamosco
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giovanni Battista di Calamosco <Bologna>
Altre denominazioni S. Giovanni Battista di Calamosco
Ambito culturale (ruolo)
maestranze emiliane (costruzione)
Notizie Storiche

1269  (preesistenze intero bene)

La chiesa è attestata nella località suburbana di Calamosco, nota dall'XI secolo, che successivamente entrò a far parte del Comune di Bologna e oggi appartiene al quartiere di San Donato. L'esistenza della primitiva chiesa di San Giovanni di Calamosco è ricordata sin dal 1269, quando viene nominata per la prima volta, mentre due anni dopo è attestata una dedica a Santa Maria che dipendeva da San Niccolò di Villola, cui era unita.

XVI - 1727 (demolizione totale intero bene)

Già in stato di grave abbandono nel Cinquecento, la chiesa venne gravemente danneggiata da un incendio nel 1727. Venne dunque demolita per lasciare spazio ad una nuova costruzione. Un'iscrizione oggi collocata all'interno della chiesa, sulla destra dall'ingresso, informa che la chiesa divenne arcipretale dalla metà del XVII secolo, e che nel 1659 il reggente della chiesa era Don Giovanni de' Biagi, primo arciprete.

1730 - XVIII (costruzione intero bene)

La costruzione della nuova chiesa di San Giovanni Battista di Calamosco iniziò nel 1730.

1781 - 1788 (costruzione intero bene)

Tra il 1781 e il 1788, per volere dell'arciprete Giacomo Triboli, venne realizzato il campanile su disegno dell'architetto Antonio Gamberini, costruito dal capomastro Giuseppe Verardi. Vennero aggiunte tre campane, fuse da Domenico Fantuzzi e benedette nel 1789 in San Pietro a Bologna dal Cardinal Arcivescivo Gioannetti.

1925  (restauaro intero bene)

Nel 1925 la chiesa venne restaurata dall'architetto Edoardo Collamarini.
Descrizione

La chiesa si trova in una zona periferica di Bologna, nel quartiere San Donato, inserita in un luogo che presenta ancora oggi i caratteri della campagna. Si affaccia su un marciapiede in ghiaia, adibito a sagrato, ed è separata dalla strada antistante tramite fittoni. La facciata, su due registri e tripartita, è a salienti ed è conclusa in alto da un timpano triangolare. Ha una pianta longitudinale ad aula unica, sei cappelle laterali, un presbiterio coperto da una cupola e si conclude in un'abside semicircolare con copertura a semi-cupola. Gli esterni, intonacati, presentano la coppia di colori rosso-giallo. L'interno è ricco di decorazioni.
contesto
La chiesa è in una zona periferica di Bologna, a circa 8 km dal centro, ed è inserita in un luogo che presenta ancora oggi i caratteri della campagna. Territorialmente parte del Quartiere San Donato, si trova precisamente in via Chiesa Calamosco, strada che corre parallela a via Cadriano, e che collega perpendicolarmente via di Calamosco a via Frabazza.
impianto planivolumetrico
L'aula è parte di un'aggregazione volumetrica orizzontale composta, a sinistra, da quella che un tempo era la casa canonica e la casa dell'inserviente e, a destra, dall'ex casa del campanaro e dal campanile, addossato all'abside.
esterno
La chiesa si affaccia su un marciapiede in ciottoli di fiume, con funzione di sagrato, con dei fittoni che la arginano dalla strada antistante. La facciata, composta da due registri sovrapposti divisi da una trabeazione modanata, è tripartita e si conclude in un timpano con croce sommitale metallica. Ai registri sovrapposti dà continuità il corpo centrale inquadrato da paraste binate. Nel registro inferiore si apre in posizione centrale il portale, sopraelevato su tre gradini rispetto al piano stradale ed inserito in un'incorniciatura, con mensola aggettante a maniglioni e architrave con incisa la dedica a "Dio e San Giovanni Battista". Il registro superiore, raccordato a quello sottostante tramite salienti rampanti conclusi con pinnacoli, accoglie una grande finestra architravata, in asse con il portale sottostante, e regge su un'ampia trabeazione il timpano con cippo sommitale e croce in ferro. L'alzato, finito in una pseudo-sagramatura, presenta la coppia di colori rosso-giallo paglierino, seppure questo risulta oggi appena leggibile. I fianchi dell'aula sono visibili solo parzialmente a causa della presenza della canonica e della casa dell'inserviente a sinistra, e dall'ex casa del campanaro a destra. Mostrano pareti con mattoni faccia a vista visibili solo nella parte più alta, dove si trovano una serie di specchiature. Addossato all'abside, a nord, si eleva il campanile con un alzato caratterizzato da una specchiatura su ogni lato, quattro bifore nella cella campanaria e terminante in una guglia piramidale. Sul lato nord-est il campanile accoglie due lapidi a ricordo dei caduti della prima e della seconda guerra mondiale.
pianta
Pianta longitudinale ad aula unica con abside semicircolare.
interni
L'accesso all'aula avviene tramite una bussola in muratura, completamente intonacata, sormontata da un fastigio decorato. L'aula, assai decorata, é scandita da lesene ioniche con pseudo-scanalature dipinte e sormontate da cornicione con fregio modanato. Queste articolano la geometria dello spazio in un disegno ritmico che alterna campate di lunghezza minore a campate di lunghezza doppia, in uno schema:B-A-B-A-B-A-B, ottenendo così tre cappelle maggiori (A) tra quattro di dimensioni minori e introdotte da archi a tutto sesto su paraste d'ordine dorico sormontate da quadri o epigrafi. Tutte le cappelle sono rialzate di un gradino rispetto il piano dell'aula e le maggiori sono separate da questa tramite cancellate metalliche e presentano una copertura a botte. Sono collegate alle campate minori mediante confessionali lignei. La copertura dell'aula è caratterizzata dall'alternanza tra volte a botte con ornamenti a cassettoni dipinti, in corrispondenza dell'interasse minore, e volte a vela su pianta rettangolare, in corrispondenza di quello maggiore, dove, superiormente alla trabeazione, si aprono delle finestre. La pavimentazione è in graniglia. Nella navata, sul lato sinistro, si trova il fonte battesimale; realizzato nel XX secolo, è in graniglia. La zona presbiteriale, rialzata di un gradino rispetto al livello dell'aula, è preceduta da un arcone con cartiglio centrale recante l'epigrafe "Non Surrexit Maior", poggiante su due importanti pilastri addossati alle pareti e decorati in stile corinzio. L'area presbiterale presenta coperta a vela con cupola a trompe-l'oeil. In alto, ai lati del presbiterio, si trovano la cantoria e l'organo. Lo sviluppo longitudinale della chiesa si conclude in un'abside di forma semicircolare, ospitante un coro e, più in alto, pala d'altare incastonata tra semicolonne ioniche con trabeazione e fregio. Tre epigrafi si trovano all'interno dell'aula. La prima in controfacciata, in asse con l'ingresso, è dedicata alla ricostruzione della chiesa, avvenuta nel 1730. Le altre due, posizionate in modo speculare, si trovano collocate tra le ultime due cappelle partendo dall'ingresso. Quella a sinistra ricorda il restauro della chiesa risalente al 1925, quella a destra è invece dedicata a Don Giovanni de' Biagi, primo arciprete.
impianto strutturale
Struttura portante in mattoni.
apparati liturgici
L'assemblea è ordinata frontalmente al presbiterio e si organizza su due file di panche lignee e sedie disposte a battaglione. Sulla sinistra della navata si trova il fonte battesimale, in graniglia. Il presbiterio, rialzato di un gradino rispetto al livello dell'aula, è composto dall'altare pre-conciliare, in marmo, ospitante il tabernacolo e croce in metallo; a destra dalla sede e a sinistra dall'ambone, entrambi mobili e in legno. L'altare post-conciliare, anch'esso mobile, si trova addossato al presbiterio, collocato sopra una piccola piattaforma in legno che lo porta allo stesso livello di quest'ultimo.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1970 circa)
E' stato aggiunto l'altare post-conciliare, mobile, a ridosso della zona presbiteriale, collocato sopra una piccola piattaforma in legno che lo porta allo stesso livello di quest'ultima. E' stato aggiunto l'ambone, in legno e mobile, sulla sinistra del presbiterio.
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