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Bologna
Bologna
basilica
parrocchiale
Santi Bartolomeo e Gaetano
Parrocchia dei Santi Bartolomeo e Gaetano
contesto; impianto planivolumetrico; esterno; pianta; interni; impianto strutturale; apparati liturgici
presbiterio - aggiunta arredo (1970)
1288 - 1288(costruzione costruzione); 1517 - 1599(ricostruzione costruzione); 1644 - 1684(ricostruzione costruzione); 1694 - 1748(completamento campanile); XIX - XIX(restauri volta); 1967 - 1990(restauro intero bene); 2000 - 2004(restauro cupola )
Basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano
Tipologia e qualificazione basilica parrocchiale
Denominazione Basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano <Bologna>
Altre denominazioni Basilica Collegiata dei Santi Bartolomeo e Gaetano
Chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano
Autore (ruolo)
Barelli, Agostino 
Ambito culturale (ruolo)
barocco bolognese (costruzione)
Notizie Storiche

1288  (costruzione costruzione)

Un’antica tradizione la vuole fondata da San Petronio nel 432, sul luogo dove si riteneva si riunissero i primi cristiani bolognesi. Ma la testimonianza certa più antica sul luogo di culto risale al 1288, quando le fonti indicano che una comunità di monache cluniacensi aveva intitolato una chiesa a San Bartolomeo Apostolo.

1517 - 1599 (ricostruzione costruzione)

Nel 1599 l’edificio passò ai padri teatini che lo riedificarono completamente su progetto di Giovan Battista Natali e Agostino Barelli nel luogo in cui qualche decennio prima era iniziata la costruzione del Palazzo del Priorato, voluto dall’arcidiacono priore Giovanni Gozzadini. In seguito alla morte del Gozzadini, assassinato nel 1517, la costruzione del palazzo annesso fu interrotta quando era stato realizzato, su disegno di Andrea da Formigine, solo l’antistante portico con decorazioni in cotto: la struttura, tuttora esistente, fu incorporata nella fabbrica della chiesa in costruzione. I padri teatini affiancarono poi all’originaria intitolazione a San Bartolomeo il nome di San Gaetano Thiene, fondatore del loro ordine.

1644 - 1684 (ricostruzione costruzione)

Il nuovo edificio viene realizzato in un arco cronologico che va dal 1653 al 1684, inaugurando un interno a croce latina a tre navate con volte riccamente affrescate. Già dal 1644, tuttavia, veniva realizzata l'elegante cantoria in controfacciata con organo a dodici registri, con materiale preesistente. Dalla chiesa si accede anche all’Oratorio della Concezione e San Gaetano, dove è ancora conservata l’antica immagine mariana attribuita a Lippo di Dalmasio, che si trovava nella vicina chiesina della Madonna delle Grazie detta di Porta prima del suo abbattimento nel 1871. La chiesa è divenuta parrocchiale nel 1806, quando ha riunito sotto di sé molte piccole parrocchie delle vicinanze soppresse dal cardinale Carlo Oppizzoni.

1694 - 1748 (completamento campanile)

Con la sua elegante fattura barocca, il campanile venne innalzato su via San Vitale a fianco dell’abside e terminato nel 1694. Nel 1748 l’architetto Giacomo Lanfranchi ne riformò la guglia per armonizzarla meglio con la linea della cupola.

XIX  (restauri volta)

A più riprese nel corso dell'Ottocento si pone mano agli affreschi e alle decorazioni della chiesa, pesantemente riviste con velature a tempera, stucchi e dorature.

1967 - 1990 (restauro intero bene)

Più volte si mette mano agli affreschi, soggetti al degrado dei materiali di ripresa, alle aperture, alla copertura e agli impianti elettrici.

2000 - 2004 (restauro cupola )

Sono stati portati a termine il restauro della cupola, sia interna che esterna, la messa a norma dell'impianto elettrico e la sostituzione dei finestroni. Le nuove lastre, inserite con chiodi di ferro, avevano in parte corroso il rame. Quindi le lastre sono state restaurate, parte dei chiodi sostituiti, e il rame ricoperto di una vernice trasparente per difenderlo dalle piogge. La parte muraria è stata lavata, consolidata, stuccata, in alcuni punti rifatta.
Descrizione

La basilica dei Ss. Bartolomeo e Gaetano sorge in un polo d'importanza capitale della città storica: piazza di Porta Ravegnana, che ospita le due torri e da cui si diparte la maglia radiale della città longobarda, che avrebbe spostato ad est il fulcro della città medievale. Il volume è compreso fra Strada Maggiore, tratto urbano della via Emilia, decumano della città romana, e via San Vitale asse che reca ancora oggi a Ravenna. La grande mole dell'edificio si può scorgere solo da via Rizzoli, con l'imponente cupola dal tamburo finestrato e il retrostante campanile, che si scorgono altresì per molte centinaia di metri provenendo da via San Vitale. La facciata è invece occultata dal portico cinquecentesco che cinge il volume anche sul fianco sinistro. Le paraste in macigna riccamente decorate a grottesca sono opera di Andrea da Formigine, e furono fucina per l'immaginazione di molti artisti locali. All'interno l'aula a croce latina presenta tre navate separate da archi, con affreschi, stucchi e dorature d'ideazione barocca rivisitati nel corso del XIX secolo.
contesto
La basilica sorge nel fulcro simbolico del centro città, a ridosso delle due torri di Piazza di Porta Ravegnana, fra palazzi signorili la cui conformazione evidenzia l'agglomerarsi di più lotti gotici. Tale snodo è storicamente essenziale: al margine fra la città antica e l'addizione longobarda, al convergere di Strada Maggiore, tratto intra-moenia della via Emilia e decumano massimo dell'impianto romano, e di via San Vitale, asse che prosegue sin dalla tarda età romana fino a Ravenna. La collocazione centralissima rende inenumerabili le emergenze limitrofe.
impianto planivolumetrico
Aggregazione orizzontale dell'aula con i volumi del battistero, del portico e della sagrestia. Aggregazione verticale con i volumi residenziali antistanti la facciata, sopra il portico, lungo il fianco destro e in zona absidale, con la cripta in zona presbiteriale. La complessità volumetrica è risultante della genesi storicamente frammentata.
esterno
La facciata è interamente occultata dal portico e dai soprastanti volumi residenziali, se ne scorge solo il timpano procedendo da Via Rizzoli. In corrispondenza del sottoportico su Strada Maggiore vi sono un grande portone ligneo, principale ingresso alla chiesa, e tre porte di dimensioni minore, una delle quali in corrispondenza degli ambienti parrocchiali. Sotto il portico del mai completato palazzo cinquecentesco, che si sviluppa su quattordici archi, sono dipinte dieci lunette con episodi della Vita di San Gaetano, allo stato attuale in cattivo stato di conservazione così come l'elaboratissime paraste in macigna con motivi a grottesca che prospettano sui pilastri di Strada Maggiore. Il portico ha pilastri in mattoni a vista ed alzati intonacati in giallo Marte. Sul lato ovest vi sono due accessi attualmente inutilizzati, il primo protetto dal portico, il secondo sollevato di sei gradini in pietra in corrispondenza del battistero. Tale fianco prospetta sulle torri e delimita con esse la geometria irregolare di Piazza di Porta Ravegnana. Giungendo alla chiesa da Via Rizzoli si scorgono i volumi della torre campanaria, inserita nel tessuto più minuto lungo Via San Vitale, e della grande cupola con tamburo finestrato sulla mole in mattoni a vista del fianco sinistro. Il fianco destro prospetta invece su un vicoletto cieco, di accesso vietato.
pianta
Chiesa d'impianto basilicale a tre navate con cappelle laterali, a croce latina, con asse N-S.
interni
Una grande bussola lignea immette nella navata centrale della chiesa, ampia, con grandi colonne ioniche con base in marmo e decorate a foglia d’oro che reggono archi a tutto sesto. Le due navate laterali, scandite da quattro campate con cupole ellittiche e lanterne, ospitano altrettante profonde nicchie coperte da volte a botte perpendicolari alle navate. Le cappelle sui transetti sono coperte come le navate laterali con cupola e lanterna ellittiche e sono illuminate da finestre a lunetta. La navata principale è coperta da una volta a botte continua con unghie in corrispondenza delle chiavi degli archi sottostanti, ospitanti semplici finestre rettangolari. I transetti ed il coro sono anch'essi coperti con ampie volte a botte. All’intersezione della navata con il transetto si apre una grande cupola affrescata con tamburo ottagonale ospitante grandi finestre rettangolari, e lanterna sommitale. Tutti gli alzati sono intonacati e impreziositi con motivi decorativi a foglia d’oro, compresi i cornicioni su tutto il profilo dell’aula. La pavimentazione dell’intera chiesa è realizzata con motivi decorativi in graniglia di marmo alla veneziana. Le superfici della botte sulla nave, del coro, la cupola e le cupolette sono riccamente affrescati. Prevalgono le tinte calde del barocco bolognese, con riprese grigio e oro tipiche delle ridecorazioni ottocentesche.
impianto strutturale
Muratura portante e colonne in mattoni, con copertura a ordito ligneo.
apparati liturgici
L’assemblea è ordinata a croce in due file di panche lignee e sedie conformi al volume architettonico, mentre le navate laterali sono lasciate libere in affaccio sulle nicchie laterali. Lo spazio del coro è ben riconoscibile alle spalle dell’altare. In controfacciata è una grande cantoria lignea con organo. Il presbiterio è separato dall’assemblea da una balaustra marmorea ed è rialzato di tre gradini. Contiene l'altare preconciliare in marmo, l'altare post-conciliare fisso in legno accanto al quale sorge un crocefisso a stelo da un lato e l’ambone ligneo a leggio dall’altro. È presente una sede per il ministro istituito alla sinistra del presbiterio, mentre alla destra vi sono le sedi per i chierici. La custodia eucaristica è posta in cappelle separate e viene spostata in base alla necessità, ma solitamente è custodita in un tabernacolo presso l’altare maggiore. Vi sono confessionali lignei, uno per ogni colonna che separa le nicchie laterali, e due all’interno del transetto. La sacristia è collocata alla destra del presbiterio. Il battistero è nella cappella su piazza di Porta Ravegnana, raggiungibile internamente dagli ambienti sulla sinistra del presbiterio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1970)
In seguito al Concilio Vaticano II il presbiterio è stato adeguato secondo le norme liturgiche ed è stato posto di fronte all'altare originale un altare a mensa in legno rivolto all'assemblea.
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