Notizie Storiche |
X - 1158 (preesistenze chiesa)
La chiesa antica di Anzola, un tempo nominata Unciola, fu probabilmente costruita attorno al X secolo; esisteva già nel 1158, come testimoniato da un documento del vescovo Gerardo, ed aveva il titolo di pieve di S. Pietro (M. Facci, 2006, p.23-25)
XII - 1296 (preesistenze chiesa)
Nel XIII secolo la chiesa figurava tra le chiese della diocesi di Bologna. Da un rogito del 1296 Rolandino Matthioli di Alemannino di Unciola lasciò alla pieve di S. Pietro un otto libbre bolognesi per il restauro della pala d’altare dedicata alla Beata Vergine (C. Manenti, 2011, p.104) (M. Facci, 2006, p.25)
XVI (preesistenze intero bene)
Nel XVI secolo la chiesa era una costruzione orientata, a tre navate con soffitto ligneo. In corrispondenza della porta maggiore e di quella secondaria dalla parte della sacrestia e della canonica vi erano due pile in sasso sostenute da una colonna in gesso contenenti l’acqua santa, mentre il fonte battesimale era in marmo rosso di Verona, del XII secolo, ancora oggi presente all’interno della chiesa. Le pareti laterali avevano due altari per parte, riccamente decorati. Il campanile era fornito di una cella campanaria con due campane ma non aveva scale interne. L’antica pieve era all’interno del Castello di Anzola, all’epoca detta Unciola, in prossimità di una delle torri (M. Facci, 2006, p.36-37)
1566 - 1573 (ristrutturazione chiesa)
In seguito alla visita plebanale dell’arciprete di Anzola don Silvestro Bonfiglioli, egli riferì al vescovo sullo stato della pieve che, dopo secoli di incurie, necessitava di diversi interventi: imbiancare i muri interni, compresi i confessionali nei muri laterali, modificare la finestra centrale, tassellare le tre navate e dotarla di adeguati paramenti. L’anno seguente la pieve fu sottoposta ad un primo intervento di ristrutturazione con il rifacimento del coperto e dei muri principali, inoltre venne girata portando l’ingresso sul lato est e creando un’apertura al centro del precedente abside. In seguito alla visita di mons. Ascanio Marchesini nel 1573 la chiesa fu sottoposta ad ulteriori interventi di riparazione delle fenditure che interessavano i muri perimetrali (M. Facci, 2006, p.38-42)
1579 - 1588 (completamento chiesa)
Il cardinale Gabriele Paleotti, in visita alla pieve di Anzola, ordinò che l’esterno dell’edificio fosse dipinto di rosso, compreso il campanile, che venisse sistemata la finestra e la vetrata dell’altare maggiore. Nel 1584 il cardinale tornò a far visita alla pieve ed osservò che tutte le finestre dovevano avere la loro vetrata, che bisognava sistemare la scala in legno del pulpito, modificare gli altari, restaurare la cappella dedicata alla Madonna del Rosario e fornirla di una balaustra di ferro. Inoltre occorreva una balaustra a colonnette in noce attorno all’altare maggiore. La maggior parte delle richiesta fu soddisfatta già al 1588, mancava il restauro di alcuni dipinti e di un altare (M. Facci, 2006, p.43)
1638 - 1713 (ricostruzione chiesa)
La chiesa, che per la prima volta venne nominata dei SS. Pietro e Paolo, si mostrava in condizioni di estremo degrado e non essendo più possibile recuperarla attraverso interventi di riparazione il cardinale Girolamo Colonna, in visita ad Anzola, ordinò di abbatterla e ricostruirla con il contributo dei parrocchiani. La nuova chiesa fu costruita tra il 1638 ed il 1650 circa; dal 1702 al 1713 continuarono i lavori di realizzazione del sagrato in ciottolato (M. Facci, 2006, p.38, 87-91)
1743 - 1755 (completamento chiesa)
Da un inventario del 1743 la nuova chiesa viene descritta di ordine tuscanico, a navata unica coperta da volta, orientata, con l’altare maggiore rialzato di quattro gradini rispetto al piano. Era dotata di sei cappelle laterali con altari inoltre, fuori da esse, era presente l’antico battistero in marmo rosso ed un altare dedicato a S. Rosalia. Nel 1756 fu restaurata la cappella dedicata alla Madonna del Rosario, mentre più avanti, nel 1775, l’altare di S. Rosalia fu rimosso ed il Battistero venne posizionato in una cappelletta in prossimità della porta secondaria di accesso sul lato nord, la quale venne chiusa dopo la costruzione dell’oratorio (M. Facci, 2006, p. 91,129)
1824 - 1826 (completamento chiesa)
L’altare maggiore fu rifatto nel 1824 dai maestri Trajano e Gioachino Rodolino di S. ippolito di Pesaro, realizzato con marmi policromi. Venne finanziato dal parroco don Camillo Baj, che alla sua morte venne tumulato all’interno dell’altare (M. Facci, 2006, pag.92, 145)
1834 (restauro campanile)
Nel 1834 il campanile fu oggetto di restauri in seguito alle lesioni provocate da un fulmine; furono installate quattro nuove campane (M. Facci, 2006, p. 145)
1844 - 1858 (restauro chiesa)
Nel 1844 venne rifatta la facciata a quasi totale spesa del possidente Vincenzo Maria Pedrazzi e nel 1855 si intervenne con il rifacimento dei coretti laterali dell’altare maggiore realizzati dal maestro Giuseppe Brighenti. Nel 1858 la chiesa aveva ben sette altari compreso il maggiore dedicato ai SS. Pietro e Paolo (M. Facci, 2006, p. 145)
1880 - 1885 (restauro chiesa)
Tra il 1880 ed il 1885 venne ricostruito l’abside, più ampio, con la sistemazione di un nuovo coro ligneo, ad opera del maestro muratore Vincenzo Brighenti (M. Facci, 2006, p. 159)
1883 - 1890 (restauro campanile)
Iil campanile venne restaurato nel 1883, successivamente furono interessati da restauro anche il cornicione e le guglie nel 1888, infine nel 1890 fu costruita la scala interna in pietra (M. Facci, 2006, p. 158-159)
1891 - 1897 (restauro chiesa)
Nel 1891 vennero costruite le statue dei santi ad opera dello scultore Cavazza, poste ai lati della controfacciata, infine nel 1897 venne rifatto tutto il pavimento della chiesa (M. Facci, 2006, p. 162)
1908 - 1932 (ristrutturazione chiesa)
Nel 1908 il parroco don Giovanni Vaccari proseguì l’opera di ristrutturazione iniziata dal predecessore don Ferri nel 1880 e fece abbattere i muri ai lati del presbiterio al fine di ricavarvi due transetti con sovrastante cantoria, quello a sinistra comunicante con la sacrestia era riservato agli uomini, quello di destra alle donne. Con questa sistemazione la chiesa venne ad assumere un impianto a croce latina. Nel 1921 l’arciprete fece eseguire alcuni lavori urgenti di sistemazione del coperto e degli intonaci (M. Facci, 2006, p. 93, 168)
1942 - 1943 (restauro chiesa )
Tra il 1942 ed il 1943 la chiesa venne interamente affrescata; in particolare la volta absidale con al centro la raffigurazione dello Spirito Santo attorniato da angeli (M. Facci, 2006, p. 92)
1972 - 1978 (completamento chiesa )
In seguito al Concilio Vaticano II la chiesa venne adeguata alle nuove esigenze liturgiche: l’altare maggiore del 1824 venne demolito ed al suo posto fu collocato al centro del presbiterio un nuovo altare in marmo rettangolare, costruito utilizzando lastre marmoree del precedente. Del vecchio altare è conservato anche il tabernacolo di marmo a cassaforte. Fu demolita anche la balaustra marmorea e cancelletto settecentesco. Nel 1978 la chiesa venne consacrata dal cardinale Antonio Poma (M. Facci, 2006, p. 92, 196-198, 201)
1989 - 1991 (restauro chiesa)
Dal 1989 iniziarono i lavori di restauro della chiesa, da troppo tempo non revisionato. Risultò necessario rifare il coperto della parte centrale della chiesa e della parte bassa sul lato sud, fu rifatto l’intonaco esterno, vennero restaurati i fregi in arenaria, rifatti gli infissi e le lattonerie. Venne poi ridipinto tutto l’esterno (M. Facci, 2006, p. 202-203) |
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