chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Firenzuola Firenze chiesa parrocchiale S. Jacopo alla Traversa Parrocchia di San Jacopo alla Traversa Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture presbiterio - aggiunta arredo (1990 (?)) XIII - XIII(origini carattere generale); 1203 - 1203(origini carattere generale); 1292 - 1292(cenni storici carattere generale); 1400 - 1400(cenni storici carattere generale); XVI - XVI(cenni storici carattere generale); 1684 - 1684(cenni storici carattere generale); XVIII - 1788(cenni storici carattere generale); 1833 - 1833(cenni storici carattere generale); 1847 - 1847(cenni storici carattere generale); XX - XX(cenni storici carattere generale); 1912 - 1912(cenni storici carattere generale); 1944 - 1965(cenni storici carattere generale); 1993 - 1993(cenni storici carattere generale); 1995 - 1995(vicende conservative torre campanaria); 2002 - 2009(vicende conservative intero bene)
Chiesa di San Jacopo alla Traversa
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Jacopo alla Traversa <Firenzuola>
Altre denominazioni
S. Jacopo alla Traversa
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche
XIII (origini carattere generale)
Le prime notizie della chiesa di San Jacopo alla Traversa (Sancti Jacobi de Traversa), nota anche come San Jacopo a Castro o “al Monte”, risalgono al XIII secolo quando apparteneva all’antico piviere di Cornacchiaia. In quel tempo nell’Appennino toscano, non lontano dal passo della Futa, esistevano tre parrocchie, San Jacopo, San Martino a Castro e San Matteo a Covigliaio, con la prima sul versante settentrionale della valle del Santerno. Inoltre, nascosto ai piedi del Sasso di Castro vi era il Romitorio di San Donnino, con i monaci eremiti appartenenti al Monastero di Settimo e di cui rimane testimonianza in due piccole campane conservate una a San Jacopo e l’altra a Covigliaio.
Il borgo di Castro appartenne già dal X secolo al conte Gotidio e alla consorte Gunizza finché tutti i loro beni passarono al Monastero di Luco. Come gli altri casali dell’Appennino, in seguito anche il borgo rimase sotto il dominio degli Ubaldini fino al 1330 quando passò ai Fiorentini.
1203 (origini carattere generale)
Padre Ildefonso da San Luigi ha ritrovato tra i documenti degli Ubaldini l’atto di fondazione della chiesa di San Jacopo al Montale voluta da Madonna Porpora Ubaldini signora di Galliano, di Conacchiaia e di Castro. L’atto riporta: “Per questo atto di donazione fra vivi apparisca come per me Madonna Porpora consorte del q. Ugone di Greccio, per il bene dell’anima del mio figliuolo Greccio e per suo volere e testamento si consegna e dona a te, Venerabile Pievano della Pieve di S. Maria e San Giovanni posta del Rio di Cornoclario e a’ tuoi successori in perpetuo, gli introiti, gli affitti e la curia con suo resedio e abitazione (…) e ogni diritto e azione sui beni posti in luogo detto il Montale (…) e tutto per intero consegno e dono a te Pievano, da possedersi da te e i tuoi successori come vi piacerà di tenerli (…). Fatto nel Borgo di Galliano l’anno 1203”. Il Santoni riporta che la chiesa era costruita in pietre tagliate e data la sua consacrazione al 30 marzo di quell'anno.
1292 (cenni storici carattere generale)
Nel fondo diplomatico dei Cistercensi sono numerosi i documenti con menzioni di San Jacopo alla Traversa. Si attesta che dal 1292 i popolani di San Jacopo e San Martino presero in enfiteusi per 14 anni boschi e pascoli posti nella contea che nel 1048 erano stati donati dal conte Guglielmo Bulgaro ai monaci della Badia di Settimo.
1400 (cenni storici carattere generale)
Solo nel 1400 i curati ottennero fondi e canonica propri, fino a quel momento avevano convissuto con il Pievano.
XVI (cenni storici carattere generale)
Nella seconda metà del Cinquecento la chiesa di San Jacopo risultava in totale abbandono. Viste le difficoltà economiche e la mancanza di popolazione nella vicina parrocchia di San Michele a Castro, l’arcivescovo Monsignor Antonio Altoviti volle unirle sotto il titolare della prima.
1684 (cenni storici carattere generale)
Il resoconto della visita pastorale del 1684 documenta lo stato di rovina della chiesa.
XVIII - 1788 (cenni storici carattere generale)
Al XVIII secolo la chiesa doveva essere caduta. Con decreto del 31 marzo 1786, fu decisa dal Granduca Leopoldo l’edificazione presso la via Bolognese della nuova chiesa di San Jacopo. I lavori si conclusero in due anni e furono finanziati dalla Cassa Ecclesiastica in cui erano convogliati i patrimoni dei Conventi e delle Compagnie soppresse.
Con decreto del 9 febbraio 1788 Monsignor Martini eresse la nuova chiesa di San Jacopo a parrocchia, separandola da quella di Castro ove nello stesso anno venne inoltre costruita la nuova chiesa di San Michele.
1833 (cenni storici carattere generale)
Al 1833 la parrocchia di San Jacopo contava 321 abitanti.
1847 (cenni storici carattere generale)
Al 1847 il popolo contava 335 anime, Don Giuseppe Vannini ne era il parroco dal 6 novembre 1828. Il Granduca esercitava il diritto di patronato.
XX (cenni storici carattere generale)
Per volontà dei marchesi Gerini, padroni del castello vicino, con gli inizi del XX secolo la semplice chiesa venne trasformata ed abbellita su disegno del Prof. Lusini con l’aggiunta di un portico esterno e la realizzazione di vetrate istoriate ad opera delle Fornaci Chini di Borgo San Lorenzo.
1912 (cenni storici carattere generale)
Nella notte tra il 27 e il 28 febbraio del 1912 una Madonna in terracotta invetriata attribuita ad Andrea della Robbia fu rubata dalla chiesa della Traversa lasciando nello sconforto il parroco Don Pio Benelli e tutta la popolazione. In un articolo su la “Rivista d’Arte” del 1909, lo storico dell’arte Peleo Bacci scriveva: “Anche in quelle asprezze montane l’arte dei Robbia ha portato il proprio sogno di bellezza e di fede, un piccolo rilievo non più alto di 56 cm né più largo di 36 cm. Il nome di Andrea della Robbia viene spontaneo sulle labbra, associato a quell’espressione d’ineffabile dolcezza che sta tra la lunetta di San Maria del Fior e la pala di Gradara.” L’opera fu poi ritrovata dagli inquirenti e ricollocata in chiesa con grandi festeggiamenti
1944 - 1965 (cenni storici carattere generale)
Con il secondo conflitto mondiale la Madonna robbiana fu portata negli Stati Uniti da dove in seguito fece ritorno solo un frammento che fu ricollocato presso la propositura di San Giovanni Battista a Firenzuola. Con gli eventi bellici la chiesa riportò danni significativi. Nel corso degli anni 1947 e ’48 vi si intrapresero alcuni interventi quali il rifacimento delle coperture e la ricostruzione della torre campanaria. Nel 1952 la chiesa restaurata fu riaperta al culto. Nel 1965 fu rifatto l'impianto elettrico.
1993 (cenni storici carattere generale)
Al 1993 la parrocchia di San Jacopo contava 220 abitanti.
1995 (vicende conservative torre campanaria)
Nel 1995 un fulmine colpì la torre campanaria, provocando guasti che resero necessari i successivi lavori di rifacimento delle coperture e dell’impianto elettrico. Dopo pochi anni venero sostituiti i mozzi delle campane e rifatti i rivestimenti esterni.
2002 - 2009 (vicende conservative intero bene)
Ulteriori lavori presero avvio nel 2002 quando vennero rifatti i rivestimenti interni della chiesa e fu ristrutturata la Canonica, con il rifacimento degli impianti, il rinnovo degli gli infissi ed una complessiva tinteggiatura degli interni. Le vetrate della chiesa sono state restaurate nel 2005, due anni dopo sono stati rifatti i rivestimenti esterni e nel 2009 è stato completato il rifacimento delle coperture.
Descrizione
La chiesa di San Jacopo sorge isolata in contesto montano al margine del borgo di Traversa nel comune di Firenzuola, lungo una diramazione della via Bolognese che collega Firenze a Bologna attraverso il passo della Futa. Uno slargo dalla strada conduce al portico che precede la chiesa, disposta ortogonalmente rispetto al tracciato stradale e con abside orientata verso nord. Addossata alla chiesa ed arretrata sul lato destro vi è la canonica, sul lato opposto è la sacrestia. La torre campanaria si erge in posizione tergale. La chiesa ha copertura a capanna e rivestimento ad intonaco, è ad unica navata con pianta rettangolare culminante in presbiterio rialzato ed abside voltata a crociera.
Pianta
Il portico in facciata ha pianta rettangolare ed è delimitato sui tre lati da un basamento continuo su cui si impostano quattro colonne in arenaria e con l’accesso sul fronte in posizione centrale. La chiesa ha pianta rettangolare, ad unica navata culminante con lieve ascesa nel presbiterio che è rialzato e preceduto da balaustra in lapideo. Più oltre e definita da un arco è l’abside a pianta quadrata e voltata a crociera, sul podio al centro è l’altare maggiore in arenaria. Nella parete sinistra si apre l’accesso alla sagrestia, sul lato opposto quello alla canonica. L’aula ha lunghezza totale di m 22.70, fino all’arco trionfale di m 17.30 e larghezza di m 7.60.
Facciata
La facciata a capanna è rivolta a sud e presenta un rivestimento ad intonaco con tinteggiatura color ocra così come i prospetti laterali, la sacrestia e la canonica. Un cornicione decorativo segue l’imposta della capanna, è realizzato in arenaria e con un triplice ricorso di mattoni disposti di punta. Sul colmo vi è una croce metallica. Nel registro superiore della facciata è una trifora con tre vetrate policrome e pilastrini poggianti su davanzale in arenaria, i tre archi hanno conci in arenaria alternati con conci tinteggiati in bianco a finto marmo. Il portale d’ingresso alla chiesa è architravato su capitelli di ordine corinzio e il portone ligneo è a doppia anta. Sopra l’architrave una fascia in ceramica con motivi a foglie d’acanto qualifica l’imposta della lunetta che è definita con conci alternati di arenaria e finto marmo bianco. L’interno della lunetta ha sfondo in ceramica con bicromia in bianco e blu ed un inserto circolare con cornice decorata. Alla destra del portale è affissa una croce in metallo. Ai lati dell’architrave sono due peducci in arenaria con stemmi in rilievo su cui poggiano le capriate lignee. Il portico con copertura a semipadiglione è largo quanto la facciata ed è definito da un basamento continuo in arenaria scandito sul fronte da quattro colonne ottagonali ed il passaggio in posizione centrale. Due semicolonne sono ai lati della facciata. Nel prospetto destro della chiesa si aprono due monofore centinate, in quello sinistro ve ne sono quattro oltre ad una vetrata circolare in corrispondenza dell’abside. Le vetrate sono policrome e le cornici sono in arenaria.
Campanile
Il campanile si trova in posizione centrale a tergo della chiesa e parzialmente inglobato. Ha pianta quadrangolare, articolata in due livelli rivestiti ad intonaco tinteggiato color ocra e cantonali in pietra nel secondo registro una cornice qualifica l’imposta della cella campanaria con struttura muraria in conci di arenaria a vista. La cella campanaria presenta quattro fornici, uno per lato, e tre campane con sistema azionato a corda. Più sopra una cornice definisce l’imposta della copertura a padiglione su quattro falde. Una croce metallica è sul colmo.
Interno
L’interno è costituito da un’aula rettangolare tinteggiata in bianco avorio con zoccolatura color pietra. Lungo la navata quattro monofore centinate, con forte sguancio e vetrata policroma, si aprono su ciascuna parete laterale con le ultime due sul lato destro che sono cieche. Lungo la parete destra, tra la prima e la seconda monofora si trova il Fonte Battesimale, a pianta semiottagonale e rivestito in ceramica policroma con tre ordini di tre formelle decorate. Rialzato da un gradino e delimitato da un’inferriata, il fonte ha un rivestimento di piastrelle quadrate in ceramica con cornice dipinta nei toni del verde e del bordeaux. Al centro dell’aula vi sono due altari laterali in arenaria, addossati alle pareti ed in posizione speculare; sono rialzati di due gradini e provvisti di mensa su volute, colonne laterali, trabeazione e frontone con timpano. I due altari recano al centro una nicchia ove sull’altare sinistro è la Vergine col Bambino in terracotta invetriata ed in quello destro il Sacro Cuore di Gesù in terracotta. Più oltre ed in posizione speculare vi sono due confessionali lignei.
Il presbiterio è rialzato da due gradini e preceduto da una balaustra lapidea, al centro reca la mensa eucaristica lignea. La scarsella è rialzata di un gradino e definita da un arco a tutto sesto, è a pianta quadrata coperta con volta a crociera. Su basamento al centro è l’altare maggiore in arenaria, con tabernacolo centrale e crocifisso ligneo. Ai lati due passaggi speculari conducono alla canonica sulla destra e alla sagrestia sulla sinistra. Nella parete laterale sinistra vi è una vetrata policroma circolare, quella nella parete opposta è cieca. Nelle stesse pareti sono inseriti due tabernacoli per gli olii santi, in pietra e con sportello ligneo.
In controfacciata una bussola lignea è posta in corrispondenza dell’ingresso. Ai lati sono addossate alla parete due piccole acquasantiere in marmo. Nel registro superiore, all’interno di una nicchia con arco a sesto ribassato si aprono le tre vetrate policrome centinate. L’altezza massima dell’aula è di m 9.10, quella minima di m 7.80.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione del portico è un lastricato in arenaria posto a correre nel verso del lato maggiore. L’accesso alla chiesa ha soglia in arenaria. All’interno il pavimento è a riquadri in cotto, arrotati in opera e con tasselli quadrati in marmo bianco. Il presbiterio ha una pavimentazione analoga ma con elementi di dimensioni maggiori. Una fascia in lastre di arenaria corre lungo il perimetro della chiesa, oltre che davanti al presbiterio ed intorno all’altare maggiore. I gradini che precedono il presbiterio e l’abside sono realizzati in arenaria così come quelli degli altari. Il Fonte battesimale è rialzato su muratura con gradino lapideo.
Coperture
La chiesa ha copertura a capanna, con manto di copertura in coppi e tegole. Le coperture della navata sono impostate su cinque capriate, travi, travetti lignei e tavelloni tinteggiati. La scarsella è coperta da una volta a crociera intonacata e tinteggiata in bianco. Il portico ha copertura a semipadiglione, con due capriate, travi e travetti in legno, tavelloni in cotto e manto di copertura in coppi e tegole. Il campanile ha copertura con quattro falde inclinate e manto in coppi e tegole.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1990 (?))
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare realizzato senza il ricorso ad opere di carattare strutturale. Al centro del presbiterio è stata collocata una mensa eucaristica lignea che consente la celbrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 68 x 180 x 104 (h). Tabernacolo in arenaria posto al centro dell’originario altare maggiore. In uso leggio mobile in metallo, attualmente collocato presso la balaustra, sul lato sinistro del presbiterio. Sede lignea, mobile, posta sul lato destro del presbiterio. Fonte battesimale a pianta semiottagonale e rivestito in ceramica, posto in parete laterale destra e preceduto da cancellata in ferro. Due confessionali lignei addossati alle pareti laterali.