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Parma
Parma
chiesa
sussidiaria
San Giovanni Battista
Parrocchia dell'Assunzione di Maria Vergine nella Cattedrale
Elementi decorativi; Elementi decorativi; Elementi decorativi; Elementi decorativi; Elementi decorativi; Elementi decorativi; Elementi decorativi; Pianta; Coperture
nessuno
1196 - 1216(costruzione intero bene); 1235 circa - 1236 circa(completamento cupola); 1259 post - XIV inizio(completamento intero bene); 1270 - 1270(storia intero bene); 1281 - 1281(costruzione campanile); XIV - XV(completamento interno); 1306 - 1306(completamento coperture); 1494 - 1494(completamento interno); 1494 circa - 1494 circa(completamento esterno); 1578 circa - 1580 circa(restauro interno); 1825 - 1829(completamento esterno); 1829 - 1829(completamento intorno); 1830 - 1840(restauro interno); 1863 - 1863(restauro coperture); 1875 - 1875(demolizione torre campanaria); 1883 - 1883(restauro interno); 1901 - 1901(restauro interno); 1986 - 1991(restauro intero bene); 2021 - 2021(rifacimento interno)
Battistero di San Giovanni Battista
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Battistero di San Giovanni Battista <Parma>
Autore (ruolo)
Antelami, Benedetto (architetto)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze antelamiche (costruzione)
Notizie Storiche

1196 - 1216 (costruzione intero bene)

Inizio dell'edificazione su progetto di Benedetto Antelami. Antelami fu anche lo scultore che realizzò materialmente con la sua bottega le sculture presenti sia all'esterno che all'interno. L'edificio non fu concluso esternamente.

1235 circa - 1236 circa (completamento cupola)

Realizzazione delle tempere della cupola e delle raffigurazioni dei catini e del nicchione dell'altare ad opera di maestranze padane, influenzate da modelli iconografici bizantini.

1259 post - XIV inizio (completamento intero bene)

Conclusione del paramento marmoreo esterno seguendo il progetto di Antelami.

1270  (storia intero bene)

Consacrazione dell'edificio.

1281  (costruzione campanile)

Realizzazione di una piccola torre campanaria contenente una campana sulla sommità dell'edificio. Era quadrata, con un cupolino piramidale su cui si innalzava una piccola croce.

XIV - XV (completamento interno)

Il perimetro interno dell’edificio è definito da sedici nicchioni, che accolgono importanti cicli affrescati votivi. Gli affreschi sono stati realizzati nel XIV-XV secolo da maestranze emiliane come il Maestro di Gerardo Bianchi, il Maestro del Trionfo della Morte, Niccolò da Reggio e Bertolino da Piacenza.

1306  (completamento coperture)

Realizzazione della balaustra e delle guglie di coronamento.

1494  (completamento interno)

Si commissiona a Bernardino da Lendinara un coro ligneo intarsiato, oggi conservato in parte in Cattedrale e, in parte, in Galleria Nazionale.

1494 circa  (completamento esterno)

Vengono commissionate a Luchino Bianchini le tre porte lignee per sostituire le originali ormai in rovina.

1578 circa - 1580 circa (restauro interno)

Dopo la visita apostolica del vescovo Castelli, vengono eseguiti lavori di restauro sulle pitture dell'interno.

1825 - 1829 (completamento esterno)

Il falegname Giovanni Zilioli realizza le tre porte lignee ad imitazione di quelle quattrocentesche di Luchino Bianchino.

1829  (completamento intorno)

Vengono realizzate delle colonnette di marmo unite con catene di ferro per riparare l'edificio.

1830 - 1840 (restauro interno)

Eliminazione degli altari, dell'assito che formava la sagrestia e di buona parte del coro.

1863  (restauro coperture)

Ripristino delle lastre metalliche che coprono l'armatura della cupola. Consolidamento e riparazione delle volte.

1875  (demolizione torre campanaria)

Demolizione della torre campanaria che sorgeva al centro della copertura.

1883  (restauro interno)

Sistemazione delle colonne, della loggia e della balaustra.

1901  (restauro interno)

Restauro delle pitture.

1986  - 1991 (restauro intero bene)

L'edificio ha subito un radicale intervento di restauro dell'interno e dell'esterno ad operza di un'equipe guidata da Bruno Zanardi con la sponsorizzazione della Cassa di Risparmio di Parma.

2021  (rifacimento interno)

Realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione da parte dell'azienda iGuzzini e allestito da City Green Light finanziato da Barilla spa.
Descrizione

La pianta esterna è ottagonale, allusiva al Battesimo, con un alto basamento, nel quale sono inserite tre porte, e quattro ordini di gallerie architravate con una fascia terminale ad archetti ciechi e copertura a balconata. I lati sono volutamente asimmetrici. Il materiale di costruzione è il marmo rosa di Verona. Lungo tutta la superficie dell'edificio corre uno "zooforo": settantacinque formelle con animali reali e fantastici, figure umane e le quattro Virtù. I tre portali, nord, sud e ovest sono fortemente strombati e presentano stipiti, architravi e lunette scolpiti con storie e personaggi biblici. L'interno è suddiviso in sedici lati: il peso dell'altissima cupola si scarica, attraverso i due piani del matroneo, sulle alte nicchie della solida base. La volta è divisa in sei zone orizzontali, secondo un ben preciso programma iconografico. Gli affreschi della zona inferiore, realizzati da maestranze emiliane tra il XIV e il XV secolo, costituiscono una sorta di antologia della pittura emiliana dell'epoca. Al centro dell'edificio si trova la grande vasca ottagonale in marmo di Verona che veniva riempita per il rito del battesimo per immersione.
Elementi decorativi
La cupola del Battistero è stata affrescata nel terzo decennio del XIII secolo da maestranze padane, influenzate da modelli iconografici bizantini. La volta è divisa in sei fasce orizzontali concentriche: nella prima, partendo dal basso, sono raffigurati episodi della vita di Abramo; nella seconda è rappresentata la vita di Giovanni Battista; nella terza il Cristo glorioso con la Vergine e il Battista, circondati da una teoria di profeti e re; nella quarta gli Apostoli e gli Evangelisti; nella quinta la Gerusalemme celeste con le sue mura, cui segue il cielo con le stelle fisse e, infine, l’Empireo, rosso come il colore dell’amore. La cupola rappresenta la parte più rilevante del Battistero e costituisce un peculiare esempio di cupola ad ombrello: dall’apice nella chiave di volta si diramano sedici nervature disposte a raggiera.
Elementi decorativi
Al centro dell’edificio si trova la grande vasca ottagonale in pietra di Verona, sopraelevata su doppio gradino che ne segue la forma. Non presenta particolari decorazioni scultoree, fatta eccezione per i delicati profili che ne seguono la forma. La vasca, che veniva riempita d’acqua per il battesimo per immersione, racchiude un’altra vasca di dimensioni più piccole a forma di quadrifoglio, simbolico richiamo alla croce. Era proprio in questa vasca minore che trovavano posto i celebranti.
Elementi decorativi
Nella prima galleria del lato est sono collocati i 12 mesi e 2 stagioni attribuite al cantiere antelamico del Battistero, che non ha portato a termine il ciclo completo, come rivelano ancora le tracce degli strumenti della lavorazione. Furono collocate dove si trovano dai pittori della cupola nel quarto decennio del XIII sec.. Nella serie scultorea dei mesi si può osservare un indirizzo interpretativo peculiare del cantiere antelamico, che scolpisce il lavoro che caratterizza ogni mese, un lavoro compiuto da personaggi con tratti di eleganza e nobiltà, levità ed abiti eleganti, pur nella fatica, come allegoria del lavoro redento da Cristo. Il ciclo inizia con il mese di marzo.
Elementi decorativi
Lungo il basamento del Battistero si snoda lo Zooforo. Si tratta di una serie pressochè ininterrotta di settantacinque formelle, la cui paternità è attribuita a Benedetto Antelami e alla sua bottega. I soggetti raffigurati sono di carattere simbolico e fantastico: mostri infernali e marini, centauri, sirene, liocorni, basilischi, grifoni, cani, uccelli, cavalli e figure umane. Alla serie delle settantacinque formelle se ne aggiungono altre quattro: esse rappresentano le quattro virtù (Castità, Carità, Fede e Speranza) e forniscono la chiave di lettura dell’intero Zooforo.
Elementi decorativi
Il portale della Vergine è il portale che guarda verso nord e affaccia su Piazza del Duomo: da questo ingresso entrava il Vescovo in forma solenne. La porta prende il suo nome dalla Vergine incoronata, con in mano un fiore e il Bambino benedicente, che occupa la lunetta superiore. Appena sotto, si nota una duplice onda di acqua che simbolicamente allude al Battesimo. Spostando lo sguardo verso gli stipiti della porta, si notano due alberi genealogici che descrivono la storia della discendenza del Messia: quello di Giacobbe che termina con Mosè, prefigurazione del Cristo, e quello di Jesse da cui deriva Maria, madre di Gesù. La porta è completata dal fregio superiore, dove trovano posto i dodici apostoli. Sull’architrave è incisa le scritta con il nome dello “scultor Benedictus” e l’inizio del cantiere, il 1196.
Elementi decorativi
Il portale del redentore è il portale principale del Battistero e affaccia verso ovest: è incorniciato da due stipiti su cui sono rappresentate le opere della misericordia e le sei età dell’uomo con la parabola della vigna. Anche in questo caso il nome del portale prende il nome dal contenuto della lunetta, che rappresenta il Redentore, seduto in trono e vestito con una tunica rossa, simbolo della sua natura divina. È inoltre presente la figura di San Paolo, che si collega alle scene dell’architrave sottostante, dove due angeli con la tromba risvegliano i defunti chiamati a ricevere il premio nel Paradiso o il castigo senza fine nell’Inferno. Anche in questo caso il fregio che si trova sopra alla lunetta è dedicato ai dodici apostoli.
Elementi decorativi
Il portale del battista è quello da cui un tempo entravano i catecumeni, ovvero coloro che intraprendevano il percorso di fede per essere ammessi al Sacramento del Battesimo. Nella lunetta è narrato il racconto devozionale di origine indiana: si tratta della storia del principe indiano Josaphat, che per mano del vecchio eremita Barlaam, si converte al Cristianesimo. Al centro della scena si trova un albero, sul quale un giovane è intento a prendere del miele da un’arnia, incurante della presenza sottostante di un drago minaccioso, simbolo della morte. Due topi, intanto, stanno rosicchiando la radice dell’albero, mentre ai due lati il sole e la luna cavalcano i loro carri, allegorie del tempo che trascorre inesorabile.
Pianta
Pianta ottagonale di significato escatologico: l'ottavo giorno, inteso come tempo della morte e risurrezione di Cristo, che sono premessa alla vita nuova che inizia con il Battesimo.
Coperture
L'interno decaesagonale è ripartito in tre livelli non omogenei: sul primo colonnato, alto 5.35 metri, ne poggia un secondo che si innalza per 7.50 metri fino al livello della cupola. Oltre la cornice lavorata che ne segna la base, le colonnette si introflettono leggermente per divenire le nervature della cupola e unirsi 14 metri più in alto, in corrispondenza dell'anello centrale di marmo.
Adeguamento liturgico

nessuno
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