chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Jesi Jesi chiesa parrocchiale S. Maria del Piano Parrocchia di Santa Maria del Piano Abside; Sarcofago; Capitelli e frammenti; Affresco altare - aggiunta arredo (1994); presbiterio - intervento strutturale (Anni Settanta); battistero - aggiunta arredo (1998); ambone - aggiunta arredo (1995); leggio - aggiunta arredo (2005); organo - intervento strutturale (1998); navata - aggiunta arredo (Anni Novanta); tabernacolo - aggiunta arredo (1963) VII - IX(preesistenze intorno); IX - X(trasformazione architettonica intero bene); 1211 - 1211(documentazione beni abbazia); 1263 - 1263(trasformazione architettonica intero bene); XIV - XIV(ampliamento e trasformazione intero bene); 1457 - 1457(trasferimento al vescovo intero bene); 1570 - 1570(ritrovamento sarcofago ambiente interno); 1591 - 1591(erezione a parrocchia intero bene); 1620 - 1620(processioni giubilari intorno); 1728 - 1728(trasformazione architettonica intero bene); 1737 - 1737(realizzazione finestrone facciata); 1778 - 1778(realizzazione altari ambiente interno); 1790 - 1790(trasformazione architettonica ambiente interno e cripta); 1887 - 1887(demolizione e ricostruzione ala sinistra); 1906 - 1906(ristrutturazione intero bene); 1908 - 1908(costruzione campanile); 1934 - 1949(inserimento lapide e tigli facciata e ambiente esterno); 1948 - 1948(primi scavi archeologici intero bene e intorno); 1957 - 1957(restauro canonica); 1959 - 1959(tinteggiatura esterna intero bene); 1962 - 1962(nuova campana campanile); 1968 - 1972(scavi archeologici intero bene e intorno); 1972 - 1972(furto ambiente interno); 1997 - 1998(restauro ambiente interno); 2006 - 2007(risanamento conservativo coperture e prospetti)
Chiesa di Santa Maria del Piano
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di Santa Maria del Piano <Jesi>
Altre denominazioni
S. Maria del Piano
Autore (ruolo)
Giulietti, Nicola (risanamento conservativo)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze marchigiane (costruzione)
maestranze marchigiane (ricostruzione)
maestranze marchigiane (radicale ricostruzione)
maestranze marchigiane (trasformazioni)
maestranze marchigiane (demolizione e ricostruzione ala sinistra)
maestranze marchigiane (ristrutturaz.chiesa e realizzazione campanile)
maestranze marchigiane (scavi archeologici)
maestranze marchigiane (restauro interno)
Notizie Storiche
VII - IX (preesistenze intorno)
Santa Maria del Piano è la più antica chiesa di Jesi. Era una potente abbazia benedettina, fondata presumibilmente tra il VII e il IX secolo; la datazione è suggerita dal prezioso sarcofago ancora oggi al suo interno, la più antica testimonianza di scultura cristiana nella vallesina, dai capitelli e da altri antichi frammenti. Venne eretta, probabilmente, sopra le fondazioni di un tempio pagano.
IX - X (trasformazione architettonica intero bene)
E’ questo il periodo di massima importanza della abbazia, che possedeva terre dal fiume Musone al fiume Nevola. La chiesa venne adattata alle forme romaniche e ne sono testimonianza la larga navata centrale, le due strette navate laterali, i pilastri ottagonali e il frammento di affresco con testa d’angelo.
1211 (documentazione beni abbazia)
Il primo documento storico che riguarda l'abbazia risale al 1211, quando l’abate don Abramo dona alcune terre al comune di Jesi in cambio di protezione.
1263 (trasformazione architettonica intero bene)
Alla fine del secolo XIII le strutture furono rinnovate in stile gotico, allo stesso livello del pavimento della precedente chiesa romanica.
Il monastero non perse la sua importanza perché nel 1263 Urbano IV si rivolgeva al vescovo di Jesi perché provvedesse a far eleggere un degno abate per il monastero.
XIV (ampliamento e trasformazione intero bene)
Alla fine del secolo XIV la chiesa fu, per la seconda volta, riadattata alle forme gotiche: rimangono sulla parete destra tre ampli archi acuti e due più ristretti. Probabilmente risale a questo periodo anche la costruzione della cripta. Il pavimento presbiteriale venne sopraelevato.
1457 (trasferimento al vescovo intero bene)
Decaduta l’abbazia, chiesa, monastero e terreni passano al vescovo.
1570 (ritrovamento sarcofago ambiente interno)
Nel 1570 viene scoperto, per la prima volta, un sarcofago in pietra scolpita, ritrovato sotto un altare.
1591 (erezione a parrocchia intero bene)
Il 4 giugno 1591 il vescovo Gabriele del Monte erigeva Santa Maria del Piano a chiesa parrocchiale, distaccandola dalla cattedrale. A questa epoca risalgono i primi documenti conservati nell’archivio parrocchiale.
1620 (processioni giubilari intorno)
Nel 1620, in occasione del Giubileo indetto da papa Paolo V, si svolsero per desiderio del vescovo due processioni giubilari, la prima delle quali diretta a Santa Maria del Piano, la seconda a San Nicolò, entrambe caratterizzate da una grande partecipazione della popolazione.
1728 (trasformazione architettonica intero bene)
Le strutture romanico-gotiche della chiesa vennero gravemente manomesse nel 1728 quando, sotto il vescovo Fonseca, fu abbattuta la navata laterale destra e lo spazio fu utilizzato per realizzare la casa canonica. Fu anche chiusa la cripta sotto l’altare maggiore. La chiusura delle navate laterali, la copertura del soffitto a capriate con l’attuale volta, il piano rialzato della navata centrale con l'interramento della cripta hanno fatto scomparire così “l’imponente suggestiva bellezza di questa chiesa", trasformandola radicalmente.
1737 (realizzazione finestrone facciata)
Nel 1737 venne aperto nella facciata, sopra la porta, il finestrone attuale nel luogo dove in precedenza erano due oculi “della grandezza di due palmi e mezzo”, tra i quali si innalzava una colonnina marmorea che aveva per base una sfinge sormontata da una civetta e per capitello una testa di Minerva. Tale reperto ha indotto vari studiosi a ritenere che nel luogo del tempio attuale sorgesse anticamente un tempio romano sacro alla dea.
1778 (realizzazione altari ambiente interno)
Nel 1778 vengono realizzati i due altari laterali: in quello di sinistra viene collocato il “Cristo flagellato” (sec. XVI su troncone di colonna antica), un tempo nella cripta.
1790 (trasformazione architettonica ambiente interno e cripta)
Risale al 1790 la costruzione dell’altare monumentale da parte del parroco don Giuseppe Spontini, zio del grande musicista Gaspare. Fece inoltre demolire ed interrare l’antica cripta, abbassare il livello del presbiterio ed infine fece erigere, attorno all’altare maggiore, il grandioso fastigio in stile barocco per circondare ed aureolare l’immagine della Vergine, una tavola cinquecentesca di recente rubata.
1887 (demolizione e ricostruzione ala sinistra)
Nel 1887 crollò l’antica parete originale sinistra; la precarietà di tutta la costruzione spinse ad abbattere completamente anche quella parte, determinando così la totale trasformazione della primitiva chiesa che veniva portata alla anonima forma attuale. La parete sinistra venne poi ricostruita; durante questi lavori venne ritrovato per la seconda volta il sarcofago, oggi collocato in una cappella a destra del presbiterio.
1906 (ristrutturazione intero bene)
Il vescovo Rambaldo Magagnini volle e finanziò gli ultimi lavori della chiesa che venne infatti consacrata il 26 maggio 1906 dal vescovo Giambattista Ricci.
1908 (costruzione campanile)
Nel 1908 venne realizzato il campanile sopra la facciata.
1934 - 1949 (inserimento lapide e tigli facciata e ambiente esterno)
Nel 1934, a ricordo delle celebrazioni dei marchigiani illustri, venne murata una lapide sulla facciata della casa parrocchiale in memoria e onore di Gaspare Spontini. Una quindicina di anni dopo furono piantati davanti alla chiesa sette tigli, come simbolo delle sette note musicali.
1948 (primi scavi archeologici intero bene e intorno)
Nel 1948 il parroco don Ezio Balestra iniziò la campagna di scavi che portò al ritrovamento degli archi, delle tombe romane, delle colonne e di altri reperti. Seguirono i lavori il geometra A. Boria. Nello stesso anno, durante i lavori per il ripristino delle strutture dell’antica chiesa, vennero alla luce alcuni resti sul lato destro del presbiterio, cioè gli antichi archi e il piccolo affresco raffigurante un angelo, situato su un lato dei pilastri.
1957 (restauro canonica)
Nel 1957 furono eseguiti dei lavori di restauro nella casa canonica.
1959 (tinteggiatura esterna intero bene)
Nel 1959 furono eseguiti dei lavori di tinteggiatura esterna della chiesa e della casa parrocchiale.
1962 (nuova campana campanile)
Nel 1962 il campanile venne dotato di una nuova campana.
1968 - 1972 (scavi archeologici intero bene e intorno)
Tra il 1968 e il 1972 venne effettuata la seconda campagna di scavi con l’apertura della cripta, lo spostamento della balaustra in pietra e la demolizione delle abitazioni sopra la navata destra che è stata quasi interamente recuperata. I lavori di restauro hanno permesso di riportare alla luce le superstiti antiche strutture e di formulare ipotesi sulle successive trasformazioni e manomissioni effettuate nel corso dei secoli. Gli scavi hanno messo in luce anche le fondamenta della chiesa altomedievale, dove si trovano grosse basi di pietra, forse di età romana, per pilastri o colonne.
1972 (furto ambiente interno)
Il 5 febbraio 1952 fu rubata la tavola cinquecentesca della Madonna con Bambino.
1997 - 1998 (restauro ambiente interno)
Il 4 aprile 1998 la chiesa venne riaperta dopo nove mesi di lavori di restauro e manutenzione straordinaria.
2006 - 2007 (risanamento conservativo coperture e prospetti)
A firma dell'architetto Nicola Giulietti di Jesi è stato presentato nel 2006 il progetto di risanamento conservativo dei prospetti e delle coperture della chiesa. Tra il campanile e il tetto vi erano infatti copiose infiltrazioni di acqua ed umidità. I lavori sono terminati nel 2007.
Descrizione
L’attuale edificio potrebbe essere considerato la quinta chiesa succedutasi nel tempo. La chiesa, che ha una facciata rinnovata nel secolo XVIII, oggi si presenta ad unica navata, essendo crollata la navata laterale sinistra ed essendo stati in passato tamponati gli archi ogivali di valico tra navata centrale e navata laterale destra. I due archi che precedono il presbiterio sono meno ampi degli altri che sono sulla stessa parete destra; ai due archi corrispondono due cappelline che concludono la navata laterale destra: la cappellina più vicina al presbiterio conserva la volta a crociera; la cappellina che la precede, priva di crociera perché crollata, è di notevole interesse perché conserva strutture appartenenti alla fase romanica della chiesa e un frammento di affresco riferibile al secolo XII-XIII. In questa cappellina è custodito l’interessante sarcofago rinvenuto con gli scavi. Dalle cappelline si può passare alla cripta che è stata ricostruita in modo molto semplice e nella quale sono conservati interessanti reperti di età romana e di età medievale. Dalla cripta si può procedere verso il lungo cunicolo sottostante la chiesa, anche questo scavato durante i restauri.
Della chiesa medievale giunta a noi, costruita in mattoni ed eretta verosimilmente verso la fine del Duecento, si notano all’esterno soltanto l’abside, le ultime cinque campate della navata laterale destra, rafforzate da contrafforti, e il corrispondente lato destro della navata centrale, privo di contrafforti.
Da un primo sguardo alla chiesa si nota l’insolita notevole altezza della navata laterale, che dal suolo alla gronda raggiunge metri 6,60; inoltre la parte superiore della stessa navata laterale presenta, al di sopra di un recente terrazzo, diverse finestre munite di persiane, alle quali corrispondono stanze di abitazioni. Ciò lascia intendere che in un passato non troppo remoto, l’alta navata laterale destra venne divisa in due piani, di cui il superiore adibito appunto ad uso abitativo. Il lato destro della navata centrale è invece privo di aperture tranne una monofora di modiche dimensioni con arco a tutto sesto, successivamente occlusa, ed ha un’altezza notevolmente minore rispetto alla navata laterale.
Abside
L’abside, costruita anch’essa in mattoni, all’esterno è poligonale, ha due finestre rettangolari di epoca posteriore ed è stretta da abitazioni sorte in seguito, dalle quali non emerge totalmente. All’interno ha invece forma semicircolare: nella sua parte di destra si notano due monofore a strombo interno, oggi occluse, una delle quali emerge solo parzialmente dal pavimento.
Sarcofago
Il sarcofago in pietra scolpita, probabilmente del secolo IX, già scoperto nel 1570-80, e poi definitivamente portato alla luce nel 1887, di stile romanico e di richiami stilistici bizantini, è la più antica testimonianza di arte cristiana nella Vallesina. Nella facciata anteriore della cassa è scolpito a sinistra e in senso orizzontale, un corto fusto di palma da cui si dipartono rami. I fianchi del sarcofago appaiono disadorni. La facciata posteriore è invece riccamente ornata di rami disposti a forma di cuore, entro cui sono scolpiti eleganti palmette e fiori. Il coperchio è a due spioventi e possiede acroteri agli angoli, e un bordo scolpito a spirale, nonché un lungo fastigio. Nel timpano destro è scolpita, in posizione centrale, una croce di tipo greco, sorretta da una colonnina a tortiglione; a sinistra una colomba, mentre a destra vi è un leone. Nel timpano sinistro, ai lati di una analoga croce, vi sono un pavone e una colomba.
Capitelli e frammenti
I resti scultorei rinvenuti, oltre al sarcofago, sono costituiti da un capitello di forma quadrangolare, decorato nella faccia anteriore e negli smussi di palmette. Sono evidenti le analogie della decorazione di questo capitello con quella del sarcofago. Un altro capitello alquanto deteriorato mostra delle profonde solcature longitudinali con delle volute e intrecci alquanto rudimentali. Forse il primo capitello faceva parte di una struttura alla quale era collegato il sarcofago; a questo sembrano richiamarsi anche gli altri frammenti per la presenza di alcuni motivi.
Affresco
L’affresco è in realtà un frammento di affresco, riapparso durante i lavori di rinvenimento e ripristino delle antiche strutture della chiesa abbaziale, iniziati nel 1948. Il frammento è disteso su di una superficie che si appoggia al pilastro ottagonale del presbiterio; tale dato suggerisce una datazione non anteriore alla fine del XII secolo, come anche testimoniano i caratteri stilistici. Raffigura una testa di angelo con un frammento di ala; forse l’angelo fiancheggiava un’immagine della Vergine, considerata la dedicazione della chiesa. Il volto dell’angelo, pur nella arcaicità dei lineamenti che richiamano l’indirizzo bizantino, rivela espressività e movimento; il volto è appunto un “ovale con i due tipici pomelli rossi, naso camuso e occhi sgranati dalle grandi pupille nere”.
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (1994)
Nel 1994 fu collocato nella chiesa l'attuale altare proveniente dalla chiesa di Palazzo Ripanti in Jesi e risalente al 1912.
Agli inizi degli anni Settanta è stata eliminata la balaustra del presbiterio. Una parte è stata poi posizionata sul lato destro del presbiterio stesso.
battistero - aggiunta arredo (1998)
Nel 1998 è stato realizzato il battistero utilizzando un capitello rinvenuto durante gli scavi, posto sopra una colonna composta da semplici mattoncini.
ambone - aggiunta arredo (1995)
L'ambone è stato realizzato nel 1995 utilizzando un antico ostensorio in legno.
leggio - aggiunta arredo (2005)
Nel 2005 è stato posizionato dietro l'altare un secondo leggio, ricavato utilizzando e riadattando un vecchio candeliere.
organo - intervento strutturale (1998)
L'antico organo è stato restaurato nel 1998 con l'intervento della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. Si utilizza però raramente poichè, dal 2000, vi è una pianola elettronica.
navata - aggiunta arredo (Anni Novanta)
Le panche presenti nella navata sono state acquistate negli anni Novanta.
tabernacolo - aggiunta arredo (1963)
Nel 1963 fu realizzato il massiccio tabernacolo marmoreo dell'altare maggiore.