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Casinalbo
Formigine
Modena - Nonantola
chiesa
parrocchiale
Beata Vergine Assunta
Parrocchia della Beata Vergine Assunta
Struttura; Pavimenti e pavimentazioni; Impianto strutturale; Coperture
presbiterio - aggiunta arredo (1980-1985)
X - XIII sec.(preesistenza carattere generale); 1521 - XIX sec.(preesistenza carattere generale); 1889 - 1889(progetto intero bene ); 1890 - 1899(costruzione intero bene ); 1917 - 1917(completamento intero bene ); 1960 - 1960(costruzione campanile); 1990 - 2018(restauri intero bene )
Chiesa della Beata Vergine Assunta
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa della Beata Vergine Assunta <Casinalbo, Formigine>
Altre denominazioni Chiesa parrocchiale della Beata Vergine Assunta
Autore (ruolo)
Lamborghini, Antonio (progettazione)
Ambito culturale (ruolo)
classicismo (costruzione dell'edificio)
Notizie Storiche

X - XIII sec. (preesistenza carattere generale)

La località è citata a partire da documenti del X secolo, indicata in modi diversi: Casalbini, Casale Albini, Casanalbine e altre varianti; la forma Caxinalbum, o Caxenalbum, si impone soltanto nel XIV secolo. La chiesa “Sancte Marie de Casinalbine” è inserita nel catalogo delle chiese modenesi della fine del XIII secolo come filiale della Pieve di Cittanova, e ripetuta in elenchi analoghi dei due secoli successivi.

1521 - XIX sec. (preesistenza carattere generale)

Casinalbo fu elevata a sede parrocchiale nel 1521. Il primo rettore, don Giuliano Guaitoli, costruì, o forse ricostruì, la chiesa, utilizzata per quasi quattro secoli prima dell’abbattimento. Sulle vicende di questo edificio siamo informati da ricerche condotte negli ultimi anni sui documenti dell’Archivio parrocchiale. A cavallo tra XVII e XVIII secolo venne rifatto il pavimento, innalzata la facciata, restaurati gli interni; nell’Ottocento, fu aggiunta una stanza a lato del presbiterio, sistemato il coro, intonacata e tinteggiata la facciata ripristinato il tetto. La chiesa era a navata unica, corrispondente allo spazio della navata centrale della chiesa attuale, ma più breve di due campate. Con l’aumento della popolazione, soprattutto nel XIX secolo, risultò troppo piccola, ed era inoltre spesso soggetta a cedimenti e crepe, anche perché costruita su cosiddetta terra marna (o terramara), terreno formato da sedimenti millenari di composti organici, molto fertile, ma poco compatto.

1889  (progetto intero bene )

Appena preso possesso, il 28 luglio 1889, il nuovo parroco di Casinalbo don Giuseppe Tommasi Mazzi (1889-1896) si dedicò al problema della chiesa ormai troppo piccola e degradata. L’amico don Antonio Lamborghini (1834-1908), parroco a Palata Pepoli, architetto dilettante, propose di intervenire su di essa con un consolidamento tramite pilastri e un ampliamento ottenuto con l’aggiunta di navate laterali e di due campate nella parte anteriore. L’ing. Cesare Manzini, che aveva una villa a Casinalbo dove risiedeva durante l’estate, visionò il progetto e si prestò a firmarlo, in modo che potè essere approvato. L’impianto sarà mantenuto, ma si deciderà in corso d’opera, per esigenze costruttive, di abbattere completamente la vecchia chiesa; Don Tommasi inoltre spinse perché lo spazio scavato per le fondamenta non fosse ricoperto ma mantenuto e trasformato in una grande cripta con coperture a volte e pilastrini, estesa al di sotto del presbiterio e della parte terminale dell’aula.

1890 - 1899 (costruzione intero bene )

I lavori iniziarono il 3 febbraio 1890; già nel Natale seguente si potè celebrare nella struttura grezza. Tra giugno e luglio 1891 fu realizzata la cripta, o ‘Chiesa bassa’, e il 15 agosto seguente si celebrò sul rinnovato Altare maggiore. A settembre era terminata la guglia del basso campanile che si alzava a sinistra del presbiterio. Le cappelle laterali vennero allestite utilizzando anche paliotti o altari procurati da altre chiese: principalmente Baggiovara, Formigine, S. Paolo di Modena. I dettagli delle spese dei lavori si possono leggere in due volumi manoscritti che Don Tommasi lasciò nell’Archivio parrocchiale a ricordo dell’impresa, inserendo anche osservazioni personali. Una iscrizione in controfacciata ricorda che la chiesa fu elevata nel 1892; che il pavimento fu collocato nel 1898, ai tempi del parroco don Pio Bergamini; e che fu consacrata dal vescovo Borgognoni il 4 settembre 1899.

1917  (completamento intero bene )

Nel 1917 le pareti e le volte della chiesa vennero decorate, riprendendo tra l’altro i motivi vegetali in scagliola delle tribune affacciate sull’altare maggiore, eseguite a fine Ottocento dal plasticatore Pio Busacchi di Massenzatico (ma residente a Cento). Tra gli interventi successivi, da segnalare la costruzione di un nuovo altare maggiore marmoreo nel 1933, anno del Giubileo straordinario, davanti al quale nel 1969 fu posto un altare a mensa per le celebrazioni moderne. Forse negli anni Cinquanta fu tinteggiata la facciata e le pareti esterne in rosso.

1960  (costruzione campanile)

Nel 1960 fu costruito un secondo campanile, disegnato dall’ingegner Remigio Casolari di Modena riproducendo gli stilemi della facciata della chiesa; fu elevato alla destra della facciata, di poco staccato dalla parete laterale della chiesa, e andava a sostituire il campaniletto addossato a sinistra dell’abside costruito nel 1891 (che fu comunque conservato).

1990 - 2018 (restauri intero bene )

Tra gli interventi recenti: il restauro scientifico della copertura (1990); il consolidamento strutturale mediante restauro scientifico del piano seminterrato e del piano terra (2001); infine, nel 2018, un ampio intervento di rafforzamento locale.
Descrizione

La facciata, orientata verso Est, ha parato esterno in mattoni faccia a vista. Soltanto l’abside è intonacata e tinteggiata in rosso, mantenuta a testimonianza di una coloritura applicata per alcuni anni. Sulla facciata il parato a mattoni si alterna agli intonaci delle incorniciature, in giallo ocra e bianco. La forma della facciata è a salienti, divisa in tre corpi corrispondenti alle navate interne, e uniti superiormente tramite sagome curvilinee. Tre sono gli ingressi, formati da portale in legno sovrastato da lunetta in arenaria; sopra l’ingresso centrale è un rosone circolare con cornice in arenaria. L’interno è a tre navate, separate da pilastri che alternano aperture ad arcate a tutto sesto e rettangolari, queste ultime più basse. A queste aperture corrispondono, sulle pareti esterne delle navate minori, le cappelle, in numero di cinque per lato, alcune occupate da altari, altre da confessionali, altre con parete di fondo libera. La navata centrale continua nel presbiterio, sopraelevato su pedana a due gradini e concluso da abside semicircolare; alla parete di fondo, grande ancona con decori in stucco, che contiene al centro la pala d’altare raffigurante l’Assunta titolare della chiesa. Ai lati del presbiterio, al termine delle navate minori, sono due coretti, che si affacciano sull’altare maggiore con loggette a colonnine e tribuna sopraelevata protetta da grata. Le navate sono coperte alternatamente da volte a botte e a crociera; il presbiterio è coperto da volta a botte unghiata, cui si addossa verso il fondo la calotta absidale. Soffitti e pareti presentano ricca decorazione dipinta a finte architetture, simboli religiosi, motivi vegetali e grottesche. Il pavimento è in cotto. Esternamente, si accede alla grande cripta, estesa sotto il presbiterio, l’abside, la parte terminale delle tre navate; ha pilastri che ripetono la struttura a tre navate con cappelle della chiesa superiore. Ha copertura a volte a botte, e pareti tinteggiate in giallo chiaro e bianco. La chiesa ha due campanili: uno, più basso, coevo alla costruzione della chiesa, in mattoni faccia a vista, inserito sul lato sinistro verso l’abside; l’altro, più alto, costruito posteriormente e isolato, a destra della facciata, con parato in laterizi alternato a incorniciature tinteggiate in giallo ocra, e culminante con agile guglia ottagonale.
Struttura
Struttura portante in muratura laterizia continua, copertura a falde con orditura in legno, manto in coppi laterizi.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazioni interne in cotto.
Impianto strutturale
L'edificio di culto è diviso in tre navate, separate da pilastri che alternano aperture ad arcate a tutto sesto e rettangolari, queste ultime più basse. Abside semicircolare.
Coperture
Struttura di copertura a falde, orditura primaria e secondaria in legno, manto in coppi laterizi tradizionali.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1980-1985)
La zona presbiteriale, rialzata da due gradini, presenta l'altare maggiore in marmo bianco con dettagli dorati, tabernacolo e mensa. Il celebrante ha centrale la mensa delle funzioni in legno con paliotto in bronzo, a destra l'ambone in marmo e dietro sinistra la sede in legno.
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