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restauro
adeguamento liturgico
Spilamberto
Modena - Nonantola
chiesa
parrocchiale
S. Adriano III Papa
Parrocchia di Sant'Adriano III Papa
Impianto strutturale; Struttura; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni
presbiterio - aggiunta arredo (1985 circa)
1214 - 1214(preesistenze intero bene); 1252 - 1252(preesistenze intero bene); 1337 - 1337(preesistenze intero bene); 1568 - 1568(proprietà intero bene); 1589 - 1589(preesistenze intero bene); 1619 - 1619(preesistenze intorno); 1628 - 1628(preesistenze intorno); 1686 - 1686(funzioni intero bene); 1713 - 1733(ricostruzione intero bene); 1824 - 1824(preesistenze campanile); 1834 - 1834(ampliamento intorno); 1851 - 1852(ricostruzione campanile); 1861 - 1861(restauri interno); 1868 - 1868(ampliamento intorno); 1880 - 1880(restauri interno); 1881 - 1881(rifacimento copertura); 1884 - 1884(restauri interno); 1885 - 1887(restauri interno); 1886 - 1886(realizzazione altare maggiore); 1888 - 1888(restauri sagrestia); 1892 - 1900(decorazioni interno); 1897 - 1897(restauri interno); 1930 - 1930(realizzazione pavimento); 1948 - 1948(benedizione campane); 1966 - 1966(rinnovamento impianti); 1969 - 1969(unificazione parrocchia); 1975 - 1975(restauri ingresso); 1983 - 1983(rinnovamento impianti); 1985 - 1985(restauri interno); 1993 - 1993(restauri intero bene)
Chiesa di Sant'Adriano III Papa
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Sant'Adriano III Papa <Spilamberto>
Altre denominazioni Chiesa parrocchiale di Sant'Adriano III Papa
S. Adriano III Papa
Ambito culturale (ruolo)
romanico (edificazione)
neorinascimentale (ricostruzione)
Notizie Storiche

1214  (preesistenze intero bene)

l’Abate di Nonantola Raimondo ottiene dal Papa Innocenzo III il decreto per l’edificazione della nuova chiesa, nello stesso periodo in cui si costruiscono le mura del castello di Spilamberto e la chiesa di San Giovanni Battista per volere del Vescovo di Modena Martino. Nascono così due pertinenze ecclesiastiche in loco con una duplice attività parrocchiale a causa dell’originaria rivendicazione della reciproca giurisdizione sul territorio tra l’Abbazia di Nonantola e la Curia di Modena. Fin da subito viene dedicata a Sant’Adriano III Papa in quanto a Nonantola ferveva il culto del Santo, lì sepolto, deceduto proprio nel territorio di Vilzacara mentre si recava alla Dieta di Worms. Con l’investitura di parrocchiale, la chiesa raccoglie l’eredità dell’antica San Bartolomeo, già nella terra di “Spilamberto di sopra”.

1252  (preesistenze intero bene)

la chiesa di Sant’Adriano III Papa viene distrutta da un rovinoso incendio che coinvolge tutto il castello di Spilamberto

1337  (preesistenze intero bene)

primo radicale restauro dell’edificio sacro

1568  (proprietà intero bene)

passaggio per permuta della chiesa di Sant’Adriano dall’Abbazia di Nonantola alla Diocesi di Modena

1589  (preesistenze intero bene)

il parroco Don Giulio Becetti (1579-1592) cura il secondo radicale restauro della chiesa di Sant’Adriano III Papa a spese dell'intera comunità, della Confraternita di Santa Maria degli Angeli, del Marchese Rangoni e di nobili e facoltose famiglie locali (Molza, Moreni, Savani, Cortesi). Il pavimento viene alzato e viene rifatto il soffitto in cassettoni di legno come in antico. All’interno sono presenti otto altari: il maggiore dedicato al Santissimo Sacramento, quelli consacrati a San Michele Arcangelo, alla Madonna di Reggio, all’Immacolata Concezione, a Sant’Adriano protettore, al Santissimo Crocifisso, a San Francesco, a San Girolamo. Tra gli ultimi due si trova la tribuna con l’organo.

1619  (preesistenze intorno)

permuta dell’edificio della canonica

1628  (preesistenze intorno)

Mons. Alessandro Rangoni, Vescovo di Modena, decreta il calendario delle funzioni da celebrare nelle due chiese di Spilamberto e riserva al solo parroco di San Giovanni-San Vito il titolo di Arciprete.

1686  (funzioni intero bene)

anno di fondazione del convento/monastero delle Monache Cappuccine nei locali della canonica. La chiesa dell’attiguo monastero voluto da Bianca Rangoni per l’educazione delle giovani di famiglia povera e realizzato da Suor Angela Pica, fondatrice dell’ordine spilambertese delle Monache Cappuccine Scalze di S. Francesco, si trova in aderenza sul retro della chiesa di Sant’Adriano III Papa. Ben presto l’istituto divenne un educandato di prestigio e famoso, e godette della protezione dei Rangoni. Dal 1810 custodisce le spoglie mortali della nobile famiglia spilambertese che ne ha fatto la propria cappella privata trasferendovi anche i monumenti sepolcrali e le lapidi già nel distrutto Convento degli Agostiniani, fuori dalle mura. Sul fianco sud della chiesa si apre il cortile che è detto della Racchetta perché in esso si giocava a volano, si tirava di scherma e si ospitavano rappresentazioni dei comici e saltimbanchi.

1713 - 1733 (ricostruzione intero bene)

la chiesa ormai fatiscente viene abbattuta e ricostruita dalle fondazioni; dell’antico edificio viene recuperato solo il muro settentrionale. A causa di problemi finanziari, il rifacimento inizia solo nel 1732 su disegno dell’architetto modenese Giovanni Antonio Franchini (-). L’intervento costa 120.000 lire modenesi senza considerare il materiale di recupero, le prestazioni gratuite di volontari, il legname offerto dal bosco di Nonantola, oltre ai numerosi lasciti e offerte dei parrocchiani. La chiesa ricostruita è più corta, ma più larga dell’attuale, di forma quadrangolare e ad una sola navata, con soffitto a cassettoni. Nel1733 si concludono i lavori di riedificazione della chiesa e, il 6 gennaio per la festa dell’Epifania, il nuovo edificio sacro viene inaugurato e benedetto. Don Antonio Vincenzi (1760-1800) descrive i nuovi cinque altari presenti nella chiesa restaurata: quelli consacrati alla Santissima Immacolata, a San Filippo Neri, al Santissimo Crocifisso, ai Santi Girolamo

1824  (preesistenze campanile)

l’arciprete Don Tomaso Baraldini (1800-1834) cura il consolidamento del campanile, il suo innalzamento e la fornitura di tre campane minori, fuse dal bolognese Serafino Golfieri che le ha accordate con la maggiore fusa nel 1606.

1834  (ampliamento intorno)

il prevosto Don Lorenzo Tosi (1834-1858) fa costruire la nuova sagrestia sull’area già occupata dal coro o chiesa interna delle Terziarie Cappuccine, donata in comodato perpetuo al parroco pro tempore dal Marchese Luigi Rangoni Macchiavelli. Le due vecchie sagrestie erano ubicate, una al lato destro del coro vicino al campanile, attuale ingresso da via Delle Monache, l’altra nella parte opposta.

1851 - 1852 (ricostruzione campanile)

il campanile viene demolito in quanto ritenuto non abbastanza solido e, nel 1852 viene ricostruito con in sommità una guglia ottagonale a pietra scoperta.

1861  (restauri interno)

l’arcivescovo di Modena consacra la nuova cappella di San Luigi

1868  (ampliamento intorno)

viene riacquistata l’antica canonica ceduta nel 1619. I parroci di Sant’Adriano III Papa ritornano a risiedere nei locali attigui alla chiesa, fino al 1824 adibiti a Monastero delle Terziarie Cappuccine.

1880  (restauri interno)

Mons. Arcivescovo Manicardi consacra la cappella dell’Immacolata Concezione.

1881  (rifacimento copertura)

iniziano i lavori di rifacimento del tetto della chiesa.

1884  (restauri interno)

radicale restauro della cappella della Madonna della Rondine (già cappella di San Michele Arcangelo nell’antica chiesa di Sant’Adriano III Papa) su progetto dell’architetto ed ingegnere Antonio Vandelli. La volta è affrescata dal pittore carpigiano Fermo Forti (1839-1911) con l’Allegoria della fede.

1885 - 1887 (restauri interno)

in occasione del 10° centenario della morte di Sant’Adriano III Papa vengono rifatti: tutto l’intonaco della chiesa, il pavimento in cotto, l’impianto elettrico, il pavimento del presbiterio in mattonelle di marmittoni, gli arredi e la facciata. Quest’ultima viene eseguita sotto la direzione dell’architetto ed ingegnere Antonio Vandelli il quale, rispettando le linee fondamentali originariamente tracciate vi appone un bel cornicione dentellato. L’inaugurazione avviene nel 1887 durante la festa di San Luigi.

1886  (realizzazione altare maggiore)

inaugurazione del nuovo altare maggiore in marmo in sostituzione del precedente in gesso.

1888  (restauri sagrestia)

viene realizzato il nuovo pavimento superiore e inferiore della sagrestia, si consolida la sommità del campanile e si rimuovono i quattro angeli sul basamento della guglia.

1892 - 1900 (decorazioni interno)

il pittore carpigiano Fermo Forti inizia ad affrescare gli interni della chiesa, in parte sostituendo le decorazioni eseguite nel 1844 da Camillo Crespolani. Sul muro dell’abside rappresenta Sant’Adriano III Papa inginocchiato, con gli occhi al cielo e la mano destra tesa a raccomandare Spilamberto a Dio. Nel catino absidale rappresenta il Trionfo della fede e nella volta del presbiterio il Santissimo Sacramento. Nel 1900 terminano gli affreschi della chiesa con le raffigurazioni nella volta, nelle lunette e nei medaglioni della navata centrale.

1897  (restauri interno)

terminano i restauri della cappella del Santissimo Crocifisso

1930  (realizzazione pavimento)

il prevosto Don Quirino Bergamini (1924-1948) fa sostituire il pavimento preesistente con quello che vediamo tuttora in marmo bianco e rosso di Verona.

1948  (benedizione campane)

Mons. Boccoleri Arcivescovo benedice il nuovo quarto di campane modellato dalla ditta De Poli di Vittorio Veneto (TV): quello precedente, durante la Seconda Guerra Mondiale, è stato donato alla “patria” per motivi bellici.

1966  (rinnovamento impianti)

viene installato il nuovo impianto di riscaldamento a gas metano

1969  (unificazione parrocchia)

in data 11 maggio la chiesa di Sant’Adriano III Papa viene unificata pastoralmente alla chiesa di San Giovanni Battista

1975  (restauri ingresso)

nuovi gradini nelle due porte principali della chiesa

1983  (rinnovamento impianti)

totale rinnovamento dell’impianto elettrico della chiesa.

1985  (restauri interno)

restauro della cupola della cappella della Beata Vergine della Rondine.

1993  (restauri intero bene)

totale rifacimento del tetto della chiesa con la sostituzione delle grondaie e il ripristino del manto in coppi a canale; intervento terminato in prossimità della festa di Sant’Adriano il 3 luglio. Nello stesso anno inizia anche il restauro della facciata della chiesa.
Descrizione

l’edificio sacro è collocato di testa all’isolato di Sant'Adriano con orientamento classico di fondazione: la facciata d’ingresso a ovest e la zona absidale a est, col campanile svettante alla sinistra del presbiterio per chi entra nell’aula liturgica. La chiesa parrocchiale di Sant'Adriano III Papa fronteggia la parrocchiale di S. Giovanni Battista, anticamente rivali per egemonia territoriale, e presenta, in una luce soffusa, un ricco apparato decorativo neoclassico. La navata centrale unica è coperta con volta a botte unghiata ed è illuminata da ampie finestre rettangolari aperte all’imposta della volta. I prospetti laterali interni sono scanditi dalla ripetizione ritmica di paraste corinzie e archi a tutto sesto che sostengono una ricca trabeazione classica, continua fino all’ancona absidale, e che ripropongono la cosiddetta “travata ritmica”. Le cinque cappelle per lato sono incorniciate da archi a tutto sesto dei quali due maggiori a serliana e tre minori semplici per ogni lato. Sul fondo l'aula unica si conclude nel presbiterio col catino absidale semicircolare coperto con semi-cupola a vela affrescata. La facciata principale è tripartita, sovrastata da un timpano triangolare e armonizzata da due semplici volute laterali, col portale centrale sovrastato da un'ampia finestra ad arco ribassato e due nicchie laterali.
Impianto strutturale
l’edificio religioso si presenta esternamente di ampie dimensioni e forma semplice a capanna, due corpi di fabbrica più bassi e stretti addossati lateralmente alla navata maggiore più alta al centro. La chiesa possiede un impianto planimetrico longitudinale, schematicamente a croce latina senza transetto e bracci laterali, a navata unica centrale ampia e continua fino al presbiterio, che risulta quasi un prolungamento della navata stessa. Sul fondo si conclude col catino absidale semicircolare coperto con semi-cupola a vela. Il soffitto dell’aula ecclesiastica è voltato a botte, unghiato in corrispondenza delle finestre laterali e scandito da costoloni trasversali ad arco. Sotto gli archi laterali si aprono cinque cappelle per lato protese esternamente nei due avancorpi addossati, a nord e a sud, alla navata centrale, anch’esse coperte con volta a botte e a vela.
Struttura
muratura portante continua in mattoni pieni di laterizio e ciottoli di fiume, pilastri centrali in muratura di mattoni pieni di laterizio, probabilmente a sacco. Volte e archi in muratura di tavelle e mattoni in laterizio rinforzati con catene metalliche Copertura della chiesa a falde con capriate, terzere, travicelli di legno, tavolato in tavelle di laterizio e manto in coppi a canale.
Coperture
il tetto della chiesa è tradizionale a falde inclinate, con due spioventi a capanna sulla navata centrale, più alta, e con unico spiovente sui corpi laterali più bassi, quindi a guglia sul campanile.
Pavimenti e pavimentazioni
il pavimento della chiesa è in lastre di marmo di Verona rosso e bianco nel presbiterio e nell’aula liturgica. La pavimentazione esterna è in cubetti di porfido posati a coda di pavone.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1985 circa)
l’impianto liturgico risulta classico, precedente ai dettami del Concilio Vaticano II, con la zona presbiterale collocata tra il coro e l’aula ecclesiastica, rialzata di due gradini e ben visibile a tutta l’assemblea, con l’altare maggiore originario rialzato di due gradini, il tabernacolo al centro e la mensa alle spalle del celebrante. Negli anni Ottanta l’impianto liturgico è stato provvisoriamente adeguato alle indicazioni del Concilio Vaticano II con la collocazione di una nuova mensa in legno al centro del presbiterio, sostenuta da colonnine lignee, e l’ambone sulla destra del celebrante
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