chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Campogalliano Modena - Nonantola chiesa parrocchiale S. Orsola Vergine Martire Parrocchia di Sant'Orsola Vergine Martire Impianto strutturale; Struttura; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni presbiterio - aggiunta arredo (1981-1986) XI - XI(notizie storiche carattere generale); XVI - XVI(preesistenze carattere generale); 1795 - 1795(iricostruzione intero bene ); 1830 - 1841(ampliamento navate laterali)
Chiesa di Sant'Orsola Vergine Martire
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di Sant'Orsola Vergine Martire <Campogalliano>
Altre denominazioni
Chiesa parrocchiale di Sant'Orsola Vergine Martire S. Orsola Vergine Martire
Ambito culturale (ruolo)
neoclassico (ricostruzione dell'edificio)
Notizie Storiche
XI (notizie storiche carattere generale)
Le prime notizie di luoghi di culto nel borgo di Campogalliano, allora un semplice avamposto fortificato presso la Secchia, risalgono al XI secolo.
XVI (preesistenze carattere generale)
E’ menzionata la chiesa di S. Ambrogio, poi di titolo pievano e dipendente da Nonantola. Sussiste fino al XVI secolo, ma allora è già funzionante quella di S. Orsola, collocata fuori dalle fosse del castello, nel centro di quello che diventerà il borgo di Campogalliano.
1795 (iricostruzione intero bene )
Rifatta più volte, l'ultima nel 1795 con progetto del capo mastro Luigi Bandieri di S. Martino in Rio, pure scultore e scagliolista, era ad unica navata movimentata da colonnati liberi e da volta a botte.
1830 - 1841 (ampliamento navate laterali)
Venne trasformata in tre navate a partire dal 1830 e nel 1841 fu aggiunto il campanile con disegno di Francesco Vandelli, interprete dello stile neoclassico. Recenti interventi di ripristino hanno interessato l'esterno con una stridente tinteggiatura e l'interno, privato delle numerose lapidi marmoree a ricordo di personaggi locali.
Descrizione
Rifatta più volte, l'ultima nel 1795 con progetto del capo mastro Luigi Bandieri di S. Martino in Rio, pure scultore e scagliolista, era ad unica navata movimentata da colonnati liberi e da volta a botte. Venne trasformata in tre navate a partire dal 1830 e nel 1841 fu aggiunto il campanile con disegno di Francesco Vandelli, interprete dello stile neoclassico. Recenti interventi di ripristino hanno interessato l'esterno con una stridente tinteggiatura e l'interno, privato delle numerose lapidi marmoree a ricordo di personaggi locali. Si presenta a tre navate. Particolarmente slanciata quella centrale, spaziata da colonne libere di tipo corinzio, abbinate tra gli archi di accesso alle cappelle laterali, terminante in un'abside con paraste. La volta maggiore è a botte costolonata. La decorazione, novecentesca, in stile neobarocco, è di Carlo Baldi di Bologna. Gli altari laterali hanno ancone in marmo carrarese di stile baroccheggiante, di esecuzione tardo ottocentesca, che contengono statue e immagini devozionali. La seconda cappella di destra, ampia, impostata su colonne libere e calotta, era dedicata all'Immacolata. Ora contiene la tela della Trinità e Santi, copia seicentesca da Guido Reni, di buona esecuzione. Nell'altare è conservato il SS. Sacramento. In un andito, paliotto in scagliola policroma con disegno fiorato. Proviene dall'oratorio sconsacrato di S. Rocco. Alle pareti le tele, recentemente restaurate, con la Madonna, il Bambino, i santi Domenico, Antonio da Padova, Antonio Abate, della fine del XVII secolo e la Madonna con i santi Rocco e Ambrogio, pure seicentesca. La cappella maggiore reca il bel coro in noce tardo settecentesco. Nell'abside, tela, S. Orsola e S. Carlo Borromeo, di scuola bolognese dell'inizio del XVII secolo. Seconda cappella di sinistra, ancona in stucco, di stile neoclassico e crocifisso in cartapesta della metà dell'Ottocento. In sagrestia, fornita di buon mobilio e di armadi, anche seicenteschi, è uno stendardo, due angeli in adorazione del Sacramento di Fermo Forti.
Essa appare particolarmente fornita di antichi paramenti in preziose stoffe del XVII e XVIII secolo, argenterie, arredi sacri.
Impianto strutturale
Si presenta a tre navate. Particolarmente slanciata quella centrale, spaziata da colonne libere di tipo corinzio, abbinate tra gli archi di accesso alle cappelle laterali, terminante in un'abside con paraste. La volta maggiore è a botte costolonata. La decorazione, novecentesca, in stile neobarocco, è di Carlo Baldi di Bologna.
Struttura
La struttura portante della chiesa è in muratura laterizia intonacata sia internamente che esternamente, copertura tradizionale con orditura in legnami, manto in coppi laterizi.
Coperture
Il tetto ha due falde nel corpo centrale più alto, ad una falda i corpi più bassi. L'orditura primaria e secondaria è lignea, manto di copertura in tradizionali coppi modenesi.
Pavimenti e pavimentazioni
Le pavimentazioni interne dell'edificio risultano in marmo botticino e marmo rosso Verona.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1981-1986)
Il presbiterio, sopraelevato rispetto all'aula da un gradino, presenta l'altare centrale in marmo. Il celebrante trova l'ambone in marmo alla sua sinistra e la sede in legnami alla sua destra. Il tabernacolo è costudito in un altare laterale.