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restauro
adeguamento liturgico
Serrano
Carpignano Salentino
Otranto
chiesa
parrocchiale
S. Giorgio
martire
Parrocchia di San Giorgio Martire
Facciata; Pianta; Coperture; Illuminazione naturale; Pavimenti e pavimentazioni
presbiterio - intervento strutturale (anni Novanta)
XIV - XIV(preesistenze intero bene); 1750 - 1760(modifiche intero bene); 1867 - 1867(restauro intero bene); 1967 - 1967(rifacimento pavimento interno); 2015 - 2015(inserimento affresco catino absidale)
Chiesa di San Giorgio Martire
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giorgio Martire <Serrano, Carpignano Salentino>
Altre denominazioni S. Giorgio, martire
Ambito culturale (ruolo)
maestranze salentine (costruzione)
Notizie Storiche

XIV  (preesistenze intero bene)

le origini dell'edificio risalgono alla fine del Trecento. La visita pastorale di Monsignor Lucio de Morra, del 1608, descrive un edificio semplice con copertura a tetto, pareti ricoperte da affreschi e tre porte di cui quella centrale rivolta a occidente.

1750 - 1760 (modifiche intero bene)

nel 1750 la superficie interna fu ampliata realizzando due cappelle laterali, e l'anno successivo l'interno edificio subì un intervento di restauro, poi ripetuto una decina d'anni più tardi.

1867  (restauro intero bene)

una ristrutturazione radicale fu realizzata nel 1867, come riporta un'iscrizione ben visibile sulla facciata: "A Deo et communi largitate / factum est hoc templum / et est mirabile nostris /et omnibus oculis / AD MDCCCLXVII". Nello stesso anno fu eretto il campanile.

1967  (rifacimento pavimento interno)

il pavimento dello spazio liturgico ha subito un globale rifacimento nell'anno 1967.

2015  (inserimento affresco catino absidale)

l'affresco del catino absidale, realizzato nel 2015, è opera del pittore Francesco Palma.
Descrizione

sorge nella periferia est della piccola frazione, posta a metà strada tra il Comune di appartenenza, Carpignano Salentino, e il vicino Comune di Cannole. Orientata verso est, è preceduta da una suggestiva piazza digradante stretta a nord e a sud da volumi edilizi e lambita a ovest da Corso Margherita. L'itinerario verso la chiesa si configura come progressiva "ascesa" sia provenendo da ovest, attraverso la piazza, sia percorrendo il largo che a nord intercetta il piccolo monumento della Colonna di San Giorgio per poi confluire nella piccola Piazza San Giorgio, sottoposta di circa dieci gradini rispetto al sagrato. Qui è possibile apprezzare uno scorcio della facciata, del volume cieco della navata sinistra, del transetto sinistro all'apparenza confinante con bassi volumi residenziali e, più in alto, della pregevole torre campanaria con cella a quattro fornici, lanternino ottagonale, acroteri angolari in forma di sinuoso pinnacolo e cupolino con croce sommitale e manto rilucente di maioliche azzurre. Le murature, oggi ricoperte di abbondanti patine superficiali, mostrano in parte una tessitura in conci ben apparecchiati di pietra leccese (facciata, torre campanaria), in parte di conci tufacei a faccia vista (transetti, navata), e in parte una finitura ad intonaco tinteggiato di giallo paglierino (navate laterali). Il transetto sinistro e i contigui volumi addossati al coro sono separati dagli edifici limitrofi da uno strettissimo cunicolo chiuso ai due estremi da cancelli. Qui è possibile intravvedere importanti tracce stratigrafiche, testimonianza della vetustà e delle vicissitudini costruttive della fabbrica.
Facciata
la facciata in pietra leccese lascia trasparire la struttura tripartita dello spazio interno: al centro il prospetto "templare" articolato su due ordini della navata centrale, con frontone aggettante su teoria di mensole, croce sommitale, finestra semicircolare, quattro lesene ioniche fiancheggianti il portale e nicchie simmetriche a catino con sculture a tuto tondo dell'Immacolata (sinistra) e di San Michele (destra). Sui lati due ali di poco arretrate corrispondenti alle navate laterali, elevate sino alla base del frontone, chiuse in testata da pilastri ionici e caratterizzate ciascuna da un portale proporzionalmente ridotto rispetto a quello principale. A unificare il sistema provvedono il modesto risalto del basamento, la corposa trabeazione intermedia e la cornice sommitale.
Pianta
la pianta cruciforme a tre navate (ciascuna articolata in due campate) comprende un transetto di poco sporgente rispetto alle fiancate, una spaziosa crociera, il coro concluso a est dall'abside e, ai lati di questo, la sacrestia con annessi servizi (sud) e alcuni antichi vani di pertinenza confinanti con la torre campanaria (nord). tra coro a abside si inserisce l'antico altare maggiore, alle cui spalle tre arcate sostengono la cantoria con sovrastante organo ligneo policromo di rara bellezza. Lungo le pareti laterali si distribuiscono altari a dossale ottimamente conservati: a sinistra quelli di San Vincenzo Ferrer, della Madonna del Carmine e dell'Immacolata (transetto); a destra quelli della Sacra Famiglia, dei SS. Medici e di San Giorgio. La nave centrale comunica con navatelle e transetti mediante spaziose arcate a tutto sesto che conferiscono allo spazio interno grande unità, mentre il nesso tra le navi minori e i bracci del transetto si riduce a due semplici vani-porta che sottolineano una mutua indipendenza, evidenziando così la gerarchia dello spazio. A caratterizzare la crociera si inseriscono coppie di colonne ioniche che esaltano gli angoli operando da monumentali cerniere spaziali. Le pareti mostrano alla base un rivestimento in marmo grigio, mentre le restanti superfici sono intonacate e tinteggiate di colore beige, e le membrature architettoniche sono in pietra leccese a faccia vista. Intonaco tinteggiato di bianco ricopre l'intradosso delle volte.
Coperture
volte a botte articolate da profonde unghie si distribuiscono nelle navate laterali, nei bracci del transetto e nel coro, mentre la spaziosa crociera è coronata da una volta a stella. Nel catino absidale emerge il pregevole affresco eseguito dal pittore Francesco Palma nel 2015. Il lastrico solare è coperto dal tradizionale manto di "chianche" in pietra leccese.
Illuminazione naturale
la luce naturale è introdotta da ampie finestre ad emiciclo: due sulle pareti laterali del coro; quattro simmetricamente distribuite lungo la navata; due al di sopra degli altari posti nei bracci del transetto; una sulla facciata al di sopra del portale centrale. Quest'ultima mostra una raffigurazione policroma del Santo titolare nell'atto di trafiggere il drago, mentre le altre, suddivise a spicchi, sono vivacizzate da inserti alternati di colore bianco, arancio, azzurro e verde.
Pavimenti e pavimentazioni
il pavimento si compone di pietra naturale di colore beige formato 40x40 cm, disposta secondo una trama diagonale indifferenziata. La medesima orditura è riproposta nel presbiterio, dove tuttavia le lastre sono pietra Apricena. Le predelle d'altare e il gradino del presbiterio sono bordati di marmo rosso di Verona.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (anni Novanta)
adeguato nell'ultimo post-concilio, il presbiterio è stato rinnovato negli anni Novanta, e mostra altare e ambone fissi in marmo Rosso di Verona e sede mobile lignea. L'altare è stato donato nel 1994 dal Sig. Marco Longobardi.
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