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Badia Montecorona
Umbertide
Perugia - Citta' della Pieve
chiesa
parrocchiale
San Salvatore
Parrocchia di San Salvatore
pianta; scale; struttura/alzato; coperture; pavimenti e pavimentazioni; elementi decorativi; facciate
altare - intervento strutturale (1980); ambone - intervento strutturale (1980); fonte battesimale - intervento strutturale (1980)
XI - XI(costruzione cripta); XI - XI(costruzione cripta); 1008 - 1008(costruzione chiesa superiore); 1009 - 1012(costruzione chiesa superiore); 1035 - 1035(proprietà monastero); 1050 - 1050(menzione intero bene); 1059 - 1059(concessione intero bene); 1075 - 1075(concessione intero bene); XII - XII(costruzione altare della chiesa); 1106 - 1106(consacrazione intero bene); 1192 - 1192(menzione intero bene); 1210 - 1210(menzione intero bene); 1234 - 1234(passaggio proprietà); 1434 - 1434(passaggio proprietà); 1450 - 1488(passaggio proprietà); 1491 - 1491(passaggio proprietà); XVI - XVI(ampliamento intero bene); 1506 - 1506(passaggio proprietà); 1523 - 1523(passaggio proprietà); 1523 - 1523(passaggio proprietà); 1530 - 1530(giurisdizione parrocchia); XVII - XVII(ampliamento intero bene); XX - XX(denominazione cripta); 1945 - 1945(danneggiamenti intero bene); 1945 - 1945(costruzione impianto elettrico); 1960 - 1960(ristrutturazione intero bene)
Chiesa di San Salvatore
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Salvatore <Badia Montecorona, Umbertide>
Altre denominazioni Chiesa di San Salvatore in Badia Montecorona
Ambito culturale (ruolo)
rinascimento (ampliamento)
romanico (costruzione)
Notizie Storiche

XI  (costruzione cripta)

Da alcuni elementi architettonici la costruzione della cripta si può far risalire all’XI sec.

XI  (costruzione cripta)

E' molto probabile che sul luogo dove sorge l'edificio esistessero i ruderi di un tempio pagano o paleocristiano, ruderi che potrebbero essere serviti per la costruzione della cripta da parte dei discepoli di San Romualdo.

1008  (costruzione chiesa superiore)

La costruzione della chiesa superiore risale, secondo alcuni storici come il Ciatti e lo Jacobilli, all'anno 1008.

1009 - 1012 (costruzione chiesa superiore)

Secondo la tradizione, l'abbazia di San Salvatore di Monte Acuto chiamata così fino al 1500 e la chiesa furono fondate tra il 1009 e il 1012 dai discepoli di San Romualdo.

1035  (proprietà monastero)

Nel 1035 i monaci di Fonte Avellana ottennero il monastero di San Salvatore.

1050  (menzione intero bene)

San Pier Damiani, mandato dal pontefice, fu presente in questa chiesa intorno al 1050.

1059  (concessione intero bene)

Nel 1059 Niccolò II concesse la chiesa di San Salvatore a Segebaldo Abate, insieme ai monasteri di Santa Maria di Monte Acuto, di San Giuliano di Montecorona e altri monasteri e chiese.

1075  (concessione intero bene)

Anche nel 1075 Gregorio II concesse la chiesa di San Salvatore insieme ad altri monasteri e chiese.

XII  (costruzione altare della chiesa)

Al centro della grande navata, al momento della costruzione, fu costruito un bellissimo altare, ora scomparso.

1106  (consacrazione intero bene)

La chiesa fu consacrata dal vescovo di Gubbio San Giovanni da Lodi il 5 agosto 1106.

1192  (menzione intero bene)

Nel 1192 il monastero e la chiesa figurano tra le abbazie e Canoniche dei Regolari di San Pietro, nella Diocesi di Perugia, dove la chiesa di San Pietro era all'epoca cattedrale.

1210  (menzione intero bene)

L'imperatore Ottone IV, con diploma dato in Foligno l'8 febbraio 1210, confermò al monastero camaldolese le sue chiese e monasteri, di cui faceva parte la chiesa di San Salvatore.

1234  (passaggio proprietà)

Nel 1234 il pontefice Gregorio IX concesse all'ordine dei monaci cistercensi l'Abbazia di San Salvatore.

1434  (passaggio proprietà)

San Salvatore con i suoi beni tornò ai Camaldolesi nel 1434 per ordine di Eugenio IV.

1450 - 1488 (passaggio proprietà)

Nonostante la decisione del papa, i camaldolesi non ripresero il possesso dell'abbazia e per molti anni, dal 1450 fu data in commenda a Galeotto della famiglia perugina Degli Oddi e successivamente passò a Fabrizio e poi a Bertoldo Degli Oddi dell’ordine cistercense, fino al 1488 ed oltre.

1491  (passaggio proprietà)

Nel 1491 l'abbazia e la chiesa furono date in commenda a Troilo Baglioni, arciprete della cattedrale di Perugia e poi vescovo della città. Durante quest'ultimo passaggio, imposto dall'esito della guerra sostenuta tra le due famiglie perugine Degli Oddi e dei Baglioni, le carte dell'abbazia andarono distrutte in un incendio.

XVI  (ampliamento intero bene)

Nel XVI sec. l'edificio, con la costruzione dell'eremo di Montecorona, venne ampliato e modificato ed il prolungamento riservato ai fedeli. Lo spazio sopra l'antica cripta venne occupato dalla sacrestia e da una sala per le riunioni.

1506  (passaggio proprietà)

Il Baglioni mantenne il possesso del monastero e della chiesa fino al 1506, anno durante il quale passò in commenda al cardinale Gabriello Gabrielli da Fano.

1523  (passaggio proprietà)

Dopo il cardinale Gabrielli, l'amministrazione dell'abbazia passò al nipote Galeazzo Gabrielli che lasciò l'incarico nel 1523, quando ottenne dal papa Clemente VII di divenire eremita camaldolese con il nome di Pietro da Fano.

1523  (passaggio proprietà)

Nel 1523 l'abbazia di San Salvatore fu unita ufficialmente ai beni camaldolesi, alla compagnia riformata che fu chiamata di San Romualdo o Compagnia degli eremiti di Montecorona.

1530  (giurisdizione parrocchia)

Nel 1530 erano sotto la giurisdizione di San Salvatore di Montecorona molte parrocchie.

XVII  (ampliamento intero bene)

Anche nel XVII sec. l'edificio venne ampliato e modificato.

XX  (denominazione cripta)

L'antica cripta del tipo ad oratorium, divisa in cinque navate, è detta oggi della Madonna delle Grazie.

1945  (danneggiamenti intero bene)

Dalla relazione per la visita pastorale del 21 maggio 1945, risulta che l'edificio, dopo i danni a causa della guerra, era in cattive condizioni e c'era un urgente bisogno di riparare il tetto.

1945  (costruzione impianto elettrico)

L'impianto elettrico di tutta la chiesa fu offerto dal tenore Beniamino Gigli, proprietario delle tenute agricole di Montecorona.

1960  (ristrutturazione intero bene)

Nel 1960 furono eseguiti lavori di trasformazione e di ripristino e al posto del grande altare fu sistemato l'antico ciborio dell'VIII sec. che un tempo era collocato nella chiesa di San Giuliano delle Pignatte.
Descrizione

La chiesa è a più livelli. Possiede una cripta a cinque navate con tre absidi terminali. L'abside maggiore è alla testa delle tre navate centrali impostate con colonne a sei campate. Le pareti laterali sono sorrette da pilastri misti con semicolonne e semipilastri circolari. Presbiterio con gradino. Sul lato destro, nella terza e quarta campata, vi sono passaggi tamponati al chiostro adiacente. L'abside maggiore ha due feritoie ad arco ed una porta centrale più recente. La chiesa superiore mostra tre stili e due corpi di fabbrica. La parte alta è divisa in tre navate con pilastri quadrati alternati a pilasti rotondi. Di stile romanico ha avuto un completamento gotico con abside poligonale. Al centro della chiesa c'è la scala che collega alla parte inferiore, con nove gradini, ed ha, ai fianchi, le discese alla cripta. Ha pianta rettangolare con ai fianchi della scala due archi, residuo delle scomparse navate, un impianto rinascimentale con due cappelle laterali profonde quanto le navate ed avvicinandosi all'ingresso due altari a stucco in nicchia. La chiesa originaria, di epoca longobarda, doveva forse possedere l'attuale ciborio (introspezione strumentale) con altri elementi decorativi e le pietre di capitello della chiesa superiore potrebbero provenire dalla originaria chiesa. Nella navata destra è collocata a muro la mensa dell'altare che si trovava vicino alle scale tra i due livelli della chiesa dividendo il superiore, per i monaci, dall'inferiore, per i fedeli. Nella sopraelevazione della chiesa è stata realizzata una monofora sopra l'arco di collegamento delle due chiese che in un giorno di maggio invia luce in modo tale da passare per la finestrella delle confessioni e illuminare l'altare della cripta.
pianta
La chiesa è a più livelli. Possiede una cripta a cinque navate con tre absidi terminali. L'abside maggiore è alla testa delle tre navate centrali impostate con colonne a sei campate. Le pareti laterali sono sorrette da pilastri misti con semicolonne e semipilastri circolari. Presbiterio con gradino. Sul lato destro, nella terza e quarta campata, vi sono passaggi tamponati al chiostro adiacente. L'abside maggiore ha due feritoie ad arco ed una porta centrale più recente. La chiesa superiore mostra tre stili e due corpi di fabbrica. La parte alta è divisa in tre navate con pilastri quadrati alternati a pilasti rotondi. Di stile romanico ha avuto un completamento gotico con abside poligonale. Al centro della chiesa c'è la scala che collega alla parte inferiore, con nove gradini, ed ha ai fianchi le discese alla cripta. Ha pianta rettangolare con ai fianchi della scala due archi, residuo delle scomparse navate, ed ha un impianto rinascimentale con due cappelle laterali profonde quanto le navate ed avvicinandosi all'ingresso due altari a stucco in nicchia.
scale
Le scale di collegamento fra la chiesa e la cripta sono lungo le pareti dell'aula centrale corrispondenti alla cripta nelle due navate intermedie. Superiormente si sale nell'aula sopra la cripta con ampia scala a nove gradini.
struttura/alzato
La cripta ha colonne e capitelli di recupero nelle navate centrali. Possiede archi longitudinali e trasversali realizzati con mattoni intercalati a pietre. Ha volte a crociera cui sono molto evidenti le tracce delle centine. I pilastri delle navate laterali hanno parti rotonde nel senso longitudinale ed hanno lo schema di pilastro a fascio con capitello a piramide rovesciata di tipo "ottoniano". Le pareti laterali hanno due nicchie molto basse per ciascuna campata. Sul lato sinistro sono state ricavate una porta e due finestre. Alcune colonne hanno basi con pietre rotonde. La chiesa superiore è a due livelli. La parte alta, con l'altare maggiore, ha una sistemazione gotica su romanico con tetto a vista con sei capriate e sette campate. Le arcate romaniche residue formano cinque campate. L'aula inferiore d'ingresso, voluta nel rinascimento, ha forme settecentesche con grande arco a stucco di passaggio tra le due parti della chiesa. Così sulle pareti vi sono due cappelle laterali quadrate e due altari in nicchia. La navata superiore di destra possiede anch'essa una scala di raccordo. Sopra l'altare maggiore è stato restaurato un foro quadrato inclinato con valore di "fenestrella confessionis". I pilastri circolari della chiesa superiore sono stati scavati per mostrare la base originaria e l'antico pavimento, visibile sulla prima colonna di destra. A sinistra vi è l'accesso al campanile poligonale e ad una porta che collegava l'esterno con la chiesa. Le ultime due campate, romaniche, più grandi delle altre, sono murate e contengono due locali adibiti a sacrestia e deposito oggetti sacri.
coperture
In legno tradizionale con mensole sagomate con pianellato e manto tradizionale di restauro anni '60. La chiesa inferiore ha copertura con strutture in ferro e lamiera grecata.
pavimenti e pavimentazioni
Nella cripta in cotto vecchio a spina di pesce. Nel presbiterio mattoni quadrati in diagonale con cornice. La chiesa superiore ha pavimento in cotto arrotato di recente restauro con disegni.
elementi decorativi
Il ciborio dell'altare maggiore proviene da S. Giuliano delle Pignatte. Le murature romaniche sono lasciate a vista e possiedono lacerti della chiesa precedente.
facciate
La facciata più importante è attualmente quella laterale sx, sopravanzata dal campanile dodecagonale che era situato in corrispondenza della facciata precedente al raddoppiamento dell'aula. La parte antica possiede monofore e archetti di stile romanico lombardo, mentre la parte anteriore era costituita da un portico per pellegrini poi tamponato. La facciata sul lato anteriore corto è a capanna con la caratteristica di riproporre dei lacerti di decorazione romanica a rombi ed a scacchi policromi evidentemente stimati dagli autori del prolungamento rinascimentale. Il retro mostra l'abside con archetti; il lato dx è inglobato nell'ex convento, ora azienda agraria.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1980)
Nella cripta la mensa è su cippo di pietra. Nella chiesa superiore la mensa è di antica provenienza
ambone - intervento strutturale (1980)
Nella cripta in travertino moderno. Nella chiesa superiore in marmo.
fonte battesimale - intervento strutturale (1980)
Nella cripta in terracotta dipinta. Nella chiesa superiore a sinistra dell'ingresso, entro particolare armadio, con vasca in marmo.
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