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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Maserno
Montese
Modena - Nonantola
chiesa
parrocchiale
S. Giovanni Battista
Parrocchia di San Giovanni Battista
Fronti; Impianto strutturale; Coperture; Struttura; Pavimenti e pavimentazioni
presbiterio - aggiunta arredo (1990 circa)
XII - XII(fondazione intero bene); 1159 - 1159(preesistenze intorno); 1252 - 1252(restauri intero bene); 1279 - 1279(proprietà carattere generale); 1291 - 1291(proprietà carattere generale); 1313 - 1313(proprietà carattere generale); 1464 - 1473(catalogo carattere generale); 1552 - 1552(proprietà carattere generale); 1572 - 1572(conservazione carattere generale); 1597 - 1597(catalogo intero bene); 1655 - 1655(restauri intero bene); 1806 - 1806(stato di fatto intorno); 1880 - 1886(restauri intero bene); 1910 - 1910(restauri campanile); 1919 - 1919(costruzione altare interno); 1937 - 1937(completamento facciata); 2013 - 2013(restauri facciata)
Chiesa di San Giovanni Battista
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giovanni Battista <Maserno, Montese>
Altre denominazioni Chiesa Parrocchiale di Maserno
Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista
S. Giovanni Battista
Ambito culturale (ruolo)
romanico (edificazione)
neoclassico (restauro)
Notizie Storiche

XII  (fondazione intero bene)

fondazione della chiesa

1159  (preesistenze intorno)

la chiesa, assieme alla località Maserno, viene citata per la prima volta in un diploma dell’imperatore Federico I in favore del monastero di S. Pietro di Modena, ai cui monaci viene confermato: quod habent in plebe Semelani et Salti ac Macerni.

1252  (restauri intero bene)

la data riportata nell’iscrizione sulla facciata della chiesa di S. Giovanni Battista, letta dal Giacobazzi e dal Tiraboschi, è probabilmente riferita ad un intervento di restauro o rifacimento, ma non di fondazione.

1279  (proprietà carattere generale)

un atto notarile riporta il rettore della pieve: Johannes, filius quondam domini Guidonis de Montespecchio Archipresbiter plebis de Maxerno.

1291  (proprietà carattere generale)

le Rationes mostrano che le chiese dipendenti da Maserno sono quattro e precisamente: S. Michele di Montespecchio, S. Cristoforo di Zumignano, S. Antonio di Monteforte e S. Marcello di Dismano; secondo l’estimo delle pievi del 1320, pagavano 57 lire.

1313  (proprietà carattere generale)

di questa pieve, oltre che di quella di Salto, era stato investito da Enrico VII, Guidinello III di Matteo Montecuccoli

1464 - 1473 (catalogo carattere generale)

la chiesa è ricordata nel catalogo e risulta in buone condizioni

1552  (proprietà carattere generale)

in occasione della visita del Foscherari risultano alcune novità: le chiese dipendenti da Maserno sono S. Giacomo di Ranocchio, S. Michele di Montespecchio, S. Antonio di Monteforte e S. Sebastiano di Riva. Non compaiono più le antiche chiese di S. Cristoforo di Zumignano e S. Marcello di Dismano, mentre si aggiungono Ranocchio e Riva. Le condizioni della chiesa di Maserno risultano piuttosto buone e si accenna solamente alla necessità di riparazioni alla canonica.

1572  (conservazione carattere generale)

la chiesa risulta in buono stato durante la visita pastorale.

1597  (catalogo intero bene)

la chiesa compare entro la Congregazione di Montese nel catalogo fatto predisporre dal Sillingardi dopo la riorganizzazione ecclesiastica seguita al concilio di Trento.

1655  (restauri intero bene)

la chiesa viene completamente restaurata utilizzando anche materiali provenienti dalla diruta chiesa di Dismano.

1806  (stato di fatto intorno)

in una “Informazione” redatta dal 1799, la chiesa di Maserno viene così descritta: di forma quadrangolare con due archi, che sostengono il tetto soffittato con pietre cotte o siano mattoni – vi è il coro senza stalli, ma però capace di stalli n. 19. Vi è pure il presbiterio corrispondente al coro chiuso a cancelli di legno.

1880 - 1886 (restauri intero bene)

lavori di restauro che interessano principalmente l’interno della chiesa, già progettati nel 1868, vengono effettuati per iniziativa del nuovo arciprete di Maserno Don Emilio Bernardi.

1910  (restauri campanile)

viene restaurato, o meglio innalzato, il vecchio campanile che era tozzo e cadente

1919  (costruzione altare interno)

costruzione del nuovo altare maggiore di marmo, progettato dall’architetto Ottani di Modena e scolpito dall’artista Del Frate di Massa-Carrara, in occasione dell’ingresso a Maserno del novello arciprete Don Arduino Mazzucchi.

1937  (completamento facciata)

viene completata la parte superiore della facciata della chiesa

2013  (restauri facciata)

ultimo restauro della chiesa che ha interessato soprattutto la facciata in arenaria
Descrizione

l'origine del toponimo “Maserno”, attestato nei documenti medievali nelle forme Macernum, Masernum e Maxernum, non è chiara, ma certamente antica: il formante rn, riconducibile ad una presenza ligure-etrusca, è connesso alla serie macra-macer. La chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, anticamente pieve come le consorelle di Salto e di Semelano, presenta, in una luce soffusa, un ricco apparato decorativo neoclassico. La navata centrale unica è coperta con volta a botte unghiata ed è illuminata da ampie finestre rettangolari aperte all’imposta della volta. I prospetti laterali interni sono scanditi dalla ripetizione ritmica di paraste corinzie e archi a tutto sesto che sostengono una ricca trabeazione classica, continua fino all’ancona absidale, e che ripropongono la cosiddetta “travata ritmica”. Offre nella nicchia dell’abside, un po’ nascosta dall’altare, una tela con la Madonna, S. Giovanni Battista e altri Santi, qui ricollocata nel 1984, dopo il restauro. Precedentemente, nel 1922, era stata messa sopra la porta maggiore, per fare posto a una nicchia con la nuova statua, in cartapesta, del patrono. La tela potrebbe essere opera del pittore fananese Pellegrino Pellegrini, formatosi alla scuola di Guido Reni. Nella seconda cappella a sinistra e in quella di fronte vi sono due sculture lignee di Giovanni Demech di Fiandra della città di Monster: una Madonna col Bambino acquistata a Modena nel 1720 e riportata ai colori originali da Uber Ferrari nel 1975, e un pregevole Crocifisso scolpito a Maserno nel 1721, originariamente colorato e, a fine ottocento, messo a tinta legno.
Fronti
la facciata è neoclassica, suddivisa in due ordini da una cornice mediana, con un timpano in sommità nella parte centrale più alta e, due volute con pennacchi sulle due porzioni laterali, più strette. E’ caratterizzata da cornici e lesene aggettanti, un portale centrale coronato da un piccolo timpano sostenuto da due mensole e, una finestra a lunetta in alto al centro.
Impianto strutturale
l’edificio religioso si presenta esternamente di ampie dimensioni e forma semplice a capanna, due corpi di fabbrica più bassi e stretti addossati lateralmente alla navata maggiore più alta al centro. La chiesa possiede un impianto planimetrico longitudinale, schematicamente a croce latina senza transetto e bracci laterali, a navata unica centrale ampia e continua fino al presbiterio, che risulta quasi un prolungamento della navata stessa. Sul fondo si conclude col catino absidale semicircolare coperto con semi-cupola a spicchi. Il soffitto dell’aula ecclesiastica è voltato a botte, unghiato in corrispondenza delle finestre laterali e scandito da costoloni trasversali ad arco. Sotto gli archi laterali si aprono quattro cappelle protese esternamente nei due avancorpi addossati, a nord e a sud, alla navata centrale, anch’esse coperte con volta a botte.
Coperture
il tetto della chiesa è tradizionale a falde inclinate, con due spioventi a capanna sulla navata centrale, più alta, e con unico spiovente sui corpi laterali più bassi, quindi a guglia sul campanile.
Struttura
muratura portante continua in blocchi di pietra arenaria locale a faccia a vista verso l’esterno. Volte e archi in muratura rinforzati con catene metalliche Copertura della chiesa a falde con capriate, terzere, travicelli di legno, tavolato in tavelle di laterizio e manto in coppi a canale.
Pavimenti e pavimentazioni
in marmette quadrate di calcestruzzo con graniglia di marmo, bicromatico. Gradini in lastre di marmo bianco di Carrara alla base dell’altare maggiore. Lastre squadrate di arenaria nelle soglie e nei gradini della chiesa.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1990 circa)
l’impianto liturgico risulta classico, precedente alla riforma del Concilio Vaticano II, con il presbiterio collocato tra il coro e l’aula ecclesiastica, rialzato di due gradini sull’assemblea e chiuso da una voluttuosa balaustra lignea. L’altare maggiore di marmo, realizzato nel 1919 col tabernacolo al centro e la mensa sostenuta da eleganti colonnine policrome, è rialzato di ulteriori due gradini alle spalle del celebrante. Una nuova mensa in legno è stata collocata provvisoriamente al centro del presbiterio, con l’ambone alla destra e la sede alla sinistra del celebrante.
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