chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Bergamo Bergamo chiesa sussidiaria B.V. dello Spasimo Parrocchia di Sant'Alessandro in Colonna Impianto strutturale; Pianta; Coperture; Elementi decorativi altare - aggiunta arredo (1980-1990) 1592 - 1592(preesistenze intero bene); 1607 - 1607(parrocchialità carattere generale); 1764 - 1768(ricostruzione intero bene); 1797 - 1799(parrocchialità carattere generale); XIX - XIX(rifacimento intero bene); 1807 - 1807(parrocchialità carattere generale); 1870 - 1880(restauro intero bene); 1919 - 1919(rifacimento intero bene ); 1925 - 1925(restauro interno bene)
Chiesa della Beata Vergine dello Spasimo
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa della Beata Vergine dello Spasimo <Bergamo>
Altre denominazioni
B.V. dello Spasimo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze bergamasche (costruzione)
Notizie Storiche
1592 (preesistenze intero bene)
la primitiva chiesa venne eretta nel 1592 nel borgo di San Leonardo, in contrada di Prato, tra le antiche “muraine” e la strada che comunicava con l’area della Fiera.
1607 (parrocchialità carattere generale)
fu eretta nella chiesa, la confraternita della “Morte ed Orazione” di Roma.
1764 - 1768 (ricostruzione intero bene)
el processo di riqualificazione urbana e sociale dei borghi e della Fiera - completata con la realizzazione della “nuova strada del Prato” (1763-64) - rientrava la realizzazione della chiesa della Beata Vergine dello Spasimo. Il 29 marzo del 1764 il Consiglio, con il beneplacito del conte canonico arcidiacono Mario Albani, dopo aver consultato diversi progetti deliberava a favore del “dissegno mandato n. 4, stato delineato e fatto dal sig. Antonio Martineri”. Lo stesso progettista il 17 luglio assumeva la direzione della fabbrica. I lavori, dopo uno slancio iniziale, subirono alcune interruzioni e rivolgimenti progettuali: il 14 luglio del 1766 venne visitato e benedetto lo scurolo appena costruito, e lo si trovò idoneo alle prescrizioni ecclesiastiche. Nello stesso anno il cantiere era alle prese con la facciata ma, una volta eretta la navata, l’ambiente cupo che si era venuto a creare convinse i deputati a modificare il progetto e a decidere di costruire la “ lanterna, ossia cupola,
1797 - 1799 (parrocchialità carattere generale)
nel 1797 la chiesa venne soppressa dall’autorità cittadina per adibire l’edificio a sala per il Circolo Costituzionale. Il ritorno degli austriaci permise la riapertura al culto nel giugno del 1799
XIX (rifacimento intero bene)
verso la metà del XIX secolo la chiesa fu sottoposta ad alcuni interventi di manutenzione, che riguardavano principalmente la volta, i capitelli delle lesene, le cornici, i fregi, le pareti, la realizzazione dei dipinti e i vetri colorati posti sulle finestre della cupola. A quegli anni risalgono le costruzioni della sacrestia, la posa del pavimento del presbiterio, del coro e quello della vecchia sacrestia
1807 (parrocchialità carattere generale)
essendo stato soppresso il monastero e la Chiesa di S. Lucia in contrada di prato, alcuni devoti chiesero di poter celebrare la festa della santa prima citata, all’interno della B.V. dello Spasimo.
Visto l’assenso dei parroci, la chiesa di B.V. dello Spasimo iniziò anche a chiamarsi Chiesa di S. Lucia
1870 - 1880 (restauro intero bene)
oltre al restauro della facciata, si dorarono i capitelli degli altari laterali ed i fondi delle pareti della controfacciata e del coro. Altri interventi avvenuti verso la fine del secolo compresero la decorazione e la doratura di arabeschi e fregi dei fondi delle lesene.
1919 (rifacimento intero bene )
a febbraio, al fine di realizzare un passaggio fra le vie che racchiudono la chiesa, si demolirono il campanile, il corridoio che fiancheggiava la chiesa, la scala e parte dell’abitazione del sacerdote. Quest’ultima fu successivamente ampliata verso sud.
1925 (restauro interno bene)
la chiesa fu interessata da lavori di restauro.
Descrizione
La chiesa presenta la sua facciata rivolta verso via XX settembre ed è suddivisa in tre ordini da quattro lesene e contro lesene dotate di capitelli in pietra che riprendono lo stile corinzio e poggiano su un’alta zoccolatura in pietra di Zandobbio.
Nel settore centrale del primo ordine troviamo il portale in marmo di Zandobbio sagomato sormontato da timpano semicircolare, mentre nei due settori laterali, entro nicchie vi sono le statue di Re Davide e Simeone.Il secondo ordine, suddiviso dal primo da un cornicione modanato ricoperto da tegole a canale, presenta nel settore centrale una finestra con contorno in muratura sagomata, sormontata a sua volta da un timpano triangolare, spezzato da un fastigio che penetra nel frontespizio.Nei due settori laterali, come per l’ordine inferiore, sono presenti altre due statue dei Santi Geremia e Isaia, entro nicchie decorate.
Un ulteriore cornicione completo di coppi, serve da imposta al terzo ordine che conclude la facciata con il suo andamento curvilineo.Sopra il frontone troviamo al centro la statua della B.V. Maria e, ai lati, due angeli.
La chiesa internamente presenta un’unica navata, suddivisa in tre campate da emergenti lesene libere su tre lati, poggianti su una base in marmo di Zandobbio e complete di capitelli corinzi e di piccole lastre in rame incassate che raffigurano la Via Crucis; un cornicione con fregio e trabeazione corre sopra i capitelli delle lesene, lungo tutte le pareti della chiesa e serve da raccordo tra la volta di copertura e le pareti d’ambito della chiesa.
La prima campata ospita ai lati, internati completamente nel muro, due confessionali per donne in noce. Sopra i confessionali s trovano due piccoli e finti matronei in sfondato ad arco con balaustra in legno dipinto e dorato.
La campata centrale ospita due cappelle: quella di sinistra è dedicata alla Madonna e ai Santi ed è dotata di altare con mensa ed ancona di stile neoclassico in stucco lucido dipinto a finto marmo; la cappella di destra è dedicata ai Santi Antonio da Padova, Antonio Abate, Carlo e Francesco d’Assisi, ed è dotata di altare identico al precedente e sempre in stucco lucido.
Essa è inoltre coperta da una cupola dotata di tiburio con sei piccole finestre che la illuminano con le relative strombature di raccordo della volta.
Oltre a queste finestre, sono presenti finestre anche su ogni campata aperte solo nei lati est e sud.
La terza campata presenta due bussole in noce: quella di destra ospita un ingresso laterale, quella di sinistra racchiude un armadio a muro. Rialzato di tre gradini, rispetto alla navata, è il presbiterio, delimitato da balaustra lineare in marmo e piccolo cancello in ferro battuto; esso ha pianta rettangolare ed è più stretto rispetto alla navata, concluso da una tazza ricavata su pianta ellittica in opera su quattro arcate; al centro di esso, vi è l’altare maggiore in stile neoclassico, realizzato in marmo. La parete di sinistra presenta un’apertura ad arco ribassato verso nord che da accesso al coro: esso è a pianta semicircolare, raccordato alla volta mediante catino absidale.
Inserite sopra i banchi dei parati, sono le cantorie degli organi e il pulpito aventi entrambi, sette quadretti che rappresentano i sette dolori della Vergine.Ricavato sotto il presbiterio ed il coro si trova uno scurolo decorato con stucchi settecenteschi. Mediante un’apertura posta a sud si accede alla sacrestia.
Impianto strutturale
edificio in muratura continua con volte e solai di forma articolata.
Pianta
chiesa a navata unica con pianta rettangolare. Il presbiterio più stretto della navata presenta anch'esso pianta rettangolare ed è sopraelevato rispetto a quest'ultima, di tre gradini.
Coperture
struttura portante del tetto in legno, manto di copertura in coppia canale.
Elementi decorativi
l'interno è decorato con stucchi di Grazioso Rusca, e con dorature di ottimo gusto. Gli affreschi del coro e del presbiterio sono dal bresciano Scalvini. Gli affreschi della cupola sono del bergamasco Albrici. Le via crucis, dipinte su rame, sono incastonate nelle lesene. Sulla XIV stazione si legge la firma dell’autore: Perico Salvatore 1887. Incastonati nelle cantorie e nel pulpito, ci sono sette quadretti di Simone Paganelli, che rappresentano i sette dolori della Vergine. L’altare marmoreo, di stile neoclassico, è l’altare sostituito a quello distrutto dal Circolo costituzionale. È opera del marmista Galletti, con un bel bassorilievo nella mensa
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (1980-1990)
secondo le direttive dettate dal Concilio Vaticano II, viene posato sul presbiterio un altare rivolto verso il popolo. Il nuovo altare comunitario è realizzato in legno intagliato, dipinto e dorato