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Quetta
Campodenno
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Egidio
Parrocchia di Sant'Egidio
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
altare - intervento strutturale (1970); presbiterio - aggiunta arredo (1970); fonte battesimale - intervento strutturale (1970)
1329/12/07 - 1329/12/07(menzione carattere generale); 1506 - XVI(ricostruzione e decorazione intero bene); 1537 - 1537(cambio di dedicazione carattere generale); 1579/09/13 - 1599(manutenzione e sostituzione arredi intero bene); 1641 - 1641(erezione a primissaria curata carattere generale); 1742 - 1742(demolizione monumento funebre esterno); 1766 - 1766(manutenzione campanile e cimitero); 1825 - 1825(imbiancatura interno); 1836 - 1836(trasferimento e benedizione cimitero); 1865 - 1865(manutenzione cimitero); 1907 - 1911(demolizione e ricostruzione sacrestia
navata e campanile); 1913/01/23 - 1913/01/23(benedizione campane); 1923 - 1924(restauro e decorazione intero bene); 1934 - 1934(sostituzione campana); 1946 - 1946(costruzione cantoria); 1958 - 1958(riparazioni tetto); 1966/11/27 - 1966/11/27(erezione a parrocchia carattere generale); 1969 - 1969(adeguamento liturgico presbiterio); 1970 - 1970(ristrutturazione interno); 1980 - 1980(installazione impianto anti intrusione intero bene); 1988 - 1995(restauro intero bene); 2002 - 2002(restauro porte); 2013 - 2013(sostituzione caldaia impianto di riscaldamento); 2014 - 2014(progetto di restauro arredi)
Chiesa di Sant'Egidio
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Sant'Egidio <Quetta, Campodenno>
Altre denominazioni S. EGIDIO abate
S. Egidio
Autore (ruolo)
Chierzi, Natale (ampliamento chiesa e ricostruzione campanile)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

1329/12/07  (menzione carattere generale)

Secondo padre Tovazzi la presenza di un edificio sacro a Quetta sarebbe attestata già in un atto del 7 dicembre 1329 dell’Archivio del Principato Vescovile, con l’intitolazione ai Santi Magi (Santi Tre Re). Secondo gli studiosi contemporanei tale atto presenta però qualche problema di interpretazione (incerta).

1506 - XVI (ricostruzione e decorazione intero bene)

La costruzione subì una trasformazione in stile rinascimentale all’inizio del XVI secolo, probabilmente a partire dal 1506, data incisa sulla base del pilastro destro dell’arco santo, a lungo erroneamente letta come 1406. La chiesa fu dotata quindi di un portale maggiore intagliato e fu coperta da volte costolonate, raccordate da serragli lapidei e sostenute nel presbiterio e nell’abside da peducci zoomorfi e antropomorfi. Nel corso del XVI secolo l’interno venne decorato con affreschi, di cui rimangono due riquadri, l’uno come pala dell’altare minore destro, sull’arco santo, l’altro lungo la parete destra della navata.

1537  (cambio di dedicazione carattere generale)

La Visita pastorale clesiana registra la presenza in paese della “cappella di Sant’Egidio”; a questa data dunque l’edificio aveva cambiato l’intitolazione. La scelta del nuovo protettore è probabilmente legata all’ascesa della famiglia locale de Liliis (Gigli o Gilli), a cui Giovanni Hinderbach concesse le insegne nobiliari nel 1483 e che nel 1489 ottenne i diritti di decima su Quetta.

1579/09/13 - 1599 (manutenzione e sostituzione arredi intero bene)

I visitatori del 13 settembre 1579 trovarono la chiesa in cattive condizioni, priva di serratura e di chiave; ordinarono di sostituire l’ancona e la pala dei tre altari presenti.

1641  (erezione a primissaria curata carattere generale)

Nel 1641 la chiesa divenne primissaria curata della pieve di Denno, grazie al beneficio istituito da Antonio de Federicis, che garantiva la presenza stabile di un sacerdote.

1742  (demolizione monumento funebre esterno)

A partire dal 1695 e fino al 1742 i visitatori vescovili chiesero ripetutamente che venisse riparato il tetto della sepoltura Campi, probabilmente un monumento funebre realizzato lungo il fianco sinistro della chiesa, corrispondente alla traccia di un’arcata tuttora esistente in esterno. In occasione dell’ultima visita si ordinò la demolizione della struttura in caso di perdurante intemperanza alla disposizione.

1766  (manutenzione campanile e cimitero)

La Visita pastorale del 1766 ordinò di chiudere l’accesso al campanile, ricettacolo di immondizie maleodoranti, e il cimitero, ingombro di sassi caduti da un edificio in rovina ad esso addossato sul lato nord e in cui pascolavano le bestie.

1825  (imbiancatura interno)

Nel 1825 i visitatori ordinarono di imbiancare l’interno della chiesa.

1836  (trasferimento e benedizione cimitero)

Il cimitero, originariamente posizionato intorno alla chiesa, venne trasferito nel 1836 e benedetto in occasione del propagarsi dell’epidemia di colera.

1865  (manutenzione cimitero)

La Visita pastorale del 1865 prescrisse di consolidare l’accesso e i muri perimetrali del camposanto.

1907 - 1911 (demolizione e ricostruzione sacrestia, navata e campanile)

Su iniziativa di don Luigi Deromedis (a Quetta dal 1906 al 1916), nel 1907 venne abbattuta la sacrestia, ricostruita di dimensioni raddoppiate; per far posto al nuovo volume della sacrestia venne demolita l’ancona dell’altare dei Magi, ricostruita ex novo. L’anno seguente iniziò l’ampliamento dell’edificio, autorizzato dalla Commissione centrale per i Monumenti di Vienna, purché rispettasse lo stile originario dell’edificio. Venne dunque realizzata una nuova campata in direzione ovest, allungando la navata di circa 4 metri e abbattendo e ricostruendo la facciata e il campanile, ad essa affiancato. Il maestro muratore fu Natale Chierzi di Tuenno, mentre Adriano Parteli di Sfruz si occupò dei lavori in pietra e i fratelli Cova di Campodenno realizzarono nuovi banchi.

1913/01/23  (benedizione campane)

Un nuovo concerto di campane fu solennemente benedetto il 23 gennaio 1913.

1923 - 1924 (restauro e decorazione intero bene)

Nel 1923 Vincenzo Arnoldi di Denno restaurò parzialmente il paramento murario esterno, ma non terminò i lavori per mancanza di fondi e Carlo Donati ornò la facciata e l’interno con dipinti murali, parzialmente scialbati intorno al 1969. Nel 1924 vennero sistemate le coperture della chiesa.

1934  (sostituzione campana)

Una delle campane del 1913 si ruppe e venne rifusa dalla ditta Colbacchini di Trento nel 1934.

1946  (costruzione cantoria)

Mario e Carlo Dal Rì, Dario e Fortunato Gilli, Aurelio Panizza, Francesco Noldin e Giuseppe Borz realizzarono la cantoria lignea in controfacciata nel 1946; i lavori, non autorizzati dalla Soprintendenza, vennero inizialmente sospesi da Antonio Rusconi, ma furono in seguito conclusi.

1958  (riparazioni tetto)

Dagli Atti visitali del 1958 si evince che erano state eseguite poco prima delle riparazioni al tetto della chiesa, con la sostituzione di alcune tegole e che si auspicava a breve un intervento sul tetto della sacrestia, mediante una richiesta fatta agli usi civici del paese.

1966/11/27  (erezione a parrocchia carattere generale)

La chiesa di Quetta fu eretta a parrocchia il 27 novembre 1966.

1969  (adeguamento liturgico presbiterio)

Un intervento di adeguamento liturgico del presbiterio, con la conseguente rimozione delle balaustre e l’avanzamento della mensa dell’altare maggiore storico come altare verso il popolo avvenne nel 1969.

1970  (ristrutturazione interno)

Nel 1970 il parroco don Bruno Luchesa fece eseguire una serie di interventi di ristrutturazione dell’interno, come l’imbiancatura generale, con lo scialbo di quasi tutto l’intervento decorativo di Carlo Donati, l’abbattimento della cantoria in controfacciata, la chiusura della nicchia presente sulla parete sinistra, l’arretramento di circa 1 metro dell’altare maggiore, lo spostamento dell’ancona dell’altare minore destro per rendere visibile l’affresco dell’arco santo sottostante, la realizzazione del nuovo altare verso il popolo, la demolizione dell’ancona ottocentesca dell’altare sinistro, ricavando così lo spazio per collocarvi un’acquasantiera a colonna trasformata in fonte battesimale, la sostituzione del confessionale e dei banchi, l’installazione dell’impianto di riscaldamento e il rinnovo dell’impianto elettrico.

1980  (installazione impianto anti intrusione intero bene)

Un impianto anti intrusione fu installato in chiesa nel 1980, grazie al contributo finanziario della Provincia Autonoma di Trento.

1988 - 1995 (restauro intero bene)

Su iniziativa di don Isidoro Paoli e sotto la direzione dell’architetto Alberto Dal Piaz, nel 1988 la ditta E.F.P. di Carlo Emer, Lucio Ferrai e Roberto Perini effettuò una serie di sondaggi per verificare la possibilità di recupero dei dipinti murali di Donati scialbati, con esito negativo; venne invece rinvenuto l’affresco della parete destra della navata e furono restaurate le decorazioni di Donati ancora esistenti. Vennero quindi ritinteggiati l’interno e l’esterno, fu pavimentata la sacrestia, venne sostituito il manto di copertura del campanile, furono sistemati i serramenti, venne rifusa la campana piccola e, tra il 1994 e il 1995, fu restaurata l’ancona lignea dell’altare laterale ad opera degli allievi del corso di formazione per tecnici del restauro di Bolzano, sotto la guida di Ileanna Janes.

2002  (restauro porte)

Le porte della chiesa furono restaurate nel 2002.

2013  (sostituzione caldaia impianto di riscaldamento)

Risale al 2013 circa la sostituzione della caldaia per il riscaldamento della chiesa.

2014  (progetto di restauro arredi)

E’ stata formulata nell’estate del 2014 la domanda di finanziamento alla Provincia Autonoma di Trento per il restauro dell’altare maggiore, dell’antipendio che funge da mensa al popolo e delle due pale d’altare, ad opera della ditta L.A.R.A. di Denno.
Descrizione

Orientata regolarmente ad est, la chiesa di Quetta sorge al centro dell’abitato; documentata nel 1329 con la primitiva intitolazione ai Santi Magi, venne ricostruita in stile prerinascimentale intorno al 1506, come testimonia la data incisa sul pilastro destro dell’arco santo, e ampliata di una campata tra il 1908 e il 1911. Presenta una semplice facciata a due ripidi spioventi, intonacata e tinteggiata, con lo zoccolo di base interrotto dal portale maggiore lapideo architravato, sormontato da una lunetta figurata e affiancato da una nicchia ogivale, anch’essa decorata a tempera; l’oculo centrale strombato è sormontato da un’apertura a centina ribassata che dà luce al sottotetto. Alla sua sinistra si eleva il campanile, ricostruito sempre all’inizio del Novecento, con accesso chiuso da un’inferriata sul lato ovest, una monofora centinata con profilatura in pietra calcarea lungo il fusto, quattro monofore leggermente acute nella cella e tetto piramidale a quattro falde, sormontato da globo, bandierina segnavento e croce apicale raggiata. Un accesso secondario si apre sul fianco destro della chiesa, in corrispondenza della seconda campata, mentre due monofore ogivali illuminano la prima e la terza campata e più oltre emerge il volume quadrangolare della sacrestia; ancora una monofora archiacuta si apre sulla parete destra dell’abside poligonale. All’interno la navata unica è divisa in tre campate da coppie di paraste in pietra a vista sorreggenti gli arconi trasversali a tutto sesto e affiancate dai peducci di sostegno alle nervature delle unghie della volta a botte; l’arco santo a sesto acuto, sempre in pietra a vista, introduce nel presbiterio, elevato di due gradini, e nell’abside poligonale, marcati orizzontalmente da un cornicione in pietra a mezza altezza e coperti da una volta a ombrello costolonata su peducci zoomorfi e antropomorfi. Due riquadri affrescati cinquecenteschi sono emersi con i restauri in navata e a destra dell’arco santo; solo una parte della decorazione a tempera eseguita in facciata e all’interno da Carlo Donati nel 1923 è sopravvissuta.
Preesistenze
Il corpo della chiesa, dall’abside alla seconda campata, è la parte originaria della struttura, mentre la prima campata con la facciata e il campanile sono aggiunte dell’inizio del XX secolo.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso da abside poligonale.
Facciata
Semplice facciata a due ripidi spioventi, intonacata e tinteggiata; zoccolo di base interrotto dal portale maggiore lapideo architravato, sormontato da una lunetta figurata e affiancato da una nicchia ogivale, anch’essa decorata a tempera. Oculo centrale strombato, sormontato da un’apertura a centina ribassata che dà luce al sottotetto.
Prospetti
Un accesso secondario architravato si apre sul fianco destro in corrispondenza della seconda campata, mentre due monofore ogivali illuminano la prima e la terza campata e più avanti emerge il volume quadrangolare della sacrestia, addossato al presbiterio; il fianco sinistro è cieco e prossimo all’edifico a lato. Ancora una monofora archiacuta si apre sulla parete destra dell’abside poligonale. Finiture a intonaco tinteggiato; zoccolo perimetrale in cemento.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare affiancata alla facciata sulla sinistra, con accesso architravato elevato di un gradino e chiuso da un’inferriata sul lato ovest e una monofora centinata con profilatura in pietra calcarea lungo il fusto intonacato e tinteggiato. Cella campanaria delimitata da cornici orizzontali, dotata di quattro monofore leggermente acute, profilate in pietra calcarea, visibile anche nei conci angolari sfalsati; tetto piramidale a quattro falde con orlo svasato, sormontato da globo, bandierina segnavento e croce apicale raggiata.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: volte a botte unghiata segnate da costoloni lapidei nella navata, volta a ombrello costolonata su peducci figurati nel presbiterio e nell’abside.
Coperture
Tetto a due ripidi spioventi sulla navata e sul presbiterio, a più spioventi sopra l’abside e la sacrestia, a spiovente unico a raccordo del campanile con la navata. Struttura portante in legno; manto di copertura in scandole lignee sulla chiesa, in lamiera metallica sopra il campanile e la sacrestia.
Interni
Interno a navata unica, divisa in tre campate da coppie di paraste in pietra a vista sorreggenti gli arconi trasversali a tutto sesto e affiancate dai peducci di sostegno alle nervature delle unghie della volta; l’arco santo a sesto acuto, sempre in pietra a vista, introduce nel presbiterio, elevato di due gradini e comunicante con la sacrestia sul lato destro e nell’abside poligonale, marcati orizzontalmente da un cornicione in pietra a mezza altezza. Finiture a intonaco tinteggiato, ove non vi siano dipinti murali.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento a quadrotte di pietra calcarea alternativamente bianche e rosse, disposte in corsi diagonali, più antiche nel presbiterio, rinnovate nella navata.
Elementi decorativi
Due riquadri affrescati cinquecenteschi ornano l’interno; dipinti figurati a tempera di Carlo Donati sono presenti in facciata e sulle pareti del presbiterio.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1970)
L’adeguamento liturgico attuale è stato attuato nel 1970 mediante l’accostamento di elementi eterogenei in legno: l’altare verso il popolo, a tavolo, è collocato in posizione avanzata verso l’arco santo, a raso pavimento, e reimpiega nel fronte l’antipendio seicentesco dell’altare laterale destro, la cui ancona è sulla parete sinistra della navata.
presbiterio - aggiunta arredo (1970)
Un leggio ligneo con fusto ritorto, posto presso l’arco santo, a destra, completato da una pedana, funge da ambone. La sede è costituita da una sedia a braccioli sempre in legno con seduta imbottita, posta entro il presbiterio a sinistra. E’ presente l’altare maggiore storico, nel cui tabernacolo si conserva la custodia eucaristica, ma non le balaustre, rimosse e distrutte in occasione del precedente assetto liturgico del 1969 circa.
fonte battesimale - intervento strutturale (1970)
Il fonte battesimale originario, posto in controfacciata e completato dal coprifonte ligneo, è andato distrutto ed è stato sostituito da un’acquasantiera a colonna, trasferita dall’ingresso principale all’attuale collocazione a sinistra dell’arco santo, sotto la statua della Madonna.
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