Secondo Fortunato e Lino Turrini l’esistenza a Lover di un edificio sacro, dedicato a San Giorgio, è attestata per la prima volta all’interno di una pergamena del 1300; secondo Simone Weber la prima menzione della chiesetta, posta al centro del paese e lungo la via imperiale, risale invece al 1421.
Il 19 agosto 1481 Giorgio Vink, vicario e suffraganeo di Giovanni Hinderbach, vescovo di Trento, consacrò gli altari di San Giorgio, Santa Lucia e Sant’Udalrico e concesse 40 giorni d'indulgenza ai fedeli che avessero visitato e fatto l'elemosina ai suddetti altari in determinati giorni dell'anno.
1579 (manutenzione intero bene)
La Visita pastorale del 1579 trovò l’edificio in cattivo stato, necessitante di riparazioni al tetto, con le finestre senza imposte né vetri.
1683/12/29 (erezione a curazia carattere generale)
Risale al 29 dicembre 1683 l’erezione della cappella a curazia della pieve di Denno; fu imposto al curato di celebrare alternativamente a Lover e a Segonzone.
1695 (manutenzione cimitero)
I visitatori vescovili ordinarono nel 1695 di consolidare il muro orientale del cimitero, che minacciava rovina.
1742 (manutenzione intero bene)
Nel 1742 si ordinò di riparare il tetto e la porta del campanile, in modo che si potesse chiudere.
1859 - 1863 (costruzione intero bene)
Per cura di don Francesco Valentini di Tuenno tra il 1859 e il 1863 fu eretta la nuova curaziale dell’Immacolata, a oriente dell’abitato, sulla via che conduce a Segonzone, realizzata su modello di quella di Nave San Rocco. I conti Edoardo e Giambattista Kuen Belasi fecero costruire a proprie spese il campanile, il concerto di quattro nuove campane, l’orologio e due cappelle nel cimitero.
1863 (benedizione carattere generale)
Nel 1863, al termine dei lavori, la chiesa fu benedetta.
1865/08/08 (consacrazione carattere generale)
L’8 agosto 1865 la chiesa venne consacrata.
1872/04/23 (passaggio di proprietà e variazione d’uso chiesa vecchia)
Con atto datato 23 aprile 1872 la vecchia chiesa con il cimitero circostante venne venduta all’asta dal Comune di Lover e acquistata per 342 fiorini austriaci da Giacomo Parolari di Segonzone, che la cedette a Francesco Turrini; costui la trasformò in casa di abitazione. Il vecchio campanile venne demolito qualche tempo dopo.
1901 - 1903 (decorazione interno)
Tra il 1901 e il 1903 due pittori veronesi, Giuseppe Zannoni e M. (?) Rancani, ornarono l’interno con dipinti a tempera.
1918 - XX (sostituzione campane)
Tre delle quattro campane fuse dalla ditta Chiappani di Trento nel 1898 vennero requisite durante la prima guerra mondiale e furono poi sostituite da nuovi bronzi realizzati dalla fonderia D. Adda di Crema.
1935 (decorazione catino absidale)
Nel 1935 don Guido Bortolameotti incaricò Matteo Tevini di "rivedere la decorazione" eseguita da Giuseppe Zannoni con l'aiuto del nipote Rancani e gli affidò il catino absidale (Atti Visitali 1940).
1967 - 1974 (ristrutturazione intero bene)
Tra l’agosto del 1967 e l’agosto del 1970, su incarico del parroco don Iginio Agostini e su progetto del geometra Cristofori, venne costruito un corpo di fabbrica a fianco del presbiterio, comunicante con la sacrestia, in cui ricavare i locali per l’impianto di riscaldamento a termoventilazione, fu ricostruito il tetto e furono elettrificate le campane. Si occupò delle opere murarie l’Impresa Costruzioni Pozzi Cornelio di Campodenno, del tetto i fratelli Zanotti; la caldaia Riello fu installata dalla ditta Beltrami di Trento; la ditta Cavedini di Verona si occupò dell’elettrificazione delle campane e del relativo castello ligneo; la ditta Zadra Rodolfo di Taio rifece la copertura del campanile in lastre di rame. Fu quindi attuato l’adeguamento liturgico del presbiterio nel 1972, mentre nell’estate del 1974 venne sostituito il pavimento della chiesa, realizzato in granito.
1990 - 1999 (sostituzione vetrate intero bene)
Negli anni Novanta del XX secolo furono sostituite le vetrate, realizzate dalla ditta veronese Silvestri.
2000 - 2009 (sostituzione impianto anti intrusione intero bene)
Il restauro più recente dovrebbe risalire al 2000 circa, con la tinteggiatura e il rinnovo degli impianti. Nel 2009 circa venne restaurata la porta lignea dell’ingresso principale e fu sostituito l’impianto anti intrusione, su progetto del geometra Marco Biada.
Descrizione
Orientata a nord, affiancata dal cimitero e posta ai piedi del paese di Lover, sulla strada che lo collega alla frazione di Segonzone, da esso ecclesiasticamente dipendente, la parrocchiale dell’Immacolata sorse tra il 1859 e il 1863 in sostituzione dell’antica curaziale di San Giorgio, esistente nel XV secolo e trasformata in edificio privato. La facciata timpanata presenta il portale architravato e una finestra a lunetta nel settore centrale, leggermente arretrato, un cornicione modanato e aggettante a mezza altezza nei settori laterali e un oculo al centro del frontone. Isolato sulla sinistra si eleva il campanile, con alta scarpa emergente a parallelepipedo, feritoie lungo il fusto marcato da cantonali sfalsati in finta pietra a vista, quattro monofore centinate allungate nella cella e copertura a cipolla. Le fiancate della chiesa sono simmetriche, ognuna caratterizzata dall’emergere del volume della cappella laterale, a pianta rettangolare e centrata da finestra a lunetta, seguita dall’ingresso secondario e da paraste di demarcazione della zona del presbiterio, anch’esso illuminato da una coppia di lunette; sul fianco destro si dispongono i corpi bassi e finestrati della sacrestia e della centrale termica, mentre l’abside semicircolare cieca chiude la costruzione. All’interno la navata unica è divisa in tre campate coperte da volte a botte unghiata e scandita dalla presenza di coppie di paraste addossate sorreggenti le arcate trasversali e longitudinali, raccordate dal marcapiano corrente perimetrale, con fregio sottostante dipinto a finto marmo. In corrispondenza della seconda campata le fiancate sono sfondate dalle due cappelle poco profonde, che ospitano gli altari minori, il fonte battesimale e un confessionale (a destra) e l’armonium (a sinistra). Due gradini conducono al presbiterio, introdotto da un ampio arco santo, mentre altri tre gradini elevano l’altare maggiore, dietro il quale si chiude il catino dell’abside. Pareti e volte della navata e del presbiterio sono ingentilite da dipinti murali realizzati dai pittori veronesi Zannoni e Rancani a inizio Novecento; la composizione sul catino absidale venne commissionata a Matteo Tevini nel 1935.
Pianta
Navata a pianta cruciforme; presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso da abside semicircolare.
Facciata
Facciata timpanata con il portale architravato e una finestra a lunetta nel settore centrale, leggermente arretrato, un cornicione modanato e aggettante a mezza altezza dei settori laterali e un oculo al centro del frontone. Zoccolo a intonaco rustico, finiture a intonaco tinteggiato.
Prospetti
Fiancate simmetriche, ognuna caratterizzata dall’emergere del volume della cappella laterale, a pianta rettangolare e centrata da finestra a lunetta, seguita dall’ingresso secondario e da paraste di demarcazione della zona del presbiterio, anch’esso illuminato da una coppia di lunette; sul fianco destro si dispongono i corpi bassi e finestrati della sacrestia e della centrale termica, mentre l’abside semicircolare cieca chiude la costruzione. Zoccolo perimetrale a intonaco rustico, finiture a intonaco tinteggiato.
Campanile
Torre isolata a pianta quadrangolare, elevata a sinistra della facciata, con accesso sul lato sud, alta scarpa emergente a parallelepipedo, feritoie lungo il fusto marcato da cantonali sfalsati in finta pietra a vista e quattro monofore centinate allungate nella cella, delimitata da cornici orizzontali; tetto a cipolla sormontato da globo e croce apicale.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navata e presbiterio coperti da volte a botte unghiata, cappelle laterali coperte da volte a botte semplice, catino absidale.
Coperture
Tetto a due spioventi sopra la navata e il presbiterio, a più spioventi sopra le cappelle, l’abside e i locali di servizio; struttura portante in legno, manto di copertura in lamiera metallica, anche sul campanile.
Interni
Navata unica divisa in tre campate e scandita dalla presenza di coppie di paraste addossate sorreggenti gli arconi trasversali e le arcate longitudinali, raccordate dal marcapiano corrente perimetrale, con fregio sottostante dipinto a finto marmo. In corrispondenza della seconda campata le fiancate sono sfondate da una coppia di cappelle poco profonde a pianta rettangolare, che ospitano gli altari minori, il fonte battesimale e un confessionale (a destra) e l’armonium (a sinistra); nella terza campata si aprono invece gli ingressi laterali architravati. Due gradini conducono al presbiterio, introdotto da un ampio arco santo, mentre altri tre gradini elevano l’altare maggiore, dietro il quale si chiude il catino dell’abside. Finiture a intonaco tinteggiato, ove non vi siano dipinti murali.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in lastre di granito, integrato da una porzione di pavimento in piastrelle rettangolari in ceramica marrone, disposte in corsi paralleli sfalsati, dietro l’altare maggiore.
Elementi decorativi
Dipinti murali figurati e non dei veronesi Zannoni e Rancani e di Matteo Tevini ornano le pareti e le volte di navata e presbiterio, oltre che il catino absidale.
Adeguamento liturgico
altare - intervento strutturale (1972-1974 circa)
L’adeguamento liturgico è stato attuato mediante l’accostamento di elementi eterogenei, in parte fissi e in parte mobili: al centro del presbiterio, presumibilmente ampliato verso la navata, è stato collocato l’altare verso il popolo, a tavolo, in marmo, a raso pavimento e in posizione avanzata verso l’arco santo.
presbiterio - aggiunta arredo (1972-1974 circa)
Un ambone ligneo a parallelepipedo parzialmente intagliato e dorato, dotato di pedana, è collocato all’arco santo, sulla sinistra; la sede è costituita da una sedia lignea a braccioli con seduta e schienale imbottiti, accostata alla parete sinistra del presbiterio e accompagnata da sgabelli coordinati per gli assistenti del celebrante.