A causa del costante aumento della popolazione di Cunevo, nel XIX secolo si fece via via più pressante l’esigenza di avere una chiesa più ampia. Le difficoltà economiche del Comune, lo scoppio di un’epidemia di colera e soprattutto l’accesa discussione sulla scelta del luogo (presso la vecchia curaziale di San Lorenzo, che andava demolita, oppure in un nuovo sito più a nord e più centrale rispetto all’abitato, con l’acquisto di terreni privati), rallentarono tuttavia la risoluzione del problema. Nel 1855 il geometra Giovanni Brugnara di Cles aveva già preparato un progetto, seguendo le indicazioni del Comune stesso sulla forma e sulla capienza prevista, di circa 400 persone. Nel maggio del 1858 venne approvato sia dalle autorità civili che religiose un nuovo sito rispetto ai primi due proposti, in cui era possibile ricavare anche una piazza. Il 5 luglio 1858 i muratori Giovanni Ferrari e Giacomo Longo si aggiudicarono l’appalto; il cantiere iniziò nel 1859 e terminò nel 1862.
1872 (riparazioni tetto)
Già 10 anni dopo la fine dei lavori il Capitanato Distrettuale sollecitò il Comune di Cunevo a riparare il tetto.
1876/08/11 (consacrazione carattere generale)
La nuova chiesa venne consacrata e solennemente dedicata al Santissimo Redentore l’11 agosto 1876, da monsignor Giovanni Haller, coadiutore del principe vescovo Benedetto Riccabona de Reichenfels.
1920 (fusione campane)
Due delle campane requisite dall’Austria durante la prima guerra mondiale vennero sostituite nel 1920.
1926 (sostituzione vetrate)
Le vetrate vennero sostituite nel 1926 con nuovi pezzi eseguiti dalla ditta Parisi di Trento.
1932 (fusione campane)
Nel 1932 il concerto campanario si completò con altri due nuovi bronzi.
1939 - 1940 (decorazione interno)
Tra il 1939 e il 1940 Matteo Tevini realizzò i dipinti murali che ornano le volte e le pareti della navata e del presbiterio, oltre che il catino absidale, con l’aiuto della ditta O. Bergamo di Cles.
1959/12/17 (erezione a parrocchia carattere generale)
La curazia di Cunevo fu elevata a parrocchia con decreto vescovile del 17 dicembre 1959.
1969 - 1973 (adeguamento liturgico interno)
Un intervento di adeguamento liturgico del presbiterio venne realizzato tra il 1969 e il 1973 circa; probabilmente nella stessa occasione venne rimossa la cantoria dalla controfacciata.
1976/05/06 (danneggiamento intero bene)
Il terremoto del 6 maggio 1976 danneggiò la chiesa, con la comparsa di crepe soprattutto nella zona meridionale e occidentale e sulle volte.
2008 (manutenzione straordinaria intero bene)
Su progetto dell’architetto Patrizia Mazzoleni la chiesa fu interessata da un intervento di manutenzione straordinaria nel 2008.
Descrizione
Eretta in posizione più centrale per il paese rispetto all’antica curaziale di San Lorenzo, la chiesa del Santissimo Redentore risale al 1858-1862 e fu realizzata con orientamento a nord-est dall’impresa dei muratori Giovanni Ferrari e Giacomo Longo su progetto del geometra Giovanni Brugnara. La facciata timpanata presenta il portale maggiore architravato; un cornicione modanato taglia orizzontalmente la muratura e appena sopra si apre una finestra a lunetta, centrale, mentre una seconda fascia orizzontale precede il frontone; un quadrante di orologio circolare è inserito al centro del timpano. Le fiancate gemelle e il presbiterio riprendono il motivo delle due cornici orizzontali che corrono a mezza altezza e alla sommità delle murature; su entrambi i lati emergono le due cappelle rettangolari in corrispondenza della seconda campata, mentre nella terza si aprono gli accessi secondari. A destra si trova il corpo più basso della sacrestia, a sinistra quello della centrale termica e del depopsito. Quattro finestre a lunetta illuminano a coppie le due cappelle e il presbiterio, concluso dalla parete di fondo cieca. Qui si innesta una coppia di campaniletti gemelli, caratterizzati da breve fusto quadrangolare, cella con quattro monofore centinate allungate e copertura bombata a bulbo, sorretta da globo e croce apicale. All’interno la navata unica è scandita lungo le pareti da coppie di paraste con specchiature a finto marmo, raccordate dal cornicione marcapiano sommitale; ampie arcate a pieno centro delimitano le tre campate e introducono nelle cappelle gemelle centrali, a pianta rettangolare, ospitanti gli altari minori elevati di un gradino. Le pareti della prima e della terza campata sono movimentate da altre arcate minori cieche, così come quelle del presbiterio, elevato di tre gradini, preceduto dall’ampio arco santo a tutto sesto e recante i portali speculari di accesso ai locali di servizio. Chiude la struttura il catino absidale, mascherato dalla muratura all’esterno. Le pareti e le volte a botte unghiata e a crociera della navata e del presbiterio e il catino absidale ospitano dipinti murali figurati di Matteo Tevini, realizzati tra il 1939 e il 1940.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, marcata dall’emergere simmetrico delle cappelle laterali a pianta rettangolare; presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, completato dall’abside a pianta semicircolare interna e rettangolare esterna.
Facciata
Facciata timpanata intonacata e tinteggiata, con zoccolo di base interrotto dal portale maggiore architravato; un cornicione modanato taglia orizzontalmente la muratura e appena sopra si apre una finestra a lunetta, centrale, mentre una seconda fascia orizzontale precede il frontone. Un quadrante di orologio circolare è inserito al centro del timpano.
Prospetti
Le fiancate gemelle e il presbiterio riprendono il motivo delle due cornici orizzontali modanate che corrono a mezza altezza e alla sommità delle murature; su entrambi i lati emergono le due cappelle rettangolari in corrispondenza della seconda campata, mentre nella terza si aprono gli accessi secondari. A destra si trova il corpo più basso della sacrestia, a sinistra quello della centrale termica. Quattro finestre a lunetta illuminano a coppie le cappelle e il presbiterio, concluso dalla parete di fondo cieca. Finiture a intonaco tinteggiato; zoccolo perimetrale.
Campanile
Una coppia di campaniletti gemelli si innesta sul tetto del presbiterio; entrambi sono caratterizzati da breve fusto quadrangolare intonacato e tinteggiato, cella delimitata da cornici orizzontali ove si aprono quattro monofore centinate allungate e copertura bombata a bulbo, sorretta da globo e croce apicale.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: le campate prima e terza della navata e il presbiterio sono coperte da volte a botte unghiata; una volta a crociera interessa la seconda campata. Volte a botte semplice coprono le cappelle; catino absidale.
Coperture
Tetto a più spioventi a pendenza ridotta sopra la chiesa e a spiovente unico sopra gli ambienti di servizio, con struttura portante in legno e manto di copertura in piccole lastre di pietra tagliate a losanga; manto di copertura dei campaniletti in lamiera metallica.
Interni
Navata unica divisa in tre campate e scandita lungo le pareti da coppie di paraste con specchiature a finto marmo, raccordate dal cornicione marcapiano sommitale; ampie arcate a pieno centro delimitano le campate e introducono nelle cappelle gemelle della seconda campata, a pianta rettangolare, ospitanti gli altari minori elevati di un gradino. Le pareti della prima e della terza campata sono movimentate da altre arcate minori cieche, così come quelle del presbiterio, elevato di tre gradini, preceduto dall’ampio arco santo a tutto sesto e recante i portali speculari di accesso ai locali di servizio, il deposito a sinistra, la sacrestia a destra. Chiude la struttura il catino absidale.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in quadrotte di pietra calcarea alternativamente bianche e rosse disposte in corsi diagonali.
Elementi decorativi
Dipinti murali figurati di Matteo Tevini ornano le pareti e le volte di navata e presbiterio, oltre che il catino absidale.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1989-1999 circa)
L’adeguamento liturgico del presbiterio è stato attuato entro il 1999 mediante poli lignei coordinati e impreziositi da formelle in smalto cloisonné presumibilmente realizzate da Marcello Baldessari su disegno di Mariano Fracalossi: in posizione centrale e leggermente avanzata verso l’arco santo è situato l’altare verso il popolo, a tavolo, a raso pavimento; l’ambone dal profilo sagomato si trova all’arco santo, a destra, mentre la sede con alto schienale e seduta imbottita è collocata presso la parete sinistra. E’ presente l’altare maggiore storico, con il proprio tabernacolo che contiene la custodia eucaristica, ma non le balaustre, presumibilmente rimosse e distrutte durante un precedente intervento di adeguamento liturgico, eseguito tra il 1969 e il 1973 circa.