chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Denno Trento cappella sussidiaria S. Pietro ap. Parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi nessuno XII - XIII(costruzione intero bene); 1490 - 1510(decorazione interno); 1616 - 1616(scialbo affreschi interno); 1695 - 1708(ristrutturazione intero bene); XIX - XX(abbandono e chiusura al culto intero bene); 1907 - 1924(descialbo affreschi interno); 1969 - 1972(restauro intero bene); 2003/03/20 - 2003(sostituzione manto di copertura)
Cappella di San Pietro Apostolo
Tipologia e qualificazione
cappella sussidiaria
Denominazione
Cappella di San Pietro Apostolo <Denno>
Altre denominazioni
S. Pietro ap.
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche
XII - XIII (costruzione intero bene)
La cappella di San Pietro di Denno, ritenuta dalla tradizione popolare il luogo di culto più antico del paese, risalente addirittura all’VIII secolo, è ricordata per la prima volta in un documento del 1461 (secondo Lenzi in uno del 1477). Gli ultimi studi ritengono però che la muratura settentrionale, l’unica originaria, possa essere ricondotta al XII-XIII secolo.
1490 - 1510 (decorazione interno)
Tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo l’interno venne interamente affrescato; i dipinti murali sono stati attribuiti a Giovanni e Battista Baschenis.
1616 (scialbo affreschi interno)
Nel 1616 il visitatore vescovile Pietro Belli ordinò che la cappella "fosse sbianchezzata".
1695 - 1708 (ristrutturazione intero bene)
In occasione della visita pastorale del 1695 la cappella venne trovata abbandonata, mancante del tetto, minacciante rovina a causa dell’apertura di una cava di sabbia nei pressi delle fondamenta e priva del necessario; i visitatori ordinarono quindi che venisse ristrutturata entro due mesi, oppure venduta ad un privato disposto a risanarla. Nella successiva visita del 1708 fu trovata “noviter constructa, sed nondum benedicta”; era stata dotata di avvolto e di un nuovo portale ed erano state aperte finestre a lunetta nella muratura.
XIX - XX (abbandono e chiusura al culto intero bene)
Secondo la testimonianza di Simone Weber, nel 1811 il prefetto di Cles aveva ordinato di demolire l’edificio e si era ventilata l’ipotesi di utilizzarne le rendite per la ricostruzione della canonica, ma la popolazione si oppose. Fino alla fine dell’Ottocento circa la cappella veniva officiata una volta all’anno in occasione della festa di San Pietro; poi rimase sempre chiusa.
1907 - 1924 (descialbo affreschi interno)
Nel 1907 il cappellano di Denno, don Rodolfo Trentin, volendo ripulirla, trovò le tracce degli antichi affreschi, rimessi in luce e restaurati dalla Soprintendenza nel 1924.
1969 - 1972 (restauro intero bene)
Nel 1969 un comitato raccolse i fondi per il rifacimento del tetto; dopo una Nel 1969 un comitato raccolse i fondi per il rifacimento del tetto; dopo una lunga fase di abbandono, l’edificio venne restaurato dalla Soprintendenza ai monumenti di Trento in due riprese, nel 1970 e nel 1972. Cercando di ridare alla cappella il suo aspetto primitivo, furono abbassati le murature e il tetto, venne ricostruita l’abside antica verso est e abbattuta quella realizzata più recentemente a nord, furono rifatte le porzioni di muratura rese fatiscenti dall’umidità e fu aperto un nuovo accesso occidentale, riposizionandovi il portale settecentesco.
2003/03/20 - 2003 (sostituzione manto di copertura)
In data 20 marzo 2003 l’Ufficio Arte Sacra dell’Arcidiocesi di Trento espresse parere favorevole al progetto di manutenzione straordinaria del tetto della cappella, redatto dallo studio tecnico associato dell’architetto Manuel Breda e del geometra Giancarlo Toniatti. Il manto di copertura in scandole di larice venne sostituito con uno nuovo, con una guaina microforata, canali di gronda e doccioni in rame.
Descrizione
Il piccolo edificio sacro, dedicato a San Pietro, si trova all’estremo nord-orientale di Denno, orientato ad est, lungo la via di transito che portava al fondovalle e al vicino Castel Enno (oggi scomparso). La tradizione popolare lo vuole il più antico luogo di culto del paese, risalente addirittura al VII secolo; se le prime notizie documentarie si datano al Quattrocento, gli studiosi assegnano l’unica porzione muraria originale, la parete sinistra della navata, ad un arco cronologico compreso tra il XII e il XIII secolo. Decorata all’interno da affreschi assegnati a Giovanni e Battista Baschenis tra fine Quattro e inizi Cinquecento, la cappella subì importanti modifiche all’inizio del Settecento e un altrettanto importante e discusso intervento di restauro negli anni Settanta del Novecento, che ha tentato di restituirle l’aspetto originario. All’esterno la semplice facciata a capanna è dotata di portale architravato in pietra calcarea leggermente disassato; le fiancate sono cieche, la sinistra caratterizzata dalla muratura originaria in ciottoli di vario colore disposti a spina di pesce e cantonali in pietra, legati con malta stesa raso sasso. L’abside semicircolare di ricostruzione è forata da due aperture simmetriche a tutto sesto protette da inferriate. All’interno la quota pavimentale, comune alla navata unica e all’abside, è raggiungibile scendendo tre gradini dalla soglia; una nicchia con arcata a tutto sesto, residuo di una monofora tamponata, movimenta la parete destra. Gli affreschi, pur in forma frammentaria, ricoprono quasi per intero le fiancate e la controfacciata.
Preesistenze
La parete sinistra della navata è l’unica parte della costruzione originaria.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, conclusa da breve abside semicircolare rientrante.
Facciata
Facciata a capanna intonacata raso sasso, dotata di portale architravato in pietra calcarea leggermente disassato.
Prospetti
Fiancate cieche, la sinistra caratterizzata dalla muratura originaria in ciottoli di vario colore disposti a spina di pesce e cantonali in pietra, legati con malta stesa raso sasso; abside semicircolare forata da due aperture simmetriche a tutto sesto. Finiture a intonaco raso sasso anche nelle parti di ricostruzione.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navata coperta da un soffitto ligneo piano, catino absidale in muratura.
Coperture
Navata coperta da tetto a due falde, abside da tetto a più falde; struttura portante in legno, manto di copertura in scandole lignee.
Interni
Breve navata unica raggiungibile scendendo tre gradini dalla soglia; una nicchia con arcata a tutto sesto, residuo di una monofora tamponata, movimenta la parete destra. Abside semicircolare alla stessa quota pavimentale, illuminata da due monofore centinate protette da inferriate. Finiture a intonaco tinteggiato, ove non vi siano affreschi.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in battuto di calce.
Elementi decorativi
Affreschi conservati in forma frammentaria attribuiti a Giovanni e Battista Baschenis ricoprono le pareti laterali e la controfacciata.