chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Rimini Rimini chiesa parrocchiale S. Agostino Parrocchia di S.Agostino Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi; Struttura altare - aggiunta arredo (Anni'80) 1069 - 1247(costruzione edificio di culto intero bene); 1280 - 1786(costruzione edificio di culto intero bene)
Chiesa di Sant'Agostino
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di Sant'Agostino <Rimini>
Altre denominazioni
Chiesa di Giovanni Evangelista S. Agostino
Ambito culturale (ruolo)
barocco (costruzione)
Notizie Storiche
1069 - 1247 (costruzione edificio di culto intero bene)
Nonostante l’edificio attuale risalga al XIII secolo, si fa già menzione nel 1069 di un piccolo oratorio, diventato col tempo sede parrocchiale, donato da Pietro di Bennone a San Pier Damiami e al suo monastero di San Gregorio in Conca. Documenti notarili del 1179 attribuiscono varie proprietà alla chiesa di “San Giovanni Evangelista in Rimino”, e molte di queste proprietà si trovano nel territorio plebano di San Lorenzo a Monte. Fra il 1245 e il 1247 giungono a Rimini i frati Eremitani di Sant’Agostino, detti di Brettino, accompagnati da una bolla di papa Innocenzo IV con la quale il papa concede indulgenza di 40 giorni a chi si prestasse ad aiutare i frati nell’edificazione della nuova chiesa. Il vescovo Giacomo concede loro la parrocchia di San Giovanni Evangelista.
1280 - 1786 (costruzione edificio di culto intero bene)
Completata nel 1280, già nel 1318 è completamente affrescata da artisti di scuola giottesca riminese, il cui maestro è Giovanni da Rimini. Nel primo quarto del ‘600 l’originaria architettura gotica viene ritoccata in stile barocco, mentre la parte ornamentale su disegno di Bibbiena viene eseguita negli anni 1720-22. Verso la fine del 1700 viene eliminata una chiesetta o cappella intitolata a San Rocco che sorgeva proprio di fianco alla chiesa. A fianco della chiesa si trova il grande convento che in passato ha ospitato una importante biblioteca ed uno studio con annesso un collegio. Con il passaggio delle truppe francesi, il convento è stato soppresso: restano solo deboli tracce incorporate nella struttura settecentesca, realizzata su progetto di Giuseppe Achilli, dopo il disastroso terremoto del 1786
Descrizione
La chiesa di Sant’Agostino è la più grande della città e della diocesi di Rimini, e l’unica che, almeno all’esterno, conserva ancora un carattere architettonico medievale. Le sue alte mura perimetrali sono formate da cortine laterizie ritmate con regolarità da sottili lesene e sono coronate da una doppia cornice di archetti. La parte meglio conservata e più suggestiva è quella dell’abside e del campanile, di forme moderatamente gotiche. La facciata presenta un lineare profilo a capanna, impreziosito lungo gli spioventi da una serie di arcatelle su un massiccio volume di mattoni a vista. A ornare e sottolineare il portale vi è un marmoreo protiro sormontato da un’aquila che è il simbolo “apocalittico” di Giovanni evangelista. L’interno fu rinnovato in forme barocche nel 1618-26, mentre la parte ornamentale, su disegno di Ferdinando Bibbiena, risale circa al 1720. Il soffitto, ornato da stucchi, fu affrescato da Vittorio Bigari. Nel 1965 un incendio ha distrutto un organo monumentale con ornati in stucco di Antonio Trentanove (1777) e ha notevolmente danneggiato l’intero edificio, poi integralmente restaurato nel 1986. L’interno della chiesa, ad eccezione della zona presbiterale, è costituito da un’unica navata di gusto barocco, con le pareti scandite da pilastri-lesene, da grandi altari e da nicchie con statue in stucco di santi agostiniani di Carlo Sarti. Si tratta di una architettura sonora, maestosa e ornata, luminosa e gradevole, che tradisce completamente quella primitiva, la quale doveva essere di una grande semplicità e austerità. L’interno appare unitario e armonioso grazie anche ai quattro archi laterali ognuno dei quali presenta una apertura collocata nel registro superiore che permette l’ingresso di una luce morbida e diffusa. Gli archi, a loro volta, sono intervallati da imponenti e secentesche lesene culminanti in capitelli corinzi di nobile fattezza che poggiano su alti podi. Sulla parete destra si impone il celebre e notevole Crocifisso ligneo della scuola del Trecento riminese. La cappella ricavata alla base del campanile e l’abside racchiudono le testimonianze in città della scuola pittorica riminese del Trecento, che elabora la lezione giottesca in un linguaggio narrativo di realistica espressività. L’apparato decorativo trecentesco, giuntoci solo in parte, si compone di cicli di affreschi: nel campanile si possono ammirare le Storie della Vergine e alle pareti dell’abside il Cristo Pantocratore tra i Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, la Madonna in Maestà, il Noli me tangere e le Storie di San Giovanni Evangelista (l’antico dedicatario della chiesa). La chiesa, nel suo complesso, è il risultato di un felice matrimonio tra più stili, gotico e barocco. L’edificio e i locali annessi sono di forma pressoché rettangolare, il complesso è situato a lato dell’isolato racchiuso tra Via Cairoli e Via Isotta.
Coperture
La navata è coperta da un soffitto piano con stucchi di Ferdinando Bibiena (1719) e i dipinti eseguiti da Vittorio Bigari (1722). Le allegorie delle Virtù cardinali e teologali e le raffigurazioni di santi “in gloria” dipinte in medaglioni ovali allineati sull’asse del soffitto ne pausano la superficie e ne sottolineano la profondità
Pavimenti e pavimentazioni
è in mattonelle di forma quadrata a texture diagonale; del tipo Rosso Verona e colore bianco.
Elementi decorativi
costituiti principalmente da stucchi di Carlo Sarti e affreschi della scuola pittorica di Vittorio Maria Bigari; essa è di esecuzione elegante e ricercata, caratteristica emblematica del periodo barocco. Nel 1916 è riaffiorato grazie ad un terremoto e ad abili restauri uno straordinario ciclo pittorico trecentesco appartenente alla prima fase di vita della chiesa. Ora nella parete di fondo del presbiterio si possono ammirare gli originali affreschi trecenteschi, con una maestosa raffigurazione di Cristo in trono fra i santi Giovanni evangelista e Giovanni battista nella lunetta, una Madonna in trono con il Bambino, al centro; e più in basso la scena del Noli me tangere.
Sulle pareti laterali, in due registri sovrapposti, sono affrescate storie della vita di San Giovanni evangelista e di Sant’Agostino. Tutta la decorazione è opera di pittori riminesi che la eseguirono nei primi decenni del Trecento, forse dopo il terremoto che aveva colpito la città nel 1308. Probabilmente il ciclo di affreschi è dovuto alla bottega dei fratelli Giovanni, Giuliano e Zangolo, noti dal 1290, che sono da considerare i fondatori e i primi protagonisti della celebre scuola riminese del Trecento. Agli stessi si deve anche la raffigurazione del Giudizio Universale, ora al Museo della Città. In origine il presbiterio era affiancato da due cappelle minori aperte sulla navata: quella di destra, alla base del campanile, è interamente affrescata con scene della vita della Madonna, eseguite come le altre da pittori della scuola riminese del Trecento, ma in un tempo anteriore. Sempre allo stesso periodo e alla stessa scuola appartiene il Crocifisso dipinto su tavola sagomata, esemplato su quello eseguito da Giotto alla fine del Duecento per la chiesa riminese dei francescano.
Sugli altari barocchi sono conservate notevoli opere d’arte, non tutte dovute agli Agostiniani. Il Cristo deposto, una scultura lignea del Duecento che doveva far parte di una Deposizione. Di grande bellezza è poi la tela raffigurante L’elemosina di san Tommaso da Villanova al secondo altare di destra, dipinta nel 1687 da Marcantonio Franceschini. A Filippo Pasquali e a Giuseppe Marchesi si debbono i “pannaroni” che fanno da sfondo a questo dipinto con un Presepio che è copia ottocentesca di un’opera di Jacopo Palma il giovane. Di una certa rilevanza sono tutte le grandi ancone barocche degli altari, con i loro paliotti settecenteschi in scagliola policroma.
Struttura
in muratura di mattoni di spessore variabile.
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (Anni'80)
Altare, versus populum, in legno, costituito da una mensa rettangolare sostenuta da piedritti.